Ti posso dare ampiamente ragione, tanto a me costa poco. Pensa un po' anch'io a scuola andavo benissimo, dove steccavo era proprio in matematica. E certo: è tautologia, dire le stesse cose con altre parole. Si dice che è metodo deduttivo. Ma quando hai affermato una verità che bisogno hai di perderti in ragionamenti per arrivare al celebre c.v.d. (come volevasi dimostrare). Alle menti elette necessita la sintesi, il colpo di genio, l'afferrare il vero al volo. Tuo figlio si vede che è mente eletta come me. Se ragionamenti facciamo operiamo all'inverso induttivamente dal particolare all'universale. Per noi menti elette ciò che conta è l'universale, il particolare per arrivare al sublime all'eterno all'immensità. Non amiamo sciupare l'immensità per una piccola soddisfazione come dire che è come volevasi dimostrare. E' perdere tempo, è atto imbecille. Poche note ... tà tata tà di Beethoven: il destino che bussa alla porta e subito si scatena l'immenso, il sublime, la vita, la guerra la morte il pianto la gioia il dolore l'amore il tradimento l'angoscia la sofferenza l'amore di dio, il ghigno del demonio. Ti si apre un mondo come dinanzi al giudizio universale di Michelangelo o all'umana oscenità del pingue Tiziano. Quattro note e sempre quelle, quel motivetto che ti piace tanto. Sì anche mi può far formicolare il pene se sto abbracciato ad una donna che mi piace fingendo di ballare (alle donne che effetto faccia non lo so) o magari mi fa spuntare una lagrima sul viso perché la fanciulla che amavo ha preferito il mio migliore amico, o mi fa sorridere dato che i papaveri sono alti alti e io son piccolino... che cosa ci puoi far?, o forse perché mi induce a fare i saltelli perché i watussi sono alti alti e via discorrendo. Minuzie, momenti di gioia o malinconica vita senza importanza.
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