Gentile Signora di Malgrado Tutto COLPI DI SPILLO al secolo - mi pare - Scicolone-
Calogero Taverna fu qualcosa di più e qualcosa di meno di un patetico ex dirigente di Bankitalia. Lei da giornalista necessita di precisione informativa assoluta specie quando si tratta di profili di personalità già fattesi valere persino negli annali delle epurazioni bancarie nazionali, come ad esempio il seppellimento della Banca Privata Finanziaria di Milano che tutti gli informati del settore impropriamente chiamano la Banca di Sindona- Il dottore Calogero Taverna fu ispettore di Vigilanza sulle Aziende di Credito come dire principe. Ma quello lo fu fino al 1980- E non fu solo quello: passò per dispetto al suddetto Istituto quale terribile superispettore di Reviglio che si divertì persino a mettere alla gogna il suo stesso istituto di appartenenza per una VERIFICATA evasione fiscale di 250 miliardi di vecchie lire. E quindi per 11 mesi fu consulente bancario dell'AIMA e vide e ha nelle sue memorie tutte le nefandezze di racalmutesi avidi dei fondi comunitari e se vuole mette alla gogna certi moralisti renziani di paese. Il dottore Taverna ha una pletora di pubblicazioni che trascendono la riduttiva patente di semplice "appassionato cultore delle cose paesane".
,Lei non ha alcun obbligo ad essere informata del curriculum del dottore Taverna, ma di conseguenza non è abilitata ad etichettare personalità che manco conosce- Ne converrà: non è neppure elegante.
Della mia controversia con l'indolente signor sindaco di Racalmuto lei nulla sa. E allora perché ne scrive? Lei mi dà insolentemente del fumantino, ma dei miei zebedei lei che ne sa? Oltretutto è una donna.
Lei mi dà poi il contentino di aver ragione. Però ecco come lo dice "ma in fondo Taverna ha ragione". Forma insolente, sostanza indecente. No? Capisco che Lei ha le grazie del direttore Terrana che la difende sempre a spada tratta determinando rabbie tra i tradizionali giornalisti di Malgrado Tutto. Non lo sa? Glielo dico io.
Capisco che essendo ormai tutti in una democrazia in rosa. voi donne averte diritto a tutto specie se avete torto.
A tagliar la corda quel sabato sera avevo mille ragioni e non certo "in fondo". E Lei non le sa queste "ragioni". Sono ragioni ben riconosciuto dall'informato suo collega dottore Salvatore Picone che mi gratificato di ampie e gradite scuse e sono ragioni che il sindaco - proprio per le ciarle che fa Lei - non le può riconoscere credo perché "vincolato" dai suoi novelli ma non remissivi dipendenti comunali. Il guaio di questo comune non è quello che comanda il primo turco cui si presenta il destro, ma che comanda chi non deve né può comandare operando magari a danno dello stesso succubo sindaco.
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Calogero Taverna, ex dirigente di Bankitalia, appassionato cultore delle cose paesane, che da mesi insisteva per promuovere l’iniziativa, dopo venti minuti ha preso e se ne è andato. Avrà pure un carattere fumantino, ma in fondo Taverna ha ragione. Se si organizza una mostra, è giusto che ci sia un’adeguata pubblicizzazione, un minimo di coinvolgimento (non solo al momento del buffet, come è successo un’oretta dopo). Se invece a quella mostra non ci si crede, allora è meglio dire: no, caro dottor Taverna, non siamo interessati. Anche perchè la mostra di Agato Bruno gode perfino di un catalogo.
Calogero Taverna
Calogero Taverna
E’ possibile che la mostra sia stata organizzata prima che la nuova giunta si insediasse. Se allora sono stati i dirigenti comunali a metterla in piedi, il sindaco e l’assessore alla Cultura avevano due possibilità: o ci credevano (e a quanto pare ci hanno creduto, perchè ci hanno messo la firma) oppure non ci credevano e lasciavano correre, senza dare la loro paternità all’iniziativa. Risultato: la mostra di Agato Bruno non ha avuto un esordio brillante. Ma se una mostra non si mostra, allora che mostra è?
Calogero Taverna fu qualcosa di più e qualcosa di meno di un patetico ex dirigente di Bankitalia. Lei da giornalista necessita di precisione informativa assoluta specie quando si tratta di profili di personalità già fattesi valere persino negli annali delle epurazioni bancarie nazionali, come ad esempio il seppellimento della Banca Privata Finanziaria di Milano che tutti gli informati del settore impropriamente chiamano la Banca di Sindona- Il dottore Calogero Taverna fu ispettore di Vigilanza sulle Aziende di Credito come dire principe. Ma quello lo fu fino al 1980- E non fu solo quello: passò per dispetto al suddetto Istituto quale terribile superispettore di Reviglio che si divertì persino a mettere alla gogna il suo stesso istituto di appartenenza per una VERIFICATA evasione fiscale di 250 miliardi di vecchie lire. E quindi per 11 mesi fu consulente bancario dell'AIMA e vide e ha nelle sue memorie tutte le nefandezze di racalmutesi avidi dei fondi comunitari e se vuole mette alla gogna certi moralisti renziani di paese. Il dottore Taverna ha una pletora di pubblicazioni che trascendono la riduttiva patente di semplice "appassionato cultore delle cose paesane".
,Lei non ha alcun obbligo ad essere informata del curriculum del dottore Taverna, ma di conseguenza non è abilitata ad etichettare personalità che manco conosce- Ne converrà: non è neppure elegante.
Della mia controversia con l'indolente signor sindaco di Racalmuto lei nulla sa. E allora perché ne scrive? Lei mi dà insolentemente del fumantino, ma dei miei zebedei lei che ne sa? Oltretutto è una donna.
Lei mi dà poi il contentino di aver ragione. Però ecco come lo dice "ma in fondo Taverna ha ragione". Forma insolente, sostanza indecente. No? Capisco che Lei ha le grazie del direttore Terrana che la difende sempre a spada tratta determinando rabbie tra i tradizionali giornalisti di Malgrado Tutto. Non lo sa? Glielo dico io.
Capisco che essendo ormai tutti in una democrazia in rosa. voi donne averte diritto a tutto specie se avete torto.
A tagliar la corda quel sabato sera avevo mille ragioni e non certo "in fondo". E Lei non le sa queste "ragioni". Sono ragioni ben riconosciuto dall'informato suo collega dottore Salvatore Picone che mi gratificato di ampie e gradite scuse e sono ragioni che il sindaco - proprio per le ciarle che fa Lei - non le può riconoscere credo perché "vincolato" dai suoi novelli ma non remissivi dipendenti comunali. Il guaio di questo comune non è quello che comanda il primo turco cui si presenta il destro, ma che comanda chi non deve né può comandare operando magari a danno dello stesso succubo sindaco.
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Calogero Taverna, ex dirigente di Bankitalia, appassionato cultore delle cose paesane, che da mesi insisteva per promuovere l’iniziativa, dopo venti minuti ha preso e se ne è andato. Avrà pure un carattere fumantino, ma in fondo Taverna ha ragione. Se si organizza una mostra, è giusto che ci sia un’adeguata pubblicizzazione, un minimo di coinvolgimento (non solo al momento del buffet, come è successo un’oretta dopo). Se invece a quella mostra non ci si crede, allora è meglio dire: no, caro dottor Taverna, non siamo interessati. Anche perchè la mostra di Agato Bruno gode perfino di un catalogo.
Calogero Taverna
Calogero Taverna
E’ possibile che la mostra sia stata organizzata prima che la nuova giunta si insediasse. Se allora sono stati i dirigenti comunali a metterla in piedi, il sindaco e l’assessore alla Cultura avevano due possibilità: o ci credevano (e a quanto pare ci hanno creduto, perchè ci hanno messo la firma) oppure non ci credevano e lasciavano correre, senza dare la loro paternità all’iniziativa. Risultato: la mostra di Agato Bruno non ha avuto un esordio brillante. Ma se una mostra non si mostra, allora che mostra è?
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