L'ANPI di Palermo invoca:
Il dovere della memoria per la
strage di RIESI
Siamo i primi a gridarlo. ma quando invece della memoria si
ricorre alla menzogna, alla mistificazione, all'imbroglio storico che cosa
dire?
A Riesi, credo con fondi persino comunitari, si celebrò il 92° anniversario assassinio Giovanni Orcel
il 14 ottobre 2012 .
e fin qui non abbiamo nulla da eccepire.
Leggiamo e applaudiamo che:
L ’ANPI domenica 14 ottobre 2012 alle ore 9, ricorda
Giovanni Orcel nel 92° anniversario del suo assassinio avvenuto il 14 ottobre
1920 in Corso Vittorio Emanuele all’altezza della Biblioteca centrale dove con la Cgil, e il Centro Impastato deporremo
una corona sotto la lapide che lo ricorda.
Giovanni Orcel è una delle figure più significative del
movimento operaio palermitano, segretario generale della FIOM dal marzo del
1919 operava per unire lotte urbane e
lotte delle campagne sulla scia di Nicola Barbato e anche del fratello Ernesto
Orcel fondatore del Fascio dei Lavoratori di Cefalù, ed in stretto collegamento con Nicolò Alongi, il
dirigente contadino assassinato dalla mafia nel febbraio del 1920.
Ma dove cominciamo a nicchiare è quando furbescamente si
comincia a mescolare sacro e profano, doveroso rispetto e intenzionale manfrina depistatoria.
ORCEL con il tragico 9 ottobre del 1919 non ha nulla a che
fare.
Indecorosa dunque questo esordio; è far torto allo stesso
Orcel quando lo si invischia in quella tragica storia del 1919.
Leggo:
"Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di
Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di
fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che
manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa
con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto,
ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato
criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo
inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!
Entrambi i delitti, inequivocabilmente di matrice fascista e
mafiosa, sono rimasti impuniti".
Qui è tutta una serie
di birbonate, di falsità storiche, di traffe giornalistiche, di imbrogli per
disonorevole capziosità, di falsi politici e di indegne calunnie per giustificare
quelle che mi pare si chiamano provvidenze comunitarie.
Nel 1919 un tenete dell'esercito di cui si sa nome e cognome,
grado e provenienza venne trucidato il giorno
dopo la repressione della rivolta ma non per essersi "opposto all'ordine
fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma
agraria". Quel che avvenne a Riesi in quei due o tre giorni di
quell'Ottobre del 1919 è tutto storicamente provato, giudiziariamente indagato
e le cose non stanno come l'ANPI basandosi su supposizioni decisamente fallaci
vuol far credere. Parlare di "ordine fascista" sotto Nitti nel 1919 a
Riesi è solo o crassa ignoranza storica o colpevole malafede. Il fascismo verrà
in Sicilia ma ne passerà ancora di tempo. Anche se non lo stimo troppo, vorrei
riecheggiare le parole di Santi Correnti: "I rivolgimenti politici del
dopoguerra portarono al potere il fascismo. Il popolo siciliano, acclamando il
presidente del consiglio Benito Musolini, venuto a Palermo il 5 maggio 1924, si
illuse ancora una volta, sperando in una
soluzione efficace e definitiva dei suoi secolari problemi." Insomma dal
1919 al 1924 devono passare cinque anni prima che il furbo popolo siciliano si
mostri tanto prono al fascismo da far dire a Musssolini che eravamo ormai tutti
"fascisti sino al midollo". Prima tutt'altro, e figurarsi se nel
cosiddetto biennio rosso e sotto Nippi giovani agenti della questura (e per
quel che diremo: Messana era un modesto vice commissario di PS) potessero
parteggiare per gli anarchici neofascisti. In un documento trovato all'ACS si
scrive il 10 febbraio 1927 che nientemeno Calogero Vizzini era considerato in "pregiudicato
sospetto di organizzare complotti per attentare alla vita di S.E. il Capo del
Governo".
Quando l'ANPI di Palermo mi vuol far credere che: " ad
ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della
prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S." mi vien proprio
da vomitare. Come si può essere tanto dissennati, incolti, spregiudicati da
mettere su una salsa così inverosimile, storicamente infondata! E la mia
meraviglia è che spesso sommi storici avallino simile concerto di assurdità calunniose.
Le mie indagini sulla stampa e sui faldoni del ministero
coevi mi portano ad escludere ogni partecpazione attiva del Messana a quei
fatti che capziosamente Li Causi sparò il 15 luglio del 1947. Lotta politica.
capisaco. Ma Tanto non può tradursi in falsità storiche che suonano anche come
calunnia nei confronti non di un ufficiale di PS, denominazione erronea e quindi
anch'essa rivelatrice dell'inganno, di quello che per età e per inesperienza e
per difetto di ogni ufficio decisionale era mero e semplice vice commissario di
Polizia, distaccato pare alla lontana Mussomeli, se dobbiamo credere ad uno
sgangherato rapporto di un ispettore centrale di polizia. Resta comunque
rimarchevole che nesuno addebito giudiziario fu mai mosso nei rigiuardi del Messana.
O l'ANPI per amore di tesi politica avrebbe voluto una condanna ad un
innocente?
Le successive colpe del Messana sono tutte invereconde
infamie. Messana non fece parte dell'OVRA. Perché era già elevato di grado
quando verso gli anni trenta l'organismo nefasto fascista da mero organo di
lotta al comunismo si trasformò in una sorta di servizio segreto, e il Messana
non aveva ancora raggiunto il grado di Ispettore Genreale di PS, dato che questi d'ufficio dovevano presiedere
all'OVRA. Signori andate all'A.C. di S. e studiate. Messana fu certo apprezzato dal suo superiore
Gueli, ma questi fu quello che perseguitò don Calogero Vizzini come emerge dal
fascicolo del celebre capomafia in mio possesso in copia.
Sulle due altre infamie del Li Causi che il 15 luglio 1947
avrebbe voluto affibbiare al Messana, criminale di guerra a Lubiana e capo del
banditismo politico siciliano a Palermo. ci stiamo diffondendo nel nostro blog
CONTRA OMNIA RACALMUTO par farne anche vaghi
accenni qui.
Il Messana riconosciuto alla fine della sua carriera apicale
quale solerte e diligente ispettpre generale della polizia dello stato
emocratico, venendo persino insignito della commenda di Sn Lazzaro e san
Maurizio va rispettato, comunque la si pensi politicamene, a meno che non si
sia dell'ordine di MALGADOTUTTO che senza nulla sapere diffama e vilipende i
suoi stessi grandi PAESANI.
Il resto dell'ANPI lo trascrivo qui sotto senza commento: non
saprei come giudicare; faccende che non ho investigato. Esulano quindi dal mio
interesse che non è quello degli storici e neppure quello degli scrittori o
giornalisti che dir si voglia. Dirò solo che amo soltato il VERO.
Su Giovanni Orcel
leggi Giuseppe Carlo Marino, 1976 nel libro “Partiti e lotta di classe in
Sicilia da Orlando a Mussolini” (Bari, De Donato, 1976); poi nel saggio di Giuseppe Carlo Marino “Vita e martirio di
Nicola Alongi, contadino socialista” e in numerosi altri scritti.
Il libro di Giovanni
Abbagnato, Giovanni Orcel. Vita e morte per mafia di un sindacalista siciliano.
1887-1920, ricostruisce l’attività di Orcel e le lotte di quegli anni.
Il logo del
referendum per l’art. 18 ci ricorda che
Orcel, Alongi e la lunga scia di sangue di sindacalisti e cittadini uccisi,
lottarono per la difesa della dignità umana e la dignità del lavoro, che
oggi i governi della destra politica, in
assenza di opposizione vera, stanno di fatto abolendo.
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