Magrado Tutto, in termini sia pure garbati e quasi elogiativi in fin dei conti mi cerca di redarguire: ma dottor Taverna, lei sarà attaccato alle minuscole vicende del comune borgo natio, Racalmuto, ma non si accorge che storici di chiara fama hanno sancito l'assoluta colpevolezza di codesto suo Ettore Messana?
Una domanda faccio a Malgrado Tutto: chi sono mai codesti "obiettivi storici", che possono dare verdetti siffatti?
Il grande storico T. Sala, ad esempio, a proposito di Messana mandato da Mussolini a fare da questore in una turbolenta Lubiana non esprime giudizi di valore negativi sul questore. Anzi!
Uno storico siciliano dello spessore di Rosario Mangiameli in un testo ponderoso e ponderato della storia moderna della Sicilia, edito da Einaudi, si limita a considerare il Messana, "responsabile dell'Ispettorato di Pubblica Sicurezza " siciliana, come vittima di una non condivisibile '"opinione" , quale quella di dare "prevalenza" al "mito della contrapposizione tra mafia, come strumento tradizionale del mantenimento dell'ordine nelle campagne e banditi ribelli primitivi".
Se è tutta questione di filosofia sociale, non ci costa nulla a non considerare ilMessana un acuto pensatore: era un grand commis della polizia di Stato.
Tra i grandi storici che avrebbero sugellato la grande negatività del racalmuteseMessana ci vogliamo mettere questo Coco, tanto caro a Malgrado Tutto? Mi permetterà il foglio tenuto a battesimo dal sommo Sciascia un sorrisetto di scherno?
Sì, c'è la Cernigoi goriziana! Ma quella non credo manco che possa venire considerata giornalista di vaglio. Ho visto e documentato i forti abbagli nell'inquadrare eventi storici della sua stessa terra.
Purtroppo ha infinocchiato il Casarrubea, che è uomo di valore. Ma è un grande storico? In una recente sentenza fu assolto da certe accuse infamanti solo per decorrenza dei termini. Grande giornalista, acuto archivista, ma sommo storico non direi. La passione politica (che collima con la mia) gli fa da velo nei giudizi.
Le tremende accuse a Messana nascono in un avvelenato momento politico. Tra il 1946 e il 1947 (luglio). Intanto in un processo intentato dal Messana contro Montalbano, l'irreprensibilità dell'ispettore generale di PS viene ribadita e Montalbano se la cava per un sofisma procedurale: non di calunnia contro Messanasi doveva parlare ma di diffamazione a mezzo stampa, reato perseguibile a querela di parte e siccome il Messana aveva proceduto per il reato di calunnia quindi mancava la specifica querela per diffamazione e così salomonicamente l'allora esponente comunista, che mal si difende, la fa franca,
Succede poi la tremenda strage di Portella della Ginestra (1° maggio del 1947) e nel successivo luglio il Li Causi tuona, da politico ma nessuno mi può dire da storico, contro l'alto esponente di polizia siciliana, a suo avviso uomo di Scelba (giudizio storico errato).
Confeziona il Li Causi tre infamanti accuse: Messana a) stragista di Stato a Riesi nel 1919; b) criminale di guerra a Lubiana nel maggio 1941-giugno 1942 c) capo del banditismo politico a Palermo tra il 1945 e il 1947 (luglio).
Sono tre infamie calunniatrici, non giudizi storici.
Io faccio ispezioni non storia né difese di ufficio e in piena libertà di coscienza sono arrivato a verità documentali che fanno piazza pulita di tutte e tre queste infamie. Con ciò dico che non m'importa nulla del recupero del buon nome di Messana. Mi fa specie che Malgrado Tutto si appigli a un paio di documenti di malcerta lettura per una damnatio memoriae di un rispettabilissimo concittadino racalmutese. Cui prodest?
Ma veniamo a Li Causi e a Riesi.
Il focoso parlamentare comunista prorompe in questa invettiva:
" .... ma Scelba come può ignorare che Messana ha iniziato la sua carriera facendo massacrare dei contadini siciliani? Il 9 ottobre del 1919, infatti, cadevano a Riesi più di sessanta contadini, di cui tredici morti: trucidati a freddo, sulla piazza, dove si svolgeva un comizio. I vecchi di quest'Aula ricorderanno come in quell'occasione il Ministero Nitti ordinò un'inchiesta mandando sul posto il generale dei carabinieri Densa, mentre la Magistratura iniziò un'inchiesta giudiziaria soprattutto per accertare le cause della morte misteriosa di un tenente di fanteria, che si rifiutò di eseguire l'ordine di far fuoco del Messana, che ne disapprovò apertamente la condotta, e che il giorno dopo fu assassinato.
Questi i precedenti del commendator Messana, noti al ministro dell'Interno. Ci troviamo, come vedete, di fronte ad un uomo che per istinto è contro il popolo, e trova, nei legami con i nemici del popolo, il modo di esercitare la professione di massacratore di contadini. Oggi, sfacciatamente, questo non può farlo, per quanto nel clima creatosi in Sicilia è possibile -- in Sicilia, terra dei "Vespri" -- che i poliziotti di Scelba, ministro siciliano, aggrediscano un pacifico corteo di donne che dimostrano contro il carovita.
Oggi è possibile in Sicilia questo, perché agli interni c'è un ministro siciliano, così come nel 1894 a soffocare nel sangue il movimento dei fasci dei lavoratori fu un altro ministro siciliano, Francesco Crispi. Si è tentato, come nei primi decenni del secolo, di stroncare il movimento contadino, assassinando capilega e segretari di Camere del lavoro; a quest'azione di intimidazione il popolo siciliano risponde con la superba affermazione democratica del 20 aprile; allora l'agraria, la mafia ricorre al terrore di massa e si hanno Pian della Ginestra e le stragi del 22 giugno. Ma l'Ispettore Messana, che ha il compito di proteggere agrari e mafiosi, che è uomo che obbedisce a pressioni di parte, ordisce intrighi politici, suggerisce a Scelba la parola d'ordine che il Ministro fa subito sua: le stragi siciliane sono opera di banditi comuni, e Messana diviene il perno di una situazione infernale: Messana si allea ai banditi di strada. Il popolo siciliano, il popolo italiano tutto, hanno diritto di chiedersi come sia possibile il perdurare di un tale stato di cose. a Scelba come può ignorare che Messana ha iniziato la sua carriera facendo massacrare dei contadini siciliani? Il 9 ottobre del 1919, infatti, cadevano a Riesi più di sessanta contadini, di cui tredici morti: trucidati a freddo, sulla piazza, dove si svolgeva un comizio. I vecchi di quest'Aula ricorderanno come in quell'occasione il Ministero Nitti ordinò un'inchiesta mandando sul posto il generale dei carabinieri Densa, mentre la Magistratura iniziò un'inchiesta giudiziaria soprattutto per accertare le cause della morte misteriosa di un tenente di fanteria, che si rifiutò di eseguire l'ordine di far fuoco del Messana, che ne disapprovò apertamente la condotta, e che il giorno dopo fu assassinato.
Questi i precedenti del commendator Messana, noti al ministro dell'Interno. Ci troviamo, come vedete, di fronte ad un uomo che per istinto è contro il popolo, e trova, nei legami con i nemici del popolo, il modo di esercitare la professione di massacratore di contadini. Oggi, sfacciatamente, questo non può farlo, per quanto nel clima creatosi in Sicilia è possibile -- in Sicilia, terra dei "Vespri" -- che i poliziotti di Scelba, ministro siciliano, aggrediscano un pacifico corteo di donne che dimostrano contro il carovita.
Oggi è possibile in Sicilia questo, perché agli interni c'è un ministro siciliano, così come nel 1894 a soffocare nel sangue il movimento dei fasci dei lavoratori fu un altro ministro siciliano, Francesco Crispi. Si è tentato, come nei primi decenni del secolo, di stroncare il movimento contadino, assassinando capilega e segretari di Camere del lavoro; a quest'azione di intimidazione il popolo siciliano risponde con la superba affermazione democratica del 20 aprile; allora l'agraria, la mafia ricorre al terrore di massa e si hanno Pian della Ginestra e le stragi del 22 giugno. Ma l'Ispettore Messana, che ha il compito di proteggere agrari e mafiosi, che è uomo che obbedisce a pressioni di parte, ordisce intrighi politici, suggerisce a Scelba la parola d'ordine che il Ministro fa subito sua: le stragi siciliane sono opera di banditi comuni, e Messana diviene il perno di una situazione infernale: Messana si allea ai banditi di strada. Il popolo siciliano, il popolo italiano tutto, hanno diritto di chiedersi come sia possibile il perdurare di un tale stato di cose."
Manco a farlo apposta Malgrado Tutto suo malgrado, invece di portare acqua alle accuse del Casarrubea e dell'ANPI di Palermo, va a pubblicare un documento, custodito non si sa come negli archivi di Casarrubea, che a leggerlo con un minimo di serenità e di intelligenza storica assolve il Messana dalla tremenda accusa di di colpevolezza per il crimine di stage di Stato a Riesi nell'ottobre del 1919.
Al limite, abbiamo un Messana colpevole di qualche bugia a scopo difensivo, o di un fifone che scappa (insieme a tutta la varia forza pubblica), e magari non sa bene valutare la pericolosità di una rivolta (che, non dimentichiamolo, finì' con la barbara
uccisione di un tenente dell'esercito, cui disinvoltamente non si fa alcun riferimento).
Calogero Taverna
Nessun commento:
Posta un commento