Fine anni '50! Avevamo creato
il circolo di cultura in antitesi ai parrucconi del Circolo Unione, avevamo
spinto la molto periferica Racalmuto a leggere la Vallecchi; invero noi -
questi di qui - ce ne fregavamo di un certo Nanà.
Ad eccezione del truce
(buonanima) Nicu Pitruottu un fanatico che cercò in Malgrado Tutto di
folgorarmi perché avevo riportato in un numero unico dell’AC del novello
arciprete Padre Puma frasi del fascista
della prima ora Sciascia costretto a mettersi il giummo anche se era nipote
dell'onnipotetente gerarca locale il prof.
Farrauto.
A Malgrado Tutto mandai
un indispettito sproloquio accusatorio. Non me lo pubblicarono con la scusa che
era troppo lungo. Cercò di ovviare mio cugino Gigi Restivo (allora senza
Pantalone).
Mi inviò una
burocratica lettera che vorrò ripubblicare ora nei miei seguiti mezzi
informatici.
Malgrado Tutto, invero,
a riparazione mi pubblicò una decina di mezze paginette di storia locale. Dopo
manco più quelle.
Il caro Lillo Liotta, di
moderata irruenza ma mai bigotto, era persona affabile e ben voluta.
Pomodoro era troppo
bello per essere cattivo.
Ma insieme facevamo la
lotta a Dino Casuccio e soprattutto alla mamma la tremenda ’zzà Pippina, e di straforo
persino all'arciprete Casuccio.
Liddru Arrustuto assennato, insegnante e bravo
dipintore era piuttosto propenso alla metempsicosi.
Peppi Cipuddra tra una
coffa e l'altra parcheggiava alla nostra periferia di intellettuali in erba.
Ed io fui SESTO tra
cotanto senno dissennatezza.
Non abbiamo fatto la
storia ma ora io almeno la sto scrivendo. Anche se con non moto successo, in
verità!
Calogero Taverna, detto
Lillo.
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