IL
COMPAGNO GIOVANNI ANTONIO RINALDI
Santa
Lucia di Fiamignano. Questa diremmo la sua periferia. Vi ho casetta.
Sopra monti aspri estesi. Vi è Rascino con il suo proteiforme
laghetto. E ancor più sù il CORNINO, come inaccessibile, anche se
di recente hanno ottenuto fondi per dire di avere riesumato una
strada francigena che dal Nord Europa arriverebbe sino a Capo Passero
in Sicilia. Pur di far soldi, anche qui, non si va per il sottile.
Ma gente
onesta qui, proba, scevra da violenze, senza mafia pur essendo avendo fatto parte del Regno delle Due Sicilie. Confina con lo Stato
Pontificio. Possibilità un tempo per i briganti di farla franca.
Ricercati in Baronia fuggivano nello Stato Pontificio. Inseguiti
dagli scherani di Papa Sisto facile trovar ricovero in grotte come
quella che si dice dimora del famoso bandito Viola, o in grotte
sparse in questi monti tra il Velino e la Duchessa. Celeberrima Val
dei Varri con guerriero longobardo tumulatovi. Pigorini trovò
quell'avello se lo portò a Roma. Finì ben ricostruito nell'omonimo
museo all'EUR. L'ho ricercato pochi anni fa. Sparito. Sto cercando di
spingere le locali autorità a recuperarlo e magari ricostruire
quella tomba all'interno della fascinosa caverna di Val di Varri: una
infernale grotta da grandi speleologi; davvero SUBLIME in senso
pittorico e filosofico.
In questa
maliarda terra del Cicolano ho avuto la ventura di conoscere un
grande uomo Giovanni Rinaldi, classe 1925, deceduto alquanto
tragicamente dopo una scivolata sulla terra ghiacciata il 17 febbraio
2015.
Compagno
per antonomasia, per quarant'anni abbiamo confabulato in Santa
Lucia, concordi anche se lui fu e rimase comunista ortodosso sino
alla fine dei suoi giorni, mentre chi vi parla ha tanto ondeggiato
ideologicamente nella sua ormai lunga vita ma sempre ancorato a
sinistra, all'estrema sinistra.
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Aveva armenti in montagna. Mandria di rustica complessità di fronte alla Fonte dell'Ospedale, con acqua altamente diuretica.
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Il
compagno Giovanni a Santa Lucia è capo naturale, la classe operaia
lo segue, lo adora, pende dalle sue labbra, dalla sua cultura
proletaria. Santa Lucia è terra sostanzialmente traumatizzata dal
fascismo. Grossi gerarchi vi avevano dimora. Ma Giovanni più che
avere a che fare con i vetero fascisti deve vedersela con i
sognorotti del luogo, proprietari terrieri vessatori. Lotte contadine
che si susseguono con Giovanni alla guida: tenace dura
contrappositiva irriducibile.
Ma con i
Balduzzi e con i Lugini i contrasti si attenuano: scatta l'umana
simpatia. La reciproca stima.
Delle sue
lotte contadine Giovanni molto mi parlò.
Credo però che
l'esaltazione mnemonica talora lo portasse a qualche esagerazione.
Comunque grande uomo, sagace politico, temerario, combattente,
inflessibile, coerente, impegnato.
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Morì
tra la stima e l'affetto di tutti. Salve compagno Giovanni.
Calogero
Taverna
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