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Il capo della "stidda" Giuseppe Grassonelli,
condannato all'ergastolo, entra nella terna del premio. A protestare è un amico
personale del romanziere
Daniele
Abbiati - Ven, 29/08/2014 - 08:54
È Il giorno della civetta ? No, più probabile che sia Così è
(se vi pare) . Comunque sempre di Sicilia si tratta. Nella fattispecie di mafia
e di fatalismo, di commedia degli equivoci, e soprattutto di dramma, anche se
questa volta, per fortuna, senza sangue (ma con molto inchiostro...).
I fatti parlano chiaro, sono parole e dunque pietre, a
futura memoria.
I fatti dicono che nel tris di finalisti del «Premio
Leonardo Sciascia-Racalmare», organizzato dal Comune di Grotte, in provincia di
Agrigento, c'è anche il libro intitolato Malerba . Da non confondere con I
Malavoglia di un altro siciliano doc, Giovanni Verga. Infatti Malerba è stato
scritto (con la collaborazione probabilmente decisiva, almeno quanto alla
forma, di un giornalista) da Giuseppe Grassonelli, un detenuto. Detenuto per
via di un ergastolo, condanna alla quale la laurea in Lettere può recare ben
poco sollievo. Grassonelli è (o era) un pezzo grosso della stidda , insomma, un
mafioso. E la sua opera è, di fatto, un'autobiografia. Sulla carta, dunque, il
sangue c'è, insieme alla consapevolezza dei tragici errori (!) commessi. Il
volume, fra l'altro, è edito da Mondadori, e non è poco, per chi concorre a un
premio letterario. Della giuria del «Leonardo Sciascia-Racalmare» fa (anzi faceva)
parte anche Gaspare Agnello, un amico di Sciascia. Il quale Agnello, in segno
di protesta contro la candidatura di Grassonelli, ha abbandonato il suo scranno
di decano giurato.
In coda al libro incriminato, Grassonelli si rivolge al
lettore spiegando che ha sbagliato, ma che dopo vent'anni di carcere è cambiato
e chiede una nuova opportunità. Tuttavia l'ormai ex giurato Agnello non si
lascia intenerire: «È possibile che un ergastolano che si è macchiato di
crimini efferati partecipi a un premio letterario di cui sono stati
protagonisti Sciascia, Consolo e Bufalino? Io penso di no perché il libro
racconta la verità di Grassonelli che non è neppure collaboratore di giustizia
e che le sue vittime non possono contestare. Grassonelli tenta una velata giustificazione
delle sue azioni che continua a chiamare atti di guerra e non assassinii di
mafia. Ciò lancia una cattiva luce sul libro. E dargli il premio, nato come
strumento culturale di riscatto del Sud, ma che da oggi non può più fregiarsi
del nome di Sciascia, sarebbe un'offesa alla tante vittime. Che sconfitta per
la cultura...».
Da parte sua, il giornalista e scrittore Carmelo Sardo,
caporedattore cronache del Tg5, coautore del... «romanzo verità» di
Grassonelli, dice di «aver notato qua e là punte di malcelato inspiegabile
livore» nella decisione di Agnello: «Sarebbe bastato che mi avesse chiamato per
chiedermi come e perché è stato scritto a quattro mani e gliel'avrei banalmente
spiegato». Sardo contesta inoltre il fatto che per Agnello un libro come Malerba
non può essere tra i finalisti del premio in quanto offenderebbe la memoria
delle vittime e non sarebbe gradito a Sciascia: «Questo - ribatte - denota da
un lato una scarsa comprensione del testo, del suo valore e del suo messaggio,
dall'altro una scarsa conoscenza della personalità di Sciascia, dell'attenzione
che poneva ai temi legati alla giustizia, alle condanne e al recupero, tanto da
far sospettare a chiunque abbia letto i suoi libri e ne conosca filosofia e
pensiero che uno come Sciascia sarebbe anzi stato portato ad accogliere di buon
grado che un libro come Malerba fosse scelto tra i finalisti di un premio alla
sua memoria».
A contendere il premio a Grassonelli, oltre a Salvatore
Falzone con Piccola Atene , c'è Caterina Chinnici con È così lieve il tuo bacio
sulla fronte . La Chinnici è figlia del giudice Rocco, ucciso dalla mafia.
Dunque: Il giorno della civetta o Così è (se vi pare) ?
é vero, infatti una pietosa impiegata della Mondadori, dopo
che ho inviato il quinto manoscritto, mi ha suggerito di lasciare perdere,
visto che la politica dell'azienda era indirizzata a favorire la pubblicazione
di romanzi di persone già conosciute! Lettera che conservo come un premio ed un
riconoscimento: infatti ora mi accontento di pubblicare su Anazon. Per quanto
riguarda il premio Sciascia, non posso fare commenti visto che i premi
letterari sembrano solo un veicolo per la vendita di un romanzo invendibile. Mac Tardinoh Frank.
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