Carissimo Dott.Taverna,non è la Lute che invita.Chiunque può presentare richiesta di partecipazione (quale docente),previa succinta relazione sulla materia da esporre durante l'anno.Le posso assicurare che nessuno ha finora trattato il suo argomento.
Lillo Taverna Gentilissima professoressa Maria Pia Calapà, per una ricerca del genere dovrei tornare negli Archivi Segreti Vaticani. Perché non la fa Lei per la LUTE una siffatta ricerca?
Maria Pia Calapà Soltanto Lei,in qualità di quotato storico può attingere in tali Archivi.
In qualità di" matematico",io potrei soltanto numerare i libri da consultare.
In qualità di" matematico",io potrei soltanto numerare i libri da consultare.
Lillo Taverna Più che di libri parliamo di manoscritti non sempre leggibili dei presuli messinesi che relazionavano ogni triennio sulla loro diocesi postconciliare. Qualche "relatio" invero è anteriore risalendo alla prima metà del '500. Vi sono riflessi fiscali e i...Altro...
Lillo Taverna Più che di libri parliamo di manoscritti non sempre leggibili dei presuli messinesi che relazionavano ogni triennio sulla loro diocesi postconciliare. Qualche "relatio" invero è anteriore risalendo alla prima metà del '500. Vi sono riflessi fiscali e i papi erano intransigenti. Non credo che Messina facesse eccezione: non vi è di solito la minuta nelle curie vescovili- Documenti preziosissimi e carichi di squarci storici specie sulle realtà periferiche come nel caso Milazzo- Certo Messina è stata sempre centro di raffinatissima cultura, dall'università laica alla Curia arcivescovile, per non parlare dell'Ignatianum ove hanno primeggiato padri gesuiti racalmutesi quali il Nalbone, padre Scimé, padre Sferrazza Papa (il migliore) e in atto padre Macaluso. Non credo che quei ghiotti manoscritti più o meno in onciale o semionciale non li abbiano già investigati.eriche come nel caso Milazzo- Certo Messina è stata sempre centro di raffinatissima cultura, dall'università laica alla Curia arcivescovile, per non parlare dell'Ignatianum ove hanno primeggiato padri gesuiti racalmutesi quali il Nalbone, padre Scimé, padre Sferrazza Papa (il migliore) e in atto padre Macaluso. Non credo che quei ghiotti manoscritti più o meno in onciale o semionciale non li abbiano già investigati.
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