Quel che ... Sciascia si è perso ...
[libero spunto da Gli Amici della Noce di Franco Sciardelli Milano agosto 1997, pagg. 35 e ss.]
"La Chiesa, dunque, che tanto ha faticato per costruire una leggenda, ora la demolisce [Malgrado Tutto e gli inossidabili Nocini di Sciascia, Cavallaro e Picone] si sono fatti apostoli della verità storica, hanno sottoposta la leggenda a serrata critica [nessun dubbio, la Beddra matri di lu munti Racarmutu l'arrubbà a Grutti, parola dello storico settecentesco Francesco Vinci nel 1760]. E c'è da fare una considerazione: che questo nuovo corso delle cose, per Malgrado Tutto di Cavallaro e Picone la chiesa per volere del sindaco Messana (il quale a tutti i costi ci vuole inciuciare a noi di Racalmuto con li vascì di li Grutti, fa scendere dagli altari santi che vi aveva posato e demolisce leggende che con accurata giustapposizione, lentamente per secoli aveva creato; questo nuovo corso Volatire [pardon Sciascia] se lo è perso. Chissà quanto ne sarebbe stato contento, che diverentissime e divertenti pagine avrebbe scritto......."
Chiosiamo noi, ma come mai hanno potuto inventarsi castronerie del genere? La nostra 'imago miracolosissima' nient'altro che una Beddra Matri gruttisa?
Francesco Vinci non fu per nulla uno storico ad onta dei soliti don Serafino Messana e il pacioso Eugenio Napoleone Messana. che invero alle pagg. 90 e ss. si dilunga sulla venuta della Madonna del Monte secondo siffatto Francesco Vinci ma non mi pare che accenni a Grotte; il Vinci fu rinchiuso adolescente in seminario, ne usci presto e fu mediocre galantuomo racalmutese.
Propagandò solo una prima versione della nostra benemerita saga della Beddra matri di lu Munti per i versi in volgare eloquio siculo del padre agostiniano centuripino don Emmanuello Catalanotto, amico e protetto dalla nobile usurpatrice della contea carrettesca di Racalmuto, la Duchessa BUGLIO in Gaetani.
Mio fratello Angelo Taverna ebbe la ventura di trovare una ventina di anni fa quelle coroncine del successore di frate Evodio niente meno che nella soffitta della casa che fu del canonico Mantione.
E là di venute miracolose e di Statue grottesche non v'è cenno alcuno.
Noi l'abbiamo detto e scritto in tutte le salse ma come storici simo sfortunati in quel di Racalmuto peggio di quello che sono in politica. Pazienza.
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