Lillo
Taverna Sono
ferocemente antifascista ma sono anche romano e so come vanno le cose nella
Capitale. Sappiamo tutti come si atteggiano gli organi di polizia giudiziaria,
dormienti spesso quando ci sarebbe da star svegli, frementi quando il potente
cade. E se Alemanno verrà assolto (io penso prosciolto persino in istruttoria)
chi lo ripagherà di tutto questo mare di merda che lo sta sommergendo? La
Costituzione non dice che ognuno di noi è da presumere innocente sino a
sentenza passata in giudicato? Bah! Resto sempre vetero comunista tutt'altro
che pentito, convinto che la verità è sempre rivoluzionaria (mi pare lo dicesse
il compagno Pajetta).
Questo mio piccolo ironico post lo ho oggi lanciato in una sorta di fossa dei serpenti,
serpenti velenosissimi di stampo rosso antico, di gente insomma arrabbiatissima
che vuole (come me) la resurrezione del vecchio grintoso cattivo battagliero
PCI- E’ passato indenne, anzi con qualche applauso. Che il mondo stia davvero
cambiando?
La voglia di apparire morali è sempre dirompente
negli uomini di poca morale. Sono quindi moralisti. Protervi e insolenti. Han
sempre voglia di trovare un reo di comodo da giustiziare. Insomma il Cristo su cui far ricadere le loro miserie, i loro latrocini le loro persino
evasioni fiscali. Il cattivo è sempre l'altro: il potente, di questi tempi
dicono il politico, l'uomo dal colletto bianco, l'arricchito, il nemico,
l'antipatico.
Io vorrei dire a certi miei amici di Malgrado Tutto, se ad
una vostra pronipote dovesse capitare quello che sta colpendo una pronipote di Ettore
Messana cosa direste? Contestano alla signora pronipote di Ettore Messana di
essere una reproba perché il suo bisnonno per i pennivendoli politici di
oggidì era stato uno stragista di stato
a Riesi, addirittura un criminale di guerra a Lubiana, il capo del banditismo palermitano (prima
‘politico’ secondo una marpionesca battuta di Li Causi, poi - persino per i grafomani
di Malgrado Tutto - tout court “Capo del Banditismo” siciliano dei tempi di Giuliano di Montelepre
E’ da un anno che rinvengo documenti, notizie,
collegamenti storici e cronachistici che ridicolizzano tutti e tre siffatti
calunniosi addebiti. Niente da fare. Ci si mette ora Malgrado Tutto. Contrabbanda
per oro colato un malaccorto rapporto di un ispettore che cercò di scaricare sull’ultima ruota del carro, un insicuro
vicecommissario giovane e forse addetto al commissariato della lontana Mussomeli,
responsabilità (se tali poi erano) della Benemerita Arma dei carabinieri dello
Stato Maggiore dell’esercito e persino del Prefetto di Caltanissetta, volendo
noi escludere quelle del politico del luogo, l’on. Pasqualino Vassallo.
Figurati quando scopriranno che anche un
generale dei carabinieri scese a Rieti! A loro non importa che anche quello
scarica barile finì in modo miserevole.
Che nulla ebbe poi a venire addebitato al Messana che poté senza
raccomandazioni e senza appoggi politici (di grazia non parliamo di mafia e di
fascismo) assurgere ad altissimi gradi ed a gloria nazionale. Delenda Cartago: il
giudice ora è Malgrado Tutto.
Mi si dice: ma guarda che un assistente
universitario, avendo tempo da perdere, si è recato a Roma e ha trovato il
fascicolo personale di Messana. Frottola: il fascicolo personale di Messana è
ancora top secret al Viminale. Quell’assistentucolo si partì da Palermo per
Roma ove non poté starci molto perché Roma è la città più cara d’Italia. Io
invece a Roma ci sto e il primo piano dell’Eur ove si studia l’archivio centrale
di stato è come casa mia: basta che prenda il 31 e vi arrivo in meno di venti
minuti.
Se non fosse comico sarebbe tragico che a fare
gli accusatori d’inflessibile morale è gente, racalmutese purtroppo, i cui
fascicoli personali dimorano in certi Giochi di Potere. Vorrò vedere i loro
pronipoti quando si vedranno infilzati perché qualcuno ha trovato una lettera
anonima o un eccesso di zelo di qualche maresciallone dell’antimafia che ne
dice peste e corna. Ma furono assolti, non vi fu luogo a procedere. Per i
pennivendoli del futuro sarà la stessa pacchia dei pennivendoli del
presente: dagli all’untore, dagli al mostro. Ma quella chi è? È la pronopite di
colui che se ne andava a mangiare a Racalmuto il verro volpino a Gargilata. Divorzio assicurato, carriera
stroncata.
Ma già anche a Racalmuto, anche in Malgradotutto
si pensa che il reprobo, l’immorale stragista di stato, il criminale di
guerra, il capomafia immondo non può che essere l’altro, l’antipatico, il
politico di parte avversa, quello che diventò sindaco, assessore, commissario di
pubblica sicurezza persino commendatore (solo 500 in Italia) di san Maurizio e
san Lazzaro, che è poi ancora una
commenda di riferimento di Casa Savoia.
La Cernigoi spara. Il Messana (sostanzialmente in quel tempo esautorato
questore nella strana provincia di Lubiana), dopo avere trucidato chissà quanti
partigiani titini, per premio nel 1942 fu insignito della commenda di Casa
Savoia (che all’epoca manco esisteva). Una panzana così grossa dovrebbe passare
sotto silenzio non tanto per rispetto della signorina titina quanto per decenza
ed amor patrio; invece Malgrado Tutto pur di impedirmi di chiedere la
titolazione di una strada ad Ettore Messana me la propina con grosso risalto
tipografico a maggior mio scorno.
Sia chiaro io me ne fotto e in fondo me la rido:
mi stanno facendo tanta pubblicità e quindi ringrazio. Ma mi fa senso che si
presti ad una sì indegna diffamazione quel giornaletto che si vanta di essere
sempre quello del moralista Sciascia, che invero in tutta la sua vita amò solo la
ricerca della verità, soprattutto controcorrente.
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