LA PALLACUCCA IL MOSTRO DI CONOSCENZE
ARCHEOLOGICHE GIA' UOMO D'ORDINE BERNARDO RICCIARDI DA CASTAGNETA
DEL CICOLANO IO E L'IGNARO SINDACO DI PESCOROCCHIANO
Ieri finalmente il solerte e loquace
BERNARDO RICCIARDI mi viene a prendere con la sua berlina alla
bisogna 4X4 e mi porta in un paradiso per reperti archeologici per
singolarità della flora per l'abbondanza di tracce della veridica
strada franchigena, esclusa dai soldi della rapina comunitaria. Ed
altro ed altro ancora.
Conoscitore per originali sue ricerche,
per riscontri di vaghe testimonianze e tradizioni, per fortunati
ritrovamenti Bernardo è una enciclopedia peripatetica on line. Sa
parlare, sa comunicare. Il suo limite è di non scrivere quello che
sa. Lo ha raccontato a furbastri locali e romani che se ne sono
appropriati facendone bella mostra in conferenze, mostre, libri ed
anche riviste patinate ben foraggiate. Bernardo non l'hanno manco
menzionato.
Ho fotografato, su input di Bernardo,
abbondantissimamente e la mia i-pad strabocca di flash. Purtroppo
non ho registrato la voce quindi è come possedere un ricco nulla.
Ho pregato Bernardo di rifare lui il tragitto che abbiamo fatto sotto
pluviale minaccia, di fotografare lui quello che maldestramente io ho
cercato di imprimere nella memoria del mio computer, di farne chiose
a modo suo, con la massima schiettezza. Ne faremo un libro noi a
disdoro di quelli che hanno approfittato delle conoscenze di
Bernardo ma si sono astenuti dal farne il minimo accenno.
Abbiamo che in una pubblicazione
d'alto costo pubblico del Comune di Fiamignano ci si limita ad
esaltare le glorie dei luoghi cari agli amici del taglio di
Buonventre Flamini e Maceroni mentre si oscurano S. Elpidio e
adiacenze, la preziosa Castagneta che di ricchezze archeologiche e
storiche forse ne ha di maggiori (e qui tralascio Baccarecce per non
andare fuori tema. Aliunde menerò).
In contrapposto tenterò una
testimonianza libraria insomma a scorno di Silvi e caudatari pronti a
sobbarcarsi alle manie di escursionisti romani e inventare
camminamenti che il Lugini spietatamente polverizza e omettere di
dare a Cesare quello che è di Cesare, come dire a Bernardo
Ricciardi.
Ma di tanto avremo modo di occuparci a
suo tempo. Per il momento mi limito a pubblicare la foto di uno
strano frutto che - in una impervia cresta montana non protetta non
vincolata ignorata dal sindaco di Pescorocchiano e servotti di ogni
specie e titolo - il buon Ricciardi mi dice essere una zecca romana,
paradiso dei tombaroli. che vi avrebbero trovato una erme venduta lì
per lì per 20 milioni di vecchie lire, il compratore l'avrebbe
subito rivenduta per quaranta, e l'acquirente per 80 e così
all'estero piazzarta per 250 milioni di vecchie lire.
Tutti ne parlano, tutgi lo sanno, sanno
persino chi si è partito da S. Elpidio per lasciare lì un abusivo
scavo che mi sono limitato a fotografare.
Ma de hoc satis. Mi limito a mostrarvi
uno strano frutto. Mi sembrava la miniatura della testa di s.
Vincenzo quello col dito osceno di Baccarecce, messo abbondantemente
all'asta nella incuria della curia vescovile di Rieti.
PALLACUCCA
Bernardo mi dice che nella lingua degli
italici lo si dice GALLA perché leggero come è galleggia
sull'acqua. Una volta avevo una amica professoressa che mi avrebbe
dato tutte le informazioni botaniche del caso. Ma l'ho persa perché
a suo dire sarei un misogino vagulo ed incostante, un camaleonte per
i poveri di spirito l'uomo dai mille volti per le anime raffinate e
spiritualissime.
E con ciò chiedo venia e chiudo.
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