Sant'Attanasio Baccarecce ed io
Oggi si festeggia (ed anche domani) sant'Attanasio in quel di Baccarecce. Per far soldi, incurante la curia vescovile di Rieti, avviene l'asta delle sacre immagini. Statue, gonfaloni, quadri di madonne, le più variopinte, persino un desueto quadro di papa Woytila tutto messo all'asta, prezzo base a seconda del valore e qualità della sacra immagine o del venerando simulacro. In alto Sant'Attanasio (ma stranamente un coreografico quadro su gonfalone della santissima trinità tallona quel santo vescovo bizantino).
Quest'anno la mia singolare padrona ha recuperato ereditariamente la villa rustica dei Benedetti. A tale famiglia apparteneva San Vincenzo. Come potete vedere in foto quel santo ha un dito che anche se non è il medio, come dire il più lungo. è sempre un indice che può significare le porte del paradiso ma anche quel banale va' un tempo caro al destituito Bossi.
Su questo io che scherzo su santi preti fanti e bagasce ho fatto pesante e greve ironia da scandalizzare persino la più scaltrita delle donne che magari per questo mi dà del maleducato.
Il santo dei Benedetti oltre ad essere da me dileggiato è stato negletto nelle annuali aste dalla famiglia di appartenenza per disamore verso queste loro centenarie terre di arricchimento.
Sarà per questo sarà per il mio dileggio, fatto sta che quel santo me l'ha fatta pagare cara più di Ciampi. Il dito medio me lo ha livellato all'altezza dell'indice con una caduta micidiale. Avevo certi lunghi e pesanti pali in mano e data la mia precaria stabilità di ultraottantenne su cui irride una mia novella nemica quei pali divennero la cesoia del mio dito medio.
Mi potrebbe capitare di peggio e così oggi tanto ho fatto tanto ho strillato (io o chi per me) che l'asta l'ho vinta sia pure a caro prezzo e penso di ottenere il gran perdono da parte del santo dal dito osceno mentre qualche mia vecchia amica continua a sputacchiarmi.
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