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Lillo Taverna Problema colossale: che Alfredo debba espiare io concordo con lo Stato e gliel'ho anche scritto. Che occorrono misure severe verso chi uccide Abele concordo. Non corcordo con chi reputa che epiare è venire sodomizzati magari non nel corpo ma nella mente. Non concordo con chi facendo il pietoso mette alla gogna i colpevoli per scoop giornalistici o per trionfi letterari. Non concordo con l'antimafia che inventa supercolpe di criminali indifesi per giustifi...care le loro debordanti locupletazioni. Npn concordo su mille cose e non sempre ho ragione io. Ma ditemi quel che volete: continuare a considerare ostativo dopo 25 anni di espiazione durissima Alfredo Sole - cosa fattualmente - impossibile equivale ad un crimine di Stato e lo Stato siamo tutti noi. Della Vedova andò a far visita ad Alfredo. Alfredo si sfogò. Della Vedova condivise. Irato il Secondino disse poi un separata sede ad Alfredo: tu sei la nostra disgrazia. E cavolo e gliel'hanno fatta pagare. Camilleri s'intenerì magari per far piacere allo scrittore Savatteri. Protestò per il fatto che negavano il computer ad Alfredo impedendogli così di battere la sua arzigogolata tesi filosofica. Ad Opera ammisero la loro disattenzione. Ma per dieci anni acora non dettero il computer all'avvilito Alfredo: un calvario che ho qui testimoniato. Nè DELLA VEDOVA, né CAMILLERI si dettero poi pena di quello che per colpa loro stava succedendo al neo dottore SOLE. Fatta la sparata pubblicitaria poi pensarono ai fatti loro, ai successi politici o letterari loro. E' costoro che io soprattutto condanno. Sono queste subdole e disumane espressioni della conclamata intelligenza italica che mi dà sugli zebedei. Siamo alla solita sinistra disfattista. Intanto Sole per 25 anni passa dalla giusta espiazione alla disumanizzante diseducativa e quindi anticostituzionale ostatività, afflittiva oltre ogni limite persino religioso e se volete persino biblica.
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Lillo Taverna Problema colossale: che Alfredo debba espiare io concordo con lo Stato e gliel'ho anche scritto. Che occorrono misure severe verso chi uccide Abele concordo. Non corcordo con chi reputa che epiare è venire sodomizzati magari non nel corpo ma nella mente. Non concordo con chi facendo il pietoso mette alla gogna i colpevoli per scoop giornalistici o per trionfi letterari. Non concordo con l'antimafia che inventa supercolpe di criminali indifesi per giustifi...care le loro debordanti locupletazioni. Npn concordo su mille cose e non sempre ho ragione io. Ma ditemi quel che volete: continuare a considerare ostativo dopo 25 anni di espiazione durissima Alfredo Sole - cosa fattualmente - impossibile equivale ad un crimine di Stato e lo Stato siamo tutti noi. Della Vedova andò a far visita ad Alfredo. Alfredo si sfogò. Della Vedova condivise. Irato il Secondino disse poi un separata sede ad Alfredo: tu sei la nostra disgrazia. E cavolo e gliel'hanno fatta pagare. Camilleri s'intenerì magari per far piacere allo scrittore Savatteri. Protestò per il fatto che negavano il computer ad Alfredo impedendogli così di battere la sua arzigogolata tesi filosofica. Ad Opera ammisero la loro disattenzione. Ma per dieci anni acora non dettero il computer all'avvilito Alfredo: un calvario che ho qui testimoniato. Nè DELLA VEDOVA, né CAMILLERI si dettero poi pena di quello che per colpa loro stava succedendo al neo dottore SOLE. Fatta la sparata pubblicitaria poi pensarono ai fatti loro, ai successi politici o letterari loro. E' costoro che io soprattutto condanno. Sono queste subdole e disumane espressioni della conclamata intelligenza italica che mi dà sugli zebedei. Siamo alla solita sinistra disfattista. Intanto Sole per 25 anni passa dalla giusta espiazione alla disumanizzante diseducativa e quindi anticostituzionale ostatività, afflittiva oltre ogni limite persino religioso e se volete persino biblica.
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A Alfonso Lombardo, Salvatore Pinò e Ignazio Chiarelli piace Gustissimo.it.
Ornella Pennacchioni
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Inizio conversazione in chat
Quanti rabuffi ti sei bccata dalla cerbero Masi. Quando balli non sei sincrona con le altre. Vuoi essere la sola, la vera la eccentrica grazia della tersicora dea. Ti fai notare insomma- E io ti notavo. Lo so, tra i miei mssimi difetti v'è quello di non avere una dattilografa. Olretutto la vorrei giovane e procace (a tua simiglianza) e invece di dettare sarei spinto a palparla. Mia moglie mi spaccherebbe il cranio.
Non ho capito una parola che fosse una parola. Certamente mio difetto d'udito. Ma siete sicuri che l'audizione nelle parti sopraelevate della scalea fisse perfetta? Ho visto che persino nel teatro greco di Siracusa ormai pure i grandissimi attori hanno il microfonino a portata di gola. Allora una vera goduria. Guarda che io sono presuntuoso ma il senso del limite c'è l'ho. Non m'intendo di teatro e mi guarderei bene dal dare lezioni ad una Masi di cui non sapevo nulla ma ora ho visto in internet che è stata una guru della TV. Ma è suo fratello o parente quel Masi ai vertici della TV di Stato?
Io dal 5 aprile al 21aprile mi sposto nella mia villetta di Bovo a Racalmuto. Sono solo ed ho spazio per quattro cinque persone. Ti provoco: perché non vieni a Racalmuto ma col tuo compagno o amica o quello che vuoi? Non sola peché non ho alcuna intenzione di divorziare da mia moglie. Potresi fare due cose. A) vedere se possiamo organizzare un tuo recital al Circolo Unione ove anche potrei annunciare il tuo prossimo libro. Emoticon glasses Ti illustrrei un mondo arcano ambiguo letterario. Ti ci potresti ispirare per un tuo nuovo prossimo libro. Cosa vede una estranea bellssima e dannunziana ex fanciula in questa Racalmuto solfifera e salina? UN mondo che parte dalla civiltà presicana di 8 mila anni fa (residuano ancora tombe e reperti fittili) per passare lungo una diecina di civiltà sino ai nostri giorni finendo con il disicivilizzarsi al completo. Come potè vivere l'eterno femminile in qiesti traumatici passaggi di civiltà. Fa conto che tu ancora vergine dovessi aver vissuto in codesti 8 millenni di civiltà? Con la tua penna creatrice e di illlibata frescura davvero faresti un capolavoro (da premio Nobel) Editore già Pronto ;MELAMPO di Milano.
Nella tua subdola corrispondenza d'addio, infili una recrimonia verso chi non ha evitato minKiate (sic). Mi piacerrebbe sapere se anch'io mi sono indotto a confezionare MINCKIATE (il che non è da escludere). Nel caso mi piacecebbe apprendere il tuo caustico sogghignarvi (magari per correggermi). Ciao capolavoro della ginegenialità.
e perché no? Mica sono il padre eterno. Avrai letto l'aforisma del mio blog? Spiego bene agli altri quello che per me no ho capito. Facevo ispezione a grandi banche o ai grandissimi evasori.Mi ricordo quando andai al'lENI. Il Ragioniere generale mi disse. Ma lei che vuol vedere? se mi va di pagare più tasse sposto a fine anno le petroliere più in là, se non voglio pagarne molte (ed invero io sono pagato per non pagare tasse) retrocede alla mezzanotte di fine anno tutte le petroliere indietro assai e così non le do manco una lira (all'epoca non c'era ancora l'euro). Uscimmo e gi offrii un caffe da simpatici amici.
Spettacolo colto coltissimo. Idoneo a trasformare il banale in una raffinatissima rievocazione. Tante tantissime sfaccettature. Tanti arditi excursus. Quasi una enciclopedia della storia del costume degli umori dei malumori della fame della miseria ed anche del sesso a pagamento per soli uomini. Una memoria storica trepida e consapevole. la rievocazione di come si sognava si cantava si spettegolava si amava e ci si ripudiava in periodo antico ma ancora vivido nel ricordo di taluni di noi vecchi ad oltranza.
In tempi di oscurantismo di montalbanismo imperativo di giochi con grette frontiere della limitatezza della moderna mente umana un 'teatro' così didattico ma non pedante va diffuso direi imposto. Quanto mi piacerebbe vedere la Masi e compagni e quegli inattingibili cinque grandi musicisti calcare i palcoscenici della provincia, i maestosi teatri dell'agrigentino del paese di Sciascia del Nisseno, quello dell'obliato indecorosamente Piermaria Rosso di San secondo più bravo di Pirandello se non altro più originale. E girare quest'estate per i vari tavolati occasionali adattati a scene e rappresentazioni dell'intero paradisiaco CICOLANO. Brainstorming Culturale Magazine Il movimento circolare della cultura Menu •Home •Eventi/Events •Teatro/Theatre◦Stagione 2015/2016 ◦Stagione 2014/2015 ◦Stagione 2013/2014 •Cultura/Culture◦Cinema ◦Interviste/Interviews ◦Libri/Books ◦Società Vita Persone •Mostre/Exhibitions •Music/a •Festival/Rassegne◦RomaFringe Festival 2015 ◦Tre passi di donna. Rassegna di teatro al femminile 2016 ◦DOIT festival – Festival Drammaturgie Oltre il Teatro 2016 ◦Recensioni spettacoli DOIT Festival 2016 •Conferenze stampa •Eventi Culturali … consigliati •Collaborazioni •Contatti •Progetti Indipendenti/Indipendent Projects Bagliori d’avanspettacolo: vita, morte e miracoli di una compagnia di provincia Atmosfere felliniane in scena Caleidoscopio di emozioni, di storie, di racconti di vita vissuta e desiderata. Coacervo di anime e un destino comune; tornare a calcare il palcoscenico. L’Avanspettacolo e i suoi bagliori sono lo spunto che ci conducono attraverso una profonda riflessione sul mestiere dell’artista. La Compagnia Bolero diretta da Patrizia Masi riporta in auge le avventure di una variopinta comitiva di teatranti agli albori del varietà tra risate, ricordi e nostalgia. _DSC2119 Il mondo dello spettacolo ha un fascino tutto suo: luci, costumi, musiche, danza e recitazione sono da sempre, nell’immaginario collettivo, gli elementi di un universo meraviglioso ed irraggiungibile in cui gli artisti sono padroni assoluti del palcoscenico. Una continua ed estenuante gavetta fatta d’impegno fisico, tecnica, leggerezza e grande maestria alla ricerca delle luci della ribalta. Qualcosa che, con il passare dei decenni, si è inevitabilmente perso, ma che nonostante la nascita di nuove forme d’intrattenimento, vive negli angoli della memoria tra l’oblio e il rimpianto. La trasposizione scenica dell’omonimo cortometraggio di Patrizia Masi e Mimmo Appetiti, in scena al Teatro dell’Orologio dal 16 al 20 marzo 2016, è un caleidoscopio di emozioni, di storie, di racconti di vita vissuta e desiderata, un coacervo di anime messe lì quasi per caso ma con un destino comune: tornare a calcare gloriosamente il palcoscenico per godere di quella seconda chance che solo il teatro concede all’artista nel suo essere contemporaneamente persona e personaggio. Poco importa se la paga non sarà sufficiente o se dalla platea, regno incontrastato del pubblico sovrano, si leveranno i fischi. La storia s’intuisce a poco a poco, complici anche i dialoghi costruiti in modo da introdurre il racconto in medias res; su una terrazza di una qualunque zona di Roma, tra le bombe e la paura di una guerra imminente, Egizia Flammant ( Patrizia Masi ) rievoca il suo passato di artista con un nugolo di fedeli compagni di avventure tra panni stesi ad asciugare e ricordi sbiaditi. _DSC2131 Tra un’audizione e l’altra, tra ricordi, desideri e sguardi ammiccanti, la comitiva decide che è arrivato il momento di rimettersi in cammino alla ricerca della ribalta. Sul carrozzone salgono tutti, vecchie glorie del passato e giovani soubrette alla loro prima esperienza. Si chiudono i bauli, s’indossano boa e piume di struzzo, il viso è truccato al meglio, il sorriso è onnipresente su ogni bocca. Inizia il viaggio. Dal punto di vista drammaturgico l’atmosfera che si respira è molto densa e concentrata, a volte anche in maniera eccessiva, quasi felliniana; le scenografie, curate in ogni dettaglio da Cristina Costantini, predominano all’interno dello spazio teatrale e se ne impossessano con forza. Oggetti e personaggi sono costantemente onnipresenti sulla scena e in continuo movimento per quasi tre ore di spettacolo, in una continua passerella che gioca tra il macchiettistico e il caricaturale. Pasquale Citera gioca molto bene con i suoni di scena ed il disegno luci, che risulta sempre misurato e mai eccessivo; Juliette Bercham per i costumi e Cocolemocò per le acconciature vintage conferiscono a ciascun protagonista un’aura d’altri tempi assolutamente perfetta e pienamente in stile, valorizzando l’aspetto estetico di ogni artista in un gioco di equilibri tra il malizioso e il grottesco. Delizioso con i suoi numeri di giocoleria anche Paolo Mele, artista buffo e taciturno che interagisce con gli attori rimanendo sempre in silenzio, memoria di un cinema muto ormai superato con l’avvento del sonoro._DSC2146 L’Orchestrina Gran Bazar è il vero fiore all’occhiello dello spettacolo: Vincenzo De Filippo ( pianoforte e trombone da canto ), Pasquale Lancuba ( bayan) , Luca Cipriano ( clarinetto ), Andrea Filippucci ( chitarra ) e Giovanni Campanella ( batteria e percussioni ) accompagnano gli attori in continuo movimento sulle coreografie di Antonella Usai, destreggiandosi con grande maestria tra una Macariolita e una Titina, tra un Maramao, perché sei morto? e un Sassolino nella scarpa, e inserendo con grande nonchalance delle citazioni colte tratte da Satie, Bizet e Reinhardt debitamente riarrangiate. _DSC2204 L’Avanspettacolo e i suoi bagliori sono lo spunto grazie al quale Patrizia Masi ci conduce attraverso una profonda riflessione sul mestiere dell’artista, prendendo in esame un particolare tipo di varietà in voga durante la Seconda Guerra Mondiale. Era sicuramente una realtà finta, artefatta, tutta lacrime, sudore e fatica. Tanta fame, poca fama. Gli artisti come funamboli hanno giocato in equilibrio sul filo di un’esistenza a tratti drammatica senza tuttavia dimenticare di sorridere e ringraziare per gli applausi ed i fischi – oppure gli ortaggi – ricevuti. Il teatro, quindi, come metafora grottesca dell’esistenza umana. Mai come nella finzione scenica la maschera subisce la sua reale catarsi, tra la paura di sbagliare e il coraggio di provare a strappare ancora un applauso, per sentirsi ancora una volta vivi nell’essere uomini, artisti, messaggeri di illusioni e di sogni. Elena D’Elia Foto: Sergio Battista Licenza Creative Commons Quest’ opera di https://brainstormingculturale.wordpress.com/è concesso in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported Based on a work at brainstormingculturale.wordpress.com
Madamina, il catalogo è questo (Leporello, Ferruccio Furlanetto). Don Giovanni de Mozart.
Ferrucio Furlanetto interpreta a Leporello. El aria Madamina, il catalogo è questo de la Opera Don Giovanni de Wolfgang Amadeus Mozart, en The Metropolitan O...
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Ti stuzzicherò qui perché ho i animo di scrivere dei racconti in fondo veri sulla Racalmuto ignota.
Credo che li intitolerò LA BUONCOSTUME IN QUEL DI REGALPETRA. Le mie tante ricerche storiche mi hanno fatto incontrare incredibili figure femminili. Ne parlerò prima con te per vedere se ci azzecco o no.
Prima storia . Siamo nel 'Cinquecento. Una ragazzina viene fatta sposare ad un vecchio ricchissimo di Favara. Credo che manco consumarono. Il vecchio muore. Ma preoccupato che la racarmutisa oltre a fargli le corna dopo morto gli disperdesse anche il patrimonio con i suoi eventuali amanti, lascia tutto alla chiesa. Ma la furbetta distrugge il testamento e si appropria di tutto a cominciare dal palazzotto che esiste ancora accanto al Banco di Sicilia. Solo che il vecchietto aveva confidato il suo intento al confessore.
Si apre un processo del Santo Ufficio nella sacrestie della matrice. L'arciprete è tutto però per la sua giovane compaesana (in cambio di che?) e si arriva ad un compromesso tutto in favore della vedova Licata. Questa è doviziosa. Si permette una SCHIACA (sic). Costei aveva un seno che non ti dico. Nero e debordante, i passanti a guardarla sotto nni la chiazza. Chiamarono ‘Minni di Sclava’ (mammelle di sciava) certe qualità di fico che ci stanno ancora.
La vedova Intanto dota un nipote aitante e bello: è un Salvo un Sintineddra insomma e ne fa un chierico e quindi un parrino. Ci andava a letto? Io penso di sì. E con la schiava? Mi sto appassionando al problema dell'omosessualità femminile a Racalmuto. Ce ne ho di materia pronta.
La modestia è la virtù dei mediocri. L'aborro. Le riprese dilettantistiche son ti rendono giustizia: Fosti divina, grande bravura, impareggiabile ironia che bisogna saper cogliere. Chi troppo ti vuol bene va a finire che ti fa male- Quel Somma che si mette tanto davanti mi irrita. Ma non so se era così dal vivo. Forse le riprese malfatte
Lo so chi le ha fatte. Mi aggredisce tanto. Che forse è gelosa di me? Magari. Comunque al Somma si può attribuire l'inventiva di quello che si faceva per mettersi in mostra. ma nell'avanspettacolo se un grassone di comico si metteva a nascondere le belle cosce delle ballerine i pomodori che gli arrivavano in faccia lo costringevano a ritirarsi e ad andarsi a lavare
poteva essere un bello schetch della rivista. la vostra era troppo intelligente e colta per essere avanspettacolo. Erano cose miserevoli. Io li ho visti. Alle volte mi richiamavi Juliette Greco. Complimenti. Slolo òp cje la Msi ti doveva mettere in seconda fila. Diversamente la surclassavi. Mi ha molto doertito Fatto di tutto per nomostrare le cosce. Slo ad n cert unto un tantknella ome piega de ungo vestito che si priva. Ma quanti anni ha?Io fo fatto iconti. Mi ruisuterebbepiù vecchi di me-
Io sono una debuttante, mai fatto teatro, la Masi è una grandissima professionista ha lavorato coi grandi, ha fatto anni e anni di doppiaggio, ha scritto testi per la rai... è bravissima ed è anche una bella donna, oltre che è la mia musa e amica insuperabile. Comunque grazie Emoticon slightsmile Emoticon slightsmile Emoticon slightsmile
Appena mi hai conosciuto /virtualmente) mi hai affibbiato tre aggettivi. Il l secondo e terzo decisamente sballati. Il primo così così perché io non sono intelligente, sono un genio ma dadaista (vi sommergeremo in un mare di ridicolo). Poi mi hai dato del "colto" ma volevi dire petulante nozionista. Chissà ora come mi giudichi. In fin dei conti il ponderato giudizio di una scrittrice tosta e donna mi interessa. Ma non cambierò.
Appena mi riprendo dal rientro romano, mi sento come un sacco vuoto, parliamo molto bene di quanto tu pensi di poter fare per la mia professione di scrittrice. Il teatro è il mio sangue, ma scrivere è la forma, è quasi creatura per me. Ci sentiamo magari al tel se per te va bene, e mi spieghi (in modo chiaro) perché sul piano pratico sono una frana, cosa dovrei fare.
Ed hai ragione. Credo che la Masi ti potrebbe darti una mano di aiuto. Quella degli editori è un'altra grande mafia. Soprattutto non rischiano. Vogliono firme già popolari. La vicenda di Umberto Eco e della sorella di Sgarbi è esemplare. In subirdine ma molto in subordine (non vorrei apparire come uno che abbia interessi suoi propri) potresti contattare l'Editore Melampo, di Lillo Garlisi . via Carlo Tenca 7 - 20124 - www.melampoeditore.it - tel 02 23002412 cell. 3351381612 fax 02 23002411 . garlisi@melampoeditore.it (sempreché abbia mantenuto gli indirizzi del suo bigliettino da visita di un tempo). Nel caso potresti fare il mio nome, Non è che io sia raccomandabile ma con questo mio compaesano i rapporti dovrebbero essersi mantenuti integri. Ciao.
Io ho in odio parlare a telefono. Dal 5 al 21 aprile vado in Sicilia per tante iniziative politiche culturali letterarie e di puntualizzazioni archeologiche dell'era presicana di Racalmuto risalente ad 8 mila anni fa, su quella bizantina e su altra minore. Alla mia età e con i residui mezzi che mi sopravanzano posso fare tanto ma ovvio per mio diletto mentale Tu ad esempio potresti raggiungermi e avresti tutto quello che ti occorre per prendere in mano il tuo romanzo e chiuderlo beneficiando anche di ispirazioni ambientali e culturali nuove fervide. Certo non dovresti diffidare di me. ma non ho affidavit morali e letterari da offrirti. Se passa aprile è certo che avrò altri interessi che non possono in alcun modo collimare con i tuoi. Ciao.
Lillo, la parentesi Roma, non significa che io possa liberamente gestire il tempo: tu sai, tengo famiglia!!! Magari potessi muovermi come e quando voglio! Pensavo potessimo spiegarci al tel, visto che con la chat sono una saetta al contrario... se non è possibile per te sentirci telefonicamente, ti ringrazio ugualmente dell'intenzione di potermi dare una mano. Una buona serata a te. Emoticon slightsmile Emoticon slightsmile Emoticon slightsmile
Mi potresti chiedere: ma perché lo dovresti fare? Perché mi sei simpatica e non sono quello che hai bistrattato. Secondo: io perché penso che già eri stressata. Che a Roma hai aggiunto un colpo letale. Che la tua ispirazione cos^ va a farsi benedire. Che hai bisogno di un periodo di assoluto riposo ma fecondo creativamente fecondo. Potresti trovare in una primavera strana con strani abitanti una curiosità letteraria E forse io finirei tra i tuoi personaggi ironico e beffardo ma insulso e insignficante.
Lillo, non ti ho bistrattato mai, se non in risposta a delle tue cantonate su fraintendimenti. Non sono mai stata stressata a Roma, ho molto amato quanto Patrizia masi mi ha offerto sulla fiducia di fare. Ora, non potrei allontanarmi, come ti ho spiegato, seppure mi piacerebbe. Restiamo sospesi, che giova. Emoticon slightsmile
Ma vieni a Racalmuto per 15 gionRi e mi do in pasto mentre fACCIO LE Più DISPARATE COSE. Chiaro per il momento ho aperto un diario con una ottantenne per ricattare l'intera Banca d'Italia ed una sua birichina banChetta. Tra titoli per la vendita e titoli alla scandenza un gran bordello, Capisco che se mi leggi mentrE mi scalmano per queste cose i tuoi sbadigli arrivano alle stelle. Ma il mondo è così avariato in miliardi di modo, non solo letterariamente e teatralmenti o magAri nei bagliOri delLA fiNe Dicitrice LA SIGNORA mASI.
Lillo avrei bisogno di chiederti, e con risposta breve e chiara Emoticon wink se e come ci sarebbe possibilità nella tua terra, di portare il nostro spettacolo. E, se fosse possibile, quali sarebbero le modalità d'ordine economico. Ormai, spostare la cultura è un costo troppo elevato, se nessuna associazione, ente, si rende "partecipativo" in senso materiale, di tale evento. Se non ti è di troppo impegno, fammi sapere, ma in modo SINTETICO Emoticon grin grazie!
Possibilità economiche ZERO il Comune è in dissesto. Altre possibilità? enormi. Occorre industriarsi. Il leatro di Racalmuto è un goiello. ma chiuso. Ad Agrigento teatro magnifico e con entrature ci sarebbero anche possibilità economiche- Giàmi sono dilungato. Dammi il n. di telefono fisso e dimmi quando ti posso chiamare-
ma no......... ora ti spiego: il mio post si riferisce ad un amico fraterno di Patrizia, attore grandissimo, che doveva essere mio partner in Bagliori. é morto circa quattro mesi fa. Mi ha molto aiutata (come attrice neofita) ed io come persona che stava molto male e non voleva mollare il teatro che era la sua vita. aveva 57 anni e il mostro (cancro) l'ha portato via. Io, perché so che sarebbe felice) amo ricordarlo.
Scrive di me un avvocato pugliese con gli zebedei davvero maiuscoli quanto segue. Mi sento assilto da ogni colpa.
Carissimo Lillo,
trovo che essere vicino e sostenere gli sforzi ed i progressi di chi, purtroppo, e' stato separato dai propri simili sia un segno di grande civilta ed amore. Ovviamente non conosco il Dott. Sole ma volevo dirti che gioisco per questa Laurea e, ancora una volta, concordo col tuo straordinario modo di intendere l'esistenza. Saluti, felice giornata,
In effetti non abbiamo mai litigato.Tra te e me è impossibile; siamo due anime in una sola immedesimazione immaginifica. Non escludo qualche contrapporci nell'unica essenza scrittoria. Allora fu un mio dileggiare quella che ancora chiamo la visionarria di maggiukore. Dopo per contrasti politici tentò di irridermi dicendomi che volevo fondare il partito della prostata: da che io la definii la prostatica visionaria. Si serviva del tuo sitp per dileggiarmi. In quache modo tu le accordavi solidarietà e da qui il mio fare di due donne un fascio. Tu eri però eccelsa per le bassezze della maggiukore-
mi sembra di aver vinto un premio, caro Lillo Taverna! Cedere rovinosamente all'impulso di cancellarmi per divergenza d'opinioni, ti pone in basso. E mi delude la tua intelligenza quanto la tua sventolata erudizione. Sono stata io, molto alta a pietire di te e della tua opinione cruda nei confronti dell'omosessualità, tanto alta da tollerarti. Ciao!!!
peccato, che una così brillante intelligenza, possa essere annullata dal vizio di aver ragione sul torto! Ciao Lillo, si vede che non dovevamo essere amici.
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Ornella Pennacchioni
20 maggio alle ore 14:30 ·
-IO DONNA SENZA PALLE- (Sono e scrivo)
di Ornella Pennacchioni.
Qualcuno mi spieghi, vi prego, ho un problema di comprensione che mi assilla. Come mai le sovras...
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Ornella Pennacchioni con Brigida Liparoti e altre 31 persone.
27 maggio 2014 ·
PRO(ec)CESSO ad Ornella Pennacchioni
di Ornella Pennacchioni.
E' consapevole di essere indegna di comprensione, tanto meno di tolleranza? Lei è un sortilegio. ...
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Ornella Pennacchioni
29 maggio alle ore 17:01 ·
da -L'immorale della favola-
romanzo di Ornella Pennacchioni.
Accovacciate, in una curva sgangherata, le fatine e le streghette ascoltano incantate e devastate...
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Lillo Taverna
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Ornella Pennacchioni con Bolero Patrizia Masi e altre 15 persone.
31 maggio alle ore 0:01 ·
- IL PRESEPIO DI MAGGIO-
di Ornella Pennacchioni.
Le cose belle non lasciano il segno, perché non tagliano, non dividono, sono silenti e perenni come l'acqua d...
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Lillo Taverna
Lillo Taverna
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Ora ho capito. Io non ne ho copa. Colpa tua che sei andata a commentarmi nel diario di una mia cara amicaMaria Pia Calapà
2 ore fa ·
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Dizionario Sinonimi e Contrari
Il dizionario dei sinonimi e dei contrari è uno degli strumenti più affascinanti della grammatica. La parola sinonimo viene dal greco e significa "che ha il medesimo significato". I sinonimi sono quindi parole che tra loro hanno un significato intercambiabile, pur se con sfumature differenti. Un dizionario dei sinonimi e dei contrari ha quindi un funzionamento molto semplice: per ciascuna parola presente propone tutti i sinonimi e i contrari ad essa riferiti. Una struttura a tela di ragno che si allarga continuamente.
Lillo Taverna
Lillo Taverna Questo l'insegnamento accademico: la realtà altra; la poetica opposta, la didattica noiosa, la linguistica poderosa. Diciamolo senza pudori o remore riverenziali: ogni parola è un mondo unico non intercambiale.-Non esistono due parole che abbian lo stesso significato. Posso accedere ad una teorica che ammetta la tautologia: dire cone diverse parole l'identica cosa. Arduo poi a concepirla nel concreto. Già colocare una parola in punti diversi di un periodo camba senso e musicalità. Il parlare come lo scrivere è precipuamente musica. Musica di varia rilevanza,. dal romantico al dodecafonco, dalla sinfonia alla melodia e al monodico salmodiare del divino canto gregoriano. Arriviamo alla prosa di Ornella Pennacchioni. Un critico serio che all'epoca si diceva "commediografo e scrittore", Alessio Patti di Sicilia, uomo rigoroso di tosta cultura, pretendeva che in Ornella Pennacchioni "i contenuti non sono asserviti alle parole, ma sono le parole a venir dietro ai contenuti" arditezze maliarde ma a mio avviso non convincenti. . Se restiamo nella teoriaca catoniana del "rem tene, verba sequentur", Ornella è bruciata. Non ha "res" alcuna da proporre o imporre o deporre o supporre. Lei ha solo l'imperativo categorico del dire per dire ma con eleganza, in modo barocco persino e spesso rococò. Lei vuol solo apparire.E' narcisista: si ammira e si sdilingua. E non le basta nè la paratassi e neppure l'ipotassi. Il suo dire esplosivo, poetico, avviluppato, concorde nella totale discordia è il suo eros, la sua femminilità concupiscente, il suo gioco amoroso, il suo mefistofelico diniego. Il suo perdersi e il suo ritrovarsi. Maniaca e saggia, giocanda e triste. Secondo Alessio Ornella impudenteente, altezzossamente amandosi e in fondo disprezzandoci direbbe "imparate a sapermi".
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Lillo Taverna
Lillo Taverna Quindi deduzione inelittabile? Sotto il vestito il nulla, come sotto l'estrosità cretiva dei grandi abiti degli stilisti d'italico ingegno le silfidi che quegli abiti mostrano ondeggianto in lubriche passerelle non hanno nulla sotto? E no! Sotto gli abiti alla moda degli stilemi scrittori della Pennacchioni, c'è lei con la sua anima, con il suo corpo, con i suoi amori (se mai ne ha avuti), i suoi silenzi espressivi le sue rabbie esistenziali, il suo mondo piccolo borghese, la sua terra periferica, le sue ambizioni tradite, il suo teatro mancato, le sue estasi incompiute, il suo novecentesco secolo senza grandi gioie, senza grandi passioni, senza perdizioni depravanti, tutto disciplinato pur nell'indisciplina nell'andare fuori riga nei balletti della Masi, con le sue belle cosce affusolate, appetitose, invitanti al peccato, ma solo quello di pensiero, con il suo atterrirsi per l'occaso incombente, il suo intenerirsi per la figlia, per i due nipotini, per l'amico di tetatro che muore anzitempo, con il suo dover tornare a casa ad accudire allo sposo o compagno che sia. E lei grida, ciarla, colloquia, sperduta ma compunta non capendo non tollerando avendo ripulsa della avvilente quitidianità.
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Ornella Pennacchioni
Ornella Pennacchioni Nessuno si accorge del beige, perché è solo elegante, poco appariscente, e s'addice ad ogni accostamento. Nessuno teme la pioggia minima, nessuno teme l'acqua tiepida, tutti accettano senza accorgersene, la mediocrità dei significati, delle intemprie, dei toni di colori perché nulla di tutto ciò schiamazza, ma sussurra. Nessun sussulto, nessuna preghiera, nessuna preghiera, niente assoluzione. Ho terrore dello scorrimento collinare, non del precipizio, amo strafare come essere indagata. Sono consapevole dell'arsura del mio Narciso e mi diverte spostargli persino lo specchio. Grazie Lillo Taverna, grazie della tua intelligente attenzione. Tu sai, che sotto le parole ci sono io e non un refolo barocco soltanto, tu sai. " Imparate a sapermi" si.
l Le volgarità sono quelle tue e soprattutto quelle dei tuoi amici o amiche che dir si voglia che senza conoscormi iniaziano a insolentirmi invero con la tua divertita compiacenza. Ma io che sono l'accewssorio di nessuno vi friggo tutti nel mio olio non solo siculo ma addirittura sicano. vai a controllarw: chi inia a dleggiarmi senza ragione alcuna. Mi legittimano la mia adeguata superuore inaccesibile difesa. Io non sono mai "banale" loro, inelufdibilmente.
l Le volgarità sono quelle tue e soprattutto quelle dei tuoi amici o amiche che dir si voglia che senza conoscormi iniaziano a insolentirmi invero con la tua divertita compiacenza. Ma io che sono l'accewssorio di nessuno vi friggo tutti nel mio olio non solo siculo ma addirittura sicano. vai a controllarw: chi inia a dleggiarmi senza ragione alcuna. Mi legittimano la mia adeguata superuore inaccesibile difesa. Io non sono mai "banale" loro, inelufdibilmente.
Tu hai un dovero dire ai miei detrattori chi io sono e che devono udsare il massimo rispetto nei miei confronti - Se sono tanto imbecilli da non capire che io sono tut'alro cheunomofobo o un becero maschilista è bene che non ti frequentino. Non sono alla tua altezza edegni del mio sarcastico dadaismo (che tu pare consideri VOLGARITA')
Fine della conversazione in chat
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