domenica 13 dicembre 2015


 

ti rispondo confusamente. Nel Cicolano a Santa Lucia di Fiamignano c'è uno sportello bancomat dell'Unicredit che serve un circondario di una decina di chilometri di raggio. L'altro mese hanno limitato il bancomat a solo due giorni la settimana. Intanto mi dicono che hanno messo in cassa integrazione o liquidati una massa di dipendenti sulle ventimila. Non assicuro l'esattezza dei dati ma il fenomeno pare sicuro. Ciò significa: stato di illiquidità pernicioso. Finora le tre banche di interesse nazionale e quelle di diritto pubblico  comunque ora si chiamano son potute sopravvivere per la nota chiacchierata e incompresa rivalutazione del capitale sociale della B.I.- Ma quelle mirabolanti alchimie cartacee quanto durano? Vedo incombere un crollo di tutto il sistema bancario italiano  passato dalla funzione di pubblico interesse sostenuto e vigilato dalla Banca d'Italia (art. 1 della vecchia legge fascista ma costituzionalizzata persino da Togliatti) alla mitteleuropea vigilanza prudenziale di Draghi De Sario Fazio De Mattia. Sinora ho sentito solo D'Alema spiegare la tragica congiuntura: non crisi strutturale dell'economia italiana ma sistema illiquido. A questo punto piace anche a me giocare con le parole.

Ma io che pure sono pure sono ottimista incomincio davvero a vederla  brutta. E questo perché la mia cultura da Magna Grecia mi insegna che Giove rende folli quelli che vuol perdere. E follie e cazzate e moralismo e e no io non ho colpa no la colpa è tua no della bella ministra e perché non del padre e della madre di quel ciarlatano diRenzi? E intanto Bisanzio brucia.

Mia moglie mi dice ma se la soluzione è così semplice perché non l'adottano (v. la mia apoditticasoluzione aliunde)? Francamente non lo so. Forse la stanno trovando ma nascosstamente: late biosas sempre la mia cultura della magna grecia . Il capitale non pone mai un problema se non ha la soluzione (Karl Mark). Voglio sperarlo. Abbiamo alle spalle la secolare saggezza della Banca d'Italia (anche se io ne parlo male) e la nostra destrezza a districarci dai guai nazionali è notoria. Sì, lo stellone d'Italia.

Quando però  non si sa a che appigliarsi si fa ricorso alle megere e ai segni apotropaici. Non per nulla per ora esplode la stupida guerra del crocifisso nelle scuole pubbliche.

Calogero Taverna

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