07/11/2014 14:35
Lillo Taverna
Gentilissimo professore Casarrubea,
La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici.
Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto.
A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche-
Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici.
La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna
7 novembre 2014
Lillo Taverna
07/11/2014 22:31
Lillo Taverna
Sino a questo pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza, di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana. Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura tosta frequentatore un tempo dei salotti televisivi di Costanzo.
Lillo Taverna
07/11/2014 22:51
Lillo Taverna
Lillo Taverna
07/11/2014 22:52
Lillo Taverna
L'ispettore generale di PS comm. di San Lazzaro e San Maurizio (solo 500 in Italia) e molte altre onorificenze di gran grido Ettore Messana da Racalmuto con Alcide De Gasperi. Altro che stagista di stato a Riesi nel '19, altro che criminale di guerra per Lubiana come l'ignara Cernigoi va calunniando, altro che capo del banditismo politico di Sicilia, in base all'impropria ingiuria di Li Causi. Nulla di tutto questo. Documentato.
9 novembre 2014
Lillo Taverna
09/11/2014 21:53
Lillo Taverna
Postato da Blogger su Contra Omnia Racalmuto il 6/17/2014 07:06:00 PM «Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue.
Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura nemica e vincitrice che è assetata di vendetta.
Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”.
E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito.
I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto, il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna cognizione di causa.
Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino in contatto con agenti americani”.
Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.
Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo.
Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra.
Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana.
Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.»
Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come inquadrare.
Nessun commento:
Posta un commento