Calogero Taverna, ex dirigente di Bankitalia, appassionato cultore delle cose paesane, che da mesi insisteva per promuovere l’iniziativa, dopo venti minuti ha preso e se ne è andato. Avrà pure un carattere fumantino, ma in fondo Taverna ha ragione. Se si organizza una mostra, è giusto che ci sia un’adeguata pubblicizzazione, un minimo di coinvolgimento (non solo al momento del buffet, come è successo un’oretta dopo). Se invece a quella mostra non ci si crede, allora è meglio dire: no, caro dottor Taverna, non siamo interessati. Anche perchè la mostra di Agato Bruno gode perfino di un catalogo.
E’ possibile che la mostra sia stata organizzata prima che la nuova giunta si insediasse. Se allora sono stati i dirigenti comunali a metterla in piedi, il sindaco e l’assessore alla Cultura avevano due possibilità: o ci credevano (e a quanto pare ci hanno creduto, perchè ci hanno messo la firma) oppure non ci credevano e lasciavano correre, senza dare la loro paternità all’iniziativa. Risultato: la mostra di Agato Bruno non ha avuto un esordio brillante. Ma se una mostra non si mostra, allora che mostra è?
E’ possibile che la mostra sia stata organizzata prima che la nuova giunta si insediasse. Se allora sono stati i dirigenti comunali a metterla in piedi, il sindaco e l’assessore alla Cultura avevano due possibilità: o ci credevano (e a quanto pare ci hanno creduto, perchè ci hanno messo la firma) oppure non ci credevano e lasciavano correre, senza dare la loro paternità all’iniziativa. Risultato: la mostra di Agato Bruno non ha avuto un esordio brillante. Ma se una mostra non si mostra, allora che mostra è?
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