Io e Malgrado Tutto. Bravo il nuovo assessore Picone: in un mese è divenuto un gigante
Racalmuto. Quel Municipio dove chi piglia un turco è suo
di Colpi di Spillo | 6 luglio 2014
LETTERA APERTA DI COLPI DI SPILLO. Signor sindaco, ma in Municipio chi comanda? Lei o i suoi impiegati? Dopo un mese dal suo insediamento, la macchina comunale procede in ordine sparso. Iniziative improvvisate, dichiarazioni avventate, ordini disattesi. E’ vero che il Comune è di tutti, ma non del primo che si alza la mattina
Signor sindaco, ma in Municipio chi comanda? A un mese dal suo insediamento, la macchina comunale che per tre anni, durante il commissariamento, era rimasta in silenzio, al punto che certi dirigenti e impiegati comunali non declinavano le proprie generalità nemmeno se interrogati, ha ripreso voce, forza, coraggio e forse qualche vecchia abitudine.
Il risultato? Ognuno va per la sua strada. Il sindaco Emilio Messana ha perso giorni e giorni per riuscire a stabilire i turni di pulizia straordinaria delle strade. Chi presentava certificato medico, chi era in ferie, chi non si trovava. Altro che servizio in strada, ognuno prendeva la sua strada.
E allora torna la domanda di prima. Signor sindaco, in Municipio chi comanda? Lei o i suoi impiegati? Prendiamo due fatti, magari piccoli, ma significativi.
Partiamo dalla mostra promossa da Calogero Taverna che ha coinvolto l’artista Agato Bruno per illustrare le “Favole della dittatura” di Leonardo Sciascia.
Organizzata per sabato alle ore 19 al Castello Chiaramontano, con tanto di firme in calce – il direttore artistico Piero Baiamonte, il responsabile settore Cultura Renato Volpe, l’assessore alla Cultura Salvatore Picone, il sindaco Emilio Messana (a proposito, un consiglio: evitate tutte queste firme. Un manifesto non è una lettera scritta a più mani, dopo che c’è il simbolo del Comune e la dicitura dell’assessorato competente basta e avanza) – all’ora dell’inaugurazione non si è presentato praticamente nessuno, forse complice la partita dei Mondiali Belgio-Argentina.
Calogero Taverna, ex dirigente di Bankitalia, appassionato cultore delle cose paesane, che da mesi insisteva per promuovere l’iniziativa, dopo venti minuti ha preso e se ne è andato. Avrà pure un carattere fumantino, ma in fondo Taverna ha ragione. Se si organizza una mostra, è giusto che ci sia un’adeguata pubblicizzazione, un minimo di coinvolgimento (non solo al momento del buffet, come è successo un’oretta dopo). Se invece a quella mostra non ci si crede, allora è meglio dire: no, caro dottor Taverna, non siamo interessati. Anche perchè la mostra di Agato Bruno gode perfino di un catalogo.
E’ possibile che la mostra sia stata organizzata prima che la nuova giunta si insediasse. Se allora sono stati i dirigenti comunali a metterla in piedi, il sindaco e l’assessore alla Cultura avevano due possibilità: o ci credevano (e a quanto pare ci hanno creduto, perchè ci hanno messo la firma) oppure non ci credevano e lasciavano correre, senza dare la loro paternità all’iniziativa. Risultato: la mostra di Agato Bruno non ha avuto un esordio brillante. Ma se una mostra non si mostra, allora che mostra è?
E torna la domanda. Signor sindaco, in Municipio chi decide, lei o i suoi impiegati? Poche ore prima dell’apertura della mostra che non è stata mostrata, il comandante dei vigili urbani di Racalmuto aveva rilasciato alcune dichiarazioni al Giornale di Sicilia nelle quali diceva che le auto della polizia municipale erano rimaste a secco perchè senza soldi per la benzina: “Soltanto in questi giorni l’Economo è stato autorizzato a prendere mille euro per il corpo dei vigili urbani. Mille euro che vedremo fra circa 60 giorni”.
Nello stesso articolo, il sindaco Messana spiegava invece che con una delibera d’urgenza i soldi erano stati trovati. Attenti alle date. L’articolo usciva sul Giornale di Sicilia del 5 luglio, la delibera che dava la possibilità alle auto dei vigili di prendere la benzina da un rifornitore di carburante di Racalmuto era del 3 luglio. Dunque, quando il comandante dei vigili aveva parlato con il Giornale di Sicilia, non poteva non sapere che la giunta era già corsa ai ripari. Eppure aveva deciso di dire lo stesso che i soldi non c’erano e che bisognava aspettare sessanta giorni. A chi bisognava credere: al sindaco o al comandante dei vigili?
E torna la domanda. Signor sindaco, ma in Municipio chi parla a nome del Comune, lei o suoi impiegati? E se la decisione di non far parcheggiare auto in piazza Castello non viene fatta osservare dai vigili urbani (come mostra una foto pubblicata dal blog Regalpetra libera), questo dipende da lei o dai suoi dipendenti comunali?
Amministrare una macchina complessa come il Comune di Racalmuto, con oltre duecento tra dipendenti, contrattisti e lavoratori socialmente utili, non è cosa semplice. Ma è il primo compito di un sindaco e di una giunta.
Altrimenti, le cose vanno così come sono andate per molto tempo: al Municipio di Racalmuto chi piglia un turco è suo (e sono guai per i turchi).
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One Response to Racalmuto. Quel Municipio dove chi piglia un turco è suo
- Il dottore Taverna fa presente che il suo carattere se lo tiene per sé- Il dottore Taverna ha tagliato la corda in assoluto silenzio (allora) perché due piccoli burocrati comunali si erano permessi di censurare e cassare la SUA presentazione della mostra nel costoso e inutile catalogo- Per i dettagli rinvio a quanto sto pubblicando in FB nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO e a raggiera con la mia rete di e-mail- Per estrema correttezza debbo precisare che il dottore Salvatore Picome alle ore 14 di quest’oggi mi ha esternato pubbliche scuse in nome dell’ente ed è già occorso un dialogo che mi fa bene sperare. Il dottore Picone mi ha dimostraato che brilla di lice propria, ha carattere e carisma, inoltre ha valentia professionale. Se alle parole di oggi seguiranno i fatto che mi ha prefigurato, ne vedremo delle belle. Quanto a COLPI di SPILLO sia maschio sia femmina,comunque innominata, non si permetta di parlare del sottoscritto con epiteti comunque irrispettosi. Non glielo permetto. Diciamo che FERMENTINA O TREMENTINA O MARZAIOLA sarà la dessa (al femminile per quello che ho capito al tempo delle elezioni comunali).