mercoledì 29 ottobre 2014

Sasà io e don Chisciotte: parole di Miguel e Unamuno

"Per potersi sprofondare in questo abisso della fede ... è necessario divellere e recidere gli arbusti che ne ostruiscono l'entrata. Quando vi accingerete a farlo , grideranno che volete turare la bocca  dell'antro per oscurare gli abitatori; vi diranno che siete degli snaturati privi di amore per il vostro paese e aggiungeranno ancora chi sa mai che cosa. Turatevi gli orecchi e non badate a questo gracchiare. Laggiù nel profondo dell'antro. fu concesso a Don Chisciotte di godere di visioni che sopravanzano le visioni più meravigliose di cui altri abbiano mai goduto, né occorre qui ripetere che se a un uomo appare un angelo in sogno, segno è che egli ha sognato che un angelo gli è apparso." [ Miguel De Unamuno - Commento alla vita di Don Chisciotte - Dall'Oglio - pag. 174]all'Oglio - pag. 174]
 
 
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Questo aureo volumetto mi fu donato come per caparbietà da un mio caro amico, deceduto or non molti mesi fa. Personaggio estroso, bancario-banchiere, poeta ed artista, filosofo e gaudente signore, amava il bello ed anche le donne seppure alle volte non belle. Mi era opposto, agli antipodi del vivere, del pensare, del credere. Vivemmo strane avventure ispettive nell'alieno mondo della finanza bancaria. Approcci divaricati, ironia di fondo conforme. Or lui non c'è più ed io ne soffro. Non posso più accedere nel chiosco qui di fronte di questa assurda chiesa di Santa Maria di Coromoto. ai Colli Portuensi  per chi sa anche  di una Roma  umana. Se una farfalla vagola mi dovesse ronzare attorno per soffiarmi il suo variopinto polline, sappia che se mi apostrofa quale malconcio don Chisciotte mi sospinge nel modo del mio sepolto antro dagli alti fusti antistanti da divellere. Si io e il caro Sasà fummo spesso questa endiade donchisciottesca e scambiavamo i ruoli tra Chisciotte e Sancio anche nel dipanarsi di una delle nostre inesauribili affabulazioni. Cose dunque da maschi, da spiriti eletti, ma menti corrucciate, ed anche da tipi dediti al folle concerto delle nostre stridule corde pazze di questa nostra umana esistenza. PAX diletto SASA! 

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