La Nostra Cattedrale
La Cattedrale di Cremona, chiesa-madre della Diocesi, è il frutto dell’amore dei cremonesi verso la loro Madre Celeste e i loro Santi Patroni.
Audi Filia,
et vide,
et inclina aurem tuam:
quia concupivit rex
speciem tuam.
Si può dire che essa è il risultato della sedimentazione degli stili artistici che ogni epoca ha generato, a partire dall’arte paleocristiana fino ai nostri giorni. La maestosa e al contempo serena architettura ci induce a concentrare il nostro sguardo interiore al Signore Gesù, raffigurato nel grandioso affresco del catino absidale come Pantocrator (colui che governa e riassume in se’ tutte le cose), attorniato dai Santi Patroni Imerio, Omobono, Marcellino e Pietro.
Qui sedes, Domine,
super cherubim
excita potentiam tuam
et veni.
(Graduale della III domenica di Avvento)
Tale visione è il culmine di un ideale itinerario catechistico per immagini (la biblia pauperum) che ha come punto di partenza il portale raffigurante i quattro grandi profeti dell’Antico Testamento recanti i cartigli annunzianti la venuta del Figlio di Dio sulla Terra.
Ecce Virgo concipiet
et pariet filium
et vocabitur nomen eius
et pariet filium
et vocabitur nomen eius
Emmanuel.
(Communio della IV settimana di Avvento)
La storia della Salvezza si sviluppa poi con lo straordinario ciclo di affreschi delle pareti laterali che descrivono le tappe della vita di Maria e di Gesù.
Tui sunt caeli,
et tua est terra:
orbem terrarum,
et plenitudinem eius tu fundasti:
iustitia et iudicium praeparatio sedis tue.
(Offertorio della Messa del Giorno
della Solennità di Natale)
Innocentes pro Christo
infantes occisi sunt,
ab iniquo rege interfecti sunt:
ipsum sequuntur Agnum sine macula,
et dicunt semper: Gloria tibi Domine.
(Antifona dell’Ufficio
della festa dei SS. Innocenti)
Benedictus qui venit
in nomine Domini:
benediximus vobis de domo Domini:
Deus Dominus, et illuxit nobis,
alleluia, alleluia.
(Offertorio della Festa del Battesimo del Signore)
Pueri Hebraeorum,
portantes ramos olivarum,
obviaverunt Domino,
clamantes et dicentes:
Hosanna in excelsis.
(Antifona della
Domenica delle Palme)
Popule meus, quid feci tibi?
Aut in quo contristavi te?
Responde mihi.
Ego propter te flagellavi Aegyptum
cum primogentis suis:
et tu me flagellatum tradidisti.
(Improperi del Venerdì Santo)
L’apogeo della gloria del Pantocrator ha come contraltare il colmo dell’abiezione del Messia crocifisso e deriso, potentemente rappresentato nel grande affresco del Pordenone posto in controfacciata.
Christus factus est pro nobis obœdiens
usque ad mortem,
usque ad mortem,
mortem autem crucis.
(Graduale del venerdì santo).
Un nascosto richiamo al Signore Crocifisso è anche nella pianta a croce latina della Chiesa: leggiamo quanto ha scritto il curatore dei rilievi effettuati nel 1954: “Studiando la pianta s’impone tosto una caratteristica particolare: la dissimmetria delle masse murarie, la quale forse fu volutamente introdotta dagli architetti della Cattedrale e che certamente contribuisce alla sorprendente acusticità dell’edificio […] La pianta poi, appunto per la dissimmetria suddetta, ha un tono religiosamente mesto che commuove chi la osserva.
Tipica l’inclinazione della piccola abside della cappella eucaristica [quella di destra, NdC]: richiamo accorato, simbolico, a ciò che scrive un testimone oculare della morte di Gesù in croce:…et inclinato capite tradidit spiritum. (Gv XIX,30)” (P. Macchiavelli, 12/05/54)
Tenebrae factae sunt,
dum crucifixissent Jesum Judaei,
et circa horam nonam exclamavit Jesus voce magna:
Deus meus, ut quid me dereliquisti?
Et inclinato capite emisit Spiritum.
(Responsorio del Venerdì Santo)
Il sacrificio del Signore sarebbe stato vano, se Egli non fosse risorto dopo tre giorni dai morti: questo la Chiesa proclama incessantemente da duemila anni: Surrexit Dominus vere!
Resurrexi,
et adhuc tecum sum, alleluia:
posuisti super me manum tuam, alleluia:
mirabilis facta est scientia tua,
alleluia, alleluia.
(Introito della Messa del Giorno
della Solennità di Pasqua)
Viri Galilaei,
quid admiramini
aspicientes in caelum? Alleluia:
quemadmodum vidistis eum ascendentem in caelum,
ita veniet,
alleluia, alleluia, alleluia,
(Introito della Solennità dell’Ascensione)
La Resurrezione del Signore è la primizia del nostro stato futuro, primizia che è stata accordata per Grazia singolarissima alla Sua - e nostra - Madre con l’Assunzione in Cielo in corpo ed anima. Ed è proprio a S. Maria Assunta che la nostra Cattedrale è stata dedicata, anticipando così di qualche secolo la proclamazione del dogma da parte di Pio XII!
Assumpta est Maria in caelum:
Gaudent angeli,
Laudantes benedicunt Dominum,
Alleluia.
(Solennità dell’Assunzione)
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