venerdì 2 agosto 2013

Alla fine giustizia è fatta. Tarda ma immancabile. E non certo per merito dei tanti frinescenti cialtroni d'oggidì. Le mosche cocchiere del becero moralismo vestono i paramenti dell'eroica virtù censoria. Rumoreggiano. Ma che fanno? Forse hanno capi che le evasioni fiscali fanno a loro uso e consumo. E catoneggiano. Che fastidio per le orecchie spero di tantissimi di noi!

Calogero Taverna: Mi sovviene che due superispettori, cessato Reviglio, vanno a Milano e scoprono un marchingegno denominato "dividend wasching" banalmente in italiano "bare fiscali". Uno si chiama Alfonso ed era (è morto) di Campobasso, l'altro Antonio Corrado ed è di Canicattì. Fanno rapporto coi fiocchi. Gallo ministro non sa che pesci prendere. Berlusconi non si tocca, preme Tremonti. Tremonti poi assurge a ministro e figurati se quel rapporto può aver seguito. Pare che di notte si vari una legge che sancisce che bare fiscali e potiche di bilancio sono cose nobili. C'è la libertà di mercato, l'esaltazione dell'iniziativa privata. Un certo Taverna si reca nella nuova sede del SECIT (di cui non fa più parte) per sistemare sue faccende assicurative. Annusa, scopre, comprende. Frequenta un politico nobilissimo, onestissimo, capacissimo. Si Chiama Garavini. Gli rassegna il testo arditissimo di una interrogazione parlamentare. Garavini, uomo di si...nistra, comunista DOC la presenta. Sconcerto. Nel mentre è chiamato dai nuclei di polizia giudiziaria. Quasi, quasi incriminano lui. Ma Garavini è una istituzione. Non si può toccare. Arriva la risposta parlamentare: sì vero, il rapporto sta ancora nel Ministero. E' tanto complesso che si sta approfondendo, è in avanzata fase istruttoria. Dopo tanti anni? tanti quanti sono quelli che servono per la decadenza tributaria. Ma tutti gli aspetti penali collterali? Falso in bilancio (all'epoca c'era ancora), false comunicazioni sociali, disribuzione di utili non conseguiti, perdita integrale del capitale sociale. Parte una seconda interrogazione parlamentare che questo negretto di nome Taverna pervicacemente affastella. Ma s'interrompe la legislatura. Garavini neppure si presenta. Non ha più il partito di cui era segretario. Cossutta non lo ama. Ama Bertinotti. Bertinotti poi invece sfratta Cossutta. Cose da Rifondazione comunista.

Calogero Taverna: Garavini non vive a lungo. Cancro fulminante. Ma non so per quali vie quei fatti o misfatti delle bare fiscali di Berlusconi finiscono a Milano sotto la Rossa, l'ex compagna a Trapani di Falcone. Oggi Berlusconi non è ancora interdetto ma condannato penalmente, sì. Mi sento soddisfatto. Io non ero né deputato, né politico. Potevo rischiare molto. Se ho pagato, sono fatti miei. Alla fine giustizia è fatta. Tarda ma immancabile. E non certo per merito dei tanti frinescenti cialtroni d'oggidì. Le mosche cocchiere del becero moralismo vestono i paramenti dell'eroica virtù censoria. Rumoreggiano. Ma che fanno? Forse hanno capi che le evasioni fiscali fanno a loro uso e consumo. E catoneggiano. Che fastidio per le orecchie spero di tantissimi di noi!


Nessun commento: