Essendo io nato a Racalmuto, in certo qual senso anch’io
sono marchiato come “infiltrato mafioso”, anche se mi è stata negata la
residenza. Cerco quindi di imparare la lingua. Ho sottomano U PARRARI CUMMIGGHIATU
di Giuseppe Mannino (vocabolario del gergo della malavita) . Mi domando allora
se io possa vantarmi di essere una:
MUTRIA (mùtria)
Sf. Atteggiamento
della persona, nel viso in particolare, che denota altezzosità, sprezzo,
menefreghismo. Donde le locuzioni: «mùtria loffia» = cattivo umore; «mùtria alba»=
colore cereo.
A Racalmuto tanti si piccano di fare rime baciate col
dialetto; miserevoli risultati. Solo uno fu eccelso nel poetare in vernacolo: Alfonso Scimè. Personaggio poliedrico, persona
contraddittoria con qualche scorribanda nel regno degli impossibili, aveva il
gusto della parola fine, del vocabolo ricercato, del linguaggio pur dialettale ma colto. Racalmuto
dovrebbe dedicargli una qualche commemorazione. Perché fu personaggio di
spicco, una gloria locale o che tale dovrebbe risultare. Invece di sprecare “a
lu cannuni” una diecina di migliaia di euro ogni anno per sublimare il nulla o
chi non necessita della parva gloria
racalmutese perché non rievocare questa interessante figura di uomo, storico,
poeta e mente eletta della recentissima storia del nostro paese, non sempre
infiltrato mafioso. Ciao FOFO’
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