Il problema è tutto qui: dopo la caduta di stile di gusto e persino etica del premio a Grassonelli, il Racalmare anche per rispetto a Sciascia necessita di una palingenesi letteraria organizzativa apicale. Necessita di una nuova cifra estetica e di una sua specifica dignità. La valentia indubitabile di personalità quali quella di Gaetano Savatteri non si discute. Ma qui vi è stata una topica inqualificabile che neppure l'Annunziata può ignorare. Chi sbaglia paga e dignitosamente si mette da parte senza strumentalizzare il pur dignitosissimo MALGRADO TUTTO: titoli quali quello di dare una notizia falsa e tendenziosa e strillare che a Grotte si sarebbe commesso un OMICIDIO sono intollerabili. Il Sindaco di Grotte per me ha soltanto preso un doveroso provvedimento: non dar soldi ad un premio per ergastolani ostativi non pentiti.
Omicidio a Grotte, ucciso il premio Sciascia-Racalmare. Chi è il colpevole?
di Gaetano Savatteri | 25 giugno 2015
CULTURA & POLITICA. Il sindaco Paolino Fantauzzo annuncia di non avere i soldi per organizzare il premio Sciascia. Ma quindici giorni fa ha liquidato 15 mila euro per il concerto di Pasqua di Fausto Leali. Gaetano Savatteri si dimette dalla presidenza. Ecco le sue ragioni
Il sindaco di Grotte Paolino Fantauzzo ha finalmente trovato il modo per ammazzare il premio Leonardo Sciascia-Racalmare. Ci tentava da tre anni, da quando, appena insediato, si presentò alla prima riunione della giuria di selezione dei libri finalisti dicendo che non aveva i soldi, e infatti arrivò al punto da non trovare nemmeno cento euro per rinnovare l’abbonamento internet del sito dedicato al premio che infatti non esiste più.
Nel 2013 e anche lo scorso anno, l’assessore alla Cultura Angelo Collura si diede da fare personalmente per recuperare qualche spicciolo dalle casse comunali e da alcuni sponsor. I costi vivi, infatti, si aggirano sui cinquemila euro, mentre i premi per gli scrittori finalisti sono interamente a carico del main sponsor Cmc di Ravenna.
Adesso Fantauzzo si nasconde dietro i bisogni delle famiglie dei precari e dice di non avere le risorse economiche per il premio. Non la pensava così venti giorni fa quando ha liquidato 15 mila euro per pagare il concerto di un cantante di grido come Fausto Leali che si è esibito a Pasqua: in quel caso i precari, l’Imu, la mensa scolastica e i conti in rosso del Comune potevano aspettare.
E’ evidente che la questione economica è solo un pretesto. D’altra parte, nel primo anno della sindacatura di Fantauzzo i soldi che non c’erano per il premio Sciascia-Racalmare (che è del Comune e gestito direttamente dagli uffici comunali) fu risolta brillantemente pochi giorni dopo al momento di erogare una somma per un’associazione culturale privata che da dodici anni gestisce un premio di poesia dialettale. Il premio Sciascia-Racalmare quindi era un premio di serie B rispetto alle altre iniziative culturali. Quella volta minacciai le dimissioni. Ne ricevetti in cambio assicurazioni che, alla luce dei fatti, erano solo parole.
Ora, un sindaco e un’amministrazione comunale possono decidere di promuovere o no una manifestazione culturale. Possono decidere o no di dare i soldi a un artista come Fausto Leali e dare zero euro al premio Sciascia-Racalmare o al premio Martoglio.
E’ questione di scelte, si sa: Fantauzzo ha scelto di uccidere il premio Sciascia dopo ventisei edizioni. Ma è un problema suo di cui, al massimo, dovrà rendere conto ai suoi concittadini e al mondo della cultura italiana. Forse dovrà spiegare perché decide di far morire un premio – senza nemmeno tentare di rivolgere un appello alla Regione, agli sponsor privati e ad altri soggetti – che non è privato e suo, ma che appartiene alla tradizione trentennale della migliore cultura italiana. Un premio che è stato presieduto da Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Maria Andronico Sciascia, Vincenzo Consolo.
Un premio che, per limitarmi ai miei anni di presidenza, dal 2010 ha coinvolto centinaia di lettori e autori del calibro di Simonetta Agnello Hornby, Benedetta Tobagi, Roberto Andò, Fabio Stassi, Carmelo Sardo, Caterina Chinnici, Paolo Di Stefano, Bice Biagi, Leda Melluso, Giorgio Fontana, Francesco Pinto, Valerio Magrelli, Marcello Sorgi, Salvatore Falzone, Franco Di Mare. Un premio che ha saputo intercettare le tendenze, valorizzando scrittori che in seguito hanno ricevuto riconoscimenti come il Campiello.
Un premio che, proprio in questi giorni, campeggia nelle vetrine delle librerie francesi con il volume “Malerba” di Carmelo Sardo che porta in copertina la scritta “Prix Leonardo Sciascia 2014”. Nel momento in cui il premio ha avuto, anche grazie all’acceso dibattito che ha accompagnato la scorsa edizione, il massimo di notorietà, il sindaco Fantauzzo pensa bene di sopprimerlo (almeno per questa edizione). Può farlo e infatti lo sta facendo.
Mi auguro solo che per il resto della sua vita politica, il sindaco Fantauzzo si astenga dal pronunciare queste tre parole: libri, cultura, Leonardo Sciascia.
Mi dispiace per Grotte, l’unico Comune d’Italia che poteva vantarsi di avere un premio dedicato al grande scrittore siciliano. Mi dispiace per le ragazze e i ragazzi che in questi anni, con entusiasmo, hanno partecipato al premio. Mi dispiace per i lettori che mi fermavano per discutere di un libro, per criticare le scelte, per lodare un testo. Mi dispiace per gli autori e le case editrici che avevamo coinvolto per questa prossima edizione. La giuria di selezione aveva già cominciato a individuare i libri di autori come Gianrico Carofiglio, Vincenzo Pirrotta, Maurizio De Giovanni, Antonio Manzini e altri ancora. Dovrò scusarmi con tutti loro.
A me, da questo momento, infatti, tutto questo non riguarda più.
Mi dimetto dalla presidenza del premio, con un pensiero sincero di ringraziamento alla giuria di selezione, alla giuria dei lettori, agli sponsor e a tutti quelli che in questi anni, da quando fui chiamato nel 2010 dall’allora sindaco Paolo Pilato, ci hanno creduto con passione e mi hanno permesso di vivere un’esperienza straordinaria. Mi porto dietro questa bella avventura, cercando di dimenticare il sindaco che passerà alla storia per avere spento le luci sul premio dedicato a Leonardo Sciascia.
* * *
Mio personale e irriverente commento:
mi confesso dinanzi a voi giudici onnipotenti, distrattivi un istante per uno sguardo a questa mia chiosa: a legger di siffatte dimissioni ho esalato un sospiro di gioia e di allegrezza pieno. Questo sgorbio di premio che decide insolentemente, contro la volontà dell'autorevole "tascio" grottese, di premiare un ostativo neppur pentito sia pur pro forma, è bene che venga eraso cancellato al limite modificato.
Tano dice che il libro dell'ostativo non pentito Grassonelli (e non certo di Sardo) campeggia nelle librerie francesi; posso assicurarlo che in quelle italiane manco per niente. Ho fatto indagini: il mio libraio non ne sapeva neppure l'esistenza. Non apparve in nessuna graduatoria di vendite. Da ex superispettore della Banca d'Italia avevo annusato un grosso affare economico: diritti d'autore da cifre a cinque zeri. Allora il Racalmare avrebbe potuto veleggiare speditamente con propri lauti fondi. Sogno svanito. Vedo che ora Tano si vergogna persino del vero autore del libro nel citare l'eclatante evento delle vetrine francesi stracolme del premio di Grotte. Non frequentiamo la Francia e quindi non sappiamo che dire; non nascondiamo comunque il nostro scettico moto di beffarda ironia.
Peraltro codesta rossa CMC invece di foraggiare piccole cosche dipinte di vezzi letterari farebbe bene a utilizzare i soldi (tanti) degli appalti autostradali per ponti un po' più durevoli e per opere rispettose sei siti archeologici dello Zaccanello di Racalmuto.
E la letteratura di Racalmare? Con tutto il rispetto per Tano vedo sciorinar nomi di nessun valore. Io non ne so niente di codesti codesti premiati, ma ammetto che la mia ignoranza è abissale. Il premio Racalmure poteva avere un bel ruolo nel patrocinare le brillanti composizioni anche letterarie indigene, ma esigenze personali dei satrapi del momento hanno negletto i valori tasci o paraccari per adulare congreghe estere sicuramente estranee alla cultura rossa che dovrebbe esser cara ai movimenti cooperativistici social proletari cui CMC di Ravenna dovrebbe restare avvinghiata.
Ma non avevano dato il premio ad un ergastolano ostativo non pentito. Capisco ... la notte della Civetta. Aggiungo, pur essendo un racalmutese del tutto ostativo alla cultura tascia, il premio è sorto a Racalmare. due intellettuali grottesi l'hanno concepito e lanciato. Sciascia anche qui si atteggiò alla casta puella e finse di cedere alla violenza di Agnello e del suo amico preside. Vis grata puellis. Credo che il prestigioso premio Racalmare noto in mezzo mondo quello letterario deve tornare al grottese Gaspare Agnello e se ha bisogno di soldi escluda la rossa (si fa per dire) CMC e sarò con lui per qualche operazione bancaria vicaria. Un bel premio Racalmare, arabo quindi meglio se sicano, senza talora marpioneschi apici racalmutesi e senza giornalisti televisivi giorgentani. Sgangaciata anche dalla notoria casta sparagnina dei sindaci di Grotte.
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