continua Sciascia: "pare che la sua fortuna [le sia venuta] come luogo di villeggiatura dal fatto che una grande famiglia vi abbia costruito, alla fine del Settecento, quando venne in moda la fuga dalla città nell'estate, una casa grande un castello, circondata da un giardino pieno di rare piante, di ombrosi recessi, di fontane, di grotte artificiali dalle volte a stalattiti e dalle pareti rivestite di quei cristalli di zolfo e di salgemma che i minatori chiamano brillanti, E delle villeggiature di quella grande famiglia è rimasto favoloso ricordo: delle feste; delle colazioni sull'erba in cui tra i lini e gli argenti, nel profumo delle magnolie, e luminose e profumate come magnolie, donne di mai più vista bellezza splendevano; delle carrozze dorate e stemmate; dei cavalli dei cavalieri, dei lacchè, degli stallieri, dei cuochi".
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