1 giugno alle ore 6:30
-IL RIVERBERO-
di Ornella Pennacchioni.
Ogni giorno, come fosse battesimo e funerale, nasco e muoio di parole. Sento l'odore, il sapore, ne rinnego la retorica, mai ne contengo l'emorragia fino all'estasi dell'anemica. Dissanguo e nutro, lucido e oscuro, dormo l'insonnia contando i rovesci del mio tempo neonatale. Che la parola sia spesso una sorta di vanvera col fiato da compari, lo sanno tutti, ma non mi riguarda. Non copio, non trasporto il pensiero altrui in giro per bac...heche, non mi interessa. Sono una produttrice di parole, una sorta d'imprenditrice del pensiero espresso: il mio, e il mio va ovunque, a bene dire fino al disturbo della mal santità dei falsari dell'anima. E ne è ingombro il mondo dalla mal digestione al rutto del pensiero, si sa, quanto è vero che è vero, nulla supera la volgarità dell'anima. Un'architettura teorica con maschera da passeggio come una pochette? A volte, si. La mia parola non è mai astemia, ma sobria. Avvolgo e srotolo gomitoli d'ipotesi, sono ubriaca già fuori dell'osteria, perché bramo l'accesso all'eccesso. Una insegna bianca quanto un foglio, rossa quanto un figlio: mi libero. Di mia passione sono l'idea, la dea, il fastidio, il premio, la verità, la libertà.
di Ornella Pennacchioni.
Ogni giorno, come fosse battesimo e funerale, nasco e muoio di parole. Sento l'odore, il sapore, ne rinnego la retorica, mai ne contengo l'emorragia fino all'estasi dell'anemica. Dissanguo e nutro, lucido e oscuro, dormo l'insonnia contando i rovesci del mio tempo neonatale. Che la parola sia spesso una sorta di vanvera col fiato da compari, lo sanno tutti, ma non mi riguarda. Non copio, non trasporto il pensiero altrui in giro per bac...heche, non mi interessa. Sono una produttrice di parole, una sorta d'imprenditrice del pensiero espresso: il mio, e il mio va ovunque, a bene dire fino al disturbo della mal santità dei falsari dell'anima. E ne è ingombro il mondo dalla mal digestione al rutto del pensiero, si sa, quanto è vero che è vero, nulla supera la volgarità dell'anima. Un'architettura teorica con maschera da passeggio come una pochette? A volte, si. La mia parola non è mai astemia, ma sobria. Avvolgo e srotolo gomitoli d'ipotesi, sono ubriaca già fuori dell'osteria, perché bramo l'accesso all'eccesso. Una insegna bianca quanto un foglio, rossa quanto un figlio: mi libero. Di mia passione sono l'idea, la dea, il fastidio, il premio, la verità, la libertà.
VostraNONmente Ornella.
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