Stamani mi telefona chi mi
telefona; sono a fare una ristoratrice doccia; la telefonata si dilunga, mia
moglie strilla ma sono notizie che mi scioccano. Il vero cimento non è più né
tra Monti e Bersani (da tempo svanito), né tra Bersani e Grillo che tanti danno
ancora come impellente, ma tra Bersani e Berlusconi; sul filo di lana gli
italici danno ancora vincente Bersani ma la stampa straniera sovverte tutto:
Berlusconi alla fine vincente. Comunque sia martedì ne sentiremo delle belle.
Faremo i funerali a Fini (e dire che
pensavo che almeno restava presidente della Camera); a Casini con il suo
previsto 2 e mezzo per cento non so manco se continueremo a chiamarlo presidente;
ma entrambi un merito (o una colpa) ce l‘hanno:
avere forse impedito il sorpasso a Berlusconi che sulla carta dovrebbe cedere
il passo a’Ngilinu quasi mio paesano nella dannata o miracolosa eventualità della
vittoria di partito che c’è chi gufa e chi supplica portando i candelieri alla bedda matri di lu munti.
Il magistrato ciarliero ha già
deciso di tornare a fare il magistrato (povera magistratura!) e Monti
ristudierà la lezione di come fare per fare il presidente del consiglio non per
gratificazione ma per elezione.
E Grillo? La soglia del 20% è una
gran bella soglia ma non basta. Lui comunque non ci sarà, a suo nome ci saranno
tanti tantissimi giovanotti e giovanette, digiuni di tutto, pronti a fare
schiera con il vincente. In Sicilia, l’hanno già sperimentato; dalle tante
croci sui loro nomi son finiti a stipendio ridotto ad un quarto (ma c’è modo per
sopperire) sotto un Crocetta che pare li stia bene addestrando e per il bene
della Sicilia, tutto sommato. Sono contento!
Ma valeva la pena di fare tanto rumore per
nulla, per un quarto di stipendio?
Le nazionali, basteranno per dare
supporto maggioritario al vincente tra i due: Bersani (come io mi auguro) o Berlusconi?
Nessuno per ora lo sa. Ho l’impressione che non basteranno. Ed allora? Gira e rigira,
Alfano potrà sempre cedere l’investitura per giovane età ed un binomio tra i
due vecchi oh! come lo vedrei bene. Povera Merkel.
Credo che Bersani saprebbe ben dire all’America:
a me servono i capitali cinesi e quindi fatti più in là; Berluscuni tornerebbe a
sghignazzare sul culo grosso di qualcuna e saprebbe anche lui dire: fatti più
in là. E Monti? Mandiamolo all’università, a fare l’accademico come un amico
mio. A raccontare frottole facendole apparire come un distillato di sapienza
economica. Ci potrebbe aiutare Draghi? Tutto dipende da quello che succederà con
quella faccenda dell’ispezione da lui voluta contro il MPS e Cantarella ha poi
cantato con soave voce bianca in gergo anglosassone.
Lo dico per obiettività: Bersani
non so quanto sia capace di fare sottoscrivere a spread tollerabile il mare di
titoli governativi nazionali (così ora chiamano i i titoli del debito pubblico
di una volta) e Berlusconi davvero ora ha un soffocante interesse privato: fare
trangugiare oceani di bond delle sue televisioni e dintorni alle banche. Non è
riuscito a piazzare il suo (anzi la sua) governatore a palazzo Koch: ma erano
vaneggiamenti tra monti: la dottoressa Tarantola era e resta donna d‘onore,
anche se forse un tantinello troppo pia e devota. Con i rosari e le comunioni
mattutine Fazio finì come l’hanno fatto finire per imbecille difesa e scarsa
esternazione mediatica.
Certo ci vorrebbe un Mefisto come
me, ma non ho titoli ed ho troppi anni. Mi basta restare uno di quei vecchioni
delle porte scee dell’Iliade che «per la vecchiaia avevano smesso la guerra,
ma parlatori nobili erano, simili alle cicale, che in mezzo al bosco stando
sopra una pianta mandano voce fiorita.» Meglio se l’avessimo potuto dire – dato
che faccio parte del DNA di quei Gheloi di un mezzo millennio prima di Cristo – con il vero alato scrivere: «gherai de polemoio pepamenoi , all’agoretai
esthloi , pettighessin eoikotes, oi te kath’ulen dendreoi efezomenoi upa
leirioessan ieisi». Se Giannino dice di essere un superlaureato e persino masterizzato perché
non debba far finta di essere un grecista consumato? Corro solo come consulente
finanziario e bancario del primo ministro, ma non come primo ministro.
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