Blog di Piero Carbone (da Racalmuto, vive a Palermo). Parole e immagini in "fricassea". Con qualche link. Sicilincònie. Sicilinconìe. Passeggiate tra le stelle. Letture tematiche, attraverso i tags. Materiali propri, non solo recenti, ma anche di amici ospiti. Una regola valida per tutti: citare sempre la fonte. Commenti, non anonimi; grazie. Direttamente sul blog o all'indirizzo: archivioepensamenti@virgilio.it
sabato 8 settembre 2012
IL SOGNO DI PADRE PUMA
Sollecitato da un’immaginaria lettera di Calogero Taverna a Padre Puma, apprezzando l’iniziativa e sollecitato anche dalle domande di Carmelo Rizzo, ho colto l’occasione per rievocare con piacere alcuni particolari.
La lettera di Calogero Taverna:
Caro, carissimo padre Puma (indirizzo: Regno dei Cieli) noi siamo stati amici dal 10 ottobre 1945 sino al giorno della tua dipartita. Sai quanto ti ho voluto bene. Pensa a quanto soffro nel vedere autoproclamatisi santi in terra bistrattarti. Tu hai riconsegnata dignitosa e se non bella degna di un paese mezzo eretico e mezzo bigotto questa nostra matrice. Altri non vogliono che tu sia ricordato e confinano una targa fornita da costruttori a tua memoria in un angoletto in basso dietro un'anta del paravento dell'ingresso principale in modo che nessuno la veda. Non c'è verso di far porre rimedio a questa profanazione a questo irriverente gesto. Non potresti far mandare un qualche arcangelo per un lieve ammonimento?
Carmelo Rizzo: Mi ha commosso questa bella lettera inviata al nostro carissimo P. Puma ...sono stati tantissimi ad amarlo... i racalmutesi sono gelosissimi dei propri sentimenti, preferiscono tenerli dentro, non esternarli, ma l'affetto per P. Puma è ancora grande!
Piero Carbone: Quando l’amministrazione comunale gli ha organizzato la mostra, da me curata, era felice come un bambino; sollecitato dall’evento, s'è messo a dipingere ravvivando i colori: il precedente incontro con il pittore Pippo Bonanno diede i suoi cromatici frutti; le foto che lo ritraggono alla Fontana di novi cannola, ai piedi del Castelluccio, nel gabinetto del sindaco davanti a un quadro del Bonanno, scattate apposta per il catalogo, risalgono a quel periodo. Poco prima dell'inaugurazione venne a confidarmi sconsolato che l'avevano criticato proprio per la mostra con motivazioni apparentemente evangeliche: si mettesse a fare opere di carità, piuttosto! Mi ha fatto impressione tanta vulnerabilità. Lo incoraggiai come potei, con la parabola dei talenti. La pittura è un talento anche per un prete. La mostra riuscì benissimo. Intervennero mons. De Gregorio e Il vescovo Ferraro da Agrigento, il maestro Bonanno da Palermo, e tanta altra gente. Non ricordo se lo fecero i confratelli.
Carmelo Rizzo: Piero...correva l'anno.....
Piero Carbone: Correva l’anno 1991, la mostra si tenne all’Auditorium Santa Chiara dal 5 al 16 luglio. In concomitanza con l’inaugurazione della mostra, Racalmuto ospitava tanti illustri personaggi della politica, della magistratura e del giornalismo, impegnati nel convegno intitolato “Il paese della ragione”. Padre Puma fu oltremodo compiaciuto percé alcuni di quei personaggi, tra cui gli onorevoli Mannino e Martelli, visitarono la sua mostra.
Carmelo Rizzo: ...quadri del P. Puma sono a..........
Piero Carbone: Non saprei, attualmente potrebbero trovarsi presso gli eredi, ma sarebbe auspicabile che i quadri di un pittore fossero visibili, come si dice, fruibili. Così come la musica va ascoltata, la pittura va guardata e ammirata. Certi quadri, poi, certe immagini, entrano nell’immaginario collettivo, e non si possono pertanto relegare in esclusiva entro quattro pareti. Mi piacerebbe vedere il Cristo coronato di spine realizzato a carboncino ai tempi del Seminario o i piccoli ritratti a matita di suo papà e di sua mamma o “Incontro dei popoli” del 1972, e infine il “Sogno di Giacobbe”, acrilico dipinto nella vecchia e ormai abbandonata casa paterna, completato con affanno, per la mancanza di tempo, alla vigilia dell’inaugurazione della mostra. Davanti a questo grande quadro (cm 1,45 X 2,45) composto come un onirico sogno rossoaccceso con turbe di candidi angeli e un assorto Giacobbe in altrettanta candida veste, dissertò animatamente con Pippo Bonanno di teologia e di pittura.
Calogero Taverna: I confratelli non applaudirono: borbottarono di brutto. Bonanno fu aspretto. Mi sono permessa una controcritica: naturalmente nessuno l'ha pubblicata. Prima o poi lo farò io direttamente.
Piero Carbone: Non sapevo di questa controcritica, anche perché non è stata finora pubblicata. Nell’attesa di leggerla, alcuni pensieri critici riportati nel catalogo della mostra intitolato “La natura delle cose”, potrebbero fornirci utili prospettive per comprendere meglio le ragioni e i vagheggiamenti di un pittore e del suo pittare.
Calogero Taverna: …a lu Cannuni potrebbero rifare la mostra del defunto pittore PUMA ALFONSO
Piero Carbone: E perché no?
Testimonianze critiche:
“A San Basilio Magno si attribuisce il pensiero che i pittori facciano con i pennelli ciò che gli oratori sacri fanno con la parola: evangelizzano. […] Un sacerdote, vermente artista, può arricchire il suo ‘ministerium Verbi’ o prestargli risonanze complementari…”. Agrigento, 15 giugno 1991. Carmelo Ferraro, Vescovo.
“Ché le tematiche rimangono saldamente legate alle grandi radici culturali dell’artista. Ed è questa la nota più apprezzabile della pittura di Alfonso Puma. Dalla quale traspare, tutto sommato, il desiderio e l’intenzione di correre liberamente per i sentieri perigliosi del colore (senza però perdere mai di vista la finalità del percorso)”. Palermo, 31 maggio 1991. Pippo Bonanno
“Attualmente tra i sacerdoti agrigentini non sono numerosi i cultori dell’arte e della poesia, gli artisti e i poeti: l’arciprete Alfonso Puma è certamente fra i più notevoli per ricchezza e varietà di opere, per novità ed elevatezza di arte. In una città, come Racalmuto, ricca di arte, in cui aleggia ancora, nella magia delle sue luci e dei suoi colori, l’atmosfera incantata del Monocolo, egli, fin dall’infanzia, avertì in sé e armoniosamente coltivò ed aiutò a crescere, i germi della vocazione artistica e sacerdotale e già nel Seminario di Agrigento, durante i suoi studi, cominciò non solo a mostrare, ma a realizzare i suoi talenti artistici, imitando e copiando, da autodidatta, i grandi maestri, individuando e discernendo sempre la sua vena poetica che si effuse e sviluppò in seguito, producendo numerose e belle creazioni artistiche che avvincono e conquistano, suscitando in chi le ammira, una spontanea e sincera partecipazione, un profondo godimento estetico, una scossa salutare invitante e richiamante ad uno stacco dal contingente, dal tempo, per attingere l’eterno”. Agrigento, 14 giugno 1991. Mons. Domenico De Gregorio
Immagine da Internet
Pubblicato da Piero Carbone a 02:56
Etichette: Alfonso Puma, Angelo Marchese, Calogero Mattina, Calogero Taverna, Carmelo Rizzo,Castello Chiaramontano, Domenico De Gregorio, Lillo Mendola, Mons. Carmelo Ferraro, Pippo Bonanno, Racalmuto
indipendentemente se uno crede o no,si può dire che Padre Puma era un grande Racalmutese lo testimoniano anche il ricordo di molti emigrati in Canada (Hamilton Ontario) cui spesso faceva visita e lo ricordano non solo per le varie richieste di aiuto per "sistimari" la matrice,ma anche per consolidare il legame con la nostra terra,era una sorta di tratto d'unione.Credo sia doveroso riconoscerne i meriti,con la giusta evidenza nel luogo per cui si è speso molto: la Matrice.
< Angelo Marchese: Da chi dipende ?
< Piero Carbone: Fare una mostra dipende dalla volontà di chi la vuole e la può fare;
attualmente si può proporre di metterla in calendario al castello chiaramontano o si
attende la nuova amministrazione per farne un evento ancor più istituzionale; e poi
occorre la disponibilità dei quadri da parte dei possessori. Problemi relativi a tutte le mostre ma se si vuole si possono superare, intanto si potrebbe fare un gruppo di amici di Padre Puma e incominciare a muoversi.
< Piero Baiamonte: Ho sempre apprezzato l'operato pastorale di Padre Puma e la sua stretta e proficua vicinanza alla gente. Come ho apprezzato la sua interessante espressione artistica, "pudica" e di riservata umiltà, protesa (com'è naturale) ad un surrealismo onirico e analitico - come tanti anche io ero un "nipù" appunto per la familiarità che dimostrava verso tutti - mi ha fatto molto piacere un suo intervento/commento ad una mia mostra, spontaneo e immediato come Lui sapeva fare - L'anno scorso avevo proposto la realizzazione di una mostra antologica che tracciava il percorso artistico ma non ho trovato la necessaria disponibilità dei parenti "custodi" delle sue opere e quindi non s'è ne fatto nulla - ma l'idea rimane....
E sopratutto perché ?