Carissimo Alfredo.
Rientro ieri da Racalmuto e trovo questa tua lettera che
però mi è giunta solo nella giornata. Rispondo qui pubblicamente solo alla
prima pagina. Alle seconda risponderò chissà quando, alla terza mai per tuo
divieto (comprensibile).
Un rallegramento da padre selettivo per il tuo TRENTA in
Storia GRECA: mi fa un po’ sorridere il tuo puntiglio alquanto fanciullesco sul
voto alto che pretendi. Ma come bene dici è l tua ancora di salvezza, il
riuscire a vivere (forse solo sopravvivere) in questo accanirsi contro di te di
un’antimafia abbarbicata alla sua
sopravvivenza, ragion per cui vorrebbe trasforomare un vecchietto ormai
derelitto quale Riina in saccente letterato sciasciano e in ordinatore di
crudeltà mafiose stando dentro un supercarcere come OPERA.
Passo quindi al tuo ordine di approfondimento mitologico
come se a 81 anni io possa ancora avere idoneità ricercatrici da liceo
classico. E’ convinzione generale che Crono o Cronos o Kronos siano una unica
divinità greca. Non ho letto la Pironti
(né penso che mai la leggerò) ma per giustificarla credo che abbia voluto
distinguere due tempi dell’essere di codesto terribile dio del tempo- Forse ha
voluto estremizzare ciò che in testo più terra terra è così esemplato: Cronos,
che più tardi sarà assimilato con Chronos, il Tempo, era nato come mito per
spiegare i cicli dell'anno agricolo e gli aspetti connessi alla fecondità e
successione del regno; finirà poi, per assumere un nuovo significato: il tempo
che divora tutte le cose che egli stesso ha creato. In sintonia cioè con questo
spunto che traggo da Internet.
Il regno di Cronos
Cronos, che i latini
identificarono con Saturno, era il più giovane dei Titani; prese per sposa
Rhea, nota anche come Cibele, nome della dea frigia chiamata "Madre degli
dèi" o la "Grande Madre". Ebbe molti figli: Hestia o Vesta,
Demetra o Cerere, Hera o Giunone, Hades o Plutone, Poseidone o Nettuno, Zeus o
Giove. Un oracolo aveva predetto a Cronos che uno dei suoi figli lo avrebbe
spodestato e dopo quanto era capitato ad Urano, l'oracolo era ben credibile.
Non potendo uccidere i suoi figli, in quanto come divinità immortali, appena
nati li ingoiava. Cronos, che più tardi sarà assimilato con Chronos, il Tempo,
era nato come mito per spiegare i cicli dell'anno agricolo e gli aspetti
connessi alla fecondità e successione del regno; finirà poi, per assumere un
nuovo significato: il tempo che divora tutte le cose che egli stesso ha creato.
Rhea Cibele, non potendo sopportare la fine di ogni suo figlio, quando seppe di
aspettare un altro figlio, discese dal cielo e si nascose in una profonda
caverna, Ida, nell'isola di Creta. Qui diede alla luce Zeus, che affidò alle
cure delle ninfe; poi risalì al cielo portando al marito, invece che un
neonato, una pietra avvolta in fasce, che Cronos subito inghiottì. Una volta
divenuto grande Zeus salì al cielo e costrinse il padre a bere un emetico, che
gli fece rigettare i cinque figli che aveva inghiottito, poi lo detronizzò e
prese il suo posto di re degli dèi.
Sembra che Cronos originariamente fosse un dio
dell'agricoltura; questa la ragione per cui i romani lo identificarono con
Saturno, il dio italico delle seminagioni. Secondo la mitologia romana,
Saturno, quando fu cacciato da Zeus, si rifugiò in una contrada su cui regnava
il dio Giano: questo dio divise generosamente il suo regno con Saturno, che in
compenso insegnò alla popolazione del luogo, ancora selvaggia, l'arte di
lavorare i campi e la civiltà, rendendola così felice e prospera che gli anni
del suo regno vennero chiamarti "l'età dell'oro". Dell'età dell'oro
si raccontano cose bellissime: gli uomini si consideravano tutti fratelli e
avevano tutte le cose in comune, senza invidie e gelosie, vivendo in serena
pace e liberi di ogni paura. Da Saturno l'Italia ebbe il nome di Saturnia; i
romani, in riconoscenza dei tanti benefici ricevuti da questo dio, celebravano
ogni anno, il 17 dicembre e per sette giorni consecutivi, le feste chiamate
Saturnalia.
Uno nessuno centomila, storia vecchia dunque. Anche tu non
dici che quello che eri a 20 anni è morto e sepolto, ucciso da te stesso,
perché ora sei un ALTRO e credi persino nelle metamorfosi del cervello su cui
discetta VERONESI?
Già, tu sei un ENIGMA e mi piace trascriverti una pagina di
Roberto Calasso, Le Nozze di Cadmo e Armonia..
Vi aggiungo uno stralcio da libro di Maria Cristina Potenza-Silvano
Scalabrella, LA MITOLOGIA CLASSICA che mi pare inquadri puntualmente codesto
CRONO o CRONOS o KRONOS.
Affettuosamente tuo Lillo Taverna, giovanile ottuagenario,
tuo padre selettivo
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