Scartello l'Apuleio delle Metamorfosi. Mi soffermo alla chiusa del paragrafo 24 del libro VI. Non me lo insegnavano al liceo pur classico agrigentino, Il Conte Poli può starne certo. "Sic rite Psyche convenit in manum Cupidinis et nascitur illis maturo partu filia, Voluptatem nominamus".
Per dar la pariglia, di recente, alla vagula e vaga Ornella mi inventai una mia metamorfosi ove Priamo/Priapo, priapesco insomma. ingravidava la bella Elena di Troia "l'argiva Elena per cui tanti Achei/ , perirono a Troia, lontano dalla patria". (Iliade libro VI vv. 161-162). [Avrei voglia di citare in bel greco antico..... ma sarebbe troppo "volgare" in questa sede]
Pare che queste mie ibridazioni abbiano fatto sussultare di arricciata indignazione il tiaso di Ornella, ivi compresa la birichina Concetta, napoletana verace, che invero avendomi dato del vecchietto bruttarello assai, mi aveva spinto a contestarla ibridando appunto il passo omerico dei Vecchioni sulle porte Scee.
Mi beccai sapide censure per la mia pretesa volgarità e fui tacciato di confusione mitologica. Priapo e Priamo vere persone distinte e inconfondibili. Ma a me andava invece di fare un maschio ossimoro per via di quell'aggettivo dannunziano, stante quell'affare insomma Priapesco.
E non son nuovo a siffatte grandi confusioni
Lo dimostro - a modo mio - citandomi e proponendovi un piccolo squarcio del mio celebre romanzo a tutti ignoto che si titola La DONNA DEL MOSSAD:
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Ofelia gridò di dolore, la sua apertura era ancora stretta per l’enorme priapo. Il piano dialogava, l’orchestra rispondeva. Sembrò corrispondere, ma si smarrì … il piano riprese voluttuoso … sinuoso …. Parve ritrarsi … labile … nel rutilare di note flebili … ma si andava dai bassi agli acuti, avanti e indietro, senza foga … bussava … picchiava … non veniva aperto … eppure paziente … non desisteva. Le anche si alzavano, si abbassavano, si alzavano. Ancora niente. Interrogativi del piano, pausa, silente l’orchestra … un singulto … una risposta piu estesa …. dolce ora il piano … Finalmente il grido liberatore. I due o tre gemiti dell’orgasmo … non sincronico … ma di entrambi.
Per dar la pariglia, di recente, alla vagula e vaga Ornella mi inventai una mia metamorfosi ove Priamo/Priapo, priapesco insomma. ingravidava la bella Elena di Troia "l'argiva Elena per cui tanti Achei/ , perirono a Troia, lontano dalla patria". (Iliade libro VI vv. 161-162). [Avrei voglia di citare in bel greco antico..... ma sarebbe troppo "volgare" in questa sede]
Pare che queste mie ibridazioni abbiano fatto sussultare di arricciata indignazione il tiaso di Ornella, ivi compresa la birichina Concetta, napoletana verace, che invero avendomi dato del vecchietto bruttarello assai, mi aveva spinto a contestarla ibridando appunto il passo omerico dei Vecchioni sulle porte Scee.
Mi beccai sapide censure per la mia pretesa volgarità e fui tacciato di confusione mitologica. Priapo e Priamo vere persone distinte e inconfondibili. Ma a me andava invece di fare un maschio ossimoro per via di quell'aggettivo dannunziano, stante quell'affare insomma Priapesco.
E non son nuovo a siffatte grandi confusioni
Lo dimostro - a modo mio - citandomi e proponendovi un piccolo squarcio del mio celebre romanzo a tutti ignoto che si titola La DONNA DEL MOSSAD:
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Ofelia gridò di dolore, la sua apertura era ancora stretta per l’enorme priapo. Il piano dialogava, l’orchestra rispondeva. Sembrò corrispondere, ma si smarrì … il piano riprese voluttuoso … sinuoso …. Parve ritrarsi … labile … nel rutilare di note flebili … ma si andava dai bassi agli acuti, avanti e indietro, senza foga … bussava … picchiava … non veniva aperto … eppure paziente … non desisteva. Le anche si alzavano, si abbassavano, si alzavano. Ancora niente. Interrogativi del piano, pausa, silente l’orchestra … un singulto … una risposta piu estesa …. dolce ora il piano … Finalmente il grido liberatore. I due o tre gemiti dell’orgasmo … non sincronico … ma di entrambi.
Belzebù aveva cercato affannosamente il piacere … strofinando frenetico il bozzo fra gli inguini … ma nulla … ma nulla.
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