martedì 25 agosto 2015

Castagneta più di S. Elpidio



LA PALLACUCCA IL MOSTRO DI CONOSCENZE ARCHEOLOGICHE GIA' UOMO D'ORDINE BERNARDO RICCIARDI DA CASTAGNETA DEL CICOLANO IO E L'IGNARO SINDACO DI PESCOROCCHIANO


Ieri finalmente il solerte e loquace BERNARDO RICCIARDI mi viene a prendere con la sua berlina alla bisogna 4X4 e mi porta in un paradiso per reperti archeologici per singolarità della flora per l'abbondanza di tracce della veridica strada franchigena, esclusa dai soldi della rapina comunitaria. Ed altro ed altro ancora.



Conoscitore per originali sue ricerche, per riscontri di vaghe testimonianze e tradizioni, per fortunati ritrovamenti Bernardo è una enciclopedia peripatetica on line. Sa parlare, sa comunicare. Il suo limite è di non scrivere quello che sa. Lo ha raccontato a furbastri locali e romani che se ne sono appropriati facendone bella mostra in conferenze, mostre, libri ed anche riviste patinate ben foraggiate. Bernardo non l'hanno manco menzionato.



Ho fotografato, su input di Bernardo, abbondantissimamente e la mia i-pad strabocca di flash. Purtroppo non ho registrato la voce quindi è come possedere un ricco nulla. Ho pregato Bernardo di rifare lui il tragitto che abbiamo fatto sotto pluviale minaccia, di fotografare lui quello che maldestramente io ho cercato di imprimere nella memoria del mio computer, di farne chiose a modo suo, con la massima schiettezza. Ne faremo un libro noi a disdoro di quelli che hanno approfittato delle conoscenze di Bernardo ma si sono astenuti dal farne il minimo accenno.



Abbiamo che in una pubblicazione d'alto costo pubblico del Comune di Fiamignano ci si limita ad esaltare le glorie dei luoghi cari agli amici del taglio di Buonventre Flamini e Maceroni mentre si oscurano S. Elpidio e adiacenze, la preziosa Castagneta che di ricchezze archeologiche e storiche forse ne ha di maggiori (e qui tralascio Baccarecce per non andare fuori tema. Aliunde menerò).



In contrapposto tenterò una testimonianza libraria insomma a scorno di Silvi e caudatari pronti a sobbarcarsi alle manie di escursionisti romani e inventare camminamenti che il Lugini spietatamente polverizza e omettere di dare a Cesare quello che è di Cesare, come dire a Bernardo Ricciardi.



Ma di tanto avremo modo di occuparci a suo tempo. Per il momento mi limito a pubblicare la foto di uno strano frutto che - in una impervia cresta montana non protetta non vincolata ignorata dal sindaco di Pescorocchiano e servotti di ogni specie e titolo - il buon Ricciardi mi dice essere una zecca romana, paradiso dei tombaroli. che vi avrebbero trovato una erme venduta lì per lì per 20 milioni di vecchie lire, il compratore l'avrebbe subito rivenduta per quaranta, e l'acquirente per 80 e così all'estero piazzarta per 250 milioni di vecchie lire.



Tutti ne parlano, tutgi lo sanno, sanno persino chi si è partito da S. Elpidio per lasciare lì un abusivo scavo che mi sono limitato a fotografare.



Ma de hoc satis. Mi limito a mostrarvi uno strano frutto. Mi sembrava la miniatura della testa di s. Vincenzo quello col dito osceno di Baccarecce, messo abbondantemente all'asta nella incuria della curia vescovile di Rieti.



Qui il frutto lo chiamano:



PALLACUCCA



Bernardo mi dice che nella lingua degli italici lo si dice GALLA perché leggero come è galleggia sull'acqua. Una volta avevo una amica professoressa che mi avrebbe dato tutte le informazioni botaniche del caso. Ma l'ho persa perché a suo dire sarei un misogino vagulo ed incostante, un camaleonte per i poveri di spirito l'uomo dai mille volti per le anime raffinate e spiritualissime.

E con ciò chiedo venia e chiudo.

Calogero Taverna

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