Ringrazio per i riconoscimenti e con estrema umiltà accetto le riserve. Soprattutto mi rendo conto che qua e là in questo mio lungo sfogo notturno mi sono lasciato andare a sfocati giudizi e quindi ad espressioni improprie. Ma le mie sono provocazioni e mi sono quindi preso delle libertà espressive. Pazienza, avrò perso per strada qualcun altro dei miei sparuti consensi elettorali. Tengo qui a fare alcune precisazioni: la mia espressione è stata : "onesto E NIENT'ALTRO". Piero Carbone, uomo di raffinatissima cultura, avrebbe detto "un onest'uomo". Beh! Racalmuto (e tante altre parti d'Italia) è pieno di "onesti e nient'altro"- Ma gli "onest'uomini" si riempiono di "accidia": sanno solo criticare, flagellare i "disonesti" i "ladri" la "casta". Gente che magari appena eletta consigliere comunale ha arraffato un telefonino del comune ed ha fatto arrivare all'Amministrazione stecche da migliaia di euro ecco salire sul pulpito del Monte e romperci i coglioni da mane a serra con le sue prediche contro i ladri di Roma, Milano, Torino. Lessi a suo tempo una denuncia su Regalpetra Libera del 2010 e rimasi allibito. Nel 2013 quella tremenda accusa sta lì inerte, forse sta in quei venti compendiosissimi "faldoni" che stanno per essere aperti da una magistratura penale più competente, dal Consiglio di Stato, distaccamento Sicilia, e soprattutto dalla acida Corte dei Conti. Ne vedremo delle belle. Per mestiere (quello di ispettore d'alto bordo) so che la giustizia è lenta lentissima, tarda ma alla fine arriva inesorabile, anche se ti chiami Berlusconi. Al caro Ignazio quindi dico che tra LA MIA VISIONE (MOLTO OTTIMKISTA ANCHE PER IMPOSIZIONE DELLA MIA FEDE MARXISTA) e quella del "giornalino" (qualunquisticamente pessimista) c'è divaricazione stellare. Ripeto ancora qui: a me la Racalmuto del passato non mi interessa: mi interessa solo la RACALMUTO FUTURA che so che sarà radiosa e splendente. Piero Carbone in definiva cripticamente aderisce alla mia proposta: mettere insieme quelle dieci quindici grandi menti racalmutesi (che ci stanno), smetterla di litigare fra noi, di farci i dispetti, e fare noi la LISTA senza Ivani e Antonelli, senza sagrestie, senza Camera del commercio. Trovare una donna graziosa, volitiva ma con il senso delle proporzioni cui affidare lo scettro non del comando ma della rappresentanza, farla sindaco cioè. Una figura femminile che sia soprattutto una donna di pace. Perché mettere insieme una decina di menti pensanti (stanziali o non, poco importa) significa un vespaio litigioso al giorno. Ed io aggiungo: si litighi pure purché si faccia. L'onestà è un dovere (diversamente si finisce in galera) non una dote, la dote deve essere una grandissima capacità imprenditoriale, un MANAGEMENT industriale. Il Comune non è più lo svago dei galantuomini all'avvocato Burruano contro il Diavolo Zuppiddru e gli aedi non possono essere più gli anonimi del dottor Vinci, quello del "nenti, era nenti torna/ l'abbucatu Serraconra... "
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