lunedì 11 gennaio 2016

colloquio con Giovanna Bis

  • Che dici a questo Casarrubea gli rispondo finalmente per le rime?
  • 6 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    06/08/2014 15:33
    Lillo Taverna
    GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre Dopo i tumulti di Riesi
    Truppe rientrano a Riesi Lo stato dei feriti Un sottotenente ucciso CALTANISSETTA 10 notte.
    Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella. Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di sangue. Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo. Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma. Stamane qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti. I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti. Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola. Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta. L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice. In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo. Pare che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina. --------------
    Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia. Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca leggere: “Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!” Di sicuro, il Messana, dceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si piuò dileggiare come più fa comodo. E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia. La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia. E’ in corso ancora una indegna lite che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali civili italiani contro la figlia della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del vincolo matrimoniale perché lui non puo vivere coniugalmente con una disendente del “famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo del banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non farlo apparire) siciliano”, quello dei tempi insomma bandito Giuliano di Montelepre.
    E costoro, codesti detrattori vogliono almeno procedere ad un ravvedimento operoso, ad una resipisenza specie ora che vengono a galla mari di documenti non tanto giustificativi del Messana quanto comprovanti senza ombra di dubbio che al Messana non possono appiopparsi le infamie che artatamente e in modo martellato stanno facendo circolare.
  • 6 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    06/08/2014 21:40
  • Lillo Taverna
    06/08/2014 21:41
    Lillo Taverna
    Gionale di Sicilia al conempo non mana di pubblicareu velenoso settatrio trafiletto della IDEA NAZIONALE. Ovviamente condiviendolo. Alora il quotidiano classico siciino aeva altri oietameti poltici: destrorso all’inveroimile. Certa aggetivazione reazionaria oggi ci impressiona. Amche la Destra penso. L’attecco a Nitti èsubdolo, cattivo, per nulla mieriordios. Questa era l’aria che si resirava a Roma. Nitti infatti duò poco. Tenettamentivari e quindi la burletta della marcia su Roma. Quello ce nel trafiletto ci lpise è quell’attaco alla P.S., considerata compiacente con un socialismo più o men ufficiae. Leggte il passo e poi ditemi come possa collimae con la truclenta invenzione dellecole del messana che togliall’ufficiale delesercito il mitra e si mette lui, già fascista, anico della mafia, con lanimo gi volto allenequizie dell’OVRA, a spare sulla olla. Li Causi? Pensiamo solo ad una sua furbata retorica. Le cronache, i trafilettidestrirsi romani lo snentiscono in pieno. Ecco la trascuzione da l’IDEA NAZIONALE:
    La responsabilità del governo. un commento all’Idea Nazionale Roma 10 notte "L'Idea Nazionale" scrive: "Il telegrafo ci ha recato notizia del gravissimo conflitto avvenuto l'8 corrente nel comune di Riesi, in provincia di Caltanissetta: dieci morti e trenta feriti nella folla, quattro feriti tra la truppa. Continua la collana sanguinosa delle benemerenze ultraliberali del governo dell'on. Nitti. Il patto d'alleanza coi socialisti ufficiali porta così i suoi frutti. La propaganda criminosa che tutti i giorni si fa in ogni angolo d'Italia, eccitando pubblicamente, in ispregio a tutti gli articoli del Codice Penale, all'odio verso la borghesia, alla rivolta contro i poteri dello Stato, per l'instaurazione della dittatura proletaria, come in Russia, è semplicemente permessa dalle autorità locali, per ordine di Nitti, pena traslochi telegrafici che tutti conoscono. Da queste folle, alle quali si ripete costantemente dai capi in presenza dei carabinieri e sotto gli occhi compiacenti dei funzionari di P.S. che è venuto il momento di agire per rovesciare l'autorità e il regime di rapina, di violenza ecc., che cosa si può aspettare di diverso, quando esse si trovano attraversati dalla forza pubblica la via alle decantate conquiste? Essi vedono indisturbati, rispettati, accarezzati i propagandisti ufficiali dell'odio di classe, dell'opera e le benemerenze di Lenin, dell'ignoranza di questo falso e fosco gioco, nella fede di un immediato migliore destino, si lasciano trascinare alle maggiori violenze. Ma presto succede il doloroso risveglio dinanzi al sangue dei compagni, caduti vittima principalmente di un governo che per meri calcoli parlamentari ha accreditato una propaganda criminosa, rendendo poi inevitabili le tumultuose pressioni. E mentre mai come ora si sentì il bisogno, l’assoluta necessità di una salda unione tra i partiti dell'ordine, di una forza compatta, disciplinata e conscia dell'alta sua funzione, in questo supremo momento di squilibrio sociale, la fellonia ministeriale dell'on. Nitti ha gettato la discordia fra le frazioni migliori del paese. Nel caso poi di Riesi un'altra e non minore colpa ha il governo. I conflitto è avvenuto in una occasione d’invasione di terre, affermata come legale. Il decreto regnituzionale nittiano ha legalizzato tali occupazioni collettive, ed ha perciò acuito le aspettative delle popolazioni. L'obbligo elementare del governo era di provvedere con la massima urgenza a far funzionare , secondo giustizia e legalità, gli ordini creati per l'assegnazione di tali terre, dettando norme chiare e prontamente eseguibili e
  • 7 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    07/08/2014 17:49
    Lillo Taverna
    guarda il post oggi da me pubblicato in FB e in CONTRA OMNIA RACALMUTO
  • Lillo Taverna
    07/08/2014 18:42
    Lillo Taverna
    Prof. Casarrubea
    Caro dott. Tsaverna, per tagliare la testa al toro, come si suol dire, basterebbe che lei rendesse pubblici alcuni dei documenti che riabilitano Messana. In fondo a chi, com un minimo di serietà fa una ricerca, solo i documenti interessano, perchè sono quelli che necessitano alla formulazione di un giudizio, o alla sua riformulazione. Mi creda, il resto conta poco. Risposta odierna di Calogero Taverna Gentilissimo Professore, non sono per niente d'accordo. Io i documenti li ho già pubblicati, anche se non tutti. Questi documenti e gli altri non riabilitano il Messana per il semplìce fatto che non c'è nulla da riabilitare. Quello che c'è è che io conto ben sette fonti che falsando documenti, accantonandone altri evitando di completare le ricerche archivistiche, storiche e persino giornalistiche, trascurando sentenze passate in giudicato hanno calunniato il Messana. Provato che il Messana nel 1919 non fu stragista, che nel 1942 non fu criminale di guerra e peggio, che diciamo il primo maggio del 1947 non era "capo del banditismo siciliano" (sue parole), che di conseguenza da siffatte intenzionali calunnie ne sono derivati gravissimi danni alla famiglia di OGGI, delle due una: o le fonti - come ho cercato in tutti i modi di farle ravvedere - rettificano le loro calunniose condanne, o saranno i competenti tribunali a stabilire la verità dei fatti con le conseguenze del caso. Quindi il toro può starsene tranquillamente con la sua testa sul collo. Né a me (extra partes) né alla offesa signora Giovanna Messana può importare dei calunniatori . Credo che la signora stia preparando le carte per passarle al suo avvocato romano nel prossimo settembre. Intelligenti pauca.
  • 9 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    09/08/2014 15:58
    Lillo Taverna
    Eppure io resto là, inchiodato alla mia sicilitudine, ai miei scoramenti, alle mie ombre, ai miei dolori ma anche ai miei siciliani sapori, alle mie siciliane brame, al mio essere LILLO, al mio risibile diminutivo: cosa può capirne la goriziana Cernigoi, tutta arroganza incolta, sapienza del nulla, né storica né atta a comprendere il diverso da sé. La mia CASTA DIVA sta altrove, nei sogni dei cieli dell'assurdo nei peccaminosi pascoli dei monti selenici, nel profondo del vulcano etneo. Bellini o mio Bellini, non dirglielo alla Cernigoi, quella non sa sognare, sa adagiarsi solo sugli aculei vindici di slavi repressi.
  • 10 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    10/08/2014 17:32
  • Lillo Taverna
    10/08/2014 17:57
  • Lillo Taverna
    10/08/2014 17:58
  • Lillo Taverna
    10/08/2014 17:58
  • Lillo Taverna
    10/08/2014 17:58
  • Lillo Taverna
    10/08/2014 17:58
    Lillo Taverna
    Se un giornalista o uno scrittore di una certa fama, UMBERTO SANTINO, ha voglia di infilare in uno articolo come questo:
    Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus
    La strage di Portella della Ginestra
    Homepage . 3Ricerca
     
    Umberto Santino
    La strage di Portella della Ginestra
    uno svolazzo del tipo;
    il .... nome di [Giuliano] viene fatto dall'Ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, lo stesso che l'8 ottobre 1919 aveva ordinato il massacro di Riesi (15 morti e 50 feriti) e che ora Li Causi addita come colui che dirige il "banditismo politico". La banda Giuliano sarà pure indicata come responsabile degli attentati del 22 giugno in vari centri della Sicilia occidentale, con morti e feriti .....
    allora vien voglia di chiedergli: sulla base di quale prova? quale è la fonte? ove le carte, le sentenze giudiziarie, le condanne ? la legittimazione dell'addebito infamante?
    Ma avreste la sorpresa che il desso nulla saprebbe rispondervi. La parola di Li Causi, peraltro datata 15 luglio 1947, non basta. Il Li Causi è troppo preso dal suo furore contro Scelba e scarica il suo vociare accusatorio sul declinante questore Messana, cui peraltro doveva la vita. Senza gli avvisi e le protezioni del Messana il compagno onorevole comunista finiva crivellato dai colpi del bandito Giuliano o di chi vi stava dietro; e per noi comincia ad essere molto probabile che possano essere quelli dell'America, ammesso che allora la CIA non fosse già operante.
    Noi siamo andati a rovistare fra le carte dell'archivio di Stato di Caltanissetta e nulla abbiamo trovato che possa coinvolgere il Messana per codesti efferati crimini di Riesi del 1919. Ma sorpresa delle sorprese, veniamo a scoprire che nel 1919 la questura a Caltanissetta non c'era, c'era solo un distaccamento presso la Prefettura all'epoca sotto il ferrea direzione del prefetto Guadagnini. Questi fa dei fatti un paio di mesi dopo un rapporto circostanziato al suo Ministero. L'abbiamo rinvenuto presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma. Anche qui nulla che possa buttare ombre sul Messana. Semplicemente del tutto ignorato per la semplice ragione che non aveva avuto alcun ruolo in quel groviglio di tristi vicende.
    Eccovi quel rapporto: leggetevelo, scandagliatelo e vediamo cosa vi potreste trovare per aggredire il Messana. Diciamo subito: NULLA
    E pure vi diamo le coordinate per andare a controllare presso l ACS di Roma
    Non so se avete notato la richiedente: è la signora Giovanna Messana, la solerte nipote del questore Messana appunto. Se voi detrattori non fate quel passo indietro, quella peraltro doverosa resipiscenza, la signora non può sottrarsi all'onere di perseguirvi per via legale.
  • 11 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    11/08/2014 15:37
  • Lillo Taverna
    11/08/2014 15:38
  • Lillo Taverna
    11/08/2014 15:38
    Lillo Taverna
    Comincia da qui la mia difesa ad oltranza di Ettore Messana in ordine alle calunniose insinuazioni dei tempi calamitosi del bandito Giuliano . Messana ha coraggio da vendere, libertà di pensiero; in una relazione ufficiale, estremamente delicata, che può segnare la fine di una carriera - ed infatti ebbe delle spiacevoli conseguenze - ecco che qui denuncia nientemeno gli americani che foraggiano le espressioni delinquenziali di Sicilia, l'EVIS anche. Chiedo ai detrattori del Messana: avete avuto mai sotto mano questo documento genuino, custodito all'ACS di Roma? Cosa ne dite? Non sbriciola le vostre calunnie? Non è documento valido?
  • 12 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    12/08/2014 0:11
    Lillo Taverna
    Questo l'arcano messaggio di Salvo Messana
  • Lillo Taverna
    12/08/2014 0:16
    Lillo Taverna
    CellulareSalvo Messana ..
    Inizio conversazione in chat
    6 luglio 23.01.50
    Sì tanto ma me lo tengo per me.
    E' un mistero questo personaggio
    Ma fu davvero un antifascista
    Mio nonno lo adprava ma teneva uno stretto tiserbo
    No. Nessun mistero. Solo comprensibile riservatezza di famiglia,
    Ma davvero fu antifascista
    Comunque la generazione '30 e' stata straordinaria a racalmuto
    Ci siamo alcuni che forse ce la siamo cavata ma di tanti altri dubito
    E i camionisti
    Le lotte loro
    I lavoratori sono sempre da rispettare.
    Se ci fa caso nessuno della vostra generazione tranne marchese e salvo ha fatto il sindaco
    Siete stati onesti sognatori
    Ormai cinici
    Ahsha
    Ma sono del decennio '30 scienziati di fama mondiale quale il prof. Giovanni Liotta; giudici integerrimi quali il dott. Onofrio Lo Re. Vi sono molti Cavallaro professionisti che io rispetto profondamente. Simpaticissimo il questore Infurnari. Ed altri ed altri ancora. E talune donne poi davvero eccelse: una per tante: Lina Martorana.
    Grandi davvero
    Siete tutti schivi perche forse nell adolescenza avete avvertito il ridicolo del fascismo
    Certo io sono un cinico dadaista che cerca di parlare come se fosse possibile imitare Also Sprach Zarathustra. Che io sia stato un sognatore, non credo.Ho giubilato banche di dimensioni planetarie e il mio nome sta negli annali dei grandi moralizzatori bancari. Magari indegnamente ma ci sta
    Ma anche tanu matina
    Una bella generazione
    Distinguiamo: quelli della generazione degli anni '20 furono e restarono grandi fascisti. Soprattutto Leonardo Sciascia (l'ho documentato). Noi degli anni Trenta eravamo troppo piccoli per capirne qualcosa. A Racalmuto gli americani entrarono nel pomeriggio del 16 luglio 1ubito tutti antifascisti943 e si divenne s
    del 16 luglio 1943 e subito si divenne tutti antifascisti.
    Ricordo la comica dell'antifascismo dei Petrotto, Giangreco, Farrauto, Tulumello Fofu Scimé (sì anche lui) Totu Marchsi, Elia Avenia e quello studentame del tempo senza soldi ma con tanta puzzetta sotto il naso. E c'eravamo poi i clericali alla Liotta, Lo Re, Ignazio Petrotto, Lillo Savatteri e quei personaggi variopinti alla Viciu Farrauto. Arduo fare classificazioni ed esprimere giudizi di sintesi. Comunque un paese di fervida anche se forse velleitaria cultura.
    si però tutti defilati
    e quell'altro personaggio che è elia marino
    No! Scusami tutt'altro Anzi abbiamo fatto, da opposte sponde, bordelli impetuosi- Certo dopo il pane quotidiano (ed anche il companatico) ci ha sguinzagliato per l'intera Italia ed anche fuori. .
    Elia Marino per tragiche vicende familiari fu malato di mente. E i malati vanno rispettati e non giudicati.
    si però di quello che mi hanno raccontato geniale
    tanti sono i malati mentali
    Non so cosa ti hanno raccontato di Elia Marino... io che l'ho conosciuto sin dall'infanzia ti posso assicura che Elia di geniale non aveva nulla. Ha molto sbagliato ma non era sano di mente. Hanno cercato di curarlo ma la pazzia vera non si cura.
    quella del furto della macchina
    però è straordinaria
    certo è stato pericoloso
    Io non voglio parlare di un amico non potendone dire tutto il bene che vorrei
    ha ragione
    la saluto
    Ciao e qui buona notte
    8 ore fa
    buongiorno
    molto interessanti i suoi interventi sui Matrona
    Ora ho capito la funzione del Circoletto
    Non capivo infatti perché il mio bisnonno frequentasse questo circoletto e non l'Unione
    Io la storia di Racalmuto non me la faccio raccontare, si chiami pure Sciascia, me la vado a cercare negli archivi- Anche se là la polvere è molto fastidiosa. Grazie a lei per i complimenti. Qui tra i miei compaesani stanziali subisco l'ostracismo storico. Non so perché. Il massimo che riesco ad ottenere da Tano Savatteri è che mi cimento in una fastidiosa controstoria, di poco valore, però.
    si sono sclerotizzate delle immagini storiche patetiche
    molti furono con i matrona a fare i risorgimentali ma giá negli anni '70 erano belli e pentiti
    Proprio così. Solo che la verità storica prima o poi emerge e sommerge!
    Serafino Messana, dopo essere stato anticlericale e risorgimentale chiama il proprio figlio Pio Nono
    e il colpo di grazia viene con Don Jachino Savatteri e il fallimentare tentativo del suo Banco
    I Matrona stavano su due staffe. Avevano il Vicario Foraneo, più potente dell'arciprete, era ultra borbonico anche dopo l'Unità
    anche il suocero brigante Don Ramunnu Gueli era borbonico
    I Messana sono la storia di Racalmuto (nel bene e qualche volta nel peggio). Per ora occupano i miei affanni storici.
    e comunque Fofó mi raccontava che Don Leonardo Savatteri, fratello di Giocchino, era a capo di una banda mafiosa temibilissima. Fece fuori a un grillo e, malgrado la famiglia dell'assassinato avesse messo una taglia sostanziosa sulla sua testa, nessuno osó nemmeno tentare a farlo fuori
    Singolare la figura di don Biaggiu (sic) Messana, già commssario di PS a Bologna nel 1860.
    singolare la vicenda sua e della sua progenie
    il figlio Calogero era il padre di Margherita la prostituta, che certamente lei ricorderá
    certo fofó, seppur sicuramente un po' mistificate, aveva notizie di prima mano che gli venivano dal notaio Scimé, assessore della giunta Tulumello
    Senza dubbio. Però ho paura che andando per siffatta via traversa possiamo finire contro il sindaco ed io magari stizzito tiro fuori persino Eduardo. Ma Lei viene a Racalmuto quando illustrerò la grande figura di Ettore Messana?
    LU PAPIGÉ NUTRIVA UNA CERTA AVVERSIONE PER IL RAMO MESSANIANO DELLE SOFIE. NON NE CONOSCO LE MOTIVAZIONI, COMUNQUE SARÁ UN IMMENSO PIACERE POTERLA CONOSCERE
  • 16 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    16/08/2014 17:22
    Lillo Taverna
    1224 MESSANA FRANCESCO MASTRO 1225 MESSANA CROCIFISSA MOGLIE 1226 MESSANA CARMINE F.O 20 1227 MESSANA GIUSEPPA F.A 14 1228 MESSANA SARA F.A 5 1229 MESSANA CAROLINA F.A 3 3680 MESSANA STEFANA VEDOVA 3705 MESSANA ALBERTO 3706 MESSANA ANTONINA MOGLIE 3809 MESSANA MADDALENA MOGLIE DIVISA 4158 MESSANA GRAZIA VEDOVA 4292 MESSANA CALOGERO Dn. 4293 MESSANA LUCIA MOGLIE D. 4294 MESSANA BIAGIO F.O 10 4295 MESSANA LUIGI F.O 8 4296 MESSANA GIUSEPPE F.O 6 4297 MESSANA SERAFINO F.O 4 4298 MESSANA M. ANGELA F.A 2 5590 MESSANA GIUSEPPA VEDOVA 5999 MESSANA SALVADORE D'ALBERTO MASTRO 6000 MESSANA ANGELA MOGLIE 6141 MESSANA GAETANO MASTRO 6142 MESSANA STEFANA MOGLIE 6143 MESSANA M. CARMELA F.A 8 6144 MESSANA CAROLINA F.A 3 6350 MESSANA LUIGI MASTRO 6351 MESSANA PIETRA MOGLIE
    Istituzione borbonica fu quella di far redigere delle NUMERAZIONI DELLE ANIME. L'ultima di tali numerazioni a Racalmuto al 1822.
    Qui abbiamo tutti i MESSANA dell'epoca. Ecco i vari ceppi dei MESSANA: - Francesco Messana sposato con una tale Crocifissa è semplice MASTRO ; - vi è un MESSANA ALBERTO che figura sposato con Antonina ma sembra diviso da Maddalena.
    - Vedove sono MESSANA GRAZIA, Messana Giuseppa. e MESSANA STEFANA, - ma notiamo altri mastri: Messana Salvadore figlio di Alberto, sposato con Angela - Messana Gaetano sposato con Stefana che ha due figlie a carico: Maria Carmela di 8 anni e Carolina di tre anni,
    - e mastro è anche Luigi Messana sposato con Pietra.
    Ma il ceppo principe è quello di CALOGERO MESSANA che i preti si affrettano a designare con il titolo d'eccellenza: DON. Sposato con donna Lucia; ha già cinque figli: BIAGIO di anni 10 che svetterà subito, Luigi antenato per noi del celebre don Luigino Messana divenuto don Ferdinando Trupia per la penna di Sciascia, Giuseppe Messana, non meglio noto; SERAFINO MESSANA che ebbe alterne vicende nella evoluzione politica racalmutese - ed una figlia di appena due anni, Maria Angela di cui non sappiamo nulla,
  • 17 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    17/08/2014 9:51
  • Lillo Taverna
    17/08/2014 9:51
  • Lillo Taverna
    17/08/2014 9:51
    Lillo Taverna
    Questa la vita secondo Eugenio Napoleone Messana di don Biagio Messana di cui uno dei tanti figli dovette essere Clemente Messana padre del nostro Ispettore Generale di P.S. gr. uff. comm. dei SS Maurizio e Lazzaro dottore Ettore Messana
  • 17 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    17/08/2014 13:13
    Lillo Taverna
    Due atti di matrimonio di don Biagio Messana: vediamo che nel 1833 sposa donna Providenza Pericone palermitana e poi, in seconde nozze, nel 1839, la baronessa donna Alfonsa Grillo, figlia del notaio don Antonino Grillo e di donna Maria Carmela Pomo, l'élite della crestomazia racalmutese ottocentesca.
    Questa la vita secondo Eugenio Napoleone Messana di don Biagio Messana di cui uno dei tanti figli dovette essere Clemente Messana padre del nostro Ispettore Generale di P.S. gr. uff. comm. dei SS Maurizio e Lazzaro dottore Ettore Messana
    P.S. Salvo Messana, fratello del sindaco, da Lima mi sta fustigando per i palesi errori che ho commesso in ordine ai vari ceppi dei Messana crestomatici ottocenteschi racalmutesi. Cercherò di correre ai ripari. Niente è più proficuo dell'errore. Mi corregge Salvo: Clemente era figlio di Luigi e non di Biagio Messana. Cambia tutto!! Non è facile fare storia seria.
  • 17 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    17/08/2014 18:54
  • Lillo Taverna
    17/08/2014 18:54
    Lillo Taverna
    siamo attorno al 1785. Luigi Messana non è ancora un signorotto. E' sposato con Pietra. ha due figli Calogero e Rosalia. Calogero ha solo sei anni. Dice Genio, che questo Luigi "fece speziale" il figlio Calogero che quindi acquisisce il titolo di "don". Per Geniu, Luigi Messana si arricchì con il commercio degli zolfi (cosa per noi molto improbabile dati tempi di allora)ma soprattutto "amministrando i beni del conte". non ci dice quale contei e noi stentiamo a rinvenire questo nobilotto di paese che si lasciava amministrare da un Messana che abbandonata quella amministrazione si dedicò "più tardi alla esazione della tassa del macinato" oggi diremmo sensale, campieri ed esattore (tre cose in atto non molto onorevoli.)
  • 18 agosto 2014
  • Giovanna Messana
    18/08/2014 21:13
    Giovanna Messana
    ho terminato di leggere quanto hai scritto,molto interessante.......non sei più in linea peccato pechè ti avrei chiamato,ci sentiamo domani se non disturbo ciao buona serata
  • Lillo Taverna
    18/08/2014 21:17
    Lillo Taverna
    ciao. sei tornata? hai passato un buon ferragosto?
  • Giovanna Messana
    18/08/2014 21:17
    Giovanna Messana
    si abbastanza voui?
    ti posso chiamare ?
  • Lillo Taverna
    18/08/2014 21:59
    Lillo Taverna
    al telefonino, sì.
  • Lillo Taverna
    18/08/2014 23:56
  • Lillo Taverna
    18/08/2014 23:56
    Lillo Taverna
    Questo è l'atto di battesimo di Elettra Itala Ester Messana. La celebre virago lascia in ombra la sua storia sentimentale. Certo non sposò mai pur essendo bella colta intelligente . Perché tradita dalla madre o dal cugino questore. Due correnti di pensiero. Noi siamo per la prima
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:25
    Lillo Taverna
    Quello che ora ti invio è una mia conversazione con Salvo Messana di cui ti dicevo. Ovviamente è top secret
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:28
    Lillo Taverna
    CellulareSalvo Messana ..
    Inizio conversazione in chat
    6 luglio 21.36.57
    carissimo taverna, buona sera
    ricambio l'affettuoso saluto altrettanto affettuosamente
    come sta?
    tra una incazzatura e l'altra, abbastanza bene.
    per lei l'incazzatura è un piacere della vita, almeno mi pare di capire
    ha capito bene. Solo che vorrei che le cose ce le dicessimo con il reciproco TU
    con molto piacere
    mi pare di capire che mio fratello ti sta facendo incazzare abbastanza
    allora come stai tu, carissimo Salvo. Parlami un po' di te. Così finisci nella mia raccolta prosopografica. racalmutese.
    beh
    è da 3 anni che insegno a lima
    non ho voluto partecipare alla prostituzione dei precari al provveditorato
    e a essere sincero, malgrado si stia a scuola 8 ore al giorno, è un'esperienza interessante
    il putridume italiano all'estero è molto più evidente anche se più innocuo
    Cose molto interessanti. Ricordo di essere risalito a te tramite mio cugino Gaetano Restivo Pantalone.
    Il grande tami
    Già!
    Con una curiosita intellettuale patologica
    Perdona la mancanza di accenti
    ma chi se ne frega degli accenti. Mi aspetto da te delle corrispondenze che possa pubblicare nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO
    Si potrebbe fare
    Vorre commemorare mio ppino fofu scime a 20 anni dalla morte
    Ci conto. Ho mie teorie sociologiche ed economicistiche sugli intellettuali italiani all'estero. Spero che mi dia qualche spunto morale e scientifico
    Fanno schifo
    Fofu Scimé fu grande amico mio di liceo e di università. Ho già scritto qualcosa su di lui ... ma troppo poco la la grande figura di questo aristocratico socialista poeta racalmutese
    Quando a mio padre ho detto che volevo farmi prete mi comincio a portare alle ma giate con lui
    Dopo 2 anni ero ateo
    Con rammarico dell arciprete
    Dai 13 anni ai 19 quando la morte lo ha portato via
    La figura dell'arciprete è stata abolita da tanti anni: L'ultimo arciprete di Racalmuto fu padre Puma, carica che mantenne oltre l'abolizione.
    La chiesa non esiste piu
    .
    datando eventi così tragici, è come esorcizzarli.
    Pensare a un secolo di genco casuccio puma
    Questi fratelli su 2 latri fi passu
    Padre curto canonico la dice tutta
    Sono stato in seminario dal 1945 al 1950. Oggi dichiaro nel mio profilo (e non solo lì): sono cattolico clericale ma assolutamente non credente. Mi dichiaro cattolico perché tale è la mia cultura; clericale perché bazzico i preti compresi quelli (coltissimi) dell'Archivio Segreto Vaticano e perché in fondo mi divertono con quell'eterno loro irrisolto problema della loro inappagata vita erotica. Per il resto io sono più che ateo o agnostico. Per me la vita è una strana parentesi tra il nulla e il nihil.
    Mi permetto alcune puntualizzazioni: Liddru Curtu mi è amico dal 10 ottobre del 1945. Che abbia la mozzetta violacea canonicale e non i rossi fregi monsignorili resta per me una ingiustizia.
    Da storico quarantennale della Ecclesia Terrae Rakalmuti non ho tema di affermare che Casuccio . dal suo lato, fu un eccellente arciprete. Più mi addentro nelle sacre carte più mi convinco. E dire che quando era in vita l'ho molto lottato!
    E' una delle poche persine .aestra di semplicita'
    Genco pingue e sedentario visse poco per dare giudizi articolati. Ma spesso fu pregevole.
    Fofu diceva di aver letto alcune sue omelie di gran valore
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:28
    Lillo Taverna
    Poi lui riportava giudizi e opinioni del notaio scime
    Mi si sta scaricando la batteria
    Non vorrei però che Fofu (mangiaprete) facesse confusioni tra Genco e padre Farrauto. Ma certo è che Fofu era un abile ricercatore d'archivio (tra l'altro).
    Allora a domani. Ciao, Mi ha fatto veramente piacere avere colloquiato con te.
    E di mio zio everardo sa qualcosa
    Sì tanto ma me lo tengo per me.
    E' un mistero questo personaggio
    Ma fu davvero un antifascista
    Mio nonno lo adprava ma teneva uno stretto tiserbo
    No. Nessun mistero. Solo comprensibile riservatezza di famiglia,
    Ma davvero fu antifascista
    Comunque la generazione '30 e' stata straordinaria a racalmuto
    Ci siamo alcuni che forse ce la siamo cavata ma di tanti altri dubito
    E i camionisti
    Le lotte loro
    I lavoratori sono sempre da rispettare.
    Se ci fa caso nessuno della vostra generazione tranne marchese e salvo ha fatto il sindaco
    Siete stati onesti sognatori
    Ormai cinici
    Ahsha
    Ma sono del decennio '30 scienziati di fama mondiale quale il prof. Giovanni Liotta; giudici integerrimi quali il dott. Onofrio Lo Re. Vi sono molti Cavallaro professionisti che io rispetto profondamente. Simpaticissimo il questore Infurnari. Ed altri ed altri ancora. E talune donne poi davvero eccelse: una per tante: Lina Martorana.
    Grandi davvero
    Siete tutti schivi perche forse nell adolescenza avete avvertito il ridicolo del fascismo
    Certo io sono un cinico dadaista che cerca di parlare come se fosse possibile imitare Also Sprach Zarathustra. Che io sia stato un sognatore, non credo.Ho giubilato banche di dimensioni planetarie e il mio nome sta negli annali dei grandi moralizzatori bancari. Magari indegnamente ma ci sta
    Ma anche tanu matina
    Una bella generazione
    Distinguiamo: quelli della generazione degli anni '20 furono e restarono grandi fascisti. Soprattutto Leonardo Sciascia (l'ho documentato). Noi degli anni Trenta eravamo troppo piccoli per capirne qualcosa. A Racalmuto gli americani entrarono nel pomeriggio del 16 luglio 1ubito tutti antifascisti943 e si divenne s
    del 16 luglio 1943 e subito si divenne tutti antifascisti.
    Ricordo la comica dell'antifascismo dei Petrotto, Giangreco, Farrauto, Tulumello Fofu Scimé (sì anche lui) Totu Marchsi, Elia Avenia e quello studentame del tempo senza soldi ma con tanta puzzetta sotto il naso. E c'eravamo poi i clericali alla Liotta, Lo Re, Ignazio Petrotto, Lillo Savatteri e quei personaggi variopinti alla Viciu Farrauto. Arduo fare classificazioni ed esprimere giudizi di sintesi. Comunque un paese di fervida anche se forse velleitaria cultura.
    si però tutti defilati
    e quell'altro personaggio che è elia marino
    No! Scusami tutt'altro Anzi abbiamo fatto, da opposte sponde, bordelli impetuosi- Certo dopo il pane quotidiano (ed anche il companatico) ci ha sguinzagliato per l'intera Italia ed anche fuori. .
    Elia Marino per tragiche vicende familiari fu malato di mente. E i malati vanno rispettati e non giudicati.
    si però di quello che mi hanno raccontato geniale
    tanti sono i malati mentali
    Non so cosa ti hanno raccontato di Elia Marino... io che l'ho conosciuto sin dall'infanzia ti posso assicura che Elia di geniale non aveva nulla. Ha molto sbagliato ma non era sano di mente. Hanno cercato di curarlo ma la pazzia vera non si cura.
    quella del furto della macchina
    però è straordinaria
    certo è stato pericoloso
    Io non voglio parlare di un amico non potendone dire tutto il bene che vorrei
    ha ragione
    la saluto
    Ciao e qui buona notte
    11 agosto 15.22.29
    buongiorno
    molto interessanti i suoi interventi sui Matrona
    Ora ho capito la funzione del Circoletto
    Non capivo infatti perché il mio bisnonno frequentasse questo circoletto e non l'Unione
    Io la storia di Racalmuto non me la faccio raccontare, si chiami pure Sciascia, me la vado a cercare negli archivi- Anche se là la polvere è molto fastidiosa. Grazie a lei per i complimenti. Qui tra i miei compaesani stanziali subisco l'ostracismo storico. Non so perché. Il massimo che riesco ad ottenere da Tano Savatteri è che mi cimento in una fastidiosa controstoria, di poco valore, però.
    si sono sclerotizzate delle immagini storiche patetiche
    molti furono con i matrona a fare i risorgimentali ma giá negli anni '70 erano belli e pentiti
    Proprio così. Solo che la verità storica prima o poi emerge e sommerge!
    Serafino Messana, dopo essere stato anticlericale e risorgimentale chiama il proprio figlio Pio Nono
    e il colpo di grazia viene con Don Jachino Savatteri e il fallimentare tentativo del suo Banco
    I Matrona stavano su due staffe. Avevano il Vicario Foraneo, più potente dell'arciprete, era ultra borbonico anche dopo l'Unità
    anche il suocero brigante Don Ramunnu Gueli era borbonico
    I Messana sono la storia di Racalmuto (nel bene e qualche volta nel peggio). Per ora occupano i miei affanni storici.
    e comunque Fofó mi raccontava che Don Leonardo Savatteri, fratello di Giocchino, era a capo di una banda mafiosa temibilissima. Fece fuori a un grillo e, malgrado la famiglia dell'assassinato avesse messo una taglia sostanziosa sulla sua testa, nessuno osó nemmeno tentare a farlo fuori
    Singolare la figura di don Biaggiu (sic) Messana, già commssario di PS a Bologna nel 1860.
    singolare la vicenda sua e della sua progenie
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:29
    Lillo Taverna
    il figlio Calogero era il padre di Margherita la prostituta, che certamente lei ricorderá
    certo fofó, seppur sicuramente un po' mistificate, aveva notizie di prima mano che gli venivano dal notaio Scimé, assessore della giunta Tulumello
    Senza dubbio. Però ho paura che andando per siffatta via traversa possiamo finire cointro il sindaco ed io magari stizzito tiro fuori persino Eduardo. Ma Lei viene a Racalmuto quando illustrerò la grande figura di Ettore Messana?
    LU PAPIGÉ NUTRIVA UNA CERTA AVVERSIONE PER IL RAMO MESSANIANO DELLE SOFIE. NON NE CONOSCO LE MOTIVAZIONI, COMUNQUE SARÁ UN IMMENSO PIACERE POTERLA CONOSCERE
    11 agosto 21.47.22
    ma forse è meglio che ci diamo del tu
    Conosco moltissime cose dei maschi Messana, delle donne niente. Salvo Elettra Messana ed ora Giovanna Messana la nipote del questore (era di più ma per tradizione mi suona meglio "questore") Ed ho anche qualche conoscenza con Domenica Valenti che è la nipote del celeberrimo don Luigino Messana.
    Venerdì 21:33
    salve
    salve
    cosa ci regalerá di storico nei prossimi giorni
    La mia grande battaglia per il recupero del buon nome di un grande racalmutese figlio di Clemente Messana (non il nonno di Dino Casuccio), il gr.uff. comm. dei SS Maurizio e Lazzaro l'Ispettore generale di PS il dottore Ettore Messana
    e i savatteri?
    Mi sono informato con la memoria storica vivente Guglielmo Schillaci sulla prostituta Margherita. Le cose non collimano con le dicerie del grande poeta dialettale Fofò
    tranne forse calogero tutti delinquenti e puttanieri
    ovvero?
    Per i Savatteri ho già scritto un centinaio di pagine: ovvio mi sono mantenuto a li ranti ranti. Troppi amici miei per essere "avalutativo" come occorre essere nelle scienze sociali. E la storia è appunto una scienza sociale.
    comunque tanto tranquilli non erano
    mia nonna maria mi parlava spesso del suo bisnonno pietro savatteri
    comunque cosa non collima fofó con guglie
    schillaci?
    La prostituta Margherita cognominata Messana, ma ad avviso di Guglielmo che quanto a malalingua non la perdona manco al figlio di Dio, non aveva nulla a che vedere con i Messana egemoni. malata, innocua, meritava ed aveva molta compassione. Qualche Calogero Messana, trasversale ai grandi Messana anche lui, invece bazzicava la celeberrima GALLA. Sì, Schillaci.
    assolutamente no, era la nipote di don Biagio, Calogero figlio di quest'ultimo insieme al fratello Angelo erano alcolizzati persi. la stessa fanara di Genio, Serafino se l'accaparró come garanzia per un prestito fatto ai nipoti
    quando Calogero si mangió tutto vendette la figlia al tira a segno e si sposo con una maitresse dei Gallo
    perció la margherita passó alla storia comu Gadda
    mia madre mi racconta che quando passavano per quelle parti lei spuntava e gridava: inutili ca vi vuntati, ca parienti siemmu!
    Per Guglielmo tra Margherita e le vicende di li Gaddra (e n on voglio arrivare al grande amico mio Fofò) vi sono divari incolmabili. Però mi arrendo dinanzi alle tue (ci diamo del tu, no?) dirette e intime conoscenze. Però a me interessano i personaggi storici, i rami secchi non mi interessano. I Savatteri mi interessano per una decina di grossi personaggi, a cominciare dal seicentesco don Scipione (rectius Sapiuni) Savatteri di cui pagine e pagine nei miei due volumi sulla storia di Racalmuto, sino al buon don Gaetano Savatteri morto poverissimo presso il pastificio Baiamonte, dopo essersi fatto spolpare vivo dai Nalbone per il suo grande e non corrisposto amore per donna Marietta.
    quale donna marietta?
    sarebbe tanazzu impazzito d'amore?
    Può darsi che nelle rabbie delle famiglie Messana fosse chiamato Tanazzu. per me era e l'ho sempre rispettato come don Gaetano Savatteri. Per donna Marietta no comment: cadrei nel gossip di paese.
    anche tanu lu foddi
    il deterioramento mentale di gaetano colpí tremendamente mio nonno emilio
    sarebbe avvenuto in tempi relativamente rapidi
    doveva essere dei primi del '900
    Don Gaetano Savatteri non era folle. La famiglia, specie per ispirazione di Geniu, non fu commendevole con quest'uomo sicuramente non venale.
    no per niente
    si vendette tutto e nel sottoscale dove terminó i suoi giorni conservava i giornali che trovava in strada
    era un ufficiale in carriera
    eccellente educazione
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:29
    Lillo Taverna
    in che anno nacque?
    Potrei appurarlo. Sinora non l'ho fatto. Il suo guaio fu quello di essersi innamorato di un'orsolina innamorata platonicamente (salvo prova contraria) di un arciprete. Ma sto scadendo nel gossip- Non è degno di me. Io sono uno storico!! (almeno ci provo).
    Se Napoleone non fosse stato sedotto dalla Castiglione, forse non ci sarebbe l'Italia
    e forse sarebbe anche meglio
    Ma don Gaetano non era Napoleone e donna Marietta non mi è mai sembrata una bella donna. Che debbo dire? che l'amore è cieco?
    a volte completamente
    mia nonna non credeva all'amore cieco ipovedente sí, ma non cieco
    Chissá
    Non posso contestare l'autorevolezza di tua nonna. Solo che Geniu ha scritto interessate minchiate nel suo talora sgangherato tomo di storia paesana circa le dilapidazioni del patrimonio da parte di don Gaetano. Ufficiale ferito non volle prebende né vitalizi che pure gli spettavano. Grande uomo. Onora la famiglia Messana.
    mia nonna maria
    Rosalia é molto riservata
    lei ha avuto modo di conoscere la mamma di mio padre?
    Devo essere sincero: te e la tua famiglia non riesco ad inquadrarvi. Del resto avrai capito che quando ci stanno di mezzo le donne io da buon racalmutese devo usare la massima discrezione. Sarò maschilista ma per me sulu li masculi (e macari i piglianculu) fanno la storia.
    ahahahaha
    comunque vorrei conoscere meglio la figura di mio zio Everardo
    bene io ho il forte sospetto che alla base delle fortune dei messana ci sia una probabile origine giudaica
    e soprattutto la pratica economica tipica degli ebrei
    ti saluto
    ciao
    Non sarò certo io a parlarti di tuo zio Eduardo. Ti posso solo dire che frequentando l'Archivio Centrale di Stato ho trovato un grosso fascicolo su tuo zio. Me lo sono fatto fotocopiare. Allora era possibile. Pur non essendo trascorso il settantennio concedevano queste intrusioni nella vita privata di personaggi dalle famiglie ora persino onorevoli. Oggi non si può più. Se io pubblico quelle fotocopie, mi tolgono l'accesso negli archivi. E se io non vado negli archivi a respirare quella fetida polvere io muoio. In questo sono diversissimo da Sciascia, che spesso la storia se la faceva raccontare.
    Escludo origini ebraiche nei Messana. Nella prima metà dell'Ottocento don Luigi Messana si arricchisce con le miniere, il figlio speziale consolida le fortune di famiglia. Ma per me è il nipote Biagio che lancia negli incarichi pubblici specie in polizia i suoi discendenti. Approfittare dei poveracci che sprecano le proprie fortune in infelici iniziative minerarie come mio bisnonno La Rocca? Possibile, ma non certo. Io ti ho chiesto l'amicizia incontrandoti nella bacheca di Gaetano Restivo, mio cugino non strettissimo per via del fratello di mia nonna, il valido mastru Nicu La Rocca. A pag. 202 e segg. Geniu illustra piuttosto bene la propria prosapia.
    Sabato 0:07
    Con le carte on casa di mio nonno emilio ho trvato il nome del capostipite comune dei rami odierni, tale alberto messana
    E sempre a casa di mio nonno emilio c'erano i testamenti dei mantione
    Cosa che non sapevo,
    Nell`800 i pitruzzella erano don
    Immagino che i discendenti siano i rastolo
    Vi fu un arciprete Petruzzella e da qui il don
    Addirittura
    Quando
    Di mio zio volevo solo sapere se fu davvero un attivo antigascista
    No non fu antifascista anche se vi figura
    Doveva essere un gran maneggione allora
    No comment
    Sabato 16:32
    a cercare vi si trova l'arciprete Petruzzella vedi FB
    1224 MESSANA FRANCESCO MASTRO 1225 MESSANA CROCIFISSA MOGLIE 1226 MESSANA CARMINE F.O 20 1227 MESSANA GIUSEPPA F.A 14 1228 MESSANA SARA F.A 5 1229 MESSANA CAROLINA F.A 3 3680 MESSANA STEFANA VEDOVA 3705 MESSANA ALBERTO 3706 MESSANA ANTONINA MOGLIE 3809 MESSANA MADDALENA MOGLIE DIVISA 4158 MESSANA GRAZIA VEDOVA 4292 MESSANA CALOGERO Dn. 4293 MESSANA LUCIA MOGLIE D. 4294 MESSANA BIAGIO F.O 10 4295 MESSANA LUIGI F.O 8 4296 MESSANA GIUSEPPE F.O 6 4297 MESSANA SERAFINO F.O 4 4298 MESSANA M. ANGELA F.A 2 5590 MESSANA GIUSEPPA VEDOVA 5999 MESSANA SALVADORE D'ALBERTO MASTRO 6000 MESSANA ANGELA MOGLIE 6141 MESSANA GAETANO MASTRO 6142 MESSANA STEFANA MOGLIE 6143 MESSANA M. CARMELA F.A 8 6144 MESSANA CAROLINA F.A 3 6350 MESSANA LUIGI MASTRO 6351 MESSANA PIETRA MOGLIE
    Istituzione borbonica fu quella di far redigere delle NUMERAZIONI DELLE ANIME. L'ultima di tali numerazioni a Racalmuto al 1822.
    Qui abbiamo tutti i MESSANA dell'epoca. Ecco i vari ceppi dei MESSANA: - Francesco Messana sposato con una tale Crocifissa è semplice MASTRO ; - vi è un MESSANA ALBERTO che figura sposato con Antonina ma sembra diviso da Maddalena.
    - Vedove sono MESSANA GRAZIA, Messana Giuseppa. e MESSANA STEFANA, - ma notiamo altri mastri: Messana Salvadore figlio di Alberto, sposato con Angela - Messana Gaetano sposato con Stefana che ha due figlie a carico: Maria Carmela di 8 anni e Carolina di tre anni,
    - e mastro è anche Luigi Messana sposato con Pietra.
    Ma il ceppo principe è quello di CALOGERO MESSANA che i preti si affrettano a designare con il titolo d'eccellenza: DON. Sposato con donna Lucia; ha già cinque figli: BIAGIO di anni 10 che svetterà subito, Luigi antenato per noi del celebre don Luigino Messana divenuto don Ferdinando Trupia per la penna di Sciascia, Giuseppe Messana, non meglio noto; SERAFINO MESSANA che ebbe alterne vicende nella evoluzione politica racalmutese - ed una figlia di appena due anni, Maria Angela di cui non sappiamo nulla,
    Sabato 18:38
    giuseppe messana è il poeta
    salvatore messana di alberto era il nonno di mio nonno emilio
    come non sappiamo nulla, maria angela sarà la madre del barone tulumello
    Sabato 22:02
    noi maiestatis ovviamente... io non so nulla. Ricordiamoci che siamo nel 1822Scive Geniu
    e a quanto pare sempre secondo la lingua di fofò la maria angela era ninfomane
    .la ricchezza ereditata dal padre gli consentì di sposare , con lauta dote, l'unica figlia Maria Angela al barone Giuseppe Tulumello-
    si
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:30
    Lillo Taverna
    anche per questo credo che i messana poi si allontanarono dai matrona in quanto il nipote si configurava come alternativo
    Costretto ora da te sono andato a controllare E.N. Messana e quindi debbo darti ragione. Ma per salvarmi in corner ti dirò che le mie personali ricerche storiche non mi avevano sinora attirato l'attenzione verso questa donna dei Messana. Scatta il mio denunciato maschilismo storico. Però sto mentendo. Mi fai sovvenire una rissa tra questa "Tulumello" acquisita e l'amministrazione Comunale per una faccenda di "tomba gentilizia". Ma posso ricordare male. Dovrei controllare.
    la fazione dei tulumello le risulta abbia assassinato una tal guardia martorana o tinebra?
    Vi ho scritto una ventina di pagine.Credo però che si chiamasse Martorella ed era parente di Sciascia e Sciascia ne parla ma un po' faziosetto. Se non mi sbaglio.
    Dammi del tu .. altrimenti...
    sarebbe stato ammazzato perchè gridò al barone: "figlio di puttana"
    Veramente io la saprei in modo un po' diverso. La guardia campestre che si era permesso di razzire i conigli che scappavano dalla riserva del Barone (si fa per dire) a Bellanova si era permesso di dire al campiere del barone (per modo di dire) "sta zittu tu , lassa parlari a iddru che è un omu" Ma per la precisione appena avrò consulato i miei scritti in proposito
    .
    .
    sciascia la racconta così
    A me lo diceva fofu
    Io ho consultato l'archivio centrale di stato ed altri archivi. Per quell'omocidio su commissione da cui fu assolto con formula piena, il barone si fece due anni di carcere. Una astiosa lettera anononima ma del primo gesuita Nalbone la faccenda è in qualche modo bene abbozzata
    Asini e muli s’intensificarono nell’Ottocento con l’esplosione delle miniere di zolfo. Fu il tempo dei “vurdunara”. Scrive Francesco Renda, nel libro di storia che abbiamo citato (p. 118): «Il solo trasporto dello zolfo […] fino alla vigilia dell’unità richiese l’impiego di 3.000 uomini e di 10.000 muli, una vera e propria armata in permanente stato di mobilitazione.» Fino all’entrata degli americani, nel 1943, la teoria di asini con il loro carico di “balate” di zolfo era consueto per le trazzere che da Quattro Finaiti, Cozzo Tondo e dintorni si portavano alla stazione ferroviaria. Noi ne abbiamo ancora vivo il ricordo. E l’afrore delle urine che stagnavano nelle solite pozzanghere è rimasto memorabile: già, l’asino doveva soffermarsi sempre al solito posto per le sue evacuazioni uretrali. Piuttosto recente l’uso del carretto, appena le carrozzabili lo permisero. E dopo, utilizzando i dissestati Moss degli americani, la meccanizzazione, il trasporto su camion. La caccia, più che per nutrimento, è stata uno sport, una passione. Il barone Luigi Tulumello, a fine Ottocento, si fece costruire nel feudo lasciatogli dal prozio prete, delle torrette, da cui sparare tranquillamente ai conigli, che si premurava a immettere nelle sue terre a tempo debito. Una guardia campestre – tale Martorelli – amava però fare il bracconiere nei dintorni della tenuta baronale di Bellanova. Il nobile don Luigi Tulumello non tollerava il dispetto che si permetteva una volgare guardia campestre: la fece chiamare, e, in sua presenza la fece inquisire da un suo famiglio. Il Martorelli fu arrogante, anzi mise in dubbio “l’essere omo” di quel manutengolo. Dopo pochi giorni, il Martorelli ci rimise la pelle. In un fascicolo a stampa che trovavasi – chissà perché? – nella sacrestia della Matrice (ma mani pietose l’hanno trafugato) si poteva leggere il racconto del processo penale che ne seguì. Per le autorità inquirenti, due bravacci favaresi si erano acquattati in una macelleria di tal Borsellino, all’inizio di via Fontana. Quando, come al solito, il Martorelli, baldanzoso sulla sua giumenta, passò verso il meriggio per andare ad abbeverare la bestia giù alla fontana, fu da malintenzionati paesani additato dall’interno della macelleria. I bravacci seguirono allora il Martorelli fino alla fontana e là gli scaricarono addosso vari colpi di lupara. Per gli inquirenti, i mandante era stato il barone; l’organizzatore il famoso campiere Bartolotta. Si fecero, costoro, un paio di anni di carcere preventivo, ma poi vennero totalmente assolti. Per qualche coniglio selvatico, ci si rimetteva la pelle a Racalmuto sino al tardo Ottocento. Per gli avversari politici, il barone Tulumello – anche se poi sindaco ed consigliere provinciale - rimase “un reduce dalle patrie galere”, come può leggersi in missive anonime che si conservano nell’archivio centrale di stato. E così anche per Sciascia. Va letta in proposito questa pagina di Nero su nero: «La ragione lontana di questa mia avversione [per i titoli nobiliari, ndr] sta che al mio paese, dove l’ultimo barone era morto una diecina d’anni prima che io nascessi, l’ombra di costui dominava ricordi di soperchieria e violenza, di corruzione e di malversazione amministrativa. A casa mia, poi, ce n’era un ricordo più vicino e diretto, e più tremendo: il barone si diceva avesse fatto ammazzare un cugino di mio nonno, una giovane guardia campestre della cui moglie si era invaghito. «Nonostante il rapporto di dipendenza (il barone era sindaco, o forse sindaco era suo fratello), la guardia lo aveva ammonito e forse minacciato: che girasse al largo della sua casa, della sua donna. E il barone gli aveva mandato il sicario, a tirargli alle spalle mentre quello abbeverava la giumenta. Dell’agguato, del colpo alle spalle, della terribile condizione della vedova che si era levata, ma inutilmente, ad accusare il barone, mi si faceva un racconto minuzioso: ma in segreto, quasi col timore che il barone potesse ancora, dalle sue spie, venire a sapere quel che si diceva di lui. E ricordo una particolarità piuttosto orrenda: che il colpo che uccise la guardia era fatto, oltre di lupara, di schegge di canna; e volevano dire atroce irrisione (nel sentire popolare la canna, forse perché data all’ecce homo come scettro, è simbolo di scherno; e si ritengono maligne, cioè inevitabilmente destinate a suppurare, le ferite da canna).» Parola d’onore: nelle carte processuali, neppure l’ombra del delitto passionale. Per movente, si adduceva la stizza per il bracconaggio dei conigli baronali e l’ira per la tracotante insolenza della guardia campestre. Erano, poi, tempo d’abigeato e la lettera anonima avverso i Tulumello – quando la guardia campestre Martorelli era già morta e sotterrata – ce ne ragguaglia con insinuazioni maligne. Certo, ora la nuova guardia comunale Leonardo Sciascia è tutta per il barone Tulumello: in data 25 maggio 1896 si scriveva anonimamente al Cadronghi: «Eccellenza. - Il sindaco Tulumello reduce dalle patrie galere, tutto può ciò che si vuole. Fattosi padrino di un bambino del marasciallo, se ci è fatto lama spezzata; con cui a mantenere le apparenze di un paese tranquillo e di ordine, si occultano reati col qui pro quo. Il vice pretore Alaimo informi. Così la mafia, vestita di carattere pubblico regna e governa. Pertanto, un Michele Scimé, braccio destro del Tulumello, poté essere assolto, sebbene colto in flagranza di abigeato di animali. Così i fratelli Bartolotta - della greppia - non vengono inquisiti di animali, mentre vennero nei loro armenti scovati animali rubati. Così Leonardo Sciascia disciplina l'elemento cattivo che, sotto le parvenze di circolo elettorale, (sic) dove un Tulumello è presidente, soffoca ogni libera manifestazione, come nell'ultima elezione. Così Alfonso Conte, dopo la villeggiatura fattasi col Sindaco, dalle carceri di Girgenti, Catania e Palermo, gode oggi di una pensione assegnatagli dal Tulumello, sì da fare il maestro didattico della malavita. Et similia.»
    Domenica 9:49
    .
    .
    .
    .
    Questa la vita secondo Eugenio Napoleone Messana di don Biagio Messana di cui uno dei tanti figli dovette essere Clemente Messana padre del nostro Ispettore Generale di P.S. gr. uff. comm. dei SS Maurizio e Lazzaro dottore Ettore Messana
    Gradita ogni rettifica o aggiunta
    Sono tutti di luigi
    I figli di biagio erano angelo e calogero
    Finirono male
    Alcolizzati all ospe
    Questo ramo si estinse con la gadda margherita
    Allora Clemente Messana, il padre di Ettore Messana, di chi era figlio?
    Ettore non era figlio fi emilio
    Mi sono sbagliato
    Questo è certo: il padre di Ettore Messana si chiamava Clemente. Ettore nacque a Gela. Salvo errori ed omissioni
    Emilio eta il padre di luihi
    Clemente
    Appunto
    Emiluo
    Adriano
    Tutti figli di luigi
    Emilio è quello del cane di donn e.ilio
    Di occhio di capra
    In famiglia non godevano di grande considerazione
    Emilio era un ridilio di piazzetta
    Clemente doveva essere assoggettato alla moglie
    dunque Clemente sarebbe figlio di Luigi che sarebbe fratello di Biagio di Calogero? Grazie. informazioni importanti PER ME
    Li si chiamava li sofii
    Clemente era figlio di luigi fratello di serafino biagio mariangela
    Sarò svetoniano nel fare storia
    Però mi pare che lei ignori il grande scandalo esogamico della famiglia
    Domenica 13:04
    TANTISSIME COSE IGNORO. Ma mezz'ora fa ho saputo chi sei tu. Me l'ha detto mio cugino Gigi Restivo davanti al Circolo Unione. Essendo io una gran malalingua ho corso un brutto rischio. solo ora so che sei il fratello di Emilio il nuovo sindaco di Racalmuto, veterocomunista come me ma lui finge di essere pentito; io, no. Tantissimi rallegramenti quindi mio caro Salvo. Spero che mi farai qualche raccomandazione presso tuo fratello. Ultimamente non andiamo molto d'accordo. Di don Emilio Messana personaggio importante del Circolo Unione qualcosa so. Quanto agli scandali di famiglia e chi se ne frega? Non mi interessano molto veramente. Buona domenica
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:31
    Lillo Taverna
    Due atti di matrimonio di don Biagio Messana: vediamo che nel 1833 sposa donna Providenza Pericone palermitana e poi, in seconde nozze, nel 1839, la baronessa donna Alfonsa Grillo, figlia del notaio don Antonino Grillo e di donna Maria Carmela Pomo, l'élite della crestomazia racalmutese ottocentesca.
    Questa la vita secondo Eugenio Napoleone Messana di don Biagio Messana di cui uno dei tanti figli dovette essere Clemente Messana padre del nostro Ispettore Generale di P.S. gr. uff. comm. dei SS Maurizio e Lazzaro dottore Ettore Messana
    P.S. Salvo Messana, fratello del sindaco, da Lima mi sta fustigando per i palesi errori che ho commesso in ordine ai vari ceppi dei Messana crestomatici ottocenteschi racalmutesi. Cercherò di correre ai ripari. Niente è più proficuo dell'errore. Mi corregge Salvo: Clemente era figlio di Luigi e non di Biagio Messana. Cambia tutto!! Non è facile fare storia seria.
    Domenica 18:55
    .
    .
    siamo attorno al 1785. Luigi Messana non è ancora un signorotto. E' sposato con Pietra. ha due figli Calogero e Rosalia. Calogero ha solo sei anni. Dice Genio, che questo Luigi "fece speziale" il figlio Calogero che quindi acquisisce il titolo di "don". Per Geniu, Luigi Messana si arricchì con il commercio degli zolfi (cosa per noi molto improbabile dati tempi di allora)ma soprattutto "amministrando i beni del conte". non ci dice quale contei e noi stentiamo a rinvenire questo nobilotto di paese che si lasciava amministrare da un Messana che abbandonata quella amministrazione si dedicò "più tardi alla esazione della tassa del macinato" oggi diremmo sensale, campieri ed esattore (tre cose in atto non molto onorevoli.)
    Ettore era cugino primo di elettra fu adriano e di luigi fu emiliio
    Clemente emilio adriano erano fratelli, figli di liugi fratello di serafino biagio giusepppe e maria angela messana
    Domenica 20:20
    io ho conosciuto la sorella di ettore, elena
    che fece una mala fine grazie alla nipote giovanna
    E qui mi sono davvero perso. Diciamo che tu sei figlio di Calogero alias Lillo Messana mio compagno di liceo. Lillo Messana sarebbe figlio di Emilio Messana il cui padre non so come si chiama. Questi sarebbe figlio dell'Emilio fratello di quel Clemente che abbiamo detto essere il padre del celebre Messana Ettore, la figura storica che sto cercando di riabilitare (come sono convinto che merita). Tuo nonno ed Ettore un grado di parentela dunque dovrebbero averlo se non mi sbaglio. Non è dunque vero che tra il tuo ramo e quello della nipote di Ettore (Giovanna Messana, mia amica) non ci sia alcun vincolo di parentela come dicono. Io invece ho sentito parlare di don Clemente Messana nonno di Dino Casuccio. Questi che c'entra con i Messana? Ti prego: metti ordine nel mio guazzabuglio di conoscenze sui Messana. Grazie
    alberto fratello di luigi del '700 e figlio di michelangelo salvatore calogero mio nonno emilio mio padre e noi
    clemente di dino era cugino primo di mio nonno emilio
    Giovanna Messana, nipote di Ettore ha 75 anni, quindi un po' più giovane di tuo padre ma non di molto, è parente di tuo padre oppure no?
    no
    di mia nonna rosalia
    luigi ha 3 figli
    adriano clamente e emilio
    luigi è fratello di serafino padre di egenio, nonno di genio e mia nonna
    da quello che mi dici mi parrebbe però che un vincolo di parentela, sia pure lontano, ci sia.
    ettore don luigino di sciascia e elettra sono tutti cugini di primo grado
    certo
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:32
    Lillo Taverna
    il ceppo comune è michelangelo
    da dove discendono tutti i rami
    da montedoro a racalmuto
    Già ci sono quelli di Montedoro con i quali sono ai ferri corti.
    mia madre ha conservato un sacco di carte provenienti dalla casa di mio nonno ma non sa dove le ha messe
    ci sono vari testamenti dei mantione
    la mamma di mio nonno emilio era discendente del canonico
    Ma tua madre è donna di alta cultura, quindi se non ricorda è per reticenza comprensibile-
    ho il contratto di matrimonio di Salvatore con una petruzzella
    no
    mia madre è maniaca di conservare
    solo che poi dimentica dove mette le cose
    ho le carte del processo alla bancarotta di jachino savatteri
    in quanto era cognato del nonno di mia nonna rosalia
    che lei forse ricorderà essendo morto nel '49 a 97 anni
    Ma certamente non sai come si chiuse quel processo. Se lo sai dimmelo perché sarebbe una mia lacuna- Di quelprocesso parlano certe carte dell'ACS di Roma equelle dell'archivio di stato di Agrigento.
    Nel 49 stavo rinchiuso in sem inario e le cose di Racalmuto ero costretto ad ignorarle.
    si rovinarono un sacco di famiglie
    Don jachino la notizia la ebbe mentre mangiava polpette e morì sul colpo con una polpetta in bocca
    così diceva fofò
    e credo che per salvare la situazione jachino abbia fatto una grande malversazione dalle casse del municipio
    sino a perdere tutto l'ingente patrimonio di famiglia
    si ridussero a vivere nelle dipendenze del loro palazzo
    Tu credi troppo a Fofò. Non credo che parlasse delle vergogne della sua famiglia. La faccenda del sindaco Savatteri in un certo qual senso l'ho seguita da Roma sulle carte di archivio- Sono arrivato alla conclusione che si addossò anche colpe non sue.
    la zia di genio, marietta visse in casa di don Jachino e raccontava che aveva una orchestrina privata
    lei si svegliava al suon di violino
    sì, alla fine era un galantuomo, amava il paese
    tutte le grandi opere che passarono a merito dei matrona li fece lui
    a cominciare dal teatro
    però non dimentichi che fofò l'addivò il prozio notaio Scimè
    sotto casa ho una strana processione dell'assunta
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:33
    Lillo Taverna
    belle marce peruviane
    ha mai pensato di fare un salto in queste terre?
    A 80 anni e dopo una vita di pellegrinaggi non si hanno più forze sufficienti per andare addirittura nella patria di una mia collaboratrice domestica che è ritornata l'altro mese in patria.
    ahahaha
    è il posto dove muore l'estetica umana
    dei mantione cosa mi dice?
    Ma Fofò ti ha mai raccontato la disavventura di suo padre. O meglio ti ha mai parlato di quello Scimé sindaco che la sera fa decidere di nominare Mussolini cittadino onorario di Racalmuto e il giorno dopo Mussolini gli fa recapitare un decreto a sua firma e a quella di Vittorio Emanuele III che lo destituisce per mafia?
    Quale Mantione? Se parli del canonico, tanto
    canonico e discendenti
    questa prosapia si spense per la morte immatura di Cesare
    quello che mi hai scritto è top secret o sia pure parzialmente posso farne un discreto uso? Quanto a me puoi farne tutto l'uso che vuoi
    fofò mi parlo dell'accusa per l'omicidio del giancani usuraio
    quale?
    Dei discendenti del canonico non so nulla. Ameno che non si tratti dei mitatera di mia nonna ... ma non credo.
    Ma non fu un'accusa accademica. Non so per quanto ma fu carcere infamante. Poi prosciolto per abilità di un giudice di famiglia.
    anche lì ci sono vari rami
    però non so se fossero parenti
    si
    però non c'entrava nulla
    l'assassino si trovò dopo e lo liberarono
    vari giancani se la videro brutta
    per questo omicidio
    In effetti non c'entrava nulla!
    comunque si gli scimè erano di tradizione delinquenziale
    la bisnonna di fofo era leonarda borsellino e sul conto dei fratelli me ne raccontava di cotte e di crude
    e sulle stragi perpetrate dai bersaglieri nella lotta al brigantaggio in racalmuto sa qualcosa?
    a proposito dei mantione, prete no ci fu solo gaetano se non anche scipione e annibale
    No ,,, io non ho detto questo. Vari rami anche l: i parenti di Fofò (ramo maschile) furono grandi personaggi del liberalismo racalmutese del primo Novecento. Fofò per la faccenda del padre ebbe contraccolpi psichici da cui non guarì mai più.
    di quest'ultimo ho una foto
    si
    comunque scorreva la follia dei giancani nel suo sangue
    Per i Mantione sì è vero vari preti e qualcosa di questi dovrei sapere.
    diciamo che il più umile rimase lu 'zzi caliddu perchè il fratello fu magistrato e sposò una principessa tedesca
    prevaleva la produzione umana femminile
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:33
    Lillo Taverna
    comunque era ritenuta civile se è vero che i baeri, che in politica matrimoniale erano schizzinosetti, permisero a Salvatore di sposarne una in prime nozze Vincenza
    Fofò per me era sanissimo di mente. Era di intelligenza superiore. Fu molto erudito. Le sue stramberie avevano genesi molto umana. Per me è emblema di cosa significa un errore di giustizia.
    dalla cui unione nacque la mamma di mia nonna e di genio
    però i suoi problemi nacquero negli anni sessanta
    certo il dramma del carcere ingiusto fu tremendo
    in più lui era di spiccata sensibilità
    ma per tutti voi bambini non fu un periodo facile
    la guerra i padri al fronte
    mio padre per quasi un anno non ebbe più notizie di mio nonno
    verissimo quello che dici. Quello che negli anni '60 successe a Fofò nel Nord credo che nessuno riusci a spiegarselo. Io conosco qualche dato esteriore ma non spiega un bel nulla.
    io so qualcosa però non ne parlo
    per me è stato un secondo padre
    e per mio padre un fratello
    gli fece da compare di nozze e mi battezzò anche
    Anche quello della guerra è vero. Mio padre non andò in guerra per questione di età e quindi brutte esperienze non ne ho avute. Invece i miei primi cigini dovettero soffrire per la privazione del padre sotto le armi.
    Ora capisco il tuo attaccamento a Fofò.
    e che donne si forgiarono in quel periodo!
    praticamente a 12 anni volevo farmi prete e mi ero consacrato con gli auspici dell'arciprete, quest'ultimo fermò mio padre in piazza e si raccomandò affinchè mi preservassero e avessero cura del correto sviluppo della mia anima e della vocazione
    al che mio padre disperato si rivolse a suo compare che mi prese in adozione
    furono 2 anni di guerra di religione tra me e fofò alla fine mi ripulì ahahah
    mi ritengo fortunato ad aver avuto nell'adolescenza il suo appoggio
    poi stare con fofò era stimolantissimo
    anarchico racalmutese con tutti i difetti
    era un grande educatore
    Io ho molto stimato Fofò. Direi che eravamo diffidenti amici. Fofò, tuo padre, Nestorino Falletti, Angelo Morreale, Peppe Troisi e qualche altro che mi sfugge facevano clan ritenendosi di schiatta nobile. Io facevo parte di un altro clan direi, a mio disdoro, clericale, Non eravamo poi proprio da disprezzare: Giuggiu Liotta, Nofriu Lo Re, Gnazio Pitruottu (e pensa anche Lillo Savatteri che però anche con me con cui era amicissimo ci tenne sempre a mantenere le distanze, perché lui era nobile ed io plebeo), direi che persino abbiamo avuto più successo.
    si
    un altro grande della generazione è nicolino pillitteri
    le racconto una
    un giorno viene fofò a casa mia
    ancora esisteva la diccì
    avevamo comprato dei libri e ci avevano omaggiato di un telefono vivavoce
    Concordo con te in tutto meno che sul fatto che Fofò fosse un anarchico: fu un reazionario che amò paludarsi delle vesti socialiste; all'esordio fu persino un saragattiano. Socialista s, ma con moderazione. Noblesse oblige
    io avevo 15 anni e il falsetto era abbastanza femminile
    fofò entra ed esordisce:" Caro compare, se hai la mente sana vota democrazia cristiana
    di lì si passo a chiamare con il vivavoce tutti i preti di racalmuto chiedendo cosa pensassero di questo slogan
    mi spacciai per la segretaria di pumilia
    e non le dico che ridere
    a racalmuto con i condizionamenti ambientali non si può essere anarchici
    fofò con se stesso aveva un rapporto molto contorto
    tra conservazionismo di stampo verista e aneliti di rivola e libertà
    Lillo Pumilia, prima aclista con l'altro sciacchitano poi sottosegretario quindi pduista ed ora se la passa bene.
    si
    e registrammo tutto
    però questo è top secret
    ahahaha
    chiamammo padre curto martorana peppino troisi lu cavaleri fantauzzo
    e tutti felici dello slogan
    Ma Fantauzzo non era fascista?
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:34
    Lillo Taverna
    yo esordivo con lo slogan e chiedevo pareri se potesse funzionare dopo di chè impegnavo l'interlocutore per un appoggio elettorale
    funzionava benissimo
    che tempi!
    fofò gli arcani lo presero in parola
    L'altro sciacchitano era ovviamente Lillo Mannino, l'amico poi di Sciascia cui fece un gran favore!
    diceva sempre voglio morire dopo aver visto la fine della democrazia cristiana
    e nel '94 se ne andò
    lillo, a noi dal 73 in poi tutti costoro ci hanno rubato il futuro
    noi nati dal '73 in poi
    si sciolse felice nell'appoggio e millantò famiglia numerosissima
    Racalmuto non è paese di persone serie
    pochi figli di questo luogo lo sono
    comunque non sarete stati amici con mio padre però lui nutre una grandissima stima nei suoi confronti
    Fofò era sostanzialmente uno snob. Non poteva essere banale, per questo non fu mai democristiano, ma neppure poteva essere di sinistra. Seppe inventarsi un suo ambito politico ma non fece fortuna. Ebbe un rapporto molto complesso con l'altro gigante racalmutese, l'avvocato Totò Marchese. Ne subì la superiorità ma ne soffrì troppo- La sua salace vena poetica in dialetto diveniva però quasi sdolcinata dinanzi alla feroce e cattiva composizione antitetica del Marchese. Io sono andato via nel '60 da Racalmuto e non vissi queste diatribe. Se debbo essere sincero, dalla lontana Modena prima e poi Messina e poi Roma per modo di dire (dato che le mie ispezioni mi facevano stazionare a Milano, Padova, Vercelli, Asti ed altrove) quel loro agitarsi mi è sempre parso una saccente baruffa chiazzotta, piccolezze di paese. Tu ora ci accusi di avervi rubato il futuro. Mi sconcerti. Non so risponderti. E' un discorso che abbiamo fatto tempo fa.
    riconosceva una generosità ideale immensa a totò
    poi totò era un genio
    legga la poesia iu mi sunnava
    Con tuo padre siamo amicissimi- Io parlo della sua giovinezza (e anche della mia). Tuo padre aveva un vantaggio su di me: era considerato benestante!!!
    ahaha
    alla fine circolazione monetaria all'epoca non ce n'era
    come oggi
    sordi un nni camminanu diciva ma pa'
    come oggi
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:35
    Lillo Taverna
    fofò per certi versi era più prossimo , come figura psicologica, a un genio che a un marchese
    Genio messana, intendo
    sintesi disequilibrata di contraddizioni
    Oggi è tutt'altra faccenda. Diceva Bobbio: la democrazia è l'arte del consenso estorto. Si sono inventati una crisi epocale che non esiste. Povero italiano, non ce la fa più a farsi la quinta casa al mare!
    il problema è che stanno distruggendo la socialdemocrazia europea
    l'obiettivo è privatizzare tutti i servizi
    creeranno una società classista e chiusa
    faranno esplodere la scuola per incentivare la privata
    e le scuole private diventeranno collegi circoli esclusivi e autoreferenziali in mano alla chiesa
    tutto inizia dall'educazione e finisce con la sanità
    qua a lima funziona così
    una società classista e autoreferenziale
    Tra i tre il migliore era Fofò. Fofò fu sempre umano anche nelle inspiegabili dissennatezze. Fofò non lucrò mai una lira dalla politica. Fofò fu sognatore. Fofò fu frastornato dall'umiliazione di vedere suo padre ammanettato- Se non avesse avuto questo scompenso psichico avremmo avuto un'altra gloria racalmutese: un grande ambasciatore. Ma le ipotesi nella storia hanno senso?
    non lo sarebbe mai stato in quanto lo dichiararono elemento sovversivo pericolosissimo per l'esperienza saragattiana
    stavo guardando il suo blog
    si faccia passare da nino vassallo la favola erotica di patri filippu e sora catarina di biagio messana
    la morale conclusiva è geniale
    matri cristiani, guardativi di la chiesa romana, ca la figlia onesta vi la fa buttana
    comunque questa leggenda dell'antifascismo di mio zio everardo, da dove nasce?
    Essere saragattiani era a quei tempi persino un titolo preferenziale. Ma Fofò manco quello fu. Ricordo che dal balcone saragattiano racalmutese Fofò con Elia Avenia si misero a fare la fronda al partito di Saragat. Ai tempi della legge truffa.
    Tuo zio Everardo tra con altri quattro personaggi racalmutesi tra i perseguitati dal Fascismo. Ma quando vai a vedere perché hai brutte sorprese. E non sarò io a svelarle.
    tra = era
    si fece il confino
    sei insidioso con le domande?. No comment
    a me ha sempre insospettito la grande ascesa che ebbe a Roma, anche se poi perse tutto
    raccontò una serie di minchiate a suo fratello
    ai suoi fratelli
    anche se i figli tutti molto intelligenti hanno avuto un gran successo
    I Messana sono sempre intelligentissimi anche se qualcuno è stravagante rectius extra vagantes.
    vado a comprare una birra
    qui è molto buona
    solo che la cosa che mi manca di più è la minestra di cucuzzeddi e tinirumi
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:36
    Lillo Taverna
    Se Biagio Messana scrisse un poemetto erotico, come un racalmutese abate Casti, onore al merito. Io amo tantissimo la pornografia. Un capitolo del mio romanzetto LA DONNA DEL MOSSAD supera di gran lunga Biagio Messana. Mi devo scandalizzare per questo?, come si continua a fare ancora a Racalmuto. L'altra sera me ne parlava tra il serio e il faceto il vecchio avvocato Luigi Burruano.
    Però a mia li cucuzzeddri nun mi piacino: conzali comu vo? sempri è cucuzza!!
    quella di biagio è sornionissima
    era un dissacratore senza pietà
    E dire che tutto questo cimento con te nasce dalla mia necessità di provare che tra l'ispettore generale di P.S. e il nuovo sindaco c'è parentela (magari di ottavo grado, ma sempre parentela). E perché? ma per ricattare Emilio Messana e consentirmi un convegno di studi storici in cui contro la Cernigoi goriziana, il Casarrubea palermitano, MalgradoTutto racalmutese Totò Petrotto del Link Sicilia, un paio di corrispondenti siciliani, il celeberrimo Lucarelli di Blu Notte e l'intera casa editrice Bompiani di Berlusconi possa io dimostrare che Ettore Messana fu un grande servitore dello Stato Italiano magari di Polizia e quindi furono ignominiose calunnie quelle lanciate il 15 luglio del 1947 da un tale compagno molto potente l'onorevole Li Causi.
    anche camilleri nel pastore e le pecore abbozza un ritratto negativo di ettore
    per non parlare del grande emanuele macaluso
    Spero di fare il convegno al circolo unione il 4 settembre. Vorrei fare un doppio lavoro: illustrare il vero culto di Santa Rosalia a Racalmuto e la vera cifra storica di Ettore Messana- Tu potresti venire per illustrare gli antenati del Messana. Se mi dici di sì, corro da tuo fratello perché Volpe finanzi le spese del tuo viaggio. Ma dovresti essere tu a dargli la tangente perché diversamente non ne fa niente.
    questo li causi stese una patina atroce sul personaggio
    non posso
    sono nell'emisfero australe
    qua è l'equivalente di marzo per ora
    lei con nino vassallo in che relazione è?
    perché Camilleri è un vecchio citrullo che scrive cose di cui non sa nulla. Venga a discuterne con me. Ne faccio polpette. Sono mesi che faccio "ispezioni" al riguardo ed io il mio mestiere lo sapevo fare davvero, genialmente persino.
    questo lo so
    Chiedilo a Nino: rapporto molto complesso. Io sono un vetero comunista tutt'altro che pentito. Lui non so cosa sia diventato.
    nino soffre del disturbo di disordine ideale
    è stato di tutto
    fascista, comunista, retino, ora pentasiderico
    comunque secondo me, il vero personaggio messaniano, pi÷u che don luigino, che era un cacasotto, fu Benitino
    scopatore impenitente che a 45 anni si ruppe la minchia e si mise a lavorare e a scopare a trento
    Li Causi s'inventò tre infamie del tutto infondate. A Riesi nel 1919 Messana manco c'era; altro che stragista di Stato; a Lubiana fu esautorato perché non amico dei tedeschi, diligente nel fare ben 62 pagine di rapporto (altro che uno che si inventava le prove per mandare alla forca Tomisic). T. Sala ne illustra la qualità del suo servizio; fandonie le cazzate dei titini, cazzate dell'invidioso subalnterno Riccardelli, le carte del SIS (MI) da me trovate e commentate spazzano via codeste interessate calunnie; mi vien da ridere verso Li Causi che dipinge Messana "capo del banditismo politico" siciliano. Messana veniva giubilato perché aveva denunciato i criminali finanziamenti americani al banditismo siciliano e agli agrari che lo fomentavano. Ho il sospetto molto fondato che Li Causi fece quelle sparate perché pagato dagli americani (non so se allora c'era la CIA)- Ma io che me ne fotto dei Messana devo essere proprio io a convincere i Messana che Ettore Messana è un gigante della storia?
    Io sono molto amico di Domenica Valenti la nipote di don Luigino e quindi io gioco solo in difesa (dei Messana). Il me ne fotto di sopra è una spavalda sparata da vecchio rimminchionito. Spero che ne abbia colto il vero senso.
    in Italia gli unici che tentarono di costruire un paese serio furono de gasperi e togliatti, morti loro si ritorno, mi si e sballata la tastiera e non so dove siano finiti gli accenti, all-italietta corrotta e manipolatrice di stampo savoiardo
    e ettore probabilmente fu una vittima del cambio
    comunque questo Benitino, lei lo ricorda+
    Ettore Messana non fu vittima di nessun cambio. In Sicilia gli americani volevano che imperasse ancora il bandito Giuliano. Su questo Ettore Messana, che si giovava delle spiate di Fra Diavolo, stava mettendo le mani. Contrordine! Messana al Ministero a coadiuvare addirittura il tetragono e cupo De Gasperi. Giuliano visse per altri tre anni dopo la dipartita di Messana. Fatto fuori da un altro calunniato l'ispettore generale di P.S. Ciro Verdiani. Dopo qualche anno mentre si celebrava il processo di Viterbo Verdiani muore (pare che sia stato suicidato come dopo fu suicidato Sindona o il bravo Rossi del MPS o l'ignoto avvocato associato allo studio Gnudi in via Nazionale 200). A me certe cose non le racconta nessuno. Le so perché le so!!!
    a lei fare la vera storia
    lei sa', sarebbe il lascito più grande della sua vita
    La verità non la sa né fa nessuno. Ma la menzogna storica come quella costruita, sia pure da Li Causi, è facile gioco disintegrarla. Io so per certo che Messana non fu colpevole delle tre cose inventate da Li Causi: stragista a Riesi nel 1919; criminale di guerra a Lubiana; capo del banditismo politico tra il maggio del 1945 e il 31 luglio del 1947 in Sicilia. (poveraccio non faceva manco politica; monarchico reazionario e massone questo sì). Ma da qui a dire quale fu nella vita Messana che ne so io, ma anche che ne possono sapere i suoi detrattori, ivi compreso il rimminchionito Camilleri quel falsario del Re di Girgenti. La storia non è un romanzo che lo si scrive a fantasia.
    lo scoglio è emanuele macaluso
    uno dei pochi intellettuali nobili rimastici in italia
    Veramente quello che mi ha combinato nell'inchiesta parlamentare a San Mancuto codesto Macaluso mi fa ancora vomitare. Mai visto un comunista al servizio di Andreotti e feroce nel difendere il fascista golpista Valerio Borgese Junio. Ne fummo vittima io e Giuseppe D'Alema, il padre di Massimo.
    davvero?
    degno erede di crispi allora?
    Purtroppo non sono nato ieri e non mi sono arenato a Racalmuto.
    ha fatto bene
    Crispi nel bene e nel male fece storia. Macaluso non riesce neppure a ciarlare con accento piacevole.
    per me era un mito
    Per me purtroppo no!
    immagino
    comunque siamo nella palude
    Noi riusciamo a colloquiare tanto perché siamo irriducibilmente discordi.
    chi?
    tu ed io; io per imperativo categorico politico sono ottimista.
    io no
    e lo vedo
    ci ho preso il gusto, ma ho dovuto lasciare l'italia
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 0:36
    Lillo Taverna
    <io ho dovuto lasciare Racalmuto per Modena: neve d'inverno e irrespirabile caldo umido d'estate. Ma alla fine sono ritornato nel paese più interessante del mondo. Mi piace anche perché sono in tantissimi che suonano la loro vibratile corda pazza. Elogio della pazzia, annotava Erasmo da Rotterdam
    a me pare chiusura retrograda la corda pazza di racalmuto
    Quando ci ritornerai, cambierai idea!
    c'è tanto da fare costruire una comunità multiraziale e multiculturale
    Ma alla fine resta una sola cosa da fare: tentare di far quadrare il cerchio della propria esistenza.
    si
    alla fine siamo solo noi
    Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di Sole: ed è subito sera.
    sei andato a comprarla la birra? meglio della cucuzzeddra, no?
    il giorno è molto breve
    ahaha
    no
    se potessi la minestra!
    sono annoiato lima è uggiosa
    e plumbea
    quante lingue parli?
    2
    gli anglofoni in quanto autoreferenziali mi fanno antipatia
    e non parlo inglese
    francese e spagnolo comunque
    mi piacerebbe imparare tutte le lingue neolatine
    mi interessava l'inglese. Io comunque non parlo nessuna lingua straniera, a mala pena l'italiano
    e con il piacere del bere che rapporto ha?
    Nessuno. Perché dovrebbe esserci un rapporto?
    venere e vino condividono la stessa radice
    è un astemio?
    Veramente sì! e quanto a Veb+
    e mi pare, se posso permettrmi, di venere sente la nostalgia
    bellissimo il suo ricordo del maestro carrara
    Tantissima! Per Carmelo dissi senza dire. Sono stato bravino!
    si
    carrara è stato l'emblema
    del riscatto popolare
    i suoi occhietti spogliavano senza complicazione ne' differenziazione
    Questo è giustissimo. E pochi l'hanno capito.
    e poi anche il suo contributo culturale seppure a livello popolare è stato apprezzabile
    non dimentichiamo che si è impegnato a tenere aperta la centenaria putia di donna pina
    che cretini i racalmutesi con questa snobberia
    hanno ucciso la cultura zolfatara
    nel salento con la cultura delle putie sis sono fatti i solfi
    diciamo che Racalmuto è speciale
    mi piace il suo ottimismo
    spocchiosa per me
    ci siamo fatti invadere e abbiamo seppellito le nostre tradizioni per assumere ritmi non nostri
    Racalmuto ha bisogno che ritornino i suoi figli migliori. Speriamo che tuo fratello faccia qualcosa.
    non farà nulla
    l'eredità petrotto restivo è pessima
    Buona notte carissimo. Qui almeno sono le 0,41
    qua non ancora le 6,00 del pomeriggio
    Hanno fatto di peggio i commissari
    grazie per la compagnia
    quelli hanno fatto peggio i precedenti si sono limitati al nulla o far esplodere l'organico per clientele politiche
    Discorso complesso. Lo riprenderemo. Ti abbraccio
    buona notte
    Ciao
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 2:26
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 2:27
    Lillo Taverna
    Atto di battesimo di don ADRIANO MESSANA, padre di ELETTRA MESSANA e zio del questore Messana
  • 19 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    19/08/2014 22:18
    Lillo Taverna
    Don Luigino Messana (il Trupia di Sciascia,) Ettore Messana n. 1888, Elettra Messana n. nel 1889 furono tre cugini nipoti di Calogero Messana, il figlio medico dello speziale Luigi e il nipote dell'esattore Luigi. Abbiamo visto che il padre di Ettore si chiamava Clemente e il padre di Elettra Adriano. Ma non so come si chiamasse il padre di don Luigino in arte il barone Trupia. Dimmi o ripetimi da figlio in padre la tua ascendenza caro Salvo. Salvo Messana Salvo figlio di Calogero, nipote di Emilio che a sua volta era figlio di ?? e nipote di ?? e pronipote di ???- E la recente defunta Dina Messana come risale indietro?
  • Lillo Taverna
    20/08/2014 0:13
    Lillo Taverna
    Incautamente sono andato ad imbarcaemi in una didiatriba con il fratello dl Sindaco, il prof. Salvo Messana in materia dei genealogia messaniana, appunto. Andando ad arare in campo non mio sto venendo frustato varie volte dall'acuto ed intelligente Salvo che ha il vantaggio di giovare in casa e quindi comprensibile se a suo dire "sballo". Non credo di svelare segreti di Stato pubblicando il serotino cimento di questo dì agostiano.-Chiudo rappresentando i miei veri ed unici interessi culturali o storici se si preferisce, lasciasndo alla famiglia Messana tutto il merito della intangibile salvaguardia delle loro complesse e variegate agnazioni. (Calogero Taverna). salve se si trova a racalmuto passi dal cimitero e visiti la tomba di elettra messana a proposito del giovane ettore suicida Se non mi dai del tu non farò un cazzo!!!. Tu sei quello dalla bella voce lirica, quello che ammazzava ogni anno un porco per gozzovigliare e cantare gratis. tu sei quelo (o no?) che si era scordato di pagare una marca da bollo e dovette rinviare ad ottobre la laurea. (Mi hanno raccontato al Circolo Unione l'altra sera)- Ti si dà per un genio!! ahahaha ecce homo ti manca la mantellina rossa e la canna esatto quindi lo si chiamó ettore in onore del fratello del padre, altrimenti sarebbe stato l'ennesimo luigi Don Luigino Messana (il Trupia di Sciascia,) Ettore Messana n. 1888, Elettra Messana n. nel 1889 furono tre cugini nipoti di Calogero Messana, il figlio medico dello speziale Luigi e il nipote dell'esattore Luigi. [in effetti questa parte è errata n.d,r.] Abbiamo visto che il padre di Ettore si chiamava Clemente e il padre di Elettra Adriano. Ma non so come si chiamasse il padre di don Luigino in arte il barone Trupia. Dimmi o ripetimi da figlio in padre la tua ascendenza caro Salvo. Salvo Messana figlio di Calogero, nipote di Emilio che a sua volta era figlio di ?? e nipote di ?? e pronipote di ???- E la recente defunta Dina Messana come risale indietro? é sballata la sua genealogia calogero aromataro genera Luigi, biagio, giuseppe, serafino, mariangela luigi genera : Adriano, emilio, clemente, adriano ed ettore, morto suicida emilio genera: luigi (trupia) e francesca, detta ciccina adriano genera elettra clemente genera ettore, elena e un'altra signorina di cui non ricordo il nome [qui chiamo l'amica Giovanna che in materia , a proposito di queste tremende zie, non la batte nessuno. n.d.r.] Non vedo dove sta lo sballo. Le donne a me non interessano, salvo Elettra per una triade di ragioni (storiche). Li hai posti come nipoti di calogero Lo sono di luigi E. N. Messana chiama "speziale" quello che tu chiami aromatario. Nei documenti passa per aromatario Speziale lo fu il figlio serafino con la laurea Comunque tal calogero fu molto aiutato dalla parte materna Erano amato "Don Calogero Messana era stato fatto speziale dal padre Luigi --- " E. N. Messana pag- 202. Ora siccome tra Luigi Calogero e Luigi II° etc. in effetti io mi perdo, essendo un estraneo alla famiglia e volendo tale restare, allora mi fermo al questore Messana che è l'unico che mi interessa per le mie ricerche e dico: Ettore Messana era figlio di Clemente Messana. Clemente Messana era figlio del medico Luigi Messana. Il medico Luigi Messana era figlio di Calogero Messana, speziale a dire di Eugenio Napoleone Messana. Lo speziale Calogero Messana era figlio di mastro Luigi Messana, pirriaturi, campieri e arrendatario che dir si voglia. E siamo a metà del '700. Indietro non vado. Qualche sbarramento lo trovo nelle mie carte dell'archivio parrocchiale della Matrice. Essendo puntiglioso ci riuscirò. Ma questa genealogia a me serve per dimostrare che l'Ispettore Generale di P-S. gr. uff. comm. dei santi Lazzaro e Maurizio può dichiararsi di consolidate radici racalmutesi anche se è nato in quel di Gela (che non so se a quel tempo si chiamasse Terranova).
  • 21 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 17:31
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 17:31
    Lillo Taverna
    La Cernigoi e a dire il vero anche il professore Casarrubea si scatenano contro il questore Messana facendolo o volendolo un agente dell'OVRA, un fascista ante litteram, un amico del Vizzini capomafia di Sicilia. Compare pertanto del capo della Polizia Gueli. Ecco qui invece un Gueli che non si fa frastornare da un pretenzioso vescovo notino. Riceve una indegna segnalazione episcopale e passa l'istanza redentrice al prefetto di Caltanissetta. Ne avrà picche ma tanto basterò per lasciare il Vizzini dove stava e vi starà fino all'arrivo degli Americani, liberatori sì ma di mafiosi. Volete fare storia goriziane titine e discepoli del impalpabile Danilo Dolci? Sì,. fatela, ma fatela come Dio comanda!
  • 21 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 21:26
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 21:26
    Lillo Taverna
    Nella numerazione delle anime del 1795 i Messana ricorrono solo quattro volte. Abbiamo tre nuclei familiari maschili ed una signora che pare legata ad un Pietro Restivo "libero".
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 21:52
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 21:52
    Lillo Taverna
    Questo è il primo nucleo familiare dei Messana che incontriamo al foglio 48 della Numerazione del 1795. Il capo famiglia è ALBERO MESSANA (C = comunicato) Lucia (moglie) Salvatore figlio anni 20; Angela f. anni 12; Maria Maddalena f. anni 6 Caterina Incognita anni3 (era una trovatella che era stata presa per l'allattamento a pagamento; Rosalia incognita idem c.s.
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 22:12
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 22:12
    Lillo Taverna
    Il secondo nucleo dei Messana nel 1795 attiene a VINCENZO MISSANA, Grazia moglie; Francesco figlio di anni 18.
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 22:23
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 22:23
    Lillo Taverna
    Al foglio 69 della detta Numerazione del 1795 abbiamo Francesca Messana vedova che fa nucleo comune con Pietro Ristivo libero
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 23:02
  • Lillo Taverna
    21/08/2014 23:02
    Lillo Taverna
    L'ultimo nucleo che incontriamo nella Numerazione del 1795 è il più importante: è quello di LUIGI MESSANA. Da qui i tre grandi e famosi cugini di primo grado: Don Luigino Messana, Elettra Messana e il questore Messana. Luigi Messana è il capo famiglia ; Petra la moglie. I figli: Gaetano di anni 12; Calogero di anni 9 e Rosalia di anni 6
  • 22 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    22/08/2014 8:58
    Lillo Taverna
    NUMERAZIONE ANIME del 1810 CENSIMENTO DEL 1809-10 N.ro COGNOME C.FAMIGLIA NOMI NOTA ANNI ANNOTAZIONI 243 MISSANA FRANCESCO 27 CROCIFISSA M. 22 CARMELO 7 MARIANTONA F. 4 GIUSEPPE 2 846 MISSANA ALBERTO 54 ANTONINA M 46 ANNA F 20 852 MISSANA STEFANA 60 VID. CONCETTA F 36 VID. SALVADORE F 18 953 MISSANA GRAZIA 60 VID 1256 MISSANA NATALA 25 LIB. 1393 MISSANA GAETANO 30 MASTRO STEFANA M 31 1613 MISSANA LUIGI 49 MASTRO PETRA M 40 CALOGERO D: F 23 108 MISSANA SALVADORE 40 ANGELA M. 26 MARIA F. 2 Nella successiva numerazione delle anime del 1810 i nuclei familiari dei Messana diventano sette. Luigi Messana viene ora indicato come MASTRO, meglio che semplice plebeo ma ben lungi dall'essere un "galantuomo" da Circolo Unione o della Conversazione che dir si voglia e manco del contestatore Circolellto. Ma il figlio di Mastro Luigi viene già contraddistinto con una D che vuol dire "DON". Non è ancora sposato. Peraltro notiamo due Salvatore: questo che abbiamo ripetuto sopra è colui che abbiamo incontrato nella numerazione delle anime del 1795: ora ha 40 anni, è sposato con Angela di anni 26 ed ha per il momento una sola figlia, Maria di anni due. Credo però che il Salvatore che interessa Salvo Messana sia l'altro Salvatore, il figlio della vedova Stefana di anni 18. Don Luigino Messana, Elettra Messana e il questore Messana discendono, come si sa, da questo don Calogero Messana figlio di un semplice mastro, mastro Luigi Messana che nel 1810 ha 49 anni.
  • 22 agosto 2014
  • Lillo Taverna
    22/08/2014 18:21
    Lillo Taverna
    Questa del 1822 è l'ultima numerazione delle anime di Racalmuto. Dieci sono i nuclei familiari dei MESSANA. La nostra triade di cugini Messana, la triade d'eccellenza ( Don Luigino, Elettra e il questore ETTORE MESSANA discende da don Calogero Messana, figlio di mastro Luigi Messana. L'attuale sindaco non è parente neppure alla lontana dei Messana membri della crestomazia racalmutese. Discenderebbe da mastro Salvatore Messana figlio di Alberto. Non so se Salvo Messana approva.
    Ora mi spiego perché don Luigino Messana avesse in gran dispitto Eugenio Napoleone Messana, che designava con un nomignolo non proprio elegante, ed era tiepido con don Emilio; personaggio sciasciano d'eccellenza, sia come figura emblematica del Circolo Unione (o Concordia che dir si voglia sia come emblema paesano di Occhio di Capra).
    G.M.G. 1822 Libro di Numerazione d'anime di quista PARROCCHIA DI RACALMUTO fatta nel mese di maggio 1822: dal Rev. Benef.to D. CALOGERO SALVO CAMPANELLA ECONOMO; E DA' 21:MAGGIO 1822: SOTTO LA CURA DEL REV. MO ARCIPRETE D. ANTONINO M.A GRILLO RACALMUTESE, eletto da S: R:M: (D.G:) a 12:febbraro 1822: e che ne h'acquistato il possesso da detto giorno di 21: d. NUMERAZIONE D'ANIME DELLA PARROCCHIA DEL COMUNE DI RACALMUTO FATTA DAL R. ECONOMO SAC.TE BENEF.TO D. CALOGERO SALVO CAMPANELLA IN MAGGIO DEL 1822: QUARTIERE DI D. GIAMBATTISTA ALFERI 1224 MESSANA FRANCESCO MASTRO 1 1225 MESSANA CROCIFISSA MOGLIE 1226 MESSANA CARMINE F.O 20 1227 MESSANA GIUSEPPA F.A 14 1228 MESSANA SARA F.A 5 1229 MESSANA CAROLINA F.A 3 QUARTIERE E STRADA DI CARANFU' 3680 MESSANA STEFANA VEDOVA 2 QUARTIERE SOPRA S. GIOVANNI DI DIO SOPRA SCIBETTA = STRADA AD ANDARE ALLA SANTICELLA 3705 MESSANA ALBERTO 3 3706 MESSANA ANTONINA MOGLIE QUARTIE STRADA DRITTA DEL CARMINE A SALIRE 3809 MESSANA MADDALENA MOGLIE DIVISA 4 QUARTIERE CALVARIO, STRADA SOPRA IL Dr. CAN.CO MANTIONE 4158 MESSANA GRAZIA VEDOVA 5 QUARTIERE S. ANNA; E STRADA DI M. LUIGI ALFERI 4292 MESSANA CALOGERO Dn. 6 4293 MESSANA LUCIA MOGLIE D. 4294 MESSANA BIAGIO F.O 10 QUARTIERE S. ANNA; E STRADA DI M. LUIGI ALFERI 4295 MESSANA LUIGI F.O 8 4296 MESSANA GIUSEPPE F.O 6 4297 MESSANA SERAFINO F.O 4 4298 MESSANA M. ANGELA F.A 2 4299 GIACHINA FAMOLA QUARTIERE DEL MONTE DIETRO IL CAPPELLONE 5590 MESSANA GIUSEPPA VEDOVA 7 QUARTIERE DELLA MADRICE COLLATERALE D'OCCIDENTE 5999 MESSANA SALVADORE D'ALBERTO MASTRO 8 6000 MESSANA ANGELA MOGLIE 6001 CALOGERA FAMOLA QUARTIERE S. GREGORIO 6141 MESSANA GAETANO MASTRO 9 6142 MESSANA STEFANA MOGLIE 6143 MESSANA M. CARMELA F.A 8 6144 MESSANA CAROLINA F.A 3 QUARTIERE S. NICOLO' DI BARI 6350 MESSANA LUIGI MASTRO 10 6351 MESSANA PIETRA MOGLIE
  • 2 settembre 2014
  • Lillo Taverna
    02/09/2014 0:46
    Lillo Taverna
    AH! Giovanna, guarda che in quella foto sei molto più provocante di tua nipote! Non dovevo dirtelo? Ma io sono la bocca della verità!
  • 2 settembre 2014
  • Giovanna Messana
    02/09/2014 16:03
    Giovanna Messana
    grazie per il complimento ,un caro amico può dire ciò che vuole
  • Lillo Taverna
    02/09/2014 18:21
    Lillo Taverna
    Grazie
  • 14 settembre 2014
  • Giovanna Messana
    14/09/2014 20:17
    Giovanna Messana
    Caro amico ,attendo il tuo ritorno a Roma per il piacere di vederti......mi sento un pò abbandonata,chiaramente sto scherzando.un caro saluto e a presto
  • Lillo Taverna
    14/09/2014 20:23
    Lillo Taverna
    Carissima Giovanna e chi mai potrebbe abbandonarti? Invero di questi tempi non ho notizie da comunicarti sul Caso del questore Messana. Verso il 24 di questo mese dovrei arrivare a Roma, salvo imprevisti. Abbiti il mio caldo saluto
  • Giovanna Messana
    14/09/2014 20:26
    Giovanna Messana
    rimango in attesa e spero di vederti presto ciao e buona notte ........sono rientrata oggi da Caprarola e sono stanchissima un abbraccio
  • Lillo Taverna
    14/09/2014 20:27
    Lillo Taverna
    riposati a domani
  • Giovanna Messana
    14/09/2014 20:27
  • 25 settembre 2014
  • Giovanna Messana
    25/09/2014 21:31
    Giovanna Messana
    Il telefono si è scaricato .non ho avuto il tempo per darti la buona nottelo faccio tramite fb il tuo telefonino è spento......continueremo a perlare del mio amato papa ciccio ....buona notte
  • 27 settembre 2014
  • Giovanna Messana
    27/09/2014 20:32
    Giovanna Messana
    ti posso chiamare ?
    al telefono?
    vedo che sei occupato ,sto uscendo ci sentiamo domani mattina ,sono riuscita ad avere un contatto con un giornalista della tv rai tre forse può aiutarci a domani ciao
  • Lillo Taverna
    27/09/2014 21:47
    Lillo Taverna
    sono stato fuori-Se vuoi or sono tutto tuo
  • 28 settembre 2014
  • Lillo Taverna
    28/09/2014 10:33
    Lillo Taverna
    Sezioni Prima Archivio Autore Chat Cronologia Didattica Diritto Feedback Forum Indice Informazioni Links Mailing News Newsletter Norme Parlamento Ricerca Rubriche Sindacati Stampa
    Prima Pagina Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997 Direttore responsabile: Dario Cillo
    Ricerca Domenica, 28 Settembre 2014
    IL CASO CASARRUBEA E IL DIRITTO DELLA RICERCA di Gino Scasso
    CHI CERCA LA VERITA’ FINISCE IN TRIBUNALE
    Il 4 Ottobre scorso, all’apertura del processo a Casarrubea, a Partinico, c’ erano quasi tutti i familiari delle vittime della strage di Portella della Ginestra e dei tanti sindacalisti uccisi in quegli anni, almeno quelli ancora vivi: dai parenti di Salvatore Carnevale (il sindacalista di Sciara) assassinato nel 1955, a Nico, figlio di Accursio Miraglia, dirigente della Camera del Lavoro di Sciacca ucciso il 4 gennaio 1947; da Antonella Azoti, figlia di Nicolò, segretario della Camera del Lavoro di Baucina, assassinato il 21 dicembre 1946, ai figli di Vincenzo Lo Iacono, ucciso a Partinico assieme al padre di Giuseppe Casarrubea, nella Camera del Lavoro il 22 giugno del 47. C’erano inoltre i rappresentanti di Calogero Cangelosi di Camporeale, di Placido Rizzotto di Corleone, di Epifanio Li Puma, di Michelangelo Salvia e di tanti altri dirigenti sindacali, tutti con le fotografie dei loro cari ad esigere per l’ennesima volta, muti, ma eloquenti, che lo stato rendesse loro verità e giustizia, invece di processare uno di loro. Tutti morti senza giustizia e senza che un processo abbia accertato esecutori e mandanti. Qualcuno, come Placido Rizzotto, non ha neanche una tomba su cui i familiari possano piangerlo e ricordarlo. La vicenda di Placido è emblematica: l’allora capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa aveva ritrovato negli anfratti della Rocca Busambra alcuni resti. I familiari del sindacalista corleonese li avevano riconosciuti, di fronte al magistrato, come appartenenti al loro congiunto, ma la magistratura negò il riconoscimento ufficiale. Ed ecco l’assurdo storico: Luciano Liggio ha la sua tomba, ma Placido Rizzotto no. Per lo Stato il suo corpo non esiste. Non esistono neanche i suoi assassini.
    Uno spezzone di società ha pagato sulla propria pelle la volontà di riscatto della parte migliore dei siciliani, la propria sete di giustizia e di verità. Sono passati ormai 55 anni e sui fatti di Portella e sui tanti omicidi di mafia di quel periodo è calato il velo dell’oblio e del silenzio, la stessa memoria è stata rimossa, tranne rivangarla in qualche rara occasione, in qualche anniversario. Ma giustizia non è fatta!
    Eppure se si vuole capire la Sicilia, se si vuole ricostruirne un’identità positiva, bisogna partire da qui, da queste testimonianze, dall’ansia di libertà che esprimevano questi uomini, vittime della violenza mafiosa e dell ’intreccio torbido tra istituzioni di allora, banditi, mafiosi e probabilmente servizi segreti americani. Lo intuì il sociologo triestino Danilo Dolci, quando nei primi anni della sua attività in quest’area della Sicilia occidentale, in “Chi gioca solo”, “Spreco” e in “Racconti siciliani”, ricostruì, in pagine memorabili per efficacia espressiva, attraverso le testimonianze dirette di compagni ed amici le vicende di Placido Rizzotto e di Accursio Miraglia, nell’intento di recuperare la memoria storica e l’identità del popolo siciliano. Un filo rosso sembra legare, da questo punto di vista, Casarrubea a Danilo Dolci: lo storico partinicese da anni si è battuto per squarciare quei veli che nascondono la verità sulla strage di Portella e sugli altri omicidi di dirigenti sindacali e di singoli cittadini di quell’epoca così torbida, eppure così importante, perché allora si fondarono l’autonomia siciliana e la Repubblica italiana.
    Con un lavoro certosino, con lucida testardaggine, Casarrubea ha cercato di trovare la verità al di là della ricostruzione ufficiale che cela mille contraddizioni, ha consultato i molti faldoni del Processo di Viterbo e di quello di appello di Roma, le migliaia di pagine di verbali, la ricchissima bibliografia di cinquant’anni, nonché gli atti recentemente desecretati della Commissione Antimafia. in questo spinto da esigenze di ricerca storica, ma anche dal fatto di essere figlio di una delle vittime di quelle stragi: suo padre, infatti, come già detto prima, perse la vita il 22 giugno del 1947 nell’assalto alla Camera del Lavoro di Partinico da parte della banda Giuliano, come allora si disse. Ma la sua ricerca ha condotto a esiti non prevedibili. A poco a poco si è delineato un quadro inedito: Casarrubea ha aperto squarci di luce sulle tante zone d’ombra, al cui interno avevano riposato per lunghi decenni tranquille convivenze e strani intrecci; ha mirato alto, ha contestualizzato micro-eventi, per ricondurli entro un quadro più ampio e sconosciuto ai più, che desse una spiegazione plausibile alle tante strane morti di quanti conoscevano le trame sottese alle stragi di quegli anni di piombo.
    Prima per importanza quella di Salvatore Giuliano, nel ‘50, con la messinscena del cadavere sistemato all’interno del Cortile Di Maria a Castelvetrano; poi quella di Gaspare Pisciotta, nel 54, per avvelenamento da stricnina, nel carcere di Palermo, il luogo, per antonomasia, più controllato e più protetto; di Salvatore Ferreri, inteso Fra’ Diavolo”,nel 47, bandito che aveva sparato a Portella e che era al contempo confidente dell’ispettore di polizia Messana, ucciso stranamente dentro una caserma dei carabinieri ad Alcamo; di Angelo Taormina, Federico Mazzola, Francesco Passatempo, stranamente saltati in aria su un ordigno nel 47. Si possono poi citare i fratelli di quest’ultimo bandito, Giuseppe, ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri nel 48 e Salvatore ammazzato nelle campagne di Camporeale nel 52; Angelo Russo, ucciso nello stesso carcere dell’Ucciardone, tre settimane dopo Pisciotta. E ancora Nitto Minasola (tramite tra la mafia e i banditi), Ciro Verdiani, ispettore di polizia, che aveva rapporti amichevoli con Giuliano; Giacomo Cusumano Geloso, secondo Pisciotta, il tramite tra i banditi e Roma; e la lista potrebbe continuare.
    Nell’affrontare fatti e vicende tanto lontani nel tempo, ma tanto scabrosi, Casarrubea ha urtato un nervo scoperto e la suscettibilità del generale in pensione Roberto Giallombardo, a quei tempi giovane capitano dei carabinieri, comandante della caserma di Alcamo che l’ha denunciato per diffamazione.
    Il processo a Casarrubea, che verrà ripreso il 31 Gennaio 2003 a Partinico, rimanda però a diversi livelli di riflessione: Il primo riguarda lo stesso concetto di giustizia: mentre non si conoscono, a distanza di più di cinquant’anni, i mandanti della strage di Portella e degli omicidi successivi a questa, si sta mettendo alla sbarra una persona segnata drammaticamente da quegli eventi, che ha cercato la verità su di essi, ancora avvolta nel mistero e nell’insabbiamento comodo delle versioni ufficiali. L’altro livello attiene alla ricerca storica: di questo passo, se non viene garantita, la libertà di ricerca storica, che anzi viene processata, d’ora in avanti, si potrà fare storia solo su avvenimenti molto lontani nel tempo, senza toccare e urtare la suscettibilità di nessuno. E’ lecito poi porsi un interrogativo: è possibile processare la scienza, trascinare la conoscenza storica nei tribunali? Con queste affermazioni, però, oggi si va controcorrente. I tempi in cui viviamo, vedono prevalere la dimensione dell’hic et nunc della realtà virtuale, la perdita della dimensione diacronica della storia: si vive solo nel presente, mentre il passato e la sua stessa memoria vengono rimossi. Al contempo si sta avviando un processo di revisionismo storico che coinvolge il periodo della lotta di liberazione dal fascismo, ma non solo; ed avvengono fatti che preoccupano per le sorti della democrazia e per la libertà di ricerca e di insegnamento: viene rimossa dall’incarico una persona come la professoressa Paola Carucci, ex sovrintendente all’Archivio centrale dello Stato che ha accumulato memoria, conoscenze e competenze preziose per i ricercatori della storia contemporanea; si mettono in discussione i libri di testo, gli autori, gli storici, gli insegnanti e la stessa libertà ed autonomia di insegnamento e di ricerca storica, mentre un recente documento, approvato a maggioranza dalla Commissione Cultura della Camera, dà mandato al Ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, di controllare i contenuti dei libri di testo di storia e lo stesso insegnamento della disciplina. Sembrerebbe di essere tornati al clima della censura da parte del Ministero della Cultura del periodo fascista! Per tutti questi motivi, non si può non solidarizzare con Casarrubea in questa vicenda processuale che lo vede coinvolto come imputato.
    Conosco Casarrubea da sempre. Ha speso la sua vita sui libri e negli archivi. Non lasciamolo solo. Se potete, partecipate all’incontro indetto dall’Associazione ‘Non solo Portella’ per giorno 30 gennaio alle ore 17 al palazzo dei Carmelitani a Partinico (Corso dei Mille, 254). Pensiamo a un momento di protesta del mondo degli intellettuali, delle organizzazioni sindacali, dei partiti democratici, del movimento della società civile. Se non potrete essere presenti, fate sentire la vostra voce, scrivendo a un amico, a un giornale, a un sito web, allo stesso Casarrubea.
    Il suo indirizzo di posta elettronica è il seguente: icasar@tin.it
    Gino Scasso docente di italiano e latino Liceo Classico Partinico scassogino@tiscalinet.it
    La pagina http://www.edscuola.it/archivio/interlinea/casarrubea2.htm è stata modificata Lunedì 7 ottobre 113, alle ore 21:0:29 - Educazione&Scuola©
  • 1 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    01/10/2014 16:13
    Lillo Taverna
    Carissimo Totò Petrotto, tu il 6 febbraio scrivevi: -------------------
    "Od ancora, ad Ettore Messana, il terribile questore, fascista della prima ora, già alle prese con le stragi di centinaia di operai e contadini durante il famoso Biennio Rosso, tra il 1919 e 1920. Lo stesso Messana che, vent'anni dopo avere represso nel sangue le lotte sindacali di moltitudini di poveri disgraziati, fece sterminare migliaia di iugoslavi a Lubiana, in Slovenia, con la scusa che erano comunisti. Un criminale di guerra che, anziché essere condannato per le torture ed i numerosi eccidi perpetrati, dopo la caduta del Fascismo, viene, inspiegabilmente, riabilitato e nominato capo della polizia in Sicilia, dal governo Bonomi, di cui faceva parte anche Alcide De Gasperi. Una volta in Sicilia il Messana si accorda con la mafia, la stessa mafia che fece uccidere centinaia di inermi contadini e che perpetrò la prima strage di Stato in Italia, all'indomani della caduta del fascismo, quella di Portella delle Ginestre. Mafia che fece uccidere i sindacalisti Accursio Miraglia e Girolamo Li Causi. Quest'ultimo, Li Causi, tra l'altro, proprio a proposito del Messana, ebbe modo di dire che era il capo dei banditi, mentre Giuliano una sorta di capo della polizia. Tutto a ruoli invertiti! Stato ed Antistato, mafia ed antimafia, sono spesso allora come oggi la stessa cosa! Che tristi ed amare verità, un pò sciasciane ed un un pò troppo racalmutesi, visto che tali protagonisti, di queste terribili storie d'Italia, sono di Racalmuto! Sciascia ed i suoi contrari, potremmo concludere, se ci riferiamo al questore aguzzino, poi divenuto capo della polizia in Sicilia, Ettore Messana, ..."
    ___________
    Sono tutte fandonie, diffamazioni, calunnie, dileggi di meritevolissimi servitori dello Stato. L'ho dimostrato in una sfilza di post che ho pubblicato nel mio Blog CONTRA OMNIA RACALMUTO. E credo che con la dovizia di documenti suffragati da controlli e riscontri storici nessuno possa dubitare che: ETTRE MESSANA, non fu lo stragista di Riesi del 10 ottobre 1919: Nessuna cronaca lo chiama in causa, nessuna rievocazione ne accenna, nessun processo o rinvio a giudizio lo coinvolge. Li Causi si inventa questo precedente il 15 luglio 1947 affidandosi alla improbabile memoria di vecchi senatori che poi manco hanno dato conferma. Pensa che in quel tempo a Caltanissetta non c'era manco la Questura. Solo un distaccamento in prefettura agli ordini del Prefetto. Non so che vuoi dire per biennio rosso. Andato via a metà 1919 V.E. ORLANDO ecco NITTI.
    E' filosocialista. Viene attaccato come uomo di sinistra. Se Messana si fosse permesso qualche sgarro al mondo operaio e contadino in quel 10 ottobre 1919 finiva disoccupato o in galera. Invece dopo fece una gran carriera.
    Fascista della prima ora? ma andate a scuola. In quel biennio là di fascismo in Sicilia non c'era manco il sentore. E poi Messana non fu di fede fascista. Era (forse) massone, ma non fascista vero. Lo dimostrò nell'autunno del 1943: scappò da Trieste rimettendoci il posto e lo stipendio pur di non aderire alla REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA.
    A Lubiana stessa fu tanto sgradito alle arroganze dei vari federali fascisti da rimetterci anche là il posto e dopo appena un anno dovette sgomberare per finire sbolognato a Tieste in subordine ove si distinse per abulia totale.
    Uno della "POLITICA" della questura triestina lo accusò di inettitudine e a Trieste appunto "non si distinse in nulla".
    La CERNIGOI crede di scoprire l'acqua calda e non approda alla verità documentale di cui ai carteggi del Viminale ora in Archivio Centrale di Stato (ma di ciò dopo).
    Attenti improvvisati storici a fare storia immaginifica e preconcetta. Finite col diffamare e procurare gravi danni alle famiglie degli eredi che ancora oggi vivono e lottano in questa difficile Italia.
    Chi li ristora dei danni che la vostra malevola e disinformata pubblicistica infligge loro?
    Ma ecco il coniglio che esce dal cappello di questi facitori di storia a basso prezzo. Colleghiamo: Commissario Messana da Racalmuto, Caltanissetta, Villaba, Vizzini e quindi miniera di Gibillini di Racalmuto. Il cerchio si chiude. Chi può dubitare che essendo ciò verosimile, diventi certo! Messana da Racalmuto non può che essere stretto sodale con il Vizzini da Racalmuto. Ma il grande capo della mafia è Vizzini; e allora Messana non può che essere il suo referente: sono dello stesso paese.
    Sillogismi del peggiore gesuitismo. Vizzini a quel tempo era onoratissimo fratello di un vescovo. Dopo, fondò a Racalmuto la sezione industriale mineraria fascista. Ma non gli servì a nulla Mussolini lo mandò all'Isola. Il fratello pregò, minacciò ma nulla. Il Fascismo di Mori fu inflessibile. E chi caldeggiò codesta linea dura? Ma il capo della polizia siciliana a cui ordini operava Messana e tanto meritevolmente da fare balzi in carriera per merito e non per affiliazioni fasciste o mafiose. Tutt'altro. Studiatevi gli atti, indagate negli archivi e sarete costretti a convenire con me che questa è la vera faccenda del Gr.Uff. dr. Ettore Messana, ragion per cui lasciamo stare questi giravolta a fare del Messana, lo stragista fascista e il mafioso di Stato.
    Ma dove attinse questi mirabolanti giudizi diffamatori, il nostro Totò? Dico: dal prof. Casarrubea, che però penso stia riflettendoci sopra per rettificare il tiro delle sue pur brillanti ricognizioni della contemporanea storia di Sicilia.
    E Totò, perché non ci fa un pensierino e si accinge ad una virata nei suoi excursus storici a mezzo stampa, che ci paiono viziati da diffamazione a mezzo stampa? Ciò che vale per lui è giusto che lui lo estenda ad altri suoi compaesani finiti vittime del gran vezzo giornalistico di sbattere comunque il malcapitato, in prima pagina,facendone un esecrabile mostro.
  • Lillo Taverna
    01/10/2014 18:15
    Lillo Taverna
    Qui sotto ti trasmetto la copia di quanto da ni trasmessoci per conversazioni. Sempreché il file troppo lingo riesco a inviartlo
    Pare di sì- Potresti stamparlo e correggerlo.
    e invece non l'ha trasmesso. Faremo in altro modo.
  • 2 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    02/10/2014 18:50
  • Lillo Taverna
    02/10/2014 18:50
    Lillo Taverna
    Di tutto quel vociare della signorina Cernigoi ecco cosa è rimasto. Le astiose e infondate accuse dei TITINI contro il nostro grande gr.uff. Ettore Messana che gli Alleati volevano fare apparire come un latitante, svaporano tutte appunto perché improbabili sul tavolo del dottore PIANESE del SIS a cui non resta altro da fare che archiviare. Non per compiacenza (si appuri quello che ha fatto avverso gli altri 49 di quell'infame elenco) ma per GIUSTIZIA. Il "questore Messana" era un riverito e efficiente ISPETTORE GENERALE DI PS. E nulla si poteva addebitargli. Il Ricciardelli, quel presunto "vir iustus" irpino aveva scritto quell'infamante pettegolezzo colmo di sozze malignità ma senza costrutto, senza alcun fatto di alcuna antidoverosa condotta si era visto fustigato per denigrazione di un grande suo superiore ed era finito ai margini del suo poliziesco mondo. Del resto era stato un questurino della "politica" tiestina. Cara Cernigoi, perché non indaghi su questo signore invece di dileggiare infondatamente Messana? Non hai fatto storia, hai contribuito a sbattere un tuo supposto mostro in prima pagina. Dovresti ravvederti. Bastava che inquadrassi la vera portata dei due faldoncini che ti avevano messo in mano pe capirne la capziosa cattiveria accusatoria. A Roma il dipartimento duro e competente del SIS nell'ambito del Viminale le aveva bene soppesato quelle calunnie e le aveva doverosamente cestinato. E non erano più fascisti al Viminale. Taluni forse erano massoni, seguivano Bonomi ma non erano in combutta con il passato regime fascista. Se avevano materiale andavano in profondità contro ad esempio taluni di questi signori in elenco. Ma non potevano dire che si doveva "ricercare" il questore Messana: questi già nel 1944 si era presentato dal suo nuovo Ministro degli Interni e subito era stato accreditato in incarichi di grande fiducia. Ettore Messana non aveva aderito a Trieste alla RSI ed era dovuto scappare senza stipendio a Roma. Dall'autunno del 1943 (Sai del TUTTI A CASA?) all'aprile del 1944 si era dovuto nascondere in un convento nei pressi del Vaticano, perché se i tedeschi lo prendevano, lo fucilavano e sai perché, Signorina? perché ritenevano che era stato blando nel lottare i partigiani titini in quel di Lubiana. Quando leggerai il mio libro te lo spiegherò con dovizia di particolari: e questi particolari avevi TU il dovere morale di accertare prima di infangare il Messana. Non si fa storia presentando una cattiveria di un delatore per verità di fede, quando verifiche, accertamenti, tribunali e "i superiori uffici" avevano acclarato l'infondatezza di insinuazioni alla Ricciardelli. Mi dici perché costui finisce sì a Dachau ma subito torna a Trieste? Cosa in effetti ha combinato contro gli ebrei facendo finta di favorirli? Vuoi che ti illustri questo vomitevole costume diffusosi in Italia appena si proclamarono le infami leggi razziali, magari col sornione sfruttamento economico e valutario dell'IOR di quel tempo?
  • 2 ottobre 2014
  • 3 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    03/10/2014 14:46
    Lillo Taverna
    Sei tornata?
  • Giovanna Messana
    03/10/2014 14:48
    Giovanna Messana
    ti chiamo al telefono"
    ti sto chiamando al cell
  • 6 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    06/10/2014 15:13
  • Lillo Taverna
    06/10/2014 15:14
  • Lillo Taverna
    06/10/2014 15:15
  • Lillo Taverna
    06/10/2014 15:15
    Lillo Taverna
    Ecco come son finito sulla Nuova Alabarda alla Cernigoi, quasi un tale qualsiasi "Lillo", chioserà dopo codesta signora, che non contenta mi fa diventare criminalfascista e addirittura ieri sera bambinone stupido e volgare, vecchio decrepito. E dire che mai mi ero permesso di echeggiare certe simpatiche insolenze di un siculo e trapanese dalla coda velenosissima
    Mi rivolgo a voi signori della POLIZIA POSTALE alla quale mi minaccia di rivolgersi la suddetta signora in quanto, data la mia decrepita età, la molesterei includendola in un indirizzario in cui non vuole essere inclusa. Giusta la sua lagnanza ed io l'ho esclusa. Ma siccome si permette sempre la suddetta signora di irridermi dinanzi al mio sindaco, di sminuirmi come avvocato delle cause perse e siccome in un blog che lei dice a diffusione milionaria e planetaria mi insolentisce appena può, io qualche volta mi sono avvalso della mia facoltà di chiedere la rettifica a questo sua NUOVA Alabarda, nulla ottenendo ma venendo prima come intimorito da questa goriziana che con Tito ce la dovrebbe avere e che invece lo considera vox inoppugnabile quando avrebbe voluto fare dichiarare CRIMINALE DI GUERRA il mio glorioso compaesano ETTORE MESSANA. Nasce da qui una mia rispettosissima richiesta alla suddetta signora rettificare i tremendi e calunniatori giudizi contro quell'altissimo grand-commis dello Stato, divenuto alla fine della sua carriera persino Commendatore dell'ordine regale di San Maurizio e San Lazzaro.
    Trascrivo questa "notizia" di questa Nuova Alabarda alla Cernigoi, in cui dinanzi al suo plaudente oceano pubblico mi idìrride.
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    La Nuova Alabarda
    20 giugno ·
    APPUNTI SU ETTORE MESSANA.
    Ho ricevuto negli ultimi tempi alcuni messaggi da tale Lillo Taverna, che mi "accusa" di "essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana", del quale Taverna starebbe ricostruendo una biografia. In effetti ho avuto modo di scrivere alcune note su questa persona, denunciata come criminale di guerra alle Nazioni unite, basandomi su documenti ufficiali dei quali ho indicato anche la collocazione archivistica. Pertanto ritengo opportuno rinfrescare la memoria su questa persona.
    Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943. Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia, redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale jugoslava in data 14/7/45 (Copia del rapporto originale in lingua inglese si trova nell’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1551 Zbirka Kopij, škatla 98, pp. 1502-1505), lo accusa (sulla base di documentazione che era stata trovata in possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione) di crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico; torture ai civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di civili in condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei territori occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”. Nello specifico viene addebitata a Messana (in concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana dottor Macis) la costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da documenti dell’archivio della questura di Lubiana (oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11), che fanno riferimento ad una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario Antonio Pellegrino sotto la direzione personale di Messana, contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre che furono condannati a pene minori. Messana e gli altri furono anche accusati di avere creato false prove nel corso di una indagine da loro condotta, in conseguenza della quale 16 persone innocenti furono fucilate dopo la condanna comminata dal giudice Macis. Si tratta dell’indagine per l’attentato al ponte ferroviario di Prešerje del 15/12/41, per la quale indagine, come risulta da altri documenti della questura di Lubiana dell’epoca, Messana, il suo vice Ferrante, l’ufficiale dei Carabinieri Raffaele Lombardi ed altri agenti e militi furono proposti per onorificenze e premi in denaro per la buona riuscita delle indagini relative: Messana ricevette come riconoscimento per il suo operato la “commenda dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro”. Il 21/9/45 l’Alto Commissario Aggiunto per l’Epurazione di Roma inviò una nota al Prefetto di Trieste nella quale era segnalato il nome di Ettore Messana. Il Prefetto richiese un’indagine alla Polizia Civile del GMA (ricordiamo che all’epoca Trieste era amministrata da un Governo Militare Alleato e la polizia era organizzata sul modello anglosassone), il cui risultato è contenuto in una relazione datata 6/10/45 e firmata dall’ispettore Feliciano Ricciardelli della Divisione Criminale Investigativa, dalla quale citiamo alcuni passaggi. “Il Messana era preceduto da pessima fama per le sue malefatte quale Questore di Lubiana. Si vociferava infatti che in quella città aveva infierito contro i perseguitati politici permettendo di usare dei mezzi brutali e inumani nei confronti di essi per indurli a fare delle rivelazioni (…) vi era anche (la voce, n.d.a.) che ordinava arresti di persone facoltose contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami da cui aveva ricavato lauti profitti. Durante la sua permanenza a Trieste, ove rimase fino al giugno 1943, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto Ispettorato Speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo. Ma anche qui, così come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia, che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici (…)”. Questa relazione è conservata in Archivio di Stato di Trieste, fondo Prefettura gabinetto, b. 18. L’Ispettore Ricciardelli aveva già svolto servizio in polizia sotto il passato regime fascista ed era stato internato in Germania sotto l’accusato di favoreggiamento nei confronti di ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare.
    A fronte di tutto ciò ci si aspetterebbe che Messana sia stato, se non condannato per quanto commesso sotto il fascismo, quantomeno “epurato” dalla Pubblica Sicurezza. Invece lo ritroviamo nell’immediato dopoguerra nella natia Sicilia, a dirigere, alle dipendenze dell’ex funzionario dell’OVRA a Zagabria, Ciro Verdiani, un “Ispettorato generale di PS per la Sicilia”, un “organo creato per la repressione della delinquenza associata, e specificamente per la repressione del banditismo che faceva capo a Giuliano (il “bandito” Salvatore Giuliano, n.d.a.)” (questa definizione è tratta dalla sentenza di Viterbo, emessa il 3 maggio 1952 dalla Corte d’assise di Viterbo, presieduta dal magistrato Gracco D’Agostino, in merito alla strage di Portella della Ginestra del 1/5/47). Per sapere come i due alti funzionari di PS svolsero il compito loro affidatogli, leggiamo alcuni stralci dalla sentenza emessa in merito alla strage di Portella della Ginestra, dove gli uomini di Giuliano spararono sulla folla che si era radunata per festeggiare il Primo maggio, uccidendo undici persone tra cui donne e bambini e ferendone molte altre. “L’Ispettore Verdiani non esitò ad avere rapporti con il capo della mafia di Monreale, Ignazio Miceli, ed anche con lo stesso Giuliano, con cui si incontrò nella casetta campestre di un sospetto appartenente alla mafia, Giuseppe Marotta in territorio di Castelvetrano ed alla presenza di Gaspare Pisciotta, nonché dei mafiosi Miceli, zio e nipote, quest’ultimo cognato dell’imputato Remo Corrao, e dal mafioso Albano. E quel convegno si concluse con la raccomandazione fatta al capo della banda ed al luogotenente di essere dei bravi e buoni figlioli, perché egli si sarebbe adoperato presso il Procuratore Generale di Palermo, che era Pili Emanuele, onde Maria Lombardo madre del capo bandito, fosse ammessa alla libertà provvisoria. E l’attività dell’ispettore Verdiani non cessò più; poiché qualche giorno prima che Giuliano fosse soppresso, attraverso il mafioso Marotta pervenne o doveva a Giuliano pervenire una lettera con cui lo si metteva in guardia, facendogli intendere che Gaspare Pisciotta era entrato nell’orbita del Colonnello Luca (si tratta dell’ex generale dei Carabinieri Ugo Luca, che tra il 1949 e il 1950 coordinò l’uccisione di Giuliano in Sicilia”, già “uomo di fiducia personale di Mussolini”, come scrive Giuseppe Casarrubea in “Storia segreta della Sicilia”, Bompiani 2005) ed operava con costui contro Giuliano”. Quanto a Messana leggiamo che “l’Ispettore Generale di PS Messana negò ed insistette nel negare di avere avuto confidente il Ferreri (Salvatore Ferreri, detto “fra Diavolo”, sarebbe stato infiltrato nella “banda” di Giuliano per farlo catturare; Ferreri sembra essere stato tra gli organizzatori degli attacchi contro i sindacalisti a Partinico del 1947; fu ucciso dai Carabinieri pochi giorni dopo il massacro di Portella della Ginestra), ma la negativa da lui opposta deve cadere di fronte all’affermazione del capitano dei Carabinieri Giallombardo, il quale ripetette (sic) in dibattimento che Ferreri fu ferito dai carabinieri presso Alcamo, ove avvenne il conflitto in cui restarono uccise quattro persone; e, ferito, il Ferreri stesso chiese di essere portato a Palermo, spiegando che era un agente segreto al servizio dell’Ispettorato e che doveva subito parlare col Messana”; Salvatore Ferreri era “conosciuto anche come Totò il palermitano, ma definito come pericoloso pregiudicato, appartenente alla banda Giuliano, già condannato in contumacia alla pena dell’ergastolo per omicidio consumato allo scopo di rapinare una vettura automobile”. Verdiani morì a Roma nel 1952, e il suo “decesso fece in modo che il suo ruolo in quegli anni piano piano si dissolvesse sotto i riflettori”. Per approfondire la questione dei rapporti tra la “banda” Giuliano, l’Ispettorato generale di Messana e Verdiani ed i servizi segreti statunitensi ed italiani, nonché sul riciclaggio da parte di questi di personale che aveva operato con la Decima Mas di Borghese, vi rimandiamo al citato studio di Casarrubea, “Storia segreta della Sicilia”.
    I non fatevi intimorire
    •2 · 21 giugno alle ore 20.52
    Rimuovi
    La Nuova Alabarda certo che no!
    1 · 22 giugno alle ore 8.34
    Rimuovi
    Valentino Roiatti I fascisti italiani in Slovenia hanno compiuto crimini inenarrabili. Basta chiedere ai loro storici ci racconteranno la verità. In ogni caso a Lubiana , meglio non parlare
    ---------
    Ho sbriciolato tutte queste presunte documentazioni accusatorie. Ne farò oggetto di una pubblicazione. Se qualche volta ho voluto segnalare copie dei miei risultati archivistici a questa NUOVA ALABARDA alla Cernigoi, ho commesso, non so come si dice in inglese (io a mala pena traduco dal siciliano all'italiano) insomma molestia a mezzo computer? Vi diffido a voi della Polizia Postale a molestarmi su input di questa ex goriziana. Se lo fate ho qui una prova provata che allora agite d'impulso e ve ne assumete le responsabilità. Ma forse ora potete rispondere alla Cernigoi: ma sia seria, signora. Se impapocchia cose di storia e qualcuno la coglie in castagna, in fin dei conti niente di grave; basta una semplice doverosa rettifica. dato che il suo dire sta danneggiando gravissimamente gli eredi del signor gr. uff. comm. san Lazzaro e San Maurizio (onorificenze meritatissime sulle quali signora ex goriziana lei non ha titolo alcuno di sputarci sopra) l'ISPETTORE GENERALE DI PS, dottore Ettore Messana da Racalmuto.
    Se poi, persistendo la signora, dovessimo passare al penale, sarà tutt'altra musica.
  • Giovanna Messana
    06/10/2014 15:16
    Giovanna Messana
    ciao carissimo ,sto facendo delle ricerche con mia nipote,ci sentiamo questa seradobbiamo finire in discorso di ieri sera ......belle queste foto che mi stai mandando .......ci sentiamo questa sera
  • Lillo Taverna
    06/10/2014 15:20
    Lillo Taverna
    Non disturbo qui. Ma mi pice quello chedesso ho pubblicato anche nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO
  • Lillo Taverna
    06/10/2014 16:04
    Lillo Taverna
    Non disturbo più qui. Ma mi piace .....
  • 7 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    07/10/2014 0:33
  • Lillo Taverna
    07/10/2014 0:33
    Lillo Taverna
    Ecco come son finito sulla Nuova Alabarda alla Cernigoi, quasi un tale qualsiasi "Lillo", chioserà dopo codesta signora, che non contenta mi fa diventare criminalfascista e addirittura ieri sera bambinone stupido e volgare, vecchio decrepito. E dire che mai mi ero permesso di echeggiare certe simpatiche insolenze di un siculo e trapanese dalla coda velenosissima Mi rivolgo a voi signori della POLIZIA POSTALE alla quale mi minaccia di rivolgersi la suddetta signora in quanto, data la mia decrepita età, la molesterei includendola in un indirizzario in cui non vuole essere inclusa. Giusta la sua lagnanza ed io l'ho esclusa. Ma siccome si permette sempre la suddetta signora di irridermi dinanzi al mio sindaco, di sminuirmi come avvocato delle cause perse e siccome in un blog che lei dice a diffusione milionaria e planetaria mi insolentisce appena può, io qualche volta mi sono avvalso della mia facoltà di chiedere la rettifica a questa sua NUOVA Alabarda, nulla ottenendo ma venendo prima come intimorito da questa goriziana che con Tito ce la dovrebbe avere e che invece lo considera vox inoppugnabile quando avrebbe voluto fare dichiarare CRIMINALE DI GUERRA il mio glorioso compaesano ETTORE MESSANA. Nasce da qui una mia rispettosissima richiesta alla suddetta signora di rettificare i tremendi e calunniatori giudizi contro quell'altissimo grand-commis dello Stato, divenuto alla fine della sua carriera persino Commendatore dell'ordine regale di San Maurizio e San Lazzaro. Trascrivo questa "notizia" di questa Nuova Alabarda alla Cernigoi, in cui dinanzi al suo plaudente oceanico pubblico mi irride. Notizie Mi piace questa Pagina La Nuova Alabarda 20 giugno • APPUNTI SU ETTORE MESSANA. Ho ricevuto negli ultimi tempi alcuni messaggi da tale Lillo Taverna, che mi "accusa" di "essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana", del quale Taverna starebbe ricostruendo una biografia. In effetti ho avuto modo di scrivere alcune note su questa persona, denunciata come criminale di guerra alle Nazioni unite, basandomi su documenti ufficiali dei quali ho indicato anche la collocazione archivistica. Pertanto ritengo opportuno rinfrescare la memoria su questa persona. Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943. Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia, redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale jugoslava in data 14/7/45 (Copia del rapporto originale in lingua inglese si trova nell’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1551 Zbirka Kopij, škatla 98, pp. 1502-1505), lo accusa (sulla base di documentazione che era stata trovata in possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione) di crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico; torture ai civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di civili in condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei territori occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”. Nello specifico viene addebitata a Messana (in concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana dottor Macis) la costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da documenti dell’archivio della questura di Lubiana (oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11), che fanno riferimento ad una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario Antonio Pellegrino sotto la direzione personale di Messana, contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre che furono condannati a pene minori. Messana e gli altri furono anche accusati di avere creato false prove nel corso di una indagine da loro condotta, in conseguenza della quale 16 persone innocenti furono fucilate dopo la condanna comminata dal giudice Macis. Si tratta dell’indagine per l’attentato al ponte ferroviario di Prešerje del 15/12/41, per la quale indagine, come risulta da altri documenti della questura di Lubiana dell’epoca, Messana, il suo vice Ferrante, l’ufficiale dei Carabinieri Raffaele Lombardi ed altri agenti e militi furono proposti per onorificenze e premi in denaro per la buona riuscita delle indagini relative: Messana ricevette come riconoscimento per il suo operato la “commenda dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro”. Il 21/9/45 l’Alto Commissario Aggiunto per l’Epurazione di Roma inviò una nota al Prefetto di Trieste nella quale era segnalato il nome di Ettore Messana. Il Prefetto richiese un’indagine alla Polizia Civile del GMA (ricordiamo che all’epoca Trieste era amministrata da un Governo Militare Alleato e la polizia era organizzata sul modello anglosassone), il cui risultato è contenuto in una relazione datata 6/10/45 e firmata dall’ispettore Feliciano Ricciardelli della Divisione Criminale Investigativa, dalla quale citiamo alcuni passaggi. “Il Messana era preceduto da pessima fama per le sue malefatte quale Questore di Lubiana. Si vociferava infatti che in quella città aveva infierito contro i perseguitati politici permettendo di usare dei mezzi brutali e inumani nei confronti di essi per indurli a fare delle rivelazioni (…) vi era anche (la voce, n.d.a.) che ordinava arresti di persone facoltose contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami da cui aveva ricavato lauti profitti. Durante la sua permanenza a Trieste, ove rimase fino al giugno 1943, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto Ispettorato Speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo. Ma anche qui, così come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia, che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici (…)”. Questa relazione è conservata in Archivio di Stato di Trieste, fondo Prefettura gabinetto, b. 18. L’Ispettore Ricciardelli aveva già svolto servizio in polizia sotto il passato regime fascista ed era stato internato in Germania sotto l’accusato di favoreggiamento nei confronti di ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare. A fronte di tutto ciò ci si aspetterebbe che Messana sia stato, se non condannato per quanto commesso sotto il fascismo, quantomeno “epurato” dalla Pubblica Sicurezza. Invece lo ritroviamo nell’immediato dopoguerra nella natia Sicilia, a dirigere, alle dipendenze dell’ex funzionario dell’OVRA a Zagabria, Ciro Verdiani, un “Ispettorato generale di PS per la Sicilia”, un “organo creato per la repressione della delinquenza associata, e specificamente per la repressione del banditismo che faceva capo a Giuliano (il “bandito” Salvatore Giuliano, n.d.a.)” (questa definizione è tratta dalla sentenza di Viterbo, emessa il 3 maggio 1952 dalla Corte d’assise di Viterbo, presieduta dal magistrato Gracco D’Agostino, in merito alla strage di Portella della Ginestra del 1/5/47). Per sapere come i due alti funzionari di PS svolsero il compito loro affidatogli, leggiamo alcuni stralci dalla sentenza emessa in merito alla strage di Portella della Ginestra, dove gli uomini di Giuliano spararono sulla folla che si era radunata per festeggiare il Primo maggio, uccidendo undici persone tra cui donne e bambini e ferendone molte altre. “L’Ispettore Verdiani non esitò ad avere rapporti con il capo della mafia di Monreale, Ignazio Miceli, ed anche con lo stesso Giuliano, con cui si incontrò nella casetta campestre di un sospetto appartenente alla mafia, Giuseppe Marotta in territorio di Castelvetrano ed alla presenza di Gaspare Pisciotta, nonché dei mafiosi Miceli, zio e nipote, quest’ultimo cognato dell’imputato Remo Corrao, e dal mafioso Albano. E quel convegno si concluse con la raccomandazione fatta al capo della banda ed al luogotenente di essere dei bravi e buoni figlioli, perché egli si sarebbe adoperato presso il Procuratore Generale di Palermo, che era Pili Emanuele, onde Maria Lombardo madre del capo bandito, fosse ammessa alla libertà provvisoria. E l’attività dell’ispettore Verdiani non cessò più; poiché qualche giorno prima che Giuliano fosse soppresso, attraverso il mafioso Marotta pervenne o doveva a Giuliano pervenire una lettera con cui lo si metteva in guardia, facendogli intendere che Gaspare Pisciotta era entrato nell’orbita del Colonnello Luca (si tratta dell’ex generale dei Carabinieri Ugo Luca, che tra il 1949 e il 1950 coordinò l’uccisione di Giuliano in Sicilia”, già “uomo di fiducia personale di Mussolini”, come scrive Giuseppe Casarrubea in “Storia segreta della Sicilia”, Bompiani 2005) ed operava con costui contro Giuliano”. Quanto a Messana leggiamo che “l’Ispettore Generale di PS Messana negò ed insistette nel negare di avere avuto confidente il Ferreri (Salvatore Ferreri, detto “fra Diavolo”, sarebbe stato infiltrato nella “banda” di Giuliano per farlo catturare; Ferreri sembra essere stato tra gli organizzatori degli attacchi contro i sindacalisti a Partinico del 1947; fu ucciso dai Carabinieri pochi giorni dopo il massacro di Portella della Ginestra), ma la negativa da lui opposta deve cadere di fronte all’affermazione del capitano dei Carabinieri Giallombardo, il quale ripetette (sic) in dibattimento che Ferreri fu ferito dai carabinieri presso Alcamo, ove avvenne il conflitto in cui restarono uccise quattro persone; e, ferito, il Ferreri stesso chiese di essere portato a Palermo, spiegando che era un agente segreto al servizio dell’Ispettorato e che doveva subito parlare col Messana”; Salvatore Ferreri era “conosciuto anche come Totò il palermitano, ma definito come pericoloso pregiudicato, appartenente alla banda Giuliano, già condannato in contumacia alla pena dell’ergastolo per omicidio consumato allo scopo di rapinare una vettura automobile”. Verdiani morì a Roma nel 1952, e il suo “decesso fece in modo che il suo ruolo in quegli anni piano piano si dissolvesse sotto i riflettori”. Per approfondire la questione dei rapporti tra la “banda” Giuliano, l’Ispettorato generale di Messana e Verdiani ed i servizi segreti statunitensi ed italiani, nonché sul riciclaggio da parte di questi di personale che aveva operato con la Decima Mas di Borghese, vi rimandiamo al citato studio di Casarrubea, “Storia segreta della Sicilia”. I non fatevi intimorire • 2 • 21 giugno alle ore 20.52 o Rimuovi La Nuova Alabarda certo che no! 1 • 22 giugno alle ore 8.34 • Rimuovi Valentino Roiatti I fascisti italiani in Slovenia hanno compiuto crimini inenarrabili. Basta chiedere ai loro storici ci racconteranno la verità. In ogni caso a Lubiana , meglio non parlare --------- Ho sbriciolato tutte queste presunte documentazioni accusatorie. Ne farò oggetto di una pubblicazione. Se qualche volta ho voluto segnalare copie dei miei risultati archivistici a questa NUOVA ALABARDA alla Cernigoi, ho commesso, non so come si dice in inglese (io a mala pena traduco dal siciliano all'italiano) insomma molestia a mezzo computer? Vi diffido a voi della Polizia Postale a molestarmi su input di questa ex goriziana. Se lo fate ho qui una prova provata che allora agite d'impulso e ve ne assumete le responsabilità. Ma forse ora potete rispondere alla Cernigoi: ma sia seria, signora. Se impapocchia cose di storia e qualcuno la coglie in castagna, in fin dei conti niente di grave; basta una semplice doverosa rettifica. dato che il suo dire sta danneggiando gravissimamente gli eredi del signor gr. uff. comm. san Lazzaro e San Maurizio (onorificenze meritatissime sulle quali signora ex goriziana lei non ha titolo alcuno di sputarci sopra) l'ISPETTORE GENERALE DI PS, dottore Ettore Messana da Racalmuto. Se poi, persistendo la signora, dovessimo passare al penale, sarà tutt'altra musica. SECONDA PARTE
    Tre tempi: Riesi 1919, (10 ottobre), (per Li Causi Messana vi sarebbe stato coinvolto. Il Messana manco c’era); Lubiana 1941/42 (è un momento questo di cui mi riprometto qui di documentare l’infame e fallace costruzione della Cernigoi); Sicilia 1945/47 ( Il Casarrubea va oltre la temerarietà di un Li Causi e fa diventare criminalità comune quella accusa faziosa del deputato comunista che parla di Politica (sottolineo: politica) delinquenza del Messana; sarebbe stato CAPO DEL BANDITISMO POLITICO il grande Messana; eccesso retorico che mi riprometto addirittura di capovolgere)-
    Appuntiamoci su questi che sarebbero esilaranti vituperi calunniosi della Cernigoi se non avessero prodotto danni morali, familiari ed economici all’innocente famiglia Messana. La Cernigoi ha mai posto uno sguardo a questo studio serio, ponderato, circospetto di TEODORO SALA (Occupazione Militare e AMMINISTRAZIONE CIVILE nella ‘PROVINCIA’ di LUBIANA (1941 – 1942).)? A pag. 87 avrebbe letto, alla nota 55 “Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna (04481). La nota prova quanto il Sala asserisce nel testo e cioè “fu quindi un susseguirsi di reciproche intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia all’insaputa della questura [si badi bene della questura, come dire di Ettore Messana, giusta la lettera che abbiamo menzionata] ora l’Alto Commissario, contro le disposizioni in vigore adibiva dei militari al servizio carcerario.” Un caos infernale dunque; militari da destra e militari da sinistra e il Messana totalmente esautorato. Quali responsabilità gli si possono addossare? Certo se vi fossero documenti, atti, testimonianze coeve, verbali etc etc. alzeremmo le mani. Ma non vi è nulla. Nel 1943 con il famoso Tutti a Casa, la Provincia di LUBIANA viene smantellata, le carte trafugate. Gli italiani saremo degli imbelli ma non lasciamo tracce delle nostre malefatte ai “nemici”. Sala non trova quella lettera del Messana; pensiamo che si rifaccia solo allo scartafaccio del protocollo, quello può essere rimasto a Trieste. Ma il resto delle carte, no. Ce ne sono residue, ma qui a Roma al Ministero o ai Ministeri. Alcune noi le abbiamo trovate ma vanno nel senso diametralmente opposto a quelle che la Cernigoi stravisa o si auspica che siano integre genuine accusatorie in scaffali che sarebbero noti e accessibili solo a lei. Non scherzi la Cernigoi: qui ci va di mezzo il buon nome dell’Italia. Se vi furono colpe (e vi furono) che siano perseguite (e come vedremo alcune vi furono e finirono sotto giustizia). Ma quelle che la Cernigioi alla fin fine fabbrica contro Messana, NON CI SONO. Nessuno le ha mai trovate, le rigorose inchieste del dopo guerra non le hanno neppure di striscio individuate. Frattanto: “ incalzato dall’iniziativa partigiana, preoccupato per le conseguenze del suo atteggiamento che poteva essere di “troppa bontà, che poteva essere scambiato per debolezza, premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano GRAZIOLI [grassetto nostro] emanò l’11 settembre un bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. La pena di morte veniva comminata non solo per gli attentati e per ‘chi sia trovato in possesso di manifestini, emblemi, distintivi, altro materiale di propaganda sovversiva‘ ma anche per ‘chi partecipi a riunioni o assembramenti della stessa natura’ per chi ‘dia ricetto alle persone colpevoli di quei reati’. Esecrabilissimi provvedimenti, sconfinamenti da ogni civiltà giuridica, delinquenza militare. Ma ne è responsabile Messana che addirittura da questo cambiamento ne esce schiacciato, esautorato, relegato a ruoli sempre più marginali? Messana finisce in disgrazia. Vedremo dopo quale fu la sua partecipazione, incolpevole innocua e insignificante in quella che sarà una ignominia – sì, una ignominia per l’Italia – la soppressione con un processo burletta e con giudice monocratico del presunto capo dei Partigiani a Lubiana. E là non vi fu alcuna partecipazione attiva del Messana, alcuna compiacenza del MESSANA. Un verbale di oltre 70 facciate che è stato revisionato, giudicato e contemplato dal SIS del Ministero degli Interni ne dà ampia conferma. Noi lo pubblicheremo quel testo così minuzioso, certosino, quasi bizantino. I Titini potevano dire e chiedere quel che volevano, erano assetati di vendetta, volevano assolutamente creare i mostri, volevano fare di ogni erba un fascio, ogni pur meritevole impiegato funzionario questore italiano che si era avvicendato in quel di Serbia in quel di Lubiana non poteva che essere un CRIMINALE DI GUERRA. Ma Messana non lo era. L’istruttoria al Ministero che pur vi fu dovette archiviare. Non emergeva nulla. Il dottore Pianese diede il suo ultimo colpo di timbro, burocraticamente scrisse “atti”. Perché la Cernigoi non cercò, non appurò , non si documentò? Non voleva acclarare la rispondenza delle carte che le erano capitate in mano o che le avevano fatto recapitare dopo un mezzo secolo di sonno con la veridicità storica, con la contestualizzazione, con il grado di affidabilità? Se l’ha fatto in mala fede che paghi, se per insipienza non si dichiari una storica di chiara fame da supportare addirittura redditizie trasmissioni televisive che hanno buttato un mare di fango su una dignitosa, intemerata famiglia, l’attuale famiglia Messana
  • Lillo Taverna
    07/10/2014 0:46
  • Lillo Taverna
    07/10/2014 0:46
    Lillo Taverna
    ---------
    Ho sbriciolato tutte queste presunte documentazioni accusatorie. Ne farò oggetto di una pubblicazione. Se qualche volta ho voluto segnalare copie dei miei risultati archivistici a questa NUOVA ALABARDA alla Cernigoi, ho commesso, non so come si dice in inglese (io a mala pena traduco dal siciliano all'italiano) insomma molestia a mezzo computer? Vi diffido a voi della Polizia Postale a molestarmi su input di questa ex goriziana. Se lo fate ho qui una prova provata che allora agite d'impulso e ve ne assumete le responsabilità. Ma forse ora potete rispondere alla Cernigoi: ma sia seria, signora. Se impapocchia cose di storia e qualcuno la coglie in castagna, in fin dei conti niente di grave; basta una semplice doverosa rettifica. dato che il suo dire sta danneggiando gravissimamente gli eredi del signor gr. uff. comm. san Lazzaro e San Maurizio (onorificenze meritatissime sulle quali signora ex goriziana lei non ha titolo alcuno di sputarci sopra) l'ISPETTORE GENERALE DI PS, dottore Ettore Messana da Racalmuto.
    Se poi, persistendo la signora, dovessimo passare al penale, sarà tutt'altra musica.
    SECONDA PARTE
    Tre tempi: Riesi 1919, (10 ottobre), (per Li Causi Messana vi sarebbe stato coinvolto. Il Messana manco c’era); Lubiana 1941/42 (è un momento questo di cui mi riprometto qui di documentare l’infame e fallace costruzione della Cernigoi); Sicilia 1945/47 ( Il Casarrubea va oltre la temerarietà di un Li Causi e fa diventare criminalità comune quella accusa faziosa del deputato comunista che parla di Politica (sottolineo: politica) delinquenza del Messana; sarebbe stato CAPO DEL BANDITISMO POLITICO il grande Messana; eccesso retorico che mi riprometto addirittura di capovolgere)-
    Appuntiamoci su questi che sarebbero esilaranti vituperi calunniosi della Cernigoi se non avessero prodotto danni morali, familiari ed economici all’innocente famiglia Messana.
    La Cernigoi ha mai posto uno sguardo a questo studio serio, ponderato, circospetto di TEODORO SALA (Occupazione Militare e AMMINISTRAZIONE CIVILE nella ‘PROVINCIA’ di LUBIANA (1941 – 1942).)? A pag. 87 avrebbe letto, alla nota 55 “Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna (04481). La nota prova quanto il Sala asserisce nel testo e cioè “fu quindi un susseguirsi di reciproche intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia all’insaputa della questura [si badi bene della questura, come dire di Ettore Messana, giusta la lettera che abbiamo menzionata] ora l’Alto Commissario, contro le disposizioni in vigore adibiva dei militari al servizio carcerario.”
    Un caos infernale dunque; militari da destra e militari da sinistra e il Messana totalmente esautorato. Quali responsabilità gli si possono addossare? Certo se vi fossero documenti, atti, testimonianze coeve, verbali etc etc. alzeremmo le mani. Ma non vi è nulla. Nel 1943 con il famoso Tutti a Casa, la Provincia di LUBIANA viene smantellata, le carte trafugate. Gli italiani saremo degli imbelli ma non lasciamo tracce delle nostre malefatte ai “nemici”. Sala non trova quella lettera del Messana; pensiamo che si rifaccia solo allo scartafaccio del protocollo, quello può essere rimasto a Trieste. Ma il resto delle carte, no. Ce ne sono residue, ma qui a Roma al Ministero o ai Ministeri. Alcune noi le abbiamo trovate ma vanno nel senso diametralmente opposto a quelle che la Cernigoi stravisa o si auspica che siano integre genuine accusatorie in scaffali che sarebbero noti e accessibili solo a lei. Non scherzi la Cernigoi: qui ci va di mezzo il buon nome dell’Italia. Se vi furono colpe (e vi furono) che siano perseguite (e come vedremo alcune vi furono e finirono sotto giustizia). Ma quelle che la Cernigioi alla fin fine fabbrica contro Messana, NON CI SONO. Nessuno le ha mai trovate, le rigorose inchieste del dopo guerra non le hanno neppure di striscio individuate.
    Frattanto: “ incalzato dall’iniziativa partigiana, preoccupato per le conseguenze del suo atteggiamento che poteva essere di “troppa bontà, che poteva essere scambiato per debolezza, premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano GRAZIOLI [grassetto nostro] emanò l’11 settembre un bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. La pena di morte veniva comminata non solo per gli attentati e per ‘chi sia trovato in possesso di manifestini, emblemi, distintivi, altro materiale di propaganda sovversiva‘ ma anche per ‘chi partecipi a riunioni o assembramenti della stessa natura’ per chi ‘dia ricetto alle persone colpevoli di quei reati’.
    Esecrabilissimi provvedimenti, sconfinamenti da ogni civiltà giuridica, delinquenza militare. Ma ne è responsabile Messana che addirittura da questo cambiamento ne esce schiacciato, esautorato, relegato a ruoli sempre più marginali? Messana finisce in disgrazia. Vedremo dopo quale fu la sua partecipazione, incolpevole innocua e insignificante in quella che sarà una ignominia – sì, una ignominia per l’Italia – la soppressione con un processo burletta e con giudice monocratico del presunto capo dei Partigiani a Lubiana. E là non vi fu alcuna partecipazione attiva del Messana, alcuna compiacenza del MESSANA. Un verbale di oltre 70 facciate che è stato revisionato, giudicato e contemplato dal SIS del Ministero degli Interni ne dà ampia conferma. Noi lo pubblicheremo quel testo così minuzioso, certosino, quasi bizantino. I Titini potevano dire e chiedere quel che volevano, erano assetati di vendetta, volevano assolutamente creare i mostri, volevano fare di ogni erba un fascio, ogni pur meritevole impiegato funzionario questore italiano che si era avvicendato in quel di Serbia in quel di Lubiana non poteva che essere un CRIMINALE DI GUERRA. Ma Messana non lo era. L’istruttoria al Ministero che pur vi fu dovette archiviare. Non emergeva nulla. Il dottore Pianese diede il suo ultimo colpo di timbro, burocraticamente scrisse “atti”. Perché la Cernigoi non cercò, non appurò , non si documentò? Non voleva acclarare la rispondenza delle carte che le erano capitate in mano o che le avevano fatto recapitare dopo un mezzo secolo di sonno con la veridicità storica, con la contestualizzazione, con il grado di affidabilità? Se l’ha fatto in mala fede che paghi, se per insipienza non si dichiari una storica di chiara fame da supportare addirittura redditizie trasmissioni televisive che hanno buttato un mare di fango su una dignitosa, intemerata famiglia, l’attuale famiglia Messana
  • 7 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    07/10/2014 14:21
    Lillo Taverna
    Se un giornalista o uno scrittore di una certa fama, UMBERTO SANTINO, ha voglia di infilare in uno articolo come questo: _____________ "Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus La strage di Portella della Ginestra Umberto Santino La strage di Portella della Ginestra ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: uno svolazzo del tipo:
    ---------------------------------------- il .... nome di [Giuliano] viene fatto dall'Ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, lo stesso che l'8 ottobre 1919 aveva ordinato il massacro di Riesi (15 morti e 50 feriti) e che ora Li Causi addita come colui che dirige il "banditismo politico". La banda Giuliano sarà pure indicata come responsabile degli attentati del 22 giugno in vari centri della Sicilia occidentale, con morti e feriti ..... .............................................. allora vien voglia di chiedergli: sulla base di quale prova? quale è la fonte? ove le carte, le sentenze giudiziarie, le condanne? la legittimazione dell'addebito infamante? Ma avreste la sorpresa che il desso nulla saprebbe rispondervi. La parola di Li Causi, peraltro datata 15 luglio 1947, non basta. Il Li Causi è troppo preso dal suo furore contro Scelba e scarica il suo vociare accusatorio sul declinante questore Messana, cui peraltro doveva la vita. Senza gli avvisi e le protezioni del Messana il compagno onorevole comunista finiva crivellato dai colpi del bandito Giuliano o di chi vi stava dietro; e per noi comincia ad essere molto probabile che possano essere quelli dell'America, ammesso che allora la CIA non fosse già operante.
    Noi siamo andati a rovistare fra le carte dell'archivio di Stato di Caltanissetta e nulla abbiamo trovato che possa coinvolgere il Messana in codesti efferati crimini di Riesi del 1919. Ma sorpresa delle sorprese, veniamo a scoprire che nel 1919 la questura a Caltanissetta non c'era, c'era solo un distaccamento presso la Prefettura all'epoca sotto la ferrea direzione del prefetto Guadagnini. Questi fa dei fatti un paio di mesi dopo un rapporto circostanziato al suo Ministero. L'abbiamo rinvenuto presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma. Anche qui nulla che possa buttare ombre sul Messana. Semplicemente del tutto ignorato per la semplice ragione che non aveva avuto alcun ruolo in quel groviglio di tristi vicende.
    Eccovi quel rapporto: leggetevelo, scandagliatelo e vediamo cosa vi potreste trovare per aggredire il Messana. Diciamo subito: NULLA
    Intanto vi diamo le coordinate per andare a controllare presso l'ACS di Roma
    Non so se avete notato la richiedente: è la signora Giovanna Messana, la solerte nipote del questore Messana, appunto. Se voi detrattori non fate quel passo indietro, quella peraltro doverosa resipiscenza, la signora non può sottrarsi all'onere di perseguirvi per via legale.
  • 10 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    10/10/2014 12:20
    Lillo Taverna
    Giunto a questa svolta delle mie ricerche sul questore Ettore Messana, dopo giorni di colloqui con la spumeggiante nipote di questo cerbero attaccatissimo al suo senso dell’onore, ligio sino all’autocalunnia al più rigoroso rispetto del dovere, un dovere che magari a me risulta effigie di uno Stato di polizia qualunque sia la vernice ideologica della travagliata vicenda politica dell’Italia del XX secolo, giunto qui insomma voglio tracciare le tre cifre ermeneutiche di questa infamia divenuta domma storico.
    I tre momenti sono: la vicenda del 1919 a Riesi, l’avventura di una Lubiana inventata dal Duce d’accordo con i tedeschi quale “provincia italiana” in cui approdò per il primo anno il Questore Messana; il tormento della Sicilia dell’AVIS quando toccò al Messana districarla dalle grinfie degli agrari in collusione con un Fiorello La Guardia newyorkese; e sarà lui a stroncare il fenomeno del banditismo dei Giuliano, Pisciotta e Fra Diavolo alias Ferreri.
    Che il Messana sia stato tacciato di protagonismo negativo nelle lotte contadine dei tempi di Nitti in qualità di feroce commissario di pubblica sicurezza noi siam certi che fu l’effetto indotto delle ire funeste del compagno Li Causi, giustamente furibondo per l’eccidio – quello di trent’anni dopo – di Portella delle Ginestre.
    Ciarla proprio il Casarrubea quando letteralmente scrive, diffamando – che: “l’eccidio ricorda da vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi nel 1919”. Un personaggio, un valdese di Riesi, lo storico Salvatore Ferro, nel 1934 raccoglie memorie del suo paese ed ecco invece come ci descrive quei tristi eventi: “Gli scalmanati ritornando sull’imbrunire entrarono in paese cantando battendo le mani. Trovandosi in piazza l’Angilella ordinò al popolo di andarsi ad armare e ritornare. E difatti così fecero. La piazza formicolava di gente. Ad un certo punto il Tenente e il Delegato di P.S. premerono la mano del soldato, facendo funzionare lo strumento micidiale. Al crepitio fulminea della Mitragliatrice seguirono altri colpi di fucile e di revolvers. Il terrore invase tutti gli animi. Un momento dopo si vide un campo di morti sia in Piazza che nel Corso: anche i feriti fecero spavento. Nella confusione gli sparatori fuggirono: inseguiti, fu raggiunto il Tenente al piano del Pozzillo per la via di Ravanusa e fu freddato. In quella occasione l’ing. Accardi, che si trovava lungo il Corso, trascinato nel Cortile Golisano, venne pugnalato da mano ignota e ferito. Il pallore, lo sgomento si leggeva in faccia di tutti, vedendo la carneficina il sangue che scorreva, raccolti i cadaveri , le famiglie ne piansero amaramente i figli, i mariti, i parenti. I morti furono 8 e dei feriti non si seppe il numero.”
    Lo si accetti, lo si nego codesto racconto, una cosa è certa come si fa a dire che vi partecipò il Messana? Che fu lui in ogni caso colui che ne avrebbe “ordinato l’eccidio”? che i morti furono - poi si disse - in numero di quindici, o di venti? Pare che vi sia stata dopo una inchiesta. Prima o poi troveremo gli atti di questa inchiesta. Ma una cosa è certa: nessuna responsabilità, nessun addebito venne fatto al Messana, e non certo per raccomandazione: non aveva appoggi, non aveva protezioni. Il Messana nel 1919 aveva appena 31 anni e di carriera ne farà, ma dopo .
    A caldo il Prefetto di Caltanissetta così, per incidens, ragguaglia l’onorevole Ministero dell’Interno: “ il 13 corrente, la locale sezione socialista presentava avviso che l’indomani, domenica, dalle organizzazioni economiche sarebbe stata fatta una pubblica manifestazione con comizio in onore e per l’escarcerazione dell’avv. Calì Carmelo, socialista ufficiale, già arrestato quale istigatore dei noti fatti di Riesi e dimesso dal carcere il 10 andante”.
    E in questa lunga relazione da noi rinvenuta nell’Archivio Centrale di Stato altri ed altri elementi che fanno tanta luce su queste tragiche vicende delle lotte contadine in Sicilia. Ma un cenno, dico un cenno, che possa coinvolgere l’operato del questore Messana, allora modesto delegato di PS in forza a Caltanissetta non c’è. Si dirà che il silenzio nulla prova. Certo, ma non può non provare che l’eccidio di Riesi “ordinato” dal Messana è solo una infamante superfetazione del Casarrubea.
    Il secondo atto riguarda il periodo in cui Messana fu questore a Lubiana: abbiamo lettere e documenti ove traspare che il questore Messana non fu colpevole di nulla, dato che addirittura veniva esautorato dall’esercito. (“ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia ad insaputa della Questura”. Scriverà il Messana. Vds. Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna – 04481 del 3/9/1941 IZDG fasc. 656/IV). Nessuna prova, nessun documento, nessuna accusa seria poterono addurre gli juguslavi titini a guerra persa, per noi, e così nessuno può infamare il Messana perché quella dei Titini fu solo calunnia che non ebbe seguito alcuno. Messana fu poi uomo di Stato con De Gasperi. Tutto lo comprova. Quanto si è ricamato sopra,magari ingigantendo l’invidiuzza di qualche collega del Messana, è talmente irrisorio che è solo malevolenza volerla ancora strumentalizzare come la recentissima pubblicistica pervicacemente continua.
    La vicenda siciliana degli anni 1945-1947 vede in effetti un Messana in sintonia con l’on. Aldisio, ed è un abilissimo segugio , poliziotto integerrimo che sfruttando le confidenze di fra Diavolo poté sbaragliare l’ordito mafia-banditismo-agrari-agganci e protezioni americane. Abbiamo trovato ampia documentazione che prova il valore, l’abilità e il modo intemerato di agire del Messana negli archivi di Stato qui a Roma. Documentazione che pur disponibile non è stata mai indagata da chi si veste dei panni di censore di un uomo a totale servizio dello Stato, morto in dignitosa austerità finendo i suoi giorni addirittura in una casa INGC.
    -- Postato da Blogger su Contra Omnia Racalmuto il 6/17/2014 07:06:00 PM
  • Lillo Taverna
    10/10/2014 12:30
    Lillo Taverna
    Quella di sopra la puoi far stampare agevolmente e fornirla al giornalista RAI. La correderemo dopo di un DVD colmo di documenti e notizie e sagaci smentite
  • 12 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    12/10/2014 9:32
    Lillo Taverna
    BuonA do dn
    Buona domenica da santa lucia di viamignano
  • 13 ottobre 2014
  • Giovanna Messana
    13/10/2014 22:34
    Giovanna Messana
    ti do la buona notte il telefono si è scaricato,non ho avuto il tempo di salutarti nè di prendere l'appuntamento per mostrerti i documenti di mia figlia ci sentiamo domani dopo pranzo un carissimo saluto e ....sogni d'oro ciao a domani
  • Lillo Taverna
    13/10/2014 22:37
    Lillo Taverna
    stavo infatti cercando di rintracciarti ma visto che le cose stanno così consentimi di abbracciarti con ardore un po' più intenso del normale volersi bene.
  • 17 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    17/10/2014 10:48
    Lillo Taverna
    Deferente mi rivolgo a questa mirabile ed ammaliante "matriarca" di altri tempi per umiliarLe il mio devoto voto augurale in questo suo fausto giorno, in questa sua ricorrenza fsteggiata da figli e nipoti. Quindi l'abbraccio forte forte come a soffocarla tanto è l'affetto che nutro per questa mia di recente trovata amica. Augurissimi Giovanna
  • 17 ottobre 2014
  • Giovanna Messana
    17/10/2014 20:58
    Giovanna Messana
    Ti ho letto e gradisco in modo particolare questi tuoi auguri dal sapore di altri tempi,la tua stima il tuo affetto e la tua amicizia sono valori che mi riempiono il cuore e mi fanno sentire importante,grazie per la tua preziosa amicizia che custodirò per sempre
  • Lillo Taverna
    17/10/2014 23:15
    Lillo Taverna
    Buona notte carissima. Ne avevo scritta un'altra ben più appassionata, una vera dichiarazione d'amore ma ho sbagliato a battere tasto e l'ho smarrita. Si vede che non c'era volontà del Signore.
  • 18 ottobre 2014
  • Lillo Taverna
    18/10/2014 2:23
    Lillo Taverna
    «Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»
    Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue. Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
    Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura nemica e vincitrice che è assetata di vendetta. Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”. E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito. I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto, il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna cognizione di causa. Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino in contatto con agenti americani”. Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.
    Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo. Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra. Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana. Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.» Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come inquadrare.
  • 2 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    02/11/2014 11:20
    Lillo Taverna
    Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6). Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
  • 2 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    02/11/2014 18:17
  • Lillo Taverna
    02/11/2014 18:17
    Lillo Taverna
    Sei riuscito a fotografare qualche documento? Ora che ti sei esposto, dovrai a mio parere, documentare. Qualche storico potrebbe appropriarsi delle tue notizie per scrivere un altro libro. O forse potrebbe avvalorare le tue ricerche e aiutarti a risolvere questo difficile problema. Il mio giudizio? Sei l' "unico grande storico" dei nostri tempi. Pubblica un libro su questo caso. Il merito sarà tutto tuo. 3 minuti fa Grazie, ma non voglio elogi. Non so che farmene ad 80 anni. Noi avevamo una controversa aperta su Ettore Messana. Può darsi al limite che tu avessi allora ragione. Io ti ho frastornata. Ma allora credevo di avere ragione, ed ora ancor di più. Scrive il Casarrubea nel libro citato (pag. 19): "Su tale persistenza ha giocato anche l'erronea pretesa che procedendo la storia per accumulazione, non si può mai sovvertire l'ordine delle conoscenze acquisite e che pertanto "i fatti torici sono immodificabili". Questa visione empiristica o lombrosiana è scorretta. [...] Nulla è pertanto modificabile del giudizio o della ricostruzione del passato, fino a quando nuove conoscenze, nuovi documenti non vengano ad aggiungersi al mosaico dei fatti, arricchendolo o modificandolo". Parole forse contraddittorie ma in definitiva accettabili. Solo che mi pare che a stabilire se vi sono "nuove conoscenze, nuovi documenti=, atti a sovvertire giudizi storici stratificati non può essere nessun altro se non lo "storico professionista", quello che avrebbe fatt su un periodo su taluni decorsi storici ricerche scientifiche. Nel caso di specie lo stesso Casarrubea. Non parliamo poi della Cernigoi: per lei nulla cambia, la sua è una verità immutabile. Certo che mi sto documentando, certo che faccio ritrarre fotocopie (domani subito all'EUR a far fare quelle foto), ma carissima non approderò a nulla: non faccio parte della consorteria degli storici patentati e a dirti la verità disdegno di farvi parte.
  • 7 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    07/11/2014 14:35
    Lillo Taverna
    Gentilissimo professore Casarrubea, La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici. Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da stdioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto. A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche- Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici. La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna
  • 7 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    07/11/2014 22:31
    Lillo Taverna
    Sino a questo pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza, di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana. Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura tosta frequentatore un tempo dei salotti televisivi di Costanzo.
  • Lillo Taverna
    07/11/2014 22:51
  • Lillo Taverna
    07/11/2014 22:52
    Lillo Taverna
    L'ispettore generale di PS comm. di San Lazzaro e San Maurizio (solo 500 in Italia) e molte altre onorificenze di gran grido Ettore Messana da Racalmuto con Alcide De Gasperi. Altro che stagista di stato a Riesi nel '19, altro che criminale di guerra per Lubiana come l'ignara Cernigoi va calunniando, altro che capo del banditismo politico di Sicilia, in base all'impropria ingiuria di Li Causi. Nulla di tutto questo. Documentato.
  • 9 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    09/11/2014 21:53
    Lillo Taverna
    La Nuova Alabarda MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI? Dopo avere attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi son...o oggetto di invio di messaggi che oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro) e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di "signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di "disporre" di un "canale riservato" (veramente la messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa nostra Italia) che "la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia". Curioso termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma: "Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra". Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS. Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo: "Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana". Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo" (cito). Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa. Altro... Inizio modulo Mi piaceMi piace • • Condividi Rimuovi Lillo Taverna Ancor oggi posso leggere su FB tutta questa sfilza di insolenze che mi propina la "signorina" Cernigoi, che obiettivamente fa propaganda antitaliana supportando come verità assulute le nefandezze postbelliche del regime titino. Oltre a questa bacheca, LA NUOVA ALABARDA, la dessa immette informaticamente il BLOG LANUOVAALABARDA il cui contatto suona la nuovaalabarda@gmail.com. In FB, come può constatarsi, non è possibile contrapporre commenti a difesa o a rettifica. Quanto al blog, mi vedo minacciato insolentito diffidato a contattarmi perché sarebbe contatto personale e riservato della signorina Cernigoi. Devo precisare che con il professore Casarrubea siamo venuti a chiarimenti esaustivi e civili come si addice a galantuomini della generosa terra di Sicilia. Laddove all'inizio ebbi a sbagliare con termini alquanto pesantucci, ho dovuto ammettere le mie colpe e chiedere scusa. Con la signorina Cernigoi non solo non mi è possibile ogni civile chiarimento ma mi vedo insolentito, come ben si può constatare qui sopra, e minacciato di stalking (non so cosa sia), e di ricorso ai poteri inquisitori della polizia postale. Io, invero, non vedo l'ora che ciò faccia avendo strali al mio arco per ribaltare la frittata. Ma devo stare attento qui ad usare il termine "strale" perché la goriziana signorina Cernigoi ha una sua molto personale convivenza con la lingua italiana. Per lei l'elegante ad allusivo termine "infilzare" come dire venire elegantemente e sapidamente "infilzati" o "contestati" è equivalente di "calci in culo" sornionissima espressione di Melchiorre Gerbino, personaggio da cui sono stellarmente lontano per cultura, per cifra etica e militanza politica. Ora La Cernigoi mi dà del "fascista" sol perché metto i titini alla berlina: nebbie mentali femminili. Certo non sono né storico, né letterato, né pubblicista: so solo che la "storia" è "scienza sociale " e quindi deve tendere alla "avalutatività". In ogni caso la storia non "condanna" fa o tenta di fare "verità" in ordine ad un passato, senza ottundere l'obbiettività. La costituzione della "provincia di Lubiana" va letta e capita sulla base di testi obbiettivi tipo quello del grande storico T. Sala. In qualche altra parte , ma sempre qui sopra, la signorina Cernigoi, scandalizzata dal fatto che in Sicilia tanti miei amici anche a 80 anni mi chiamano Lillo anziché Calogero come registrato nell'ex convento delle clarisse a Racalmuto, mi vuol negare persino il piacere di tenere un blog: paturnie postmestruali. Sì, sono logorroico: lo ammetto.. E questo perché mi sono serviti fiumi di parole per rettificare la triplice calunnia di Li Causi avverso Ettore Messana. Ho potuto appurare che Messana non poteva essere uno stragista nel 1919 a Riesi perché o non c'era o fu talmente defilato da finire del tutto ignoto. A Lubiana non ebbe colpa alcuna come scandagliato dal SIS del M.I. in base ad una doviziosa documentazione che io posseggo e la Cernigoi, no!. La sortita leguleia di Li Causi tendente a fare apparire il Messana come CAPO DEL BANDITISMO POLITICO (attenzione: politico) ha lasciato il tempo che trova ed oggi anzi in base alla documentazione NARA che ben sta studiando il professore Casarrubea ed a quella dell'ARCHIVIO CENTRALE DI STAO (faldoni SIS) sta finalmente affiorando una verità sconcertante: la responsabilità dell'Oss americana (l'antenata della CIA) contro cui lottò Messana in Sicilia, rimettendoci le penne. Io sarei un "difensore sperticato" di Messana. e ammesso che lo sia, questo mi lusinga. A me comunque sembra che per colpa di questi pennivendoli un grand-commis dell'ordine pubblico è finito, mezzo secolo dopo la sua morte, mostro sbattuto in prima pagina. Emblematica la circostanza che persino con minacce la Cernigoi mi vuole impedire la replica alle sue "fesserie storiche". Così, en passant, cosa avvenne a Lubiana dopo la sconfitta dell'Italia? roba da accapponar la pelle. Ho tra le mani un libro: SLOVENIA e vi troverò tanto di quel materiale più che bastevole per irridere alla Cernigoi che vorrebbe dar credito all’ira furente dei titini. Si è mai chiesta la Cernigoi cosa avvenne ai cattolici anticomunisti detti domobranci. "Circa 12.000 domobranci furono vittime di massacri efferati una volta rientrati in patria. Altri 6.000 civili scamparono all'annientamento grazie all'intervento del maggiore Barre". Lei si è ingolfata tutta in quello che andavano costruendo questi signori criminali. Io no! Tutta quella sua pappardella - postuma perché confezionata dopo quattro anni di guerra e da organi non autorevoli - è finita nell'istruttoria romana e quindi per assoluta infondatezza archiviata dal dottore Pianese. Vada a leggersi le carte del SIS all'EUR qui a Roma. Quanto poi alle elucubrazioni psicologiche del subordinato Ricciardelli, si è mai chiesta la Cernigoi perché manco giunsero qui a Roma. E' proprio sicura che il pettegolo non si sia rimangiato tutto per non perdere il posto. Sì, rimase in polizia ma mi pare molto melanconicamente. A me la figura del Ricciardelli non interessa, non interesserebbe neppure la figura del magistrato Macis che condannò a morte come giudice monocratico il Tomsic (ma doveva applicare le leggi anche quelle leggi da stato di guerra che a me lasciano interdetto. Io sono comunista, sa? non fascista). Mi dia lei lezioni di diritto internazionale criminale di guerra. Il Messana aveva fatto solo una o meglio aveva diretto una perquisizione in casa di Tomsic e aveva trovato quello che aveva trovato e ne ha fatto una certosina diligente e certo poliziesca relazione. 76 pagine di rapporto. Se me lo accorda gliene mando una copia. Sta al SIS all’ ACS, EUR/ROMA. Lei avrebbe l'obbligo di accertare anche se travolgerebbe tutti i due suoi articoli che credo le abbiano fruttato qualcosa. Che altro le debbo dire: è disinformata. Mai il Messana fu sotto il Verdiani; non poteva essere fascista nel 1919 a Riesi; le altissime onorificenze le ebbe a fine della sua carriera in riconoscimento della suo integerrimo e prezioso servizio allo Stato. Ad apprezzarlo fu De Gasperi non Scelba. Con fra' Diavolo ha avuto i classici rapporti che hanno i dirigenti di polizia con i confidenti e ad imporglielo come confidente fu Aldisio. Sarà non senza ragione che i carabinieri pare che a fra’ Diavolo gliel'abbiano fatta finire peggio di Cucchi. Sia chiaro: non Messana e, a ben sospettare, contro Messana. E quanto al suicidato Pisciotta Messana lo "infilza" sulla faccenda delle mitraglie Beretta. Si legga le carte del processo. E Messana mai ebbe a che fare con processi penali a sui carico. Ecco perché io sto cercando la "verità" su Messana sbattuto in prima pagine, purtroppo credo iniziando dal santone suo compaesano Danilo Dolci. Io non so chi fu veramente Messana, ma so che quello che lei dice di lui è falso, denigratorio e calunnioso. Vuol continuare? faccia pure! Mi vuol denunciare di stalting perché continuerò con tutti i mezzi a smentirla? felice di divenire la sua vittima. Ma Manzoni direbbe: e poi dicono che non c'è giustizia a questo, mondo. Solo, io le dico: in Italia c'è giustizia; nella sua Slovenia, no!
  • 12 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    12/11/2014 22:17
  • Lillo Taverna
    12/11/2014 22:18
    Lillo Taverna
    Come si può valutare il Messana questore a Lubiana in quell'ambiguo esordio della annessione della Slovenia all'Italia che ebbe inizio il 6-18 aprile 1941 se non s'inquadra bene quella faccenda là che non può certo limitarsi ad un uzzolo dissennato di Mussolini!
    Messana va là a Lubiana non da militare, non con concezioni guerresche, ma ome un ordinario questore sia pure del regime fascista. Un passo audace per un'accelerazione di carriera.
    Noi non frequentiamo commissariati di PS, non gradiamo la vicinanza al Viminale come cittadini romani. Ne stiamo alla larga. Prevenuti, anche.
    Ma anche tanti amici e tanti compagni di università che poliziatti sono stati, anche commissari e quindi persino questori. La gente più pacifica che io conosca. Un lavoro come un altro. Un posto ambito se si possiede un titolo di studio a livello universitario.
    E tale era Ettore Messana. Un suo bizzarro antenato aveva fatto il questore a Bologna appena scoccata l'ora fatidica dell'Unità d'Italia, addirittura nel 1860. Tipo strano che da Racalmuto va in Emilia e si mette a fare il questurino. E' laureato, scrive versi blasfemi, stordisce i felsinei con il suo verseggiante spirito paesano. se non contadino di certo di u piccolo borghese asceso nella scala dei valori della terra del sale e dello zolfo, uno di quelli che noi chiamiamo galantuomini. E in fondo il pronipote Ettore Messana tende a fare il "galantuomo". Non disdegna le belle donne e sicuramente in Slovenia le donne erano e sono belle. E qualcuna di loro persino generosa. Si sarà portata a letto qualcuna? Probabile. Ma basta questo per farne un violentatore di femmine?
    Cara Cernigoi non scherzare.
    Dunque, Lubiana diviene provincia italiana nel maggio del 1941. Vi dovevano essere molti italiani. Ma a dominare sono i comunisti. Poi vi sono i cattolici mitteleuropei austriacizzanti. Tra le due fazioni cattiverie e aggressioni da lunga data.
    Le colonie italiane sparute e comunque sgradite.
    Cosa intendeva conseguire il governo fascista nel volere introdurre colà una sua "amministrazione civile"?
    Studi seri devono essere ancora fatti, almeno dall'angolo visuale italiano. A noi consta che solo Teodoro Sala negli anni '60 si produsse in una ricerca seria, obiettiva. A disposizione ha solo tutto sommato la impostazione di studiosi titini. Sotto in foto si può controllare. Sala molto correttamente ci informa che allo stato attuale delle ricerche (anni '60) non sussisteva "una conoscenza approfondita sugli intendimenti del governo fascista italiano nei confronti dei territori occupati". Certo il governo fascista si proponeva la "italianizzazione più o meno completa e a scadenza più o meno lunga dei territori annessi". Ma si scontra con una lotta di liberazione irriducibile che i "popoli jugoslavi condussero dal 1941 al 1945". Appunto perciò "tale lotta condizionò in modo determinante proponimenti e azioni dell'occupatore".
    Ettore Messana, appena cinquantenne, sedentario, poliziotto da scrivania, arriva nel maggio 1941 a Lubiana credendo di dovere andare a svolgere quel ruolo che ogni normale questore svolgeva in patria. No! lì, dopo un primo momento di perplessità nella turbolenta Istituto Italiano di Cultura | Lubiana scoppia l'insurrezione armata. Cosa da militari, dunque non da funzionari che anhe se di alto gado, erano sempre imbelli civili. E Messana comincia subito a scricchiolare .
    Il Messana non fa neppure in tempo a gustarsi la prestigiova (credeva) poltrona di Questore della provincia di Lubiana che arriva Emilio Grazioli, prima come Commissario Civile quindi quale organo supremo cui si danno il nome e i poteri eccezionali di un Alto Commissario per la provincia di Lubiana. Carta intestata subito (vedi foto) sovranità territoriale. Al Messana, neppure le briciole del potere.
    Si aggiuneranno poi i comandi militari; quali quelli del 2° granatieri, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza ed anche della Milizia fascista non sottoposta alla Giurisdizione del C.d. A. Noi siamo stati a spulciare all'ACS di Roma il faldone LUBIANA MI- D.G. PS 1942 , busta 13. Sì, in un
    caso abbiamo riscontrato che "agenti di P.S. arrestavamo ZAGAR Francesco di Frascesco e di Zagradnik Ivanka .... e HUMAR Milan, naturale di Stefania, che avevano lanciato un sasso ciascuno contro la vetrina dellUnione Militare, cagionando un "danno di circa L, 6.000", ma il caso, come gli altri, passa sotto la giurisdizione di Emilio Grazioli. Il 5 aprile 1942 il Tribunale Militare li condannò lo Zagar a quattro anni e l'Humar a 6 anni per "manifestazioni sedizionse (art. 4. del Bando del Duce 24/10/1941).
    Esose le condanne? senza dubbio. Ecco dirai tu signora Cernigoi, la cattiveria del Messana. Aveva folleggiato per cattiveria, per sola malvagità d'animo nel fare il rapporto di polizia, come scrisse il Ricciardetti per un casi triestino.
    No, cara: era subentrato il citato bado del Duce del 24 ottobre 1942.
    Scrive Teodoro Sala: Grazioli "incalzato dall'iniziativa partigiana .. premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano ...emanò lì11 settembre 1941 un bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. Il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di Mussolini di carattere più generale ma non meno drastici, recanti ' Disposizioni generali per i territori annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24 ottobre 1941".
  • Lillo Taverna
    12/11/2014 22:18
  • Lillo Taverna
    12/11/2014 22:19
  • Lillo Taverna
    12/11/2014 22:27
  • 13 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    13/11/2014 2:39
    Lillo Taverna
    Lillo Taverna Questa insolente sfuriata della Cernigoi sta ancora in FB dal 20 giugno e non mi è data possibilità di rintuzzare vis a vi la signora, che mi minaccia di stalking a ogni piè sospinto e di ricorso alla polizia postale pur di evitare il confronto. Sarò il "tale Lillo" ma se codesta calunniatrice del Messana si rivolge alla sua Cassa di Risparmio di Trieste le faranno presente che il dottore Calogero Taverna allora superispettore del Secit di Reviglo mise in ambasce il presidente socialista che pensava potermi intimidire presso il ministro Formica che invero io intimidivo per una certa faccenda Sindona, la cui banca Privata Finanziaia avevo ispezionato e ne avevo determinato la Liquidazione Coatta Amministrativa ai sensi dell'art. 67 L.B. Intanto inizio a frantumarle la sua supponenza di essere in grado di "rinfrescare la memoria su questa persona" e cioè il comm. di S. Maurizio e S. Lazzaro gr. uff. dottore Ettore Messana. .......................................................................Come si può valutare il Messana questore a Lubiana in quell'ambiguo esordio della annessione della Slovenia all'Italia che ebbe inizio il 6-18 aprile 1941 se non s'inquadra bene quella faccenda là che non può certo limitarsi ad un uzzolo dissennato di Mussolini!
    Messana va là a Lubana non da militare, non con concezioni guerresche, ma ome un ordinario questore sia pure del regime fascista. Un passo audace per un'acceleraione di carriera.
    Noi non frequentiamo commissariati di PS, non gradiamo la vincinza al Viminale come cittadini romani. Ne stiamo alla larga. Prevenuti, anche.
    Ma anche tanti amici e tanti compagni di università che poliziatti sono stati, anche commissari e quindi persino questori. La gente più pacifica che io conosa. Un lavoro come un altro. Un posto ambito se si possiede un titolo di studio a livello universitario.
    E tale era Ettore Messana. Un suo bizzarro antenato aveva fatto il questore a Bologna appenascoccata l'ora fatidica dell'Unità d'Italia, addirittra nel 1860. Tipo strano che da Racalmuto va in Emilia e si mette a fare il questurino. E' laureato, scrive versi blasfemi, stordisce i felsinei con il suo verseggiante spirito paesano. se non contadino di certo di u piccolo borghese asceso nella scala dei valori della terra del sale e delo zolfo, uno di quelli che noi chiamiamo galantuomini. E in fondo il pronipote Ettore Messana tende a fare il "galantuomo". Non disdegna le belle donne e sicuramente in Slovenia le donne erano e sono belle. E qualcuna di loro persino generosa. Si sarà portata a letto qualcuna? Probabile. Ma basta questo per farne un violentatore di femmine?
    Cara Cernigoi non scherzare.
    Dunque, Lubiana diviene provincia italiana nel maggio del 1941. Vi dovevano essere molti italiani. Ma a dominare sono i comunisti. Poi vi sono i cattolici mitteleuropei austracizzanti. Tra le due fazioni cttiverie e aggressioni da lunga data.
    Le colonie itaiane sparute e comunque sgradite.
    Cosa intendeva conseguire il governo fascista nel volere introdurre colà una sua "amministrazione civile"?
    Studi sri devono essere acora fatti, almeno dall'angolo visuale italiano. A noi consta che solo Teodoro Sala negli anni '60 si produsse in una ricerca seria, obiettiva. A disposione ha solo tutto sommato la impostazione di studiosi titini. Sotto in foto si può controllare. Sala molto correttamente ci informa che allo stato atuale delle ricerche (anni '60) non sussisena "una conoscenza approfondita sugli intendomenti del governo fascista italiano nei confronti dei territori occupati". Certo il governo fascista si proponeva la "italianizzazione più o meno completa e a scadenza più o meno lunga dei territori annessi". Ma si scontra con una lotta di liberazione irriducibile che i "popoli jugoslavi condussero dal 1941 al 1945". Appunto perciò "tale lotta condizionò in modo determinante proponimenti e azioni dell'occupatore".
    Ettore Messana, appena cinquantenne, sedentario, poliziotto da scrivania, arriva nel maggio 1941 a Lubiana credendo di dovere andare a svolgere quel ruolo che ogni normale questore svolgeva in patria. No! lì, dopo un primo momento di perplessità nella turbolenta Lubiana scoppia l'insurrezione armata. Cosa da militari, dunque non da funzionari che anhe se di alto gado, erano sempre imbelli civili. E Messana comincia subito a scricchiolare .
    Il Messana non fa neppure in tempo a gustarsi la prestigiova (credeva) poltrona di Questore della provincia di Lubiana che arriva Emilio Grazioli, prima come Commissario Civile quindi quale organo supremo cui si danno il nome e i poteri eccezionali di un Alto Commissario per la provincia di Lubiana. Carta intestata subito (vedi foto) sovranità territoriale. Al Messana, neppure le briciole del potere.
    Si aggiuneranno poi i comandi militari; quali quelli del 2° granatieri, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza ed anche della Milizia fascista non sottoposta alla Giurisdizione del C.d. A. Noi siamo stati a spulciare all'ACS di Roma il faldone LUBIANA MI- D.G. PS 1942 , busta 13. Sì, in un
    caso abbiamo riscontrato che "agenti di P.S. arrestavamo ZAGAR Francesco di Frascesco e di Zagradnik Ivanka .... e HUMAR Milan, naturale di Stefania, che avevano lanciato un sasso ciascuno contro la vetrina dellUnione Militare, cagionando un "danno di circa L, 6.000", ma il caso, come gli altri, passa sotto la giurisdizione di Emilio Grazioli. Il 5 aprile 1942 il Tribunale Militare li condannò lo Zagar a quattro anni e l'Humar a 6 anni per "manifestazioni sedizionse (art. 4. del Bando del Duce 24/10/1941).
    Esose le condanne? senza dubbio. Ecco dirai tu signora Cernigoi, la cattiveria del Messana. Aveva folleggiato per cattiveria, per sola malvagità d'animo nel fare il rapporto di polizia, come scrisse il Ricciardetti per un casi triestino.
    No, cara: era subentrato il citato bado del Duce del 24 ottobre 1942.
    Scrive Teodoro Sala: Grazioli "incalzato dall'iniziativa partigiana .. premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano ...emanò lì11 settembre 1941 un bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. Il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di Mussolini di carattere più generale ma non meno drastici, recanti ' Disposizioni generali per i territori annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24 ottobre 1941".
  • 13 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    13/11/2014 23:47
    Lillo Taverna
    Rintuzziamo le accuse di Ricciardelli a Messana che pervicacemente la CERNIGOI manine in FB del 20 giugno 2014 di LA NUONA ALABARDA. continuando a dileggiarmi
    Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Abbiamo un tempo riportato locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto da addurre a lode omaggiante.
    Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana.
    E quando le scrive queste cose? Quando ancora modesto funzionarietto di questura, relegato ad una insignificante periferia. Nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di Stato, nientemeno l'on. Alcide De Gasperi.
    E quel insignificante rapportino finisce obliato e trascurato in mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca.
    lunedì 12 settembre 2011
    L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano.
    Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli:
    “Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro.”
    Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti.”
    Qui siamo nell’esilarante: il Mesana arriva in esordio a metà del 1941 a Lubiana. Incontra subito difficoltà inaudite. Come scrive in una lettera riportata dal grande studioso Sala, viene subito esautorato di fatto dall’esercito. Mussolini voleva una “guerra parallela” ma solo per dimostrare ai tedeschi come può esserci una “occupazione umanitaria”. Del resto a Lubiana vi esano molti coloni italiani e questi Mussolini voleva anche proteggere dalle barbarie teutoniche che erano ben note. In un primo momento, dicono gli storici seri, si cercò a Lubiana di impiantare industrie e attività economiche secondo le concezioni coloniali fasciste. Forse qualche apporto vi fu da parte del Messana. Ma è da escludere. Ove si eccettui forse l’avere comprato del legnami per farsi fare una “camera” per la quale nella famiglia Messana si vagheggia ancora, di quello che insinua il Ricciardelli non resta altro che il sospetto di una malevolenza di bassa cucina burocratica. E la Cernigoi vi corre dietro:
    “Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo.”
    Insomma qui la colpa del Messana è solo quella di essere “amico” del commendatore Gueli ma il Messana “non riuscì ad effettuare operazioni di polizia degne di particolre rielievo”. Onore al merito ma no!? Ecco invece come pasticcia il Ricciardelli, se l’anomalo rapporto è suo:
    “Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito”
    Quali elementi ha il Ricciardelli per stabilire “la mancanza assoluta di ogni senso di umanità ” del Messana’? Nessuno. Un poliziotto che misura la latitudine del “senso di umanità” è singolare. Siamo dunque a quelle infanganti veline che riempiono i dossier degli archivi di Uffici di polizia, più o meno segreti.
    Mi si dirà: vuoi dei fatti? Eccoteli!
    “Si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la sua malvagità d’animo una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio u. s.)
    Che possiamo obiettare? Come fa il Ricciardelli ad affermare che “non c’era addebito specifico” e che tutto avvenne all’insaputa dello stesso ufficio politico della Questura (ove pare che militasse proprio il Ricciardelli e quell’ufficio fascista, deleterio e terrificante, era appunto ”politico”). Lui stesso aggiunge che per “più dettagliati particolari e per i precedenti” occorreva esaminare gli atti del Ministero. Quindi lui non ce l’ha. Noi ancora al ministero non abbiamo trovato nulla, ovviamente tra le carte riversate all’ACS. E furbacchione soggiunge che “gli atti dell’Ufficio Politico della Questura furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione ,, ai primi di maggio u.s. Peccato! chissà quanti malefizi della politica ove dimorava il Ricciardelli avremmo trovato. E tutto ci fa pensare che fosse alquanto pressato da quelle “truppe jugoslave” per scrivere sotto ricatto quelle amenità da bassa cucina poliziesca di forte olezzo fascista.
    Ma il fatto si riduce ad un denegato internamento di ebrei. Il ministero non avrebbe sicuramente avuto tanta indulgenza in epoca di forte persecuzione razziale se il Messana nel rappresentare la faccenda non si fosse sapientemente, come sapeva fare, adoperato per propiziare il provvedimento assolutorio.
    Ma giratela come volete, li Ricciardelli nulla prova di censurabile contro il Messana e tutto sa di meschineria diffamatoria, la classica ripicca del subordinato. Da qui a fare del Messana un Criminale di guerra dedito ai crimini contro l’umanità ce ne corre. Nessun tribunale straniero o italico osò tanto.
    Procediamo nelle accuse del Ricciardelli.
    “Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione stessa.[3]”
    Il Messana era certo un duro, ma ciò costituisce colpa? Colpa grave? Vogliamo metterci allora ad osannare il Prefetto fascista Tullio Tamburini?
    E per chiusura il denigratore subalterno, a forza di volere diffamare, finisce con testimoniare a favore proprio del Messana.
    “Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4]
    Che un forsennato poliziotto s’induca a tale sortita che lo copre di ridicolo, si può tollerate ma che la Cernigoi vi si accodi è faccenda incomprensibile. Dunque, quanto sopra che vuol dire? Il Messana, dopo l’8 settembre, si guarda bene dall’aderire alla RSI, si rende irreperibile a Trieste, ci rimette anche lo stipendio, e certi suoi colleghi e subordinati quali il Ricciardelli si affrettano a dichiararlo “dimissionario di ufficio” incappando in un abuso in atti pubblici che a guerra finita doveva essere perseguito. Ed è certo che per Trieste il periodo repubblichino fu il più tragico: in quel biennio Messana non c’era alla questura di Trieste, Ricciardelli, invece, sì. E addirittura nel criminale ufficio fascista della “politica”. E’ l’accusatore che a questo punto è oggetto di censura non il Messana che se ne torna a Roma pur di non collaborare con fascisti repubblichini e tedeschi dalla doppia esse. Ammirevole!
    Ecco perché tempo fa avevamo scritto:
    Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.
  • 14 novembre 2014
  • Lillo Taverna
    14/11/2014 15:10
    Lillo Taverna
    Credevo che Li Causi fosse un avvocato ed invece no! Laureato in quella che oggi si direbbe laurea in economia e commercio ed a Palermo e in tempi di oscurantismo universitario nella Sicilia palermitana, molto leguleia e apicale nelle scienze mediche ma risibile in quella delle faccende economiche e finanziarie, egli faceva tutto sommato il politico giornalista, una schiatta che non mi è molto simpatica.
    Se fosse stato avvocato, come Montalbano magari, sarebbe stato più accorto, meno populista in questa rutilante aggressione denigratrice del Messana. Siamo a metà luglio del 1947. Li Causi sa bene che il Messana proprio da Scelba era stato già giubilato. Eppure il Li Causi doveva essere un po' grato al commendator Messana che gli aveva salvaguardata la vita dalle ire del bandito Giulano. Ma i politici, si sa, e i politici giornalisti ancor di più dinanzi ad una sceneggiata magniloquente sotto le lampade dei cinegiornali, non resistono.
    Dunque in estrema sintesi Li Causi dice tre cose: Messana stragista di Stato nel 1919 a Riesi; criminale di guerra a Lubiana e capo del banditismo politico siciliano in combutta con Giuliano nel biennio tra il 1945 e il 1947.
    Le mie modeste ricerche su basi documentali e respirando polvere d'archivio mi portano a ritenee senza ombra di dubbio che:
    A) A Riesi il giovane commissario nel 1919 non c'era o se c'era ebbe parte tanto marginale e subordinata da passare del tutto inosservato;
    B) A Lubiana come questore vi stette appena un anno e fu subito esautorato dal cosiddetto ALTO COMMISSARIO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA, il triestino Emilio Grazioli, quello che persino emanò leggi marziali che comminavano la pena di morte anche per inezie, nel Settembre del 1941, e tra il Grazioli e il Messana fu subito gelo anche per faccende razziali, essendo il questore persino del Sud. Inviso ai fascisti, non gradito alle SS, dopo un anno il Messana, colpevole di non essere colpevole, viene ibernato a Trieste ove anche il suo più feoce denigratore, il Ricciardelli, un poliziotto della Politica fascista, deve ammettere che il questore Messana fu "insignificante". E allora turre le bubbole che anche Blu Notte s'inventa? Lo dobbiamo a due superfetazioni denigratrici della Cernigoi che mal capendo, omettendo doverosi convalidamenti, fregandosene della documentazione esistente nell'Archivio Centrale dello Stato, finge di non accorgersi che si trattava in un caso di una sparata vendicatia dei titini vittoriosi che non ebbe seguito alcuno e nell'altro l'assurda demigrazione di un Ricciardelli che a Trieste, lui Irpino, credeva ormai di far parte di un'altra nazione in quel 1947 e sfoga il suo malinomo di subordinato complessato. Nessun fatto, solo sospetti e dispetti i suoi tanto che quello malevolo sfogo resta là a Trieste e manco arriva a Roma. Si trattava di mandare alla fucilazione un Ispettore Generale di PS per crimini di guerra contro l'umanità, non dei riferimenti per una promozioe al grado uperiore. E poi questo umile questurino della "politica" di Trieste che autorevolezza poteva mai avere per giudicare un suo superiore che nel 1943 non aveva voluto aderire alla RSI e si allontana dall'ufficio rimettendoci persino lo stipendio! Diversamente il suo censore, che a Trieste rimane e si fa persino deportare per pochi giorni a Dakao per una facecnda ebraica rimasta oscura;
    C) Messana non potè essere CAPO DEL BANDITISMO POLITICO SICILIANO, data tutta la sua azione represiva delle bande armate svolta come ISPETTORE GENERALE DI PS nel biennio tra il 1945-1947. Per non farla qui lunga, dico che le carte della NARA relative alle infiltrazioni della OSS americana in quegli anni, ritrovate e studiade dallo storico di vaglia, il professore Giuseppe Casarrubea, portano in tutt'altro versante. Portano all'antenata della CIA. E Messana vi si scontrò come dimostrano relazioni ardite da me rivenute negli archivi statali dell'EUR. Io arrivo a conclusioni estreme. Il professore Casarrubea, ovviamente, è molto più cauto. Noto certi tentennamenti nel suo ultimo libro sulla Sicilia Segreta di Bompiani. ma non posso prmettermi processi alle intenzioni per
    di più di un valentissimo
    storico che ora riscuote la mia massima stima. Al principio di questa mia esogena avventura non l'avevo capito. Gli ho chiesto e gli chiedo pubbliche scuse.
    Ed ecco la concione del pubblicista Li Causi che credo di avere efficacemente sgonfiata.
    ----------------
    C'è di più: in quei giorni, sia l'Ispettore di pubblica sicurezza, sia il Comando dei carabinieri, sia la Questura di Palermo rendono noto (anche attraverso circolare) che Giuliano sta preparando delle aggressioni contro le sedi e gli uomini dei partiti di sinistra. Si soggiunge poi a voce: "Badate che la nostra vita è in pericolo". Ci accorgiamo di trovarci di fronte a tutta un'azione, la quale vorrebbe localizzare l'esplosione e la responsabilità dei misfatti avvenuti in Sicilia, attorno a questo mito evanescente, a questo personaggio che si chiama Giuliano, per dire: "Tutto il resto non c'entra. Che c'entra la mafia? Tutti galantuomini! Che cosa c'entrano i partiti politici? È impensabile che ci possano essere degli uomini nei vari partiti politici che possano essere individuati come responsabili di sì orrendi misfatti". Si cerca di creare intorno a noi una psicosi di paura, aggiungendo che la polizia ci proteggerà, e che sarà fatta tutta un'azione in comune perché Giuliano sia preso. Ma, scusate, perché Giuliano finora non è stato preso?
    In un rapporto del Comando dei carabinieri si dice, fra l'altro: "Giuliano ha preso contatto con l'aristocrazia e gli uomini politici, si è dato a dettar legge e a scrivere lettere minacciose, ecc.". Il rapporto continua: "È stato in questi ultimi tempi accertato - siamo alla fine del 1946 - che il bandito Giuliano, certamente a seguito dell'azione intensa svolta sulle montagne dalle squadriglie, si è trasferito con i suoi uomini a Palermo e nei comuni limitrofi, protetto da qualche elemento della mafia, appoggiato di certo da qualche famiglia molto in vista. Non si creda, pertanto, di poter catturare Giuliano con le armi in mano, anche per la vicinanza di quasi tutti gli altri banditi i quali, specie se giovani e arditi, ben provvisti di denaro -- Giuliano dai soli sequestri ha ricavato più di cento milioni -- sono stati notati alla spicciolata qui in Palermo".
    Ebbene, queste cose sono state dette a quest'ultima operazione, con i duemila uomini, fra soldati e carabinieri, che sono stati mandati a Montelepre, conferma la giustezza del giudizio espresso dal generale dei carabinieri. Si vuol creare cioè tutta una coreografia allo scopo deliberato di stornare, come dicevo, l'attenzione del pubblico da quella che è la vera situazione e da quello che veramente ci vorrebbe per stroncare questa situazione, per recidere appunto i legami fra questo banditismo, fra una parte della mafia, e quelle famiglie in vista, quelle famiglie aristocratiche che fanno parte di quei partiti ben individuati nelle relazioni ufficiali.
    Si ha, in altre parole, questa precisa situazione, che il banditismo politico in Sicilia è diretto proprio dall'ispettore Messana: e l'ispettore di pubblica sicurezza, il quale dovrebbe avere per compito quello di sconfiggere il banditismo -- il suo compito veramente sarebbe quello di socnfiggere il banditismo comune e non già quello politico -- l'Ispettore di pubblica sicurezza, dicevo, diventa invece addirittura il dirigente del banditismo politico.
    Ma c'è di più: il Messana non avrebbe dovuto intervenire nella ricerca di esponenti politici indiziati e invece egli è andato sempre in cerca di questi elementi. Quando, nel settembre dello scorso anno, furono uccisi, a bombe a mano, alcuni contadini riuniti nella sede della cooperativa ad Alia per discutere sul problema della divisione delle terre, non si sa perché è intervenuto l'ispettorato di pubblica sicurezza, dopo che la Questura di Palermo aveva operato dei fermi di indiziati, e i fermati vengono rilasciati. Alla vigilia del 2 giugno avviene a Trabia un tipico delitto di mafia; la camionetta dove si suppone che siano i responsabili viene fermata a Misilmeri, alle porte di Palermo: ebbene, nonostante che su quella camionetta si trovassero armi, secondo una prima versione della polizia, i fermati vengono dopo un giorno rilasciati.
    Questa impressione non è dunque cervellotica, ma ha un fondamento molto serio e l'onorevole ministro dell'interno lo sa perché sono stato io personalmente ad accompagnare da lui un altro collega che gli ha detto: "Ma come fai a fidarti di Messana, tu che dici di essere un repubblicano sincero? Messana, infatti, non solo ha svolto opera per il trionfo della monarchia prima del 2 giugno, ma ha continuato a complottare contro la Repubblica dopo il 2 giugno, designato come era Ministro degli interni di un restaurando Regno di Sicilia, se Umberto fosse sbarcato a Taormina o in non so quale altro punto della costa siciliana; e bada che io sono un testimone auricolare, uno che ha partecipato a queste trattative, respingendole".
    Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!", ma Scelba come può ignorare che Messana ha iniziato la sua carriera facendo massacrare dei contadini siciliani? Il 9 ottobre del 1919, infatti, cadevano a Riesi più di sessanta contadini, di cui tredici morti: trucidati a freddo, sulla piazza, dove si svolgeva un comizio. I vecchi di quest'Aula ricorderanno come in quell'occasione il Ministero Nitti ordinò un'inchiesta mandando sul posto il generale dei carabinieri Densa, mentre la Magistratura iniziò un'inchiesta giudiziaria soprattutto per accertare le cause della morte misteriosa di un tenente di fanteria, che si rifiutò di eseguire l'ordine di far fuoco del Messana, che ne disapprovò apertamente la condotta, e che il giorno dopo fu assassinato.
    Questi i precedenti del commendator Messana, noti al ministro dell'Interno. Ci troviamo, come vedete, di fronte ad un uomo che per istinto è contro il popolo, e trova, nei legami con i nemici del popolo, il modo di esercitare la professione di massacratore di contadini. Oggi, sfacciatamente, questo non può farlo, per quanto nel clima creatosi in Sicilia è possibile -- in Sicilia, terra dei "Vespri" -- che i poliziotti di Scelba, ministro siciliano, aggrediscano un pacifico corteo di donne che dimostrano contro il carovita.
    Oggi è possibile in Sicilia questo, perché agli interni c'è un ministro siciliano, così come nel 1894 a soffocare nel sangue il movimento dei fasci dei lavoratori fu un altro ministro siciliano, Francesco Crispi. Si è tentato, come nei primi decenni del secolo, di stroncare il movimento contadino, assassinando capilega e segretari di Camere del lavoro; a quest'azione di intimidazione il popolo siciliano risponde con la superba affermazione democratica del 20 aprile; allora l'agraria, la mafia ricorre al terrore di massa e si hanno Pian della Ginestra e le stragi del 22 giugno. Ma l'Ispettore Messana, che ha il compito di proteggere agrari e mafiosi, che è uomo che obbedisce a pressioni di parte, ordisce intrighi politici, suggerisce a Scelba la parola d'ordine che il Ministro fa subito sua: le stragi siciliane sono opera di banditi comuni, e Messana diviene il perno di una situazione infernale: Messana si allea ai banditi di strada. Il popolo siciliano, il popolo italiano tutto, hanno diritto di chiedersi come sia possibile il perdurare di un tale stato di cose.
    All'annunzio dell'orrendo crimine di Pian della Ginestra, subito, d'impulso le più alte autorità preposte all'ordine pubblico in Sicilia hanno detto: "Questo è un tipico delitto di mafia; bisogna iniziare un'azione a fondo contro questi assassini"; ma è intervenuto il Ministro Scelba prima alla Costituente, poi in Sicilia; ma credete che sia andato laggiù per disporre l'azione di ricerca e pronta punizione dei veri responsabili? No; è andato solamente per salvare la mafia, per dire: "Niente; questo è banditismo comune; basta con gli arresti di mafiosi e mandanti indiziati". E degli ufficiali dei carabinieri sono venuti da me, piangendo, a dirmi: "Vedete, questi sono i telegrammi di contr'ordine che sospendono le operazioni di polizia che avevamo iniziato".
    Ora, il diritto di sospettare che una collusione esista fra banditismo, certi partiti politici e, fino a prova contraria, governo è legittimo e allarma la popolazione siciliana, allarma e commuove giustamente tutto il Paese; è quindi assolutamente necessario uscire da questa situazione e oggi esistono condizioni favorevoli per farlo; c'è il movimento delle masse lavoratrici in Sicilia capace di aiutare questo processo di risanamento nel campo sociale; ci sono i partiti democratici che debbono costringere tutte le forze politiche della Sicilia ad assumere la propria responsabilità, a liberarsi dai legami con la mafia, con questa cancrena, con questo banditismo politico-sociale che continua a vivere di ricatti, di prepotenze, di estorsioni, di omicidi. Oggi esistono queste condizioni: sfruttiamole, poggiamo sul movimento delle masse, poggiamo sui partiti veramente democratici, e su questa azione inseriamo l'azione di polizia che sarebbe confortata da tutta quanta l'opinione pubblica.
  • 5 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    05/12/2014 14:28
    Lillo Taverna
    Leggere per favore e fammi sapere cosa ne pesi. Vedrai che riguarda Ettore Messana. Mi pare che tu ce l'abbia un po' con me? Cosa avrei fatto?
  • Lillo Taverna
    05/12/2014 14:28
    Lillo Taverna
    Lillo Taverna Sono ferocemente antifascista ma sono anche romano e so come vanno le cose nella Capitale. Sappiamo tutti come si atteggiano gli organi di polizia giudiziaria, dormienti spesso quando ci sarebbe da star svegli, frementi quando il potente cade. E se Alemanno verrà assolto (io penso prosciolto persino in istruttoria) chi lo ripagherà di tutto questo mare di merda che lo sta sommergendo? La Costituzione non dice che ognuno di noi è da presumere innocente sino a sentenza passata in giudicato? Bah! Resto sempre vetero comunista tutt'altro che pentito, convinto che la verità è sempre rivoluzionaria (mi pare lo dicesse il compagno Pajetta).
    Questo mio piccolo ironico post lo ho oggi lanciato in una sorta di fossa dei serpenti, serpenti velenosissimi di stampo rosso antico, di gente insomma arrabbiatissima che vuole (come me) la resurrezione del vecchio grintoso cattivo battagliero PCI- E’ passato indenne, anzi con qualche applauso. Che il mondo stia davvero cambiando?
    La voglia di apparire morali è sempre dirompente negli uomini di poca morale. Sono quindi moralisti. Protervi e insolenti. Han sempre voglia di trovare un reo di comodo da giustiziare. Insomma il Cristo su cui far ricadere le loro miserie, i loro latrocini le loro persino evasioni fiscali. Il cattivo è sempre l'altro: il potente, di questi tempi dicono il politico, l'uomo dal colletto bianco, l'arricchito, il nemico, l'antipatico.
    Io vorrei dire a certi miei amici di Malgrado Tutto, se ad una vostra pronipote dovesse capitare quello che sta colpendo una pronipote di Ettore Messana cosa direste? Contestano alla signora pronipote di Ettore Messana di essere una reproba perché il suo bisnonno per i pennivendoli politici di oggidì era stato uno stragista di stato a Riesi, addirittura un criminale di guerra a Lubiana, il capo del banditismo palermitano (prima ‘politico’ secondo una marpionesca battuta di Li Causi, poi - persino per i grafomani di Malgrado Tutto - tout court “Capo del Banditismo” siciliano dei tempi di Giuliano di Montelepre
    E’ da un anno che rinvengo documenti, notizie, collegamenti storici e cronachistici che ridicolizzano tutti e tre siffatti calunniosi addebiti. Niente da fare. Ci si mette ora Malgrado Tutto. Contrabbanda per oro colato un malaccorto rapporto di un ispettore che cercò di scaricare sull’ultima ruota del carro, un insicuro vicecommissario giovane e forse addetto al commissariato della lontana Mussomeli, responsabilità (se tali poi erano) della Benemerita Arma dei carabinieri dello Stato Maggiore dell’esercito e persino del Prefetto di Caltanissetta, volendo noi escludere quelle del politico del luogo, l’on. Pasqualino Vassallo.
    Figurati quando scopriranno che anche un generale dei carabinieri scese a Rieti! A loro non importa che anche quello scarica barile finì in modo miserevole. Che nulla ebbe poi a venire addebitato al Messana che poté senza raccomandazioni e senza appoggi politici (di grazia non parliamo di mafia e di fascismo) assurgere ad altissimi gradi ed a gloria nazionale. Delenda Cartago: il giudice ora è Malgrado Tutto.
    Mi si dice: ma guarda che un assistente universitario, avendo tempo da perdere, si è recato a Roma e ha trovato il fascicolo personale di Messana. Frottola: il fascicolo personale di Messana è ancora top secret al Viminale. Quell’assistentucolo si partì da Palermo per Roma ove non poté starci molto perché Roma è la città più cara d’Italia. Io invece a Roma ci sto e il primo piano dell’Eur ove si studia l’archivio centrale di stato è come casa mia: basta che prenda il 31 e vi arrivo in meno di venti minuti.
    Se non fosse comico sarebbe tragico che a fare gli accusatori d’inflessibile morale è gente, racalmutese purtroppo, i cui fascicoli personali dimorano in certi Giochi di Potere. Vorrò vedere i loro pronipoti quando si vedranno infilzati perché qualcuno ha trovato una lettera anonima o un eccesso di zelo di qualche maresciallone dell’antimafia che ne dice peste e corna. Ma furono assolti, non vi fu luogo a procedere. Per i pennivendoli del futuro sarà la stessa pacchia dei pennivendoli del presente: dagli all’untore, dagli al mostro. Ma quella chi è? È la pronopite di colui che se ne andava a mangiare a Racalmuto il verro volpino a Gargilata. Divorzio assicurato, carriera stroncata.
    Ma già anche a Racalmuto, anche in Malgradotutto si pensa che il reprobo, l’immorale stragista di stato, il criminale di guerra, il capomafia immondo non può che essere l’altro, l’antipatico, il politico di parte avversa, quello che diventò sindaco, assessore, commissario di pubblica sicurezza persino commendatore (solo 500 in Italia) di san Maurizio e san Lazzaro, che è poi ancora una commenda di riferimento di Casa Savoia.
    La Cernigoi spara. Il Messana (sostanzialmente in quel tempo esautorato questore nella strana provincia di Lubiana), dopo avere trucidato chissà quanti partigiani titini, per premio nel 1942 fu insignito della commenda di Casa Savoia (che all’epoca manco esisteva). Una panzana così grossa dovrebbe passare sotto silenzio non tanto per rispetto della signorina titina quanto per decenza ed amor patrio; invece Malgrado Tutto pur di impedirmi di chiedere la titolazione di una strada ad Ettore Messana me la propina con grosso risalto tipografico a maggior mio scorno.
    Sia chiaro io me ne fotto e in fondo me la rido: mi stanno facendo tanta pubblicità e quindi ringrazio. Ma mi fa senso che si presti ad una sì indegna diffamazione quel giornaletto che si vanta di essere sempre quello del moralista Sciascia, che invero in tutta la sua vita amò solo la ricerca della verità, soprattutto controcorrente.
  • 8 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    08/12/2014 22:48
  • Lillo Taverna
    08/12/2014 22:48
  • Lillo Taverna
    08/12/2014 22:49
    Lillo Taverna
    Pubblico questa densa lettera del Messana. Messana uomo delle bande siciliane? non mi pare; Messana amico degli americani? non mi pare. Messana uomo degLi agrari? Non mi pare. Messana "capo del banditismo politico siciliano"? mi dispiace per Li Causi: o ha le traveggole o imbroglia. E gli storici d'oggidì? Non mi pare che abbiano confidenza con questa documentazione. Forse Malgrado Tutto saprà tirare il coniglio dal cappello del suo preconcetto denigrare il grande compaesano.
  • 9 dicembre 2014
  • 10 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    10/12/2014 11:06
  • Lillo Taverna
    10/12/2014 11:06
    Lillo Taverna
    Il professore Giuseppe Casarrubea , uomo di Partinico e già questo dice tanto - come dire con DNA erinno che è poi sangue né siculo né sicano - è uomo di seria cultura, accigliato ma né arrendevole né inflessibile. Ama la verità storica, quellta che si riesce a distillare da documenti e carte d'archivio, da ricerche e contestualizzazioni, da bloccarsi appena emergono aporie, incertezze, dubbi, la verità contrapposta a quella che persegui.
    Ora dirige, persgue a Partonico l'Archivio Casarrubea (wwwcasarrubea.wordpresscom). E' un archivio più denso di quello ell'ACS. L'ho potuto sperimentare quando in Malgrado Tutto non so chi vi poté acquisire qualche foglio che svelava a dire di un ispettore generale di PS che il Meissana nel 1919 si era dipartito da Mussomeli con una mitraglia male interpretando i desiderata dei suoi superiori. Ne sono rimasto perplesso. Ne ho scritto al Casarrubea che senza adesione alle mie tesi credo che abbia corretto il tiro e Malgrado Tutto sia rimasto sguarnito di quanto pesava fosse demolitore di certe mie ricognizioni in difesa del Messana.
    Vi fu un tempo in cui non sapendo chi fosse il Casarrubea - non sono uomo di studi storici - osai essere sgradevole. Gli ho chiesto scusa; credo che abbia capito e tollerato.
    Riporto sù un suo blog molto duro verso il mio compaesano l'ispettore generale di PS Ettore Messana. A me pare che il professore fa male ad appoggiarsi ad una triestina, la Cernigoi che storica non è ma semplice maniaca di scoop storici. Incappa in topiche colossali. La vicenda di Messana a Lubiana va tutta riscritta. Cercheremo di dare qualche spunto noi che però storci non siamo. Sul ruolo di Messana a Portella della Ginesrra o nei rapporti con Giuliano credo che le mie carte ci portino in territori non molto investigati sino ad adesso.
    Limitiamoci qui all'accusa del Licausi avverso Messana tendente a farne dell'allora manco commissario giovane Messana un feroce stragista di Stato. Abbiamo fatto ricerche, abbiamo indagato con le tecniche ispettive della Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia. Noi arriviamo a conclusioni opposte. Ma qui il Casarrubea ci pare guardingo, cauto, pensoso. Non si fida di Commissari e generali che hanno tesi di comodo, interessi castali da difendere anziché ragguagli su verità che poi dovrebbero venire acclarate in sede processuale. Qui il Casarrubea si limita a scrivere - diversamente dal suo solito - che il Messana "nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage di Riesi. Tiene 'a battesimo', a modo suo, le lotte contadine. Venti morti!". Un modo diciamo - ci perdoni il professore - di dire tutto e dire niente.
    Quello che il Messana farà (ma noi sappiamo che non è così) Messana appunto lo fa (o l'avrebbe fatto) dopo.
    Noi non abbiamo tesi preconcette. Se ci dimostreranno che sbagliamo ne prenderemo ben volentieri atto. Ma con prove alla mano.
  • 11 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    11/12/2014 11:44
  • Lillo Taverna
    11/12/2014 11:44
    Lillo Taverna
    Di sicuro, il Messana, deceduto nella metà degli anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu costretto ad una serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo. E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia. Scrivevo tempo fa ed ora ribadisco con maggior forza: caro Malgrado Tutto, caro mio stimato cugino, poco simpatica Cernigoi, stimato professore: MESSANA NON HA COLPA ALCUNA per i fatti di Riesi. Mi si accusi pure di sciocco campanilismo. si creda che resti vittima di astuti indizi, mi si riduca ad un ingenuo Lillo che si avventura nei prati esclusivi di chi facendo ricerche storiche a proprio uso e vantaggio perché può barattare il mostro che si è inventato con prebende televisive, editoriali, cinematografari e quindi solo magari soggetto cui dare un parternalistico buffetto.
    Mi dispiace per voi: Messana non potè essere fascista nel 1919. non poté essere sadico ammazzacontadini proprio sotto Cagossi (si dice Nitti), non fece parte di nessuna OVRA (basta consultare i fascicoli all'ACS relativi alla famigerata organizzazione degli spirlungoni italici dal cappello floscio come nel film una giornata particolare): anche perché all'organizzazione si faceva parte di ufficio solo se Ispettore Generale di PS e Messana tale lo divenne dopo. Ignoranti e malevoli.
    Non ebbe nulla a che fare Messana con la Mafia. Se pure fu protetto da un suo superiore che lo stimava costui si chiamava Giuseppe Gueli, Nell'agosto del 1945 è ancora ispettore generale di PS pari grado di Ettore Messana. E me lo ritrovo in un pingue fascicolo riguardante un tale insignificante Calogero Vizzini. E' un duro Giuseppe Gueli, al Vizzini lo lascia ancora al confino di polizia subito in epoca fascista, nonostante pressioni di fratelli vescovi e zii arcivescovi. Ignoranti, infornatevi prima e poi menate. Altrimenti ci fate la figura della signorina titina che scrive impudentemente che "Messana [nel 1942] ricevette come riconocimento [dopo l'esecuzione da parte del Macis del capo partigiano Anton Tomsisc] la commenda dell'Ordine di S. Martino e Lazzaro" Cazzo che storica! Quella onorificenza Messana la ricevette a fine della sua carriera nel 1963, ventun'anni dopo. Mi dispiace per il professore Casarrubea, che continuo a stimare, che definisce la Cernigoi "storica capace di scrupolose ricerche". Quando la infilzerò e di brutto per la insipienza delle sue accuse contro il Messana per il tempo in cui fu questore di Lubiana, voglio vedere. Capisco che gli storici fanno casta. si sostengono l'un l'altro, ma cavolo non sottovalutino la mia capacità a scoprire gli altarini. Orsù dunque torniamo a Riesi. Mi pare che il professore Casarrubea che in un suo volume del 2007 scrive "Ettore Messana, un siciliano di Racalmuto, domiciliato a Roma, Questi a 64 anni , era già al termine della sua carriera [ma attenzione Messana a 64 anni se ne stava a Roma al ministero ultra rispettato consultato: si era infatti nel 1962; i fatti che interessano il Casarrubea erano passati da 15 anni] L'aveva iniziata alcuni decenni prima [oltre trent'anni prima] suggellandola con uno di quei fatti che avevano legato il suo nome a un evento tragico del biennio rosso: la strage di Riesi del 1919". Di grazia una prova un indizio serio, un documento! Nulla in fin dei conti, solo la faziosa parola di Li Causi, falsa perché protesa ad una indegna lotta politica: attaccare Messana per colpire Scelba. Ma il Casarrubea nel più recente volume del 2013 oblitera questa circostanza. Dirà: perché fuori tema? Ma anche prima era fuori tema. Passano 15 anni dal 1919; siamo ora nel 1934, ottant'anni fa, un prete valdese scrive a suo modo la storia di Riesi. Ecco come descrive i fatti del 1919. Dite quel che volete ma io non trovo alcuna prova delle tremende responsabilità omicide del Messana. Insomma il Messana con le gravi responsabilità politiche di chi non seppe arginare la grave rivolta popolare non c'entra. Quando proprio vorrete essere cattivi anzi cattivisimi potete al massimo tirar fuori un ligio rispetto di un ordine superiore. Un agente di PS tace ubbidendo e ubbidendo tace.
    GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre Dopo i tumulti di Riesi Truppe rientrano a Riesi Lo stato dei feriti Un sottotenente ucciso CALTANISSETTA 10 notte. Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella. Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di sangue. Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo. Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma. Stamane qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti. I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti. Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola. Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta. L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice. In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo. Pare che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina. -------------- Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia. Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca leggere: “Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!” La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia. E’ in corso ancora una indegna lite che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali civili italiani contro la figlia della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del vincolo matrimoniale perché lui non può vivere coniugalmente con una discendente del “famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo del banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non farlo apparire) siciliano”, quello dei tempi insomma del bandito Giuliano di Montelepre.
  • 11 dicembre 2014
  • 17 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    17/12/2014 19:23
  • Lillo Taverna
    17/12/2014 19:24
    Lillo Taverna
    Ancora oggi restiamo infilzati dalla acuminata penna della signorina Cernigoi in la Nuova Alabarda del 20 giugno scorso con questo truculento escatollo:
    La Nuova Alabarda
    20 giugno
    APPUNTI SU ETTORE MESSANA.
    "Ho ricevuto negli ultimi tempi alcuni messaggi da tale Lillo Taverna, che mi "accusa" di "essere l'autrice di foglietti infamanti il dottore Ettore Messana", del quale Taverna starebbe ricostruendo una biografia. In effetti ho avuto modo di scrivere alcune note su questa persona, denunciata come criminale di guerra alle Nazioni unite, basandomi su documenti ufficiali de...i quali ho indicato anche la collocazione archivistica. Pertanto ritengo opportuno rinfrescare la memoria su questa persona."
    Nel traballante gergo italico della slava non riusciamo a capire se "questa persona" su cui ritiene "opportuno rinfrescare la memoria" siamo noi o il malcapitato incolore Ettore Messana.
    Tralascio talune insulsaggini di esordio per un punto che dovrebbe rinverdire la nostra memoria o fare ingiustizia di quella del Messana; eccolo:
    "Nello specifico viene addebitata a Messana (in concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana dottor Macis) la costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da documenti dell’archivio della questura di Lubiana (oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11), che fanno riferimento ad una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario Antonio Pellegrino sotto la direzione personale di Messana, contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre che furono condannati a pene minori. Messana e gli altri furono anche accusati di avere creato false prove nel corso di una indagine da loro condotta, in conseguenza della quale 16 persone innocenti furono fucilate dopo la condanna comminata dal giudice Macis. Si tratta dell’indagine per l’attentato al ponte ferroviario di Prešerje del 15/12/41, per la quale indagine, come risulta da altri documenti della questura di Lubiana dell’epoca, Messana, il suo vice Ferrante, l’ufficiale dei Carabinieri Raffaele Lombardi ed altri agenti e militi furono proposti per onorificenze e premi in denaro per la buona riuscita delle indagini relative: Messana ricevette come riconoscimento per il suo operato la “commenda dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro”."
    Non abbiamo avuto bisogno di andare lontano, di raggiungere Lubiana o chissà qualche altro diabolico archivio. Ci è bastato prendere qui a Roma il 31 sotto casa mia e subito all'ACS italiano. Tra le carte del SIS, come dire i corpi segreti del Viminale appena uscito dal dopoguerra del 40-45 ecco un fascicolone di ben 64 cartelle dense dense. Certo, non è l'originale, ma non c'è da dubitare che sia genuino, autentico. Sta lì non so da quando - si potrebbe appurare - e vi sta perché effettivamente il Messana nel dopoguerra fu qui sotto inchiesta ma tutto si ridusse in "ci scusi, baggianate titine". la prova? Seguiamo il fascicolo.
    Il fascicolo parte dalla REGIA QUESTURA DI LUBIANA, n. 05698 Gab° di Prot. e riguarda la DENUNZIA A CARICO DI
    1) Tomisic Michele di Antonio;
    2) Bernot (in Tomsic) Vida di Giovanni;
    3) Macek (in Kardelj) Giuseppin di Francesco;
    4) Marinko Michele di N.N.;
    5) Slander Maria fu Luigi;
    6) Hodoscek Kalman fu Milan;
    7) " Giuseppe "
    8) Simcic Martino di Giovanni.
    Quale 'accusa? " falso ai sensi degli art. 482 - A 75 e 476 C.P.; associazione sovversiva e propaganda sovversiva ai sensi degli art. 4 e 5 del Bando del Duce; ecc.
    Che si tratti di quellAnton Tomsic della Cernigoi? Nessun dubbio.
  • 18 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    18/12/2014 14:06
  • Lillo Taverna
    18/12/2014 14:07
  • Lillo Taverna
    18/12/2014 14:07
  • Lillo Taverna
    18/12/2014 14:09
    Lillo Taverna
    vedo subito ergersi furente qualcuna: ecco l'infamia; cosa son mai codeste grida mussoliniane? e si manda alla forca qualcuno in forza di una sovversività sanzionata da incerti articoli di un bando mussoliniano?
    Siamo i primi a rimanerne sconcertati. Abbiamo cercato di capirci qualcosa e buoni lumi abbiamo trovato in questa pagina del SALA: la riportiamo testualmente. A Lubiana Grazioli si smarrisce ed emana l'11 settembre del 1941 un bando che "era quasi una dichiarazione di stato di guerra". Veniva comminata la pena di morte pe ogni piccolo segno di ribellismo partigiano. Veniva istituito un tribunale straordinario di tre membri che avrebbe giudicato per direttissima. Ma l'Italia è sempre patria del diritto e così "il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di Mussolini, di carattere più generale ma non meno drastico, recanti 'Disposizioni penali per i territri annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24 settembre 1941".
    In questo trambusto legislativo quale responsabilità poteva avere il subordinato questore di Lubiana Messana? Lo troviamo nelle note del Sala ma ne troviamo documentato il suo smarrimento la sua irresponsabilità: scrive al generale T. Orlando , comamdante della Divisione Granatieri di Sardegna per segnalare l'esautoramento della locale questura che dovrebbe pur dirigere. In effetti ormai è "tutto un susseguirsi di reciproche intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assurgere compiti di polizia all'insaputa della questura, ora l'Alto Commissario, contro le deposizioni in vigore, ADIBIVA DEI MILITARI AL SERVIZIO CARCERARIO".
    
    Come fa la Cernigoi ad insistere sulle responsabilità del Messana? Allude a documenti dell'archicio di Lubiana. Noi le contrapponiamo questi documenti sull'episodio:
    Scrive il Messana il 4 aprile 1942: "nei primi giorni del dicembre 1941 quest'ufficio era venuto a conoscenza che nelle abitazioni di via Podmilskakova n. 19 e di via Aljaseva n. 6 p.p. entrambe in questa città, affluivano numerose persone nelle ore più disparate del giorno, lasciando adito a sospetti di ogni sorta. Si ravvisò, quindi, l'opportunità di disporre un abile servizio di appostamento.
    Si poté, perciò, ben presto stabilire, anche secondo le informazioni e notizie risultate alla polizia germanica attraverso interrogazioni di arrestati appartenenti a bande armate catturati in territorio occupato dalle truppe tedesche, che le predette abitazioni servivano di recapito ai corrieri che operavano a favore delle bande armate, recalcitranti a riconoscere il dominio delle forze dell'Asse nelle zone del cessato governo iugoslavo e che le persone che vi alloggiavano tenevano contatto con i partigiani rifugiatisi nelle montagne. Ravvisandosi la imperiosità di una sorpresa, vennero operate due distinte irruzioni.
    
    In quella eseguita il giorno 9 di detto mese di dicembre, verso le ore 20,15, all'abitazione di Via Podlmelskova n. 19, furono trovati un uomo e una donna che, alla richiesta di fornire le loro generalità, dissero di chiamarsi rispettivamente il primo Smagur Giovanni di Giuseppe e di Dolsak Francesco nato a Trbovlje il 15 settembre 1903 e resiente a Moronog n. 11, commesso viaggiatore, e la seeonda Medved Giuseppina fu Francesco e fu Turl Maria nata a Maribor il 20 febbraio 1914 e residente in Lubiana: Meskanska n. 20 - odontotecnica.
    A distanza di circa un quarto d'ora sopraggiunse in bicicletta una donna, la quale, fermata, disse di chiamarsi Stergar Anna di Janes e di Potonknik Luigia nata a Borvnika il 15/8/1911 e residente a Lubiana: Via Podmlsskova n. 19, sarta e nubile." [segue]
  • 19 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    19/12/2014 15:02
    Lillo Taverna
    Non amo la polizia, non amo gli sbirri, ma questo non mi può consentire di trasformare una diligente accorta meticolosa irruzione di un nucleo di investigatori di PS in atti criminali che avrebbero determinato "assassinio e massacri. terrorismo, sistematico", per "torture ai civili" assieme a "violenza carnale", a "deportazioni di civili" ed a "detenzione di civili in condizioni disumane"; il tutto proteso al "tentativo di nazionalizzare gli abitanti occupati", ragion per cui siamo nelle previsioni "degli articoli 4,5, 45 e 46 della Convenzione dell'Aja del 1907 e dell'art. 13 del Codice militare jugoslavo del 1944".
    E artefice di tutto questo per la signora Cernigoi o come più le aggrada essere chiamata, che avalla, sarebbe il Messana e proprio per quanto con diligenza, con precisionismo poliziesco, con rispetto di ogni norma procedurale sarebbe avvenuto secondo questo corposo rapporto che andiamo pubblicando.
    Tralascio il fatto che il Messana nell'aprile del 1944 non poteva essere colpevole di quanto sanzionato dal codice militare jugoslavo del 1944: stupidaggine che la dice lunga sulla serietà del rapporto dei tutini del 14/7/1945 e che a Cernigoi recepisce acriticamente pur di dimostrare la sua umanitaria invettiva contro il Messana. Mi minaccia a varie d riprese di stalking. Ma non a me ma al tribunale della serietà storica codesta signora deve rispondere. Ha preso abbagli? succede. Ma correggersi ci si deve quando si infanga un fedele servitore dello Stato (magari di polizia) come il Messana. Non può la Cernigoi sottrarsi all'obbligo del confronto tra il vituperevole atto di accusa dei titini e questo documento insospettabile del Messana che andiamo pubblicando.
    Precisa il Messana che anche si è dovuto muovere in dipendenza delle "informazioni e notizie risultate alla polizia germanica" e anche perché vi erano stati "interrogatori di arrestati appartenenti a bande armate, recalcitranti a riconoscere le forze dell'Asse nelle zone del cessato governo jugoslavo" sempre effettuati dai tedeschi e con la Ghestapo non c'era mica da scherzare, altro che il blando buonismo italico di cui risentiva anche il funzionario di polizia Messana il quale si affretta a dire che gli abitanti delle case che stava ispezionando "tenevao contato con i partigiani rifugiatisi nelle montagne". Da qui "l'imperiosa necessità di una sorpresa ... per cui due distinte irruzioni. (vedasi foto).
    Come si fa a voler sostenere e persistere che in una siffatta operazione - più atto dovuto che iniziativa persecutrice - sussistono tutti gli estremi di "una costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsic alla pena capitale, eseguita in data 21/5/1942) per reati che non avevano commessi"?
  • 20 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    20/12/2014 16:11
    Lillo Taverna
    Il professore Giuseppe Casarrubea è storico di colossale statura. Siciliano. Ha costituito un archivio ultra specializzato sulla storia contemporanea di Sicilia e se vuole può infilzare chicchessia si avventuri in controtesi storiche; il Casarrubea ha investigato l'evolversi storico di questa nostra Sicilia esplicandone una impareggiabile diagnosi documentaria. Povero chi ci capita: non basta un esoterico Gerbino per scalfirlo.
    Si da però il caso che a confliggere su un personaggio storico ci sono cascato proprio io che reputo Ettore Messana una vittima di una triplice calunnia veterocomunista, firmata Li Causi.
    Il grintosissimo storico di Calatafimi ancora nel 2008 ecco come inizia a scorticare il mio eroe Ettore Messana:
    Blog di Giuseppe Casarrubea
    Archivi tag: Messana
    La Resistenza antifascista in Slovenia e l’ispettore Messana
    Pubblicato il 2 agosto 2008 di casarrubea
    (Questa parte è illustrata grazie alla scrupolosa ricerca condotta dalla storica Claudia Cernigoi, direttrice della rivista “La Nuova Alabarda.” Si tratta di immagini tratte da una vasta collezione fotografica sui crimini fascisti dell’Italia in Slovenia) III L’ombra lunga del fascismo … Continua a leggere →
    cioè:
    Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888, di professione ufficiale di polizia. Nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage di Riesi. Tiene “a battesimo”, a modo suo, le lotte contadine. Venti morti. Poi si specializza nel ventennio nero, grazie all’appoggio che gli forniscono uomini dell’apparato come Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, che di polizia e di spionaggio se ne intendono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi. Nell’aprile del 1941 la sua carriera è a una svolta. Le truppe italo-tedesche invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della Slovenia.
    Notammo e subito Casarrubea corresse che in definitiva Ettore Messana non può definirsi anagraficamente "siciliano di Racalmuto", perché nel 1888 Ettore nacque a Gela essendo la madre una dei dintorni di Palermo e il padre uno strambo personaggio di una famiglia, questa invero tipicamente racalmutese: i Messana.
    Famiglia comunque collaterale a quella dell'attuale sindaco Emilio Messana. Ma Adriano Messana il padre appunto di Ettore discendeva da un gabellotto ultra arricchitosi in quel di Racalmuto a cavallo del 18° e 19° secolo.
    Inezia eguale (ma forse no) a quel moltiplicare i morti di Riesi del 1919. Certo basta un morto falcidiato da una mitraglia appostata nel campanile delle chiesa madre di Riesi per gridare vendetta al cospetto di dio e degli uomini.
    Il Casarrubea su questa prima imputazione di crimine gravissimo (strage di stato anticontadina) lanciata dal Li Causi in una sua filippica in sede Costituente, mi pare che ci va coi piedi di piombo. Non ha la documentazione fulminante per avventurarsi in anatemi storici che non si addicono ad uno scienziato della storia che deve tenere sempre conto dell'avalutatività, vero connotato di una seria a scienza sociale (e la storia lo è in sommo grado).
    Casarrubea questo passo del suo blog in definitiva lo lascia lì e non ne fa ampio svolgimento nella sua trilogia Bompiani, limitandosi a scrivere a pag. 93 del suo pregevole LUPARA NERA.: "l'ecidio [di Bava Beccaris] ricorda da vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi, nel 1919."
    Francamente quell'ORDINATO è sovrabbondante: andrebbe provato, circostanziato, coonestato, completato. Il Casarrubea - e se potesse, e se volesse - saprebbe come fare. si guarda bene ad andarsi ad impantanare in un ginepraio da cui non saprebbe come uscire. Lascia alla Cernigoi - e di questi tempi all'incauto e disinformato MALGRADOTUTTO - il piacere di assaporare quella ciambella che è molto avvelenata. Invero l'ANPI di Palemo non è andata per il sottile e a affiancato l'attuale comune di Riesi per una tronfia manifestazione calunniatrice nei confronti del Messana, con tanto di cippo penso eurofinanziato.
    Da ultimo con il professore Casarruba ho avuto questo signorile scambio di corripondenza, ma astutamente ognuno di noi due è rimasto nelle proprie convinzioni e non saprei se sono riuscito un tantinello a scalfire le sue. Le mie, almeno per questa faccenda Riesi, no, anche perché il Casarrubea non ama far teatrino alla Malgrado Tutto.
  • 21 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    21/12/2014 14:24
    Lillo Taverna
    Buone feste
  • 21 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    21/12/2014 20:42
    Lillo Taverna
    Dispiego qui quattro altre veline fitte e tediose del rapporto Messana da cui partì la condanna a morte inflitta dal giudice monocratico Macis all'eroe partigiano del Maresciallo Tito, Tomsic. Vi leggo della grande "agitazione in cui vivono le donne tedesche per le ingenti perdite al fronte orintale". Vi sono spunti che potrebbero giovare alla ricostruzione di quella che fu la tragica congiuntura della Lubiana del 1941."Si accenna alla cifra elevatissima del costo della vita, che costrige parte della popolazione all'inedia e alla fame."
    Se il Messana era proteso a fabbricare carte false per feroci esecuzioni da grande criminale di guerra perché doveva disperdersi in simili puntualizzazioni che mentre rendevano precaria l'esecuzione che dopo il Macis - ehe solo il Macis - non poté che sentenziare, davano adito a riserve avverso l'Asse e la stessa politica mussoliniana. Se Messana doveva inventarsi accuse pretestuose, metteva una beretta o due pistole di fabbricazione sovietica nel soppalco di quella falsa sartoria periferica e andavan tutti alla fucilazione senza colpo ferire.
    La Cernigoi dando acritico assenso alle carte dei titini finisce solo coll'indurre in errore il profesorre Casarrubea che non si astiene dal ribadire che il Messana in quella congiuntura davvero poté essere da modesto questore quasi in disgrazia un feroce criminale di guerra. La Cernigoi è perentoria:
    
    Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di denuncia, redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale jugoslava in data 14/7/45 (Copia del rapporto originale in lingua inglese si trova nell’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1551 Zbirka Kopij, škatla 98, pp. 1502-1505), lo accusa (sulla base di documentazione che era stata trovata in possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di occupazione) di crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico; torture ai civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di civili in condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei territori occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”.
    Ma chi è che scrive queste infamie? codesta COMMISSIONE STATALE JUGOSLAVA del 14/7/1945 te la raccomando. Una storica quale la Cernigoi dice di essere deve documentarsi, essere obiettiva, valutare e soprattutto rendersi immune da correità in evidenti calunnie per vendetta bellica.
    La Cernigoi doveva pur sapere cosa fu la storia della Jugoslavia, della Slovenia e della stessa Lubiana dopo la sconfitta delle truppe dell'ASSE. Mi limito a fotocopiare la copertina di un libro. pubblicato in inglese nel 2006 e che venne tradotto e stampato in Italia nel 2008; la Cernigoi goriziana non poteva ignorarlo quando mi mise a scrivere quel che scrisse.
    Cavalo: erano sloveni coloro che "oltre a subire l'ignominia del furto da parte dei soldati britannici, ... furono traditi quando, malgrado le assicurazioni ricevute dai militari, vennero rimpatriati in Slovenia con l'inganno, e con ciò mandati a morte certa: circa 12.000 'demobranci' furono vittime di massacri efferati una volta rimpatriati in patria". Come dire massacrati dai loro fratelli quelli che ora inssediatisi nella feroce assetto del potere della dittatuta Tito, in veste di alta Commissione Statale Jugoslava, correi quegli inglesi che abbiamo visto come si erano comportati, si mettono a volere giustiziare anche innocenti funzionari italiani che dalla metà del 1942 (tre anni prima) avevano lasciato la Jugoslavia e tanto ne ignorano da non sapere neppure il loro nome. Il Messana viene indicato nelle infami accuse di costoro come vago "MESSANA QUESTORE". Non sanno manco il nome e vorrebbero ergersi a imparziali giudicici. E quelle forsennate accuse arrivano a Roma, stanno al SIS e finiscono fondatamente nel cestino. La Cernigoi che è così diligente nel dirci cosa fecero i titini contro Messana perché poi non si recò a Roma per vedere come nelle competenti sedi istruttorie e giudicanti quelle infamie vennero accolte, e cioè come carta straccia. Ha voglia solo di credere ai
    suoi ex compatrioti slavi. Ma la civiltà giuridica italiana è tutt'altra cosa. Immergetevi nella lettura
    di questo rapporto Messana per capire come il questore fosse uomo di legge, pignolo. tedioso ma obiettivo, metodico, solerte funzionario di Stato insomma. E questo sarebbe un criminale di guerra? Mi dispace per il Licausi che poi ci ammoglia lu panuzzu. Non è leale, non è corretto, non è politicamente commendevole.
    E questi Titini chi erano? cosa facevano. quale credibilità meritavano?
    Leggiamo a pag. 102 del libro che abbiamo menzionato: " I nuovi leader comunisti, fautori della linea dura, erano anch'essi determinati a consolidare il loro potere, e scelsero un modo particolarmente truce per farlo. L'ex leader comunista jugoslavo, Milovan Djilas, lo esprsse con franchezza in un'intervista del 1979: 'Eravamo una forza rivoluzionaria completamente nuova, senza scrupoli, senza una leader-ship eletta adeguatamente, né tribunali e tutto il resto. In verità, nel 1945 continuavamo ad arrestare ed a giustiziare la gente in modo alquanto arbitrario, sia per motivi politici che per qualsiasi altro motivo ritenessimo perseguibile. La nostra base di legittimità era ancora più sottile di quella del governo sovietico'."
    Ed io debbo credere ad accuse raffazzonate da costoro, da gente così? Cernigoi non ti pare di esagerare. Se poi scrivo che chi solidarizza con siffatti negrieri per infangare denigrare distruggere l'onore di un apprezzato e onorato alto ispettore generale di PS quale il Messana è di fatto un antitaliano davvero esagero e merito chissà quale denuncia per diffamazione. Difendo un diffamato e sarei colpevole di non inchinarmi alle scriteriate accuse senza alcun costrutto. Per fortuna dalla mia parte ho tante carte del SIS che scagionano d'en plein il Messana: avevano anche acquisito tutto il noioso certosino rapporto Messana per vedere se ben si era comportato nel fare le indagini sul Tomsic che poi ritenuto colpevole dal magistrato monocratico Macis venne giustiziato. Il Messana in fin dei conti rese tanto ardua una giustizia sommaria da venire in relazione a questa vicenda ulteriormente in dispetto alle autorità fasciste di Lubiana e sbolognato subito dopo a Trieste, in subordine dato che manco i fascisti di Bologna lo gradivano. E questo sarebbe un CRIMINALE DI GUERRA. Spero che il professore Casarrubea, re melius perpensa, prenda le distanze dalle inquietanti posizioni della Cernigoi. Lui è storico serio per andare dietro a gonnelle del giornalismo che si improvvisano magistrae historiae.
  • 25 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    25/12/2014 10:42
    Lillo Taverna
    buon natale
  • 29 dicembre 2014
  • Lillo Taverna
    29/12/2014 16:50
    Lillo Taverna
    Trascrivo qui una corrispondenza in FB. Pensate come sarebbe proficuo mandare qualcuno a rovistare in questo archivio. Fotografare quanto può riguardare tre o quattro personaggi storici sui quali fare ricerche storiche finalizzate del tipo: quale ruolo ebbe davvero Guarino Aella di Canicattiì, o Ettore Messana di Racalmuto, o i giovani ufficiali americani paracadutati di Montedoro, che so: gli Alfano, e Calogero Volpe era già importante, Aldisio senza dubbio. Mattarella già non macava. Vizzini già operante. Perché hanno fatto sindaco di Racalmuto Baldassare Tiebra e perché venneri eletti aassessori certe figure racalmutesi. Etc.
    21 ore fa Sfogliare faldoni )(all'inzio) fotografare il documento che si reputa interessante,sai che ci vuole. Poi dopo occorre coonestarlo, inquadrarli, fare in biblioteca la adeguata ricerca storico. Ma ciò dopo e in un collettivo. Qualcosa abbiamo fatto insieme- Insieme abbiamo corretto il Peri, un colosso.
    So che Casarrubea con M.Cereghino ha ricostruito la storia del diario di Ciano.Lui stesso dice:E' in uscita, ai primi di dicembre, un volume, curato da me e da Mario Cereghino sul Diario scritto dal genero di Mussolini, conte Galeazzo Ciano, tra il 1937 e il 1943. Viene ricostruita, per la prima volta, la storia del diario di Ciano, utile a una nuova rilettura della storia d'Italia del fascismo. Editore Castelvecchi, pp. 820, Euro 44.
    Ho preso l'appunto che hai scritto.Vedremo. E' un altro aspetto, interessante ma un altro aspetto. Con Mario José Cereghino e con taluni dei documenti Nara dicono di avere costruito la storia della scomparsa di Giuliano (v. libro del 2113 pubblicato da Bompiani). Ma qui siamo nella terza fase delle mie ricerche su Messana. Forse faremo le scintille.Il Cerreghino a leggere il blog di Casarrubea mi pare che ne sia l'erede. Cercano collaboratori. Potresti offrirti. Sarebbe una seconda giovinezza scientifica. Dopo qualche seduta saresti tu la professoressa. 19 ore fa
    National Archives and Records Administration (Colle ge Park, Maryland, Usa) Estremi cronologici: 1942-1975 Consistenza: Unità 11, contenenti ciascuna circa 150 documenti in lingua inglese. Storia archivistica: Le carte di questa serie sono state reperite press o il NARA National Archives and Records Administration (College Park, Maryland, Usa), consultando i Fondi CIA Central Intelligence Agency, DEA Drug Enforcement Administration, DOS Department Of State, FBI Federal Bureau of Investigation, OSS , Office of Strategic Services, tra il 2002-2005. Descrizione: La serie contiene atti secret e top secret prodott i dall’Intelligence USA relativi all’Italia e alla Sicilia negli anni sopra citati. Si tratta di copie autentiche rilasciate dalle cons ervatorie dell’archivio di riferimento con l’indicazione della collocazione originaria di cias cun documento. In particolare la documentazione è relativa ai seg uenti argomenti: Le attività svolte dagli uffici dei servizi segreti statunitensi, e, in particolare, dall’X-2 di James Jesus Angleton in Italia, soprattutto negli anni 19 44 -1947; Le iniziative svolte dal Dipartimento di Stato USA degli anni 1967-1973; Le attività dell’ FBI e della DEA, degli anni 1940-1950; Le iniziative intraprese contro la mafia siculo-americ ana; Forme varie di investigazioni; Le attività anticomuniste; Documenti del Dipartimento di Stato e della CIA su Cuba negli anni 1960-1975; Documenti (circa 160) su supporto digitale riguarda nti la figura di Che Guevara (collezioni CIA e Dipartimento di Stato, anni 1964-1968); Moro; Matte i e l’Eni; Don Luigi Sturzo; Scelba
    Strumenti di ricerca: Inventario parziale in : G. Casarrubea, Inventario documenti Usa (NARA) Postato il 18 luglio 2008 in Blog di Giuseppe Casarrubea , h ttp://casarrubea.wordpress.com/2008/07/18/inventari o-archivio-casarrubea-documenti-usa/ G. Casarrubea, Documenti del Dipartimento di Stato Usa, Postato il 24 luglio 2008 in Blog di Giuseppe Casarrubea http://casarrubea.wordpress.com/2008/07/18/inventar io-archivio-casarrubea-documenti-usa/ La documentazione è stata prodotta da: CIA Central Intelligence Agency DEA Drug Enforcement Administration DOS Department Of State FBI Federal Bureau of Investigation OSS Office of Strategic Services Inventario documenti Usa (NARA) casarrubea.wordpress.com
  • Lillo Taverna
    29/12/2014 17:43
    Lillo Taverna
    buon anno
  • 1 gennaio
  • Lillo Taverna
    01/01/2016 20:00
    Lillo Taverna
    Ti invito al proceso che si farà in onore del questore Messana in quel di Racalmuto (Agrigento) al Circolo Unione il giorno 23 gennaio 2016. Un processo di condanna di quanti hanno calunniato la memoria adamantina di codesto importantissino gand commis dell'Ordine Pubblico Nazioale d'Italia, dal 1919 sino alla fine dei suoi giorni.
  • Lillo Taverna
    01/01/2016 20:29
    Lillo Taverna
    Ho dovuto rinviare di una settimana perché avevo bisogno di acquisire la patecipazione di Enzo Sardo un diavolo dell'organizzazione. L'ora è ancora da stabilire ma sarà nel tardo pomeriggio di sabato 23 gennaio 2013.Tu non dovresti mancare e spero di concorcare con te un tuo intervento. Per il momento mi limito a far trambusto per la voglia di fare esplodere l'effetto annuncio. Penso che sarà una manistazione storica- Capire cosa fu il sindacalismo nittiano dell'ottobre del 1919; cosa davvero fu la Lubiana del primo anno di occupazine, cosa fu il banditismo siciliano voluto dall'OSS di America, e quale fu dopo la politica dell'ordine pujbblico degasperiano (tutte vicende in cui l'ispettore generale di PS Messana lasciò una traccia profonda ma in positivo), non credo che ci siano molti in Italia che ne sappano davvero qualcosa .. e dire che è storia nostra.
  • 2 gennaio
  • Giovanna Messana
    02/01/2016 13:47
    Giovanna Messana
    Leggo solo ora il tuo messaggio,da qualche tempo mi sono trasferita da mia zia per assisterla in attesa di trovare una buona badante,la notizia che mi dai è bellissima ti devo sempre molta riconoscenza per l'interesse avuto nei confronti del nonno ,hai creduto nella sua onestà di uomo d'onore quale egli era.GRAZIE per un inzio di anno così bello
  • Lillo Taverna
    02/01/2016 14:01
    Lillo Taverna
    Buon anno pure a te. Ma sei obbligata a venire - mia ospite - il 23 gennaio a Racalmuto data in cui farò un feroce processo ai calunniatori di questo grande gran commis dell'ordine pubblico nazionale il comm. di San Maurizio e san Patrizio il dottore Ettore Messana benemerito ISPETTORE GENERALE di PS Ettore Messana. collaboratore massimo dell'on. Alcide De Gasperi.
  • 3 gennaio
  • Lillo Taverna
    03/01/2016 17:32
  • Lillo Taverna
    03/01/2016 17:32
  • Lillo Taverna
    03/01/2016 17:32
  • Lillo Taverna
    03/01/2016 17:33
  • Lillo Taverna
    03/01/2016 17:33
    Lillo Taverna
    Notizie Lillo Taverna 1 h · [Messana nelle veste di ISPETTORE GENERALE di P.S. grado che aveva già conseguito nel giugno del 1942 per punizione non essendo stato disumano ligio alle nuove leggi regolamentari fasciste . come da me documentato e non quindi un CRIMINALE DI GUERRA come azzarda calunniosamente ad affermare tal Cernigoi slovena nata a Trieste fu inviato] in Sicilia e subito deve risponderne a Ferruccio Parri che proprio destrorso e filofascista non era. Se con Bonomi è pur sospettabile una qualche frequentazione massonica (e quale grande commesso dello Stato Italiano non è stato massone?) le insinuazioni di Casarrubea non hanno più fondamento alcuno dal momento che il Messana transita riverito ed ascoltato sotto Parri sino al 9 dicembre del 1945, sotto Romita sino al 1° luglio 1946 (DE GASPERI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO), sotto lo stesso DE GASPERI quale ministro degli Interni sino al 1° febbraio 1947. E guarda caso appena Scelba - sì proprio Mario Scelba - sale allo scranno di Ministro degli Interni, quello che doveva essere il suo protettore, il nostro Messana viene invitato ad accomodarsi fuori, ma fuori per modo di dire visto che torna al Ministero a Roma e al Viminale vi resta oltremodo autorevole e rispettato sino al suo pensionamento per raggiunti limiti di età. NOTA: MINISTRI DEGLI INTERNI BONOMI prof. Ivanoe , dal 18 giugno 1944 al 20 giugno 1945 PARRI prof. Ferruccio , dal 21 giugno al 9 dicembre 1945 [ » ] ROMITA ing. Giuseppe, dal 10 dicembre 1945 al 1° luglio 1946 DE GASPERI dott. Alcide , dal 10 luglio 1946 al 1° febbraio 1947 SCELBA avv. Mario,dal 2 febbraio 1947 al 16 luglio 1953 [ » ] FANFANI dott. prof. Amintore, dal 16 luglio 1953 al 18 gennaio 1954 ANDREOTTI dott. Giulio , dal 18 gennaio 1954 al 10 febbraio 1954.- Gentilissima Cernigoi, se Lei è o si dichiara solerte e coscienziosa Storica crede davvero che un arcigno De Gasperi poteva rendersi compiacente di quel Messana quale lo descrive il Ricciardelli - che mi pare di nessun prestigio godette e che comunque rimase impalato al suo basso ruolo nonostante volesse accreditarsi, dopo essere stato capo della Politica del fascismo, protettore degli ebrei. Se Lei è una ricercatrice seria dovrebbe convenire con me che le insinuazioni del Ricciardelli, con solo tutti quei "si dice" "pare" "qualcuno afferma" " a ben pensare" e via discorrendo e mai uno straccio di fatto documentato e provato, meritavano di finire nel cesso come tutto indecorosamente vi finirono. E De Gasperi poi fu Ministro degli Esteri e dovette occuparsi di quella calunniosa congerie di accuse a TUTTI i nostri funzionari in Slovenia che Titini, pronubi gli Americani e gli Inglesi, confezionarono senza alcuna prova, obiettività, credibilità. E anche quella falsa congerie di calunnie di una Nazione Estera che cercava vendetta e non giustizia finì nel cesso, archiviata con un non luogo a procedere. E così il duro grintoso non malleabile De Gasperi si tenne vicino e si affidò e officiò il Messana fregandosene degli strilli di un Li Causi che per giunta avrebbe dovuto alzare un monumento al Messana che informato dal suo confidente Fra Diavolo seppe che Giuliano stava ordendo un agguato allo stesso Li Causi per ucciderlo. E se a Li Causi nulla successe lo deve proprio a Messana che lo protesse e lo avvisò del pericolo. Leggersi gli atti provessuali per darmi ampiamente ragione. Qualche mio amico e parente vorrebbe chissà quali documenti a comprova di quanto ho riscontrato a discolpa del Messana. Come si fa a documentare che una calunnia è una calunnia se non dimostrando che non vi sono prove documentali ma che vi sono sentenze passate in giudicato di Tribunali persino Militari persino Stranieri che tanto affermano e discopano! Sono forse prove serie quelle che la Cernigoni dice di trovarsi a Lubiana, redatti un paio di anni dopo da parte di inviperiti nemici di questa Italia e scritti per giunta in sloveno e basati solo su postume dichiarazioni tanto vaghe quanto sospette? Se si è antitaliani: subito e si mette anche la mano sul fuoco!! 4 luglio 11.20.00 Mi scrive Giovanna: Su ciò che hai scritto,la cara giornalista e storica,dovrebbe riflettere e coraggiosamente darti delle risposte.... Ma la Cernigoi all'epoca spalleggiata dal defunto ed autorevole Casarrubea finito persino corrispondente ed avallante di Malgrado Tutto. non ne dette per intesa e anzi sino all'altro giorno mi minaccia di stalkink che spero porti finalmente in porto per farle gustare cosa è poi capace di infliggerle l'ispettore BI del caso Sindona o il Superispettore dl mnistro delle Finanze Reviglio, il qui presente dottore Calogero Taverna.
  • Lillo Taverna
    03/01/2016 17:34
    Lillo Taverna
    Io penso che il 25 gennaio dovresti essere a Racalmuto per dare una pubblica testimonianza di che amorevole umanissimo nonno era tuo nonno. Ovvio saresti ospite graditissima mia.

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