giovedì 18 dicembre 2014

segue PROCESSO A MESSANA per Lubiana

vedo subito ergersi furente qualcuna: ecco l'infamia; cosa son mai codeste grida mussoliniane? e si manda alla forca qualcuno in  forza di una sovversività sanzionata da incerti articoli di un bando mussoliniano?
Siamo i primi a rimanerne sconcertati. Abbiamo cercato di capirci qualcosa e buoni lumi abbiamo trovato in questa pagina del SALA: la riportiamo testualmente. A Lubiana Grazioli si smarrisce ed emana l'11 settembre del 1941 un bando che "era quasi una dichiarazione di stato di guerra". Veniva comminata la pena di morte pe ogni piccolo segno di ribellismo partigiano. Veniva istituito un tribunale straordinario di tre membri che avrebbe giudicato per direttissima. Ma l'Italia è sempre patria del diritto e così "il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di Mussolini, di carattere più generale ma non meno drastico, recanti 'Disposizioni penali per i territri annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24 settembre 1941".
 
In questo trambusto legislativo quale responsabilità poteva avere il subordinato questore di Lubiana Messana? Lo troviamo nelle note del Sala  ma ne troviamo documentato il suo smarrimento la sua irresponsabilità: scrive al generale T. Orlando , comamdante della Divisione Granatieri di Sardegna per segnalare l'esautoramento della locale questura  che dovrebbe pur dirigere. In effetti ormai è "tutto un susseguirsi di reciproche intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assurgere compiti di polizia  all'insaputa della questura, ora l'Alto Commissario, contro le deposizioni in vigore, ADIBIVA DEI MILITARI AL SERVIZIO CARCERARIO".
 
 

Come fa la Cernigoi ad insistere sulle responsabilità del Messana? Allude a documenti dell'archicio di Lubiana.  Noi le contrapponiamo questi documenti sull'episodio:
 
 
 
 
 
 
 
Scrive il Messana il 4 aprile 1942: "nei primi giorni del dicembre 1941 quest'ufficio era venuto a conoscenza che nelle abitazioni di via Podmilskakova n. 19 e di via Aljaseva n. 6 p.p. entrambe in questa città, affluivano numerose persone nelle ore più disparate del giorno, lasciando adito a sospetti di ogni sorta. Si ravvisò, quindi, l'opportunità di disporre un abile servizio di appostamento.
Si poté, perciò, ben presto stabilire, anche secondo le informazioni e notizie risultate alla polizia germanica attraverso interrogazioni di arrestati appartenenti a bande armate catturati in territorio occupato dalle truppe tedesche, che le predette abitazioni servivano di recapito ai corrieri che operavano a favore delle bande armate, recalcitranti a riconoscere il dominio delle forze dell'Asse nelle zone del cessato governo iugoslavo e che le persone che vi alloggiavano tenevano contatto con i partigiani rifugiatisi nelle montagne. Ravvisandosi la imperiosità di una sorpresa, vennero operate due distinte irruzioni.

In quella eseguita il giorno 9 di detto mese di dicembre, verso le ore 20,15, all'abitazione di Via Podlmelskova n. 19, furono trovati un uomo e una donna che, alla richiesta di fornire le loro generalità, dissero di chiamarsi rispettivamente il primo Smagur Giovanni di Giuseppe e di Dolsak Francesco nato a Trbovlje il 15 settembre 1903 e resiente a Moronog n. 11, commesso viaggiatore, e la seeonda Medved Giuseppina fu Francesco e fu Turl Maria nata a Maribor il 20 febbraio 1914 e residente in Lubiana: Meskanska n. 20 - odontotecnica.
A distanza di circa un quarto d'ora sopraggiunse in bicicletta una donna, la quale, fermata, disse di chiamarsi Stergar Anna di Janes e di Potonknik Luigia nata a Borvnika il 15/8/1911 e residente a Lubiana: Via Podmlsskova n. 19, sarta e nubile."  [segue]

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