Ecco l'altra Racalmuto, quella che adroro: agape fraterna magari con fratellini rissosetti e talora anche velenosetti. Ma orsù via! In fondo siam tutti benevoli e ci siamo allontanati da quel gretto attccamento alla terra di cui era convinto Scscia. Non hanno più senso i letterari aforismi del tipo: "la piccola proprietà nacque, itigiosa e feroce; una lite per confini o trazzere fa presto a pasare dal perito catastale a quello balistico. I borgesi hanno fame di terra come di pane". Svolazzi letterari e nulla più, OGGI. Mai litigherò con il mio vicino di campagna, il buon e caro amico Patito per un arbusto selvatico di pistacchio spuntato non so se da lui o me. La retorica antiracalmutese mi dà ai nervi. Io amo Racalmuto purché però non la si inquini col nomignolo di Regalpetra.
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