da -UNA MARCHETTA COL CENSORE-
romanzo di Ornella Pennacchioni.
Ipazia, dondolando le gambe lasse di fatalismo, con veggenza innata, si rivolse a Isadora che le curava l'anima da millenni, da prima che nascesse l'idea, la letteratura, il foglio, l'inchiostro. E le disse: Sono la superstite. Sono la Millenaria che vinse gli ogni punti d'eternità. Ho perso il conto degli assassini, dei bugiardi, d
...ei meschini, lo sai? Vinsi parole laminarie, avrei potuto usarle per profetare, per allertare, ma le consegnai al futuro della bellacoscienza, ricordi Isadora mia? Il futuro mi fu grato, e mi assegnò un posto d'onore in questo presente. La bocca del vento, quella di corredo al teatro, disse: “ DonnaMillenaria, sei sola, in quella fila dell'onore, sei sola, lo sai? Chissà come mai!? Che fai, resti o te ne vai?” Qua rimano tutti, pensò Ipazia ridacchiando piano. “Resto, devo consegnare il disconoscimento ai vincitori!!! E' allucinante quanto il sembrare possa infinocchiare chi è di turno nella melma credendo sia il firmamento. Che ne pensi tu, Isadora?" " Non posso risponderti, sei tu quella che vede i domani. Io, aspetto che tu mi dia anima, voce, che tu scriva questo romanzo d'onore." Altro...
Nessun commento:
Posta un commento