Bryonia dioica
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Motivo: secondo the Plant List [1] "Bryonia dioica Jacq. is a synonym of Bryonia cretica subsp. dioica (Jacq.) Tutin
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Bryonia dioica Jack.Deutschlands Flora in Abbildungen Jacob Sturm (1796) | |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Cucurbitaceae |
Famiglia | Cucurbitaceae |
Sottofamiglia | Cucurbitoideae |
Tribù | Benincaseae |
Sottotribù | Benincasinae |
Genere | Bryonia |
Specie | B. dioica |
Classificazione APG | |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Tricolpate basali |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Euasteridi I |
Famiglia | Cucurbitaceae |
Nomenclatura binomiale | |
Bryonia dioica Jacq., 1774 | |
Sinonimi | |
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Nomi comuni | |
Fescera |
Indice
[nascondi]Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Vegeta in ambienti ruderali, boschi a mezz'ombra, siepi, dal mare alla regione sub-montana.Morfologia[modifica | modifica wikitesto]
Pianta verde, con radice grossa, carnosa, amara, ramificata e fusto gracile, rampicante 2–4 m, angoloso, ramoso, ispido, con peli corti radi e ghiandolosi, munito di cirri filiformi ravvolti a spirale alla sommità.Foglie picciolate, palmate, con 5 lobi grandi, ovali, con il lobo mediano più grande degli altri, a volte stretto e allungato, con margine ondulato e denticolato, superficie ruvida, callosa, con peli radi e rigidi.
Fiori dioici riuniti in piccoli racemi ascellari, con pedicelli uguali o più brevi del picciolo, sessili. Fiori maschili con calice campanulato, corolla gialliccia, con lacinie ovali ed ottuse, più lunghe del calice, 5 stami, dei quali uno solitario e gli altri saldati in due coppie con filamento brevissimo, antere uniloculari, largamente ovali. Fiori femminili, con calice a tubo globoso e strozzato al di sopra dell'ovario, corolla gialliccia, come nei maschili, ovario ovoide diviso in tre false logge dalle placente parietali, multiovulato, con stilo semplice rinchiuso e tre stimmi papillosi.
Frutto a bacca rossa a maturazione delle dimensioni di un pisello, verde nei primi stadi, semi ovoidali, compressi, strettamente marginati e chiazzati di nero.
Specie simili[modifica | modifica wikitesto]
Può essere confusa con Tamus communis ma quest'ultimo è tutto glabro ha foglie a forma di cuore interissime e lucide, si arrampica per avvolgimento destrorso, ha fiori più piccoli, con perigonio di sei tepali, semi sferici bianco-gialli con albume corneo. La radice può essere confusa con quella di Phytolacca spp. ma questa, ha fasci rotondi e filiformi, formano grosse linee circolari e non raggiate.[1]Principi attivi[modifica | modifica wikitesto]
Le radici contengono due glucosidi la brionina e brionidina, un olio essenziale, sostanza pectiche e resinose (brioresina) olio, gomme ecc. i semi contengono un olio grasso ma data la loro tossicità non è impiegabile a scopi alimentari.[2]Usi[modifica | modifica wikitesto]
Tutta la pianta è velenosa soprattutto le bacche. Le radici essiccate o più raramente fresche venivano utilizzate, a bassissime dosi, come purgante drastico, inoltre veniva utilizzata contro malattie respiratorie come la pertosse e nei processi infiammatori polmonari (Huchard), può provocare flusso emorroidario e mestruale data la congestione provocata sugli organi pelvici.[2] In generale la pianta è irritante anche per contatto con la pelle in casi di sovradosaggi, può provocare vomito, dolori colici, diarree sanguigne, ematuria e può condurre alla morte per arresto cardiorespiratorio. Oggi dato i suoi inconvenienti non viene più utilizzata.Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Giuseppe Lodi, Piante Officinali Italiane, Bologna, Edizioni Agricole Bologna, 1957, p. 791.
- ^ a b Giovanni Negri, Erbario Figurato, p. 231.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Giuseppe Lodi, Piante Officinali Italiane, Bologna, Edizioni Agricole Bologna, 1957, p. 791.
- Giovanni Negri, Erbario Figurato, Milano, Ulrico Hoepli Editore Milano, 1979, p. 459, ISBN 88-203-0279-
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