Silvano Messina
Noi...che nelle rare,e sospirate feste ballavamo e non "sballavamo", noi...che scherzavamo, ridevamo, cantavamo in coro, mentre la giovinezza montava; noi...che in quelle occasioni aspettavamo un agognato incontro o godevamo di un imprevisto incontro; noi...che andavamo in visibilio per un sfiorar di guance e per un contatto fisico ravvicinato; noi...che eludendo la sorveglianza dei genitori, coperti dalle note melodiose musicali, ci sussuravamo all'orecchio, impacciati:ti amo... e toccavamo il cielo con un dito.
Ecco queste erano le pillole che ci facevano sballare
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Lillo Taverna Scrivo con una diabolica tavoletta che rende molto difficoltoso il mio discorso, Verro' mal giudicato dai signori parrucconi, Spero che almeno il senso del mio dire risulti percepibile,
Silvano Messina Caro Lillo,
Puoi esserne fiero. Stai combattendi con Dochioscetta baldanza la tua guerra "Contra Omnes"Non ti vedo del tutto vincente, tra l'altro stai facendo un po' di confusione di generazioni. Stavolta pero'hai raggiunto il tuo scopo: ti sei attirato addosso un bel po'di gente da infilzare. Nella giostra ti stai battendo come un leone. Ma scherzi a parte, ti ringrazii di avere acceso una stridente dialettica e di avere animato un dibattito da cineforum. Approfitto per chiederti se sei ancora a riabilitarti a Roma o se sei tornato in paese. Dobbiamo vederci. Ciao
Lillo Taverna. - Niente di personale anzi la mia stima e il mio rispetto nei tuoi confronti si accrescono sempre di più- Solo che questa tua ultima affascinantissima "patetica" ha ammaliato anche mia moglie ma io la reputo oltremodo parruccona. Tu conosci meglio di me quella realtà degli anni 50-60- Maledetta meschina cupa miseranda. Da archiviare. Frattaglie,
Lillo Taverna Sono invece a Santa Lucia di Fiamignano. Qui ho preso la residenza per cercare di fare attecchire le mie idee "controcorrente" che non saranno vincenti (l'ultima cosa che mi interessa è vincere9 MA è CERTO CHE RENDONO PERDENTI LE CONTRAPPOSTE IDEE. Lo so bene che il vero non è
Lillo Taverna il vero non riconosciuto la spunta sul falso creduto vero perché magari più conveniente. Ma la mia scuola parte da Pajetta e compagni che mi insegnarono che la verità è sempre rivoluzionaria mentre la menzogna (anche a fin di bene) è sempre reazionaria.
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