Oggi è giorno di penitenza: mi flagello per le ire funeste di ieri tentando letture salvifiche. Ho esordito col misticheggiante de Unamuno. Ma la mente si è incupita. Il mio corpo cerca soave diletto. Voglio provare col divino D'Annunzio, Rifuggo dal dolore e cerco gioia. Va bnne il Piacere di Gabriele D'Annunzio, pag. 166 della mia edizione? "La nudità di Elena non poteva, in verità, avere più ricca ammantatura. Talvolta, mentre Andrea stava nell'altra stanza, ella si svestiva in furia, si distendeva nel letto, sotto la coperta mirabile; e chiamava forte l'amante. Ed a lui che accorreva ella dava imagine d'una divinità avvolta in una zona di firmamento. Anche, talvolta, volendo andare innanzi al camino, ella levavasi dal letto traendo seco la coperta. Freddolosa, si stringeva addosso la seta con ambo le braccia; e camminava a piedi nudi, con passi brevi, per non implicarsi nelle pieghe abbondanti. Il Sole splendevale su la schiena, a traverso i capelli disciolti, lo Scorpione le prendeva una mammella; un gran lembo zodiacale strisciava s di lei, sul tappeto, trasportando le rose, s'ella le aveva già sparse."
Maliardo e mefistofelico D'Annunzio come afferri bene l'avvinghiante sonorità del buon vocabolo! La tua lingua modella raffinatezze che il volgo direbbe triviale e in modo flaccido. Cerco talora di seguirti nel tuo percorso linguistico: mi distolgo, per mestiere ho fatto altro.
Ma voglio passare alla volgarità - io vengo dal popolo e mi sento popolo - al lubrico raccontare. Passo ad Irving ('in una sola persona' - non son forse io tanti in una sola persona?). Sfoglio e così a caso trascrivo (pag. 134): "Anche quella affermazione era piuttosto ambigua. Elaine voleva dire che le risultava inconcepibile avere un pene 'dentro' di lei o che non riusciva a immaginare come ci si sentisse a essere un ragazzo e a avere un pene? Non glielo chiesi. Ero sollevato che avesse mollato la presa sulle palle, ma in realtà si limitò a spostare la mano sul membro mentre io continuavo a carezzarle il petto. Se avessimo ripreso il bacio dal punto pericoloso in cui l'avevamo interrotto, chissà quali sarebbero stati gli sviluppi.Invece ricominciammo a baciarci con cautela, sfiorandoci appena in punta di lingua. Notai che Elaine aveva chiuso gli occhi e li chiusi anch'io.
Fu a quel punto che scoprii che era possibile carezzare il seno di Elaine Hadley immaginando di fare la stessa cosa a una Miss Frost altrettanto compiacente. (Avevo stimato che i seni di Miss Frost fossero solo leggermente più grossi di quelli di Elaine.) Con gli occhi chiusi riuscivo persino a dissimulare l'impressione della piccola mano di Elaine che mi palpava con decisione figurandomi al suo posto la mano ben più possente di Miss Frost, che per ottenere lo stesso effetto avrebbe dovuto usare molta meno energia. E quando il bacio aumentò di energia, fino a lasciarci entrambi senza fiato, fantasticai che fosse Miss Frost a spingere la sua lingua contro la mia mentre eravamo avvinghiati sul letto d'ottone del suo rifugio segreto."
Dal metafisico dolore di Unamuno al carezzevole narrare del lubrico D'Annunzio sono qui scaduto nel pomiciamento romanesco, quale ancora si pratica tra gli arbusti di Ostia, di questo magistrale affabulatore dal pesante narrare quale IRVING. Sotto due foto della copertina del suo libro, piacendomi immediatamente questa storia del chiosatore in "quarta". " .. l'unica cosa che plasma veramente un uomo sono i suoi desideri". I desideri, già! Tutti ricolmi di desideri, spiritualisti e materialisti e donne procaci e signore apparentemente caste. Quando tutti chiamati nella valle di Giosafath, che sghignazzo quando il sommo giudice ci consentirà noi peccatori incalliti e confessi. allorché il mondo dei devoti, maschi e femmine, dovrà eruttare codesti mari di osceni desideri nutri e mai esausti.
Maliardo e mefistofelico D'Annunzio come afferri bene l'avvinghiante sonorità del buon vocabolo! La tua lingua modella raffinatezze che il volgo direbbe triviale e in modo flaccido. Cerco talora di seguirti nel tuo percorso linguistico: mi distolgo, per mestiere ho fatto altro.
Ma voglio passare alla volgarità - io vengo dal popolo e mi sento popolo - al lubrico raccontare. Passo ad Irving ('in una sola persona' - non son forse io tanti in una sola persona?). Sfoglio e così a caso trascrivo (pag. 134): "Anche quella affermazione era piuttosto ambigua. Elaine voleva dire che le risultava inconcepibile avere un pene 'dentro' di lei o che non riusciva a immaginare come ci si sentisse a essere un ragazzo e a avere un pene? Non glielo chiesi. Ero sollevato che avesse mollato la presa sulle palle, ma in realtà si limitò a spostare la mano sul membro mentre io continuavo a carezzarle il petto. Se avessimo ripreso il bacio dal punto pericoloso in cui l'avevamo interrotto, chissà quali sarebbero stati gli sviluppi.Invece ricominciammo a baciarci con cautela, sfiorandoci appena in punta di lingua. Notai che Elaine aveva chiuso gli occhi e li chiusi anch'io.
Fu a quel punto che scoprii che era possibile carezzare il seno di Elaine Hadley immaginando di fare la stessa cosa a una Miss Frost altrettanto compiacente. (Avevo stimato che i seni di Miss Frost fossero solo leggermente più grossi di quelli di Elaine.) Con gli occhi chiusi riuscivo persino a dissimulare l'impressione della piccola mano di Elaine che mi palpava con decisione figurandomi al suo posto la mano ben più possente di Miss Frost, che per ottenere lo stesso effetto avrebbe dovuto usare molta meno energia. E quando il bacio aumentò di energia, fino a lasciarci entrambi senza fiato, fantasticai che fosse Miss Frost a spingere la sua lingua contro la mia mentre eravamo avvinghiati sul letto d'ottone del suo rifugio segreto."
Dal metafisico dolore di Unamuno al carezzevole narrare del lubrico D'Annunzio sono qui scaduto nel pomiciamento romanesco, quale ancora si pratica tra gli arbusti di Ostia, di questo magistrale affabulatore dal pesante narrare quale IRVING. Sotto due foto della copertina del suo libro, piacendomi immediatamente questa storia del chiosatore in "quarta". " .. l'unica cosa che plasma veramente un uomo sono i suoi desideri". I desideri, già! Tutti ricolmi di desideri, spiritualisti e materialisti e donne procaci e signore apparentemente caste. Quando tutti chiamati nella valle di Giosafath, che sghignazzo quando il sommo giudice ci consentirà noi peccatori incalliti e confessi. allorché il mondo dei devoti, maschi e femmine, dovrà eruttare codesti mari di osceni desideri nutri e mai esausti.
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