In età augustea era ancora abitata dai sabini[13] e proprio in quel periodo venne promossa a municipium.[14] La città era inoltre un importante nodo stradale: situata lungo l'antica Via Cecilia che arrivava fino ad Hatria, da essa partivano inoltre la Via Claudia Nova e due diramazioni della Via Salaria.[15]
Per almeno quattro secoli, Amiternum ha rivestito il ruolo di centro del potere,[3] continuando a svilupparsi in maniera marcata, e vi hanno risieduto gli esponenti delle più importanti famiglie di Roma, mentre i normali cittadini vivevano, con ogni probabilità, nelle colline circostanti, le cosiddette Ville di Preturo. Nel III secolo la città era ancora una sede vescovile ma già nel secolo successivo perse questo onore.[16] Nel 346-47 la città fu colpita da un terremoto, ma che probabilmente non causò danni poiché l'epicentro era abbastanza lontano dalla città,[17] e nel corso del IV secolo fu devastata dalla guerra gotica.[18]
Già nel tardo periodo repubblicano si era sviluppata nella città una facoltosa classe dirigente, che comprendeva equites e senatori.[18] Il più famoso esponente di questa classe è il poeta Gaio Sallustio Crispo (nato nell'86 a.C.) ma molte altre famiglie raggiunsero alti gradi dell'amministrazione statale, come gli "Attii", i "Sallii" e i "Vinii".[22]
La prima grande struttura pubblica che venne edificata nella nuova città fu il teatro, databile nell'età Augustea, successivamente, nel I secolo, venne edificato l'anfiteatro e nei due secoli successivi due acquedotti e un edificio termale.[32] Nel 2008, dopo degli studi eseguiti con dei rilevamenti magnetici, è stata scoperta in linea di massima l'organizzazione della città: il teatro si trovava nei limiti settentrionali del centro, che si sviluppa verso nord per altri 50 metri circa, mentre verso sud sono presenti edifici per almeno un chilometro.[33] L'asse nord-sud era la Via Cecilia, bordata nella parte meridionale da piccoli abitazioni e botteghe di dimensioni ridotte.[31] La Cecilia passava ad ovest dell'anfiteatro, dove è stata riportata alla luce una parte lastricata, e ad est del teatro, attraversando l'Aterno su un ponte i cui resti sono andati distrutti.[34] Dei muri di contenimento delle acque fluviali sono ancora visibili e ciò fa pensare che il corso del fiume non sia cambiato.[35]
La città aveva un piano ortogonale ed erano presenti molte strade perpendicolari all'asse principale nella parte meridionale.[36] Ad est dell'anfiteatro, sulla Cecilia, era situato un tempio di 50x40 metri circa, a nord di questo un'ampia area termale e a sud un'area densamente edificata, probabilmente un mercato.[37] A sud dell'anfiteatro erano presenti un altro piccolo tempio, dei giardini e un grande edificio domestico; subito a nord del fiume c'era probabilmente il Foro e nella sua parte occidentale era presente una basilica o un sacellum e subito a nord di queste un ampio complesso commerciale.[37] A nord del Foro, vicino al teatro, l'acquedotto entrava in città e a sud- est del teatro c'era una serie di grandi domus.[37]
I resti dell'Amiternum sabina sono diversi e ben conservati, situati in località San Vittorino, vicino L'Aquila. Tra i più interessanti vi sono l'anfiteatro, il teatro di età augustea ed una villa di tarda età imperiale, con mosaici e affreschi. Vi sono inoltre resti di terme e di un acquedotto risalenti anch'essi all'età di Augusto.
Diverse sono poi le epigrafi ed il materiale scultoreo ed architettonico rinvenuto nell'area e conservato in strutture del circondario, soprattutto nel Museo nazionale d'Abruzzo e nel Museo archeologico dell'Aquila, tra cui va ricordato la statua cosiddetta del Signore di Amiternum esposta durante il summit dei G8 del 2009. Nei pressi dell'area archeologica, vicino l'abitato di San Vittorino, si possono poi visitare le catacombe paleocristiane, presenti nel sottosuolo della chiesa di San Michele Arcangelo.
Resti di possenti mura poligonali dell'Amiternum sannita si trovano, a loro volta invece, sui colli prospicienti il Monte Cifalco, nella valle del fiume Rapido, non distante dalla città di Cassino (l'antica Casinum dei romani).
Adiacenti all'anfiteatro son i resti di una villa a carattere e funzione pubblica con corte centrale e porticato, di cui rimane qualche debole traccia.
Nell'86 a.C. nacque in città lo storico Sallustio e, alcuni decenni dopo, secondo alcune leggende, vi nacque Ponzio Pilato, futuro prefetto della Giudea, noto per aver processato e condannato Gesù ed in seguito condannato a morte da Tiberio. La regione circostante sarebbe legata anche all'ultima parte della vita di Pilato: secondo alcune leggende, il corpo del procuratore sarebbe stato lasciato insepolto e, chiuso in un sacco, affidato ad un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e sarebbe precipitato nel lago di Pilato, sui Monti Sibillini a circa 50 km da Amiternum, dall'affilata cresta della Cima del Redentore, come ulteriore punizione. Inoltre, sempre secondo la leggenda, Pilato avrebbe posseduto la villa romana rinvenuta nel luogo detto oggi Montagna di Pilato, presso San Pio di Fontecchio.
Sempre ad Amiternum fu martirizzato, secondo la tradizione, San Vittorino.
Di Amiternum, inoltre, fu vescovo Castorio, personaggio descritto da Gregorio Magno nei suoi Dialoghi e dove uno dei personaggi centrali è Sant'Equizio, precursore di San Benedetto e nato e vissuto nell'area amiternina.
Per almeno quattro secoli, Amiternum ha rivestito il ruolo di centro del potere,[3] continuando a svilupparsi in maniera marcata, e vi hanno risieduto gli esponenti delle più importanti famiglie di Roma, mentre i normali cittadini vivevano, con ogni probabilità, nelle colline circostanti, le cosiddette Ville di Preturo. Nel III secolo la città era ancora una sede vescovile ma già nel secolo successivo perse questo onore.[16] Nel 346-47 la città fu colpita da un terremoto, ma che probabilmente non causò danni poiché l'epicentro era abbastanza lontano dalla città,[17] e nel corso del IV secolo fu devastata dalla guerra gotica.[18]
Amministrazione e famiglie[modifica | modifica wikitesto]
Quando era una praefectura, Amiternum era sede di un prefetto,[19] assistito da un collegio di otto membri della nobiltà locale, il quale sembra essere antecedente alla conquista romana.[18] Dopo che la città cambiò il suo status in municipium si crearono un collegio di duumviri e decurioni, che si riunivano nella Curia Septimiana Augustea.[20] Era presente anche un'influente classe sacerdotale e dei tresviri augustales, addetti al culto dell'imperatore.[21]Già nel tardo periodo repubblicano si era sviluppata nella città una facoltosa classe dirigente, che comprendeva equites e senatori.[18] Il più famoso esponente di questa classe è il poeta Gaio Sallustio Crispo (nato nell'86 a.C.) ma molte altre famiglie raggiunsero alti gradi dell'amministrazione statale, come gli "Attii", i "Sallii" e i "Vinii".[22]
Il declino[modifica | modifica wikitesto]
L'inizio del declino risale al V secolo quando, ormai caduto l'Impero romano d'Occidente, gli abitanti della città dovettero rifugarsi in luoghi più facilmente difendibili sulle alture: il centro abitato iniziò a spostarsi nell'attuale San Vittorino.[23] Proprio in quegli anni il vescovo della città Quodvultdeus, di origini africane, ristrutturò e potenziò le catacombe realizzando un mausoleo in stile paleocristiano.[24] Tra il VI e il VII secolo la città vide l'inizio di un periodo di destrutturazione, come suggeriscono delle abitazioni di legno nella zona del teatro.[25] Le strutture pubbliche e molte abitazioni vennero smontate al fine di rinforzare le strutture difensive della città e abbondanti porzioni dell'abitato furono abbandonate.[26] Nel Medioevo, fino a circa l'anno 1000, era ancora presente ed ha dato i natali ad una serie di vescovi ma venne successivamente unita alla diocesi di Rieti. La città visse, seppur in maniera evanescente, fino al XIII-XIV secolo, quando perse definitivamente vitalità a causa della fondazione della vicina città dell'Aquila.[27]L'Amiternum sannita[modifica | modifica wikitesto]
Esiste un'altra città italica di nome Amiternum, appartenente ai Sanniti,[28] che si trovava a metà strada fra Interamna Lirenas, nei pressi di Casinum, e Atina, in territorio dei Sanniti Pentri e nell'attuale territorio di Sant'Elia Fiumerapido (nell'area fra i fiumi Liri, Rapido e Melfa), dove restano, ancora evidenti, estesi resti di fortificazioni megalitiche poligonali.[29] Nel 293 a.C., durante la terza guerra sannitica, i romani si espandevano nel territorio dei Sanniti: fu in quell'anno che il console Spurio Carvilio Massimo conquistò la città di Amiternum, uccidendo 2800 nemici, facendo 4270 prigionieri e distruggendo la città.[30]Urbanistica di Amiternum[modifica | modifica wikitesto]
Come già detto in precedenza, il primo vicus originario da cui si sviluppò la città sorgeva sul colle di San Vittorino e, con ogni probabilità, questo insediamento costituì il primo oppidum romano. Subito dopo la conquista romana, nel IV secolo a.C., la valle dell'Aterno costituiva un centro di passaggio tra il Tirreno e l'Adriatico e il principale asse viario che vi fu costruito è quello intorno al quale sorga la città amiternina. Nel II secolo a.C. la strada fu notevolmente migliorata dal censore Lucio Cecilio Metello e prese quindi il nome di Via Cecilia. La strada inizialmente non passava per il centro della città, ma correva sul fondovalle, e lì incontrava un ramo della Via Salaria, importantissima via di comunicazione nel mondo romano.[2] Nel corso degli anni, in epoca repubblicana, il centro si spostò verso l'Aterno, nell'area dove sono stati riportati alla luce i maggiori resti archeologici, tuttora in attesa di una miglior valorizzazione culturale ed economico-turistica. Conseguentemente allo spostamento della città, nel I secolo a.C. venne approntato un piano urbanistico che ne regolasse lo sviluppo.[31]La prima grande struttura pubblica che venne edificata nella nuova città fu il teatro, databile nell'età Augustea, successivamente, nel I secolo, venne edificato l'anfiteatro e nei due secoli successivi due acquedotti e un edificio termale.[32] Nel 2008, dopo degli studi eseguiti con dei rilevamenti magnetici, è stata scoperta in linea di massima l'organizzazione della città: il teatro si trovava nei limiti settentrionali del centro, che si sviluppa verso nord per altri 50 metri circa, mentre verso sud sono presenti edifici per almeno un chilometro.[33] L'asse nord-sud era la Via Cecilia, bordata nella parte meridionale da piccoli abitazioni e botteghe di dimensioni ridotte.[31] La Cecilia passava ad ovest dell'anfiteatro, dove è stata riportata alla luce una parte lastricata, e ad est del teatro, attraversando l'Aterno su un ponte i cui resti sono andati distrutti.[34] Dei muri di contenimento delle acque fluviali sono ancora visibili e ciò fa pensare che il corso del fiume non sia cambiato.[35]
La città aveva un piano ortogonale ed erano presenti molte strade perpendicolari all'asse principale nella parte meridionale.[36] Ad est dell'anfiteatro, sulla Cecilia, era situato un tempio di 50x40 metri circa, a nord di questo un'ampia area termale e a sud un'area densamente edificata, probabilmente un mercato.[37] A sud dell'anfiteatro erano presenti un altro piccolo tempio, dei giardini e un grande edificio domestico; subito a nord del fiume c'era probabilmente il Foro e nella sua parte occidentale era presente una basilica o un sacellum e subito a nord di queste un ampio complesso commerciale.[37] A nord del Foro, vicino al teatro, l'acquedotto entrava in città e a sud- est del teatro c'era una serie di grandi domus.[37]
Resti archeologici[modifica | modifica wikitesto]
Amiternum | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | L'Aquila |
Altitudine | 680 m s.l.m. |
Dimensioni | |
Superficie | n.d. m² |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Abruzzo |
Responsabile | Rosanna Tuteri |
sito web |
Diverse sono poi le epigrafi ed il materiale scultoreo ed architettonico rinvenuto nell'area e conservato in strutture del circondario, soprattutto nel Museo nazionale d'Abruzzo e nel Museo archeologico dell'Aquila, tra cui va ricordato la statua cosiddetta del Signore di Amiternum esposta durante il summit dei G8 del 2009. Nei pressi dell'area archeologica, vicino l'abitato di San Vittorino, si possono poi visitare le catacombe paleocristiane, presenti nel sottosuolo della chiesa di San Michele Arcangelo.
Resti di possenti mura poligonali dell'Amiternum sannita si trovano, a loro volta invece, sui colli prospicienti il Monte Cifalco, nella valle del fiume Rapido, non distante dalla città di Cassino (l'antica Casinum dei romani).
Anfiteatro romano[modifica | modifica wikitesto]
Sulla Via Amiternina sorgono i resti dell'anfiteatro di Amiternum, una struttura risalente al I secolo d.C. in grado di contenere fino a 6000 persone. Le prime indagini archeologiche che l'hanno riportato alla luce risalgono al 1880, mentre i moderni lavori di consolidamento e restauro sono cominciati nel 1996 per mano della Soprintendenza.[31] Dalla caratteristica forma a ellisse, era quasi interamente circondato da gradinate, oggi scomparse. La struttura prevedeva 48 arcate su due piani ed era rivestita completamente in laterizio.Adiacenti all'anfiteatro son i resti di una villa a carattere e funzione pubblica con corte centrale e porticato, di cui rimane qualche debole traccia.
Teatro romano[modifica | modifica wikitesto]
Più a nord dell'anfiteatro, ai piedi del colle di San Vittorino è invece il teatro, probabilmente risalente all'età augustea e rinvenuto nel 1878. La struttura, ricavata sul pendio della collina e caratterizzata da una notevole acustica, era costituita da una gigantesca gradinata circolare, la cavea, di 80 metri di diamentro disposta su due livelli. Il teatro era costituito da blocchi di pietra squadrati e poteva ospitare circa 2000 persone. Abbandonato dopo il IV secolo d.C. venne successivamente utilizzato con funzione di necropoli.Chiesa di San Michele Arcangelo e catacombe paleocristiane[modifica | modifica wikitesto]
Persone legate ad Amiternum[modifica | modifica wikitesto]
Diversi personaggi di rilievo nella storia romana nacquero ad Amiternum, come testimoniano i fastosi palazzi e le ville rinvenuti nell'area. Il più antico di cui si hanno notizie è il console Appio Claudio Cieco, importante figura nel periodo delle guerre di Roma contro i Sanniti e ricordato soprattutto per aver avviato la costruzione della Via Appia nel 312 a.C.Nell'86 a.C. nacque in città lo storico Sallustio e, alcuni decenni dopo, secondo alcune leggende, vi nacque Ponzio Pilato, futuro prefetto della Giudea, noto per aver processato e condannato Gesù ed in seguito condannato a morte da Tiberio. La regione circostante sarebbe legata anche all'ultima parte della vita di Pilato: secondo alcune leggende, il corpo del procuratore sarebbe stato lasciato insepolto e, chiuso in un sacco, affidato ad un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e sarebbe precipitato nel lago di Pilato, sui Monti Sibillini a circa 50 km da Amiternum, dall'affilata cresta della Cima del Redentore, come ulteriore punizione. Inoltre, sempre secondo la leggenda, Pilato avrebbe posseduto la villa romana rinvenuta nel luogo detto oggi Montagna di Pilato, presso San Pio di Fontecchio.
Sempre ad Amiternum fu martirizzato, secondo la tradizione, San Vittorino.
Di Amiternum, inoltre, fu vescovo Castorio, personaggio descritto da Gregorio Magno nei suoi Dialoghi e dove uno dei personaggi centrali è Sant'Equizio, precursore di San Benedetto e nato e vissuto nell'area amiternina.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Strabone, V, 3.1.
- ^ a b c Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 2.
- ^ a b Amiternum e G8: i luoghi del potere, ilcentro.gelocal.it..
- ^ Varrone, De Lingua Latina, V, 28.
- ^ Virgilio, VII, 710.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, II, 49.2.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 2; Smith 1854, I, Amiternum.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, I, 14.6; II, 49.2.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 1-2.
- ^ Nelli 2009, pag. 43.
- ^ Velleio Patercolo, I, 14.
- ^ CIL IX, 4182.
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 12.107.
- ^ Segenni 1985, 59-70.
- ^ Nelli 2009, pag. 15.
- ^ Pani-Ermini 1972, pag. 257-274.
- ^ Galadini, Galli 2004, pag. 885-905.
- ^ a b c Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 5.
- ^ AE 1984, 279.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 5; AE 1937, 119; CIL I, 1853; CIL IX, 4196.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 5; CIL IX, 4212.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 5; Segenni 1985, 83-89.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 5; Pani-Ermini 1979, pag. 95-105.
- ^ Redi, De Iure, Siena 2012, pag. 196.
- ^ Redi, De Iure, Siena 2012, pag. 205.
- ^ Redi, De Iure, Siena 2012, pag. 207.
- ^ Redi et alii 2013, pag. 267-269; Amiternum visse fino alla fondazione dell'Aquila: la scoperta negli scavi, abruzzoweb.it.
- ^ Smith 1854, I, Amiternum.
- ^ Salmon 1967, pag. 270.
- ^ Livio, X, 39.
- ^ a b c La città di Amiternum, lagagransasso.it.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 9.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 13.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 14.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 13-14.
- ^ Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 15.
- ^ a b c Heinzelmann, Jordan, Murer 2008, pag. 16.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Fonti primarie
- (GRC) Dionigi di Alicarnasso, Antiquitates Romanae. ((EN) Roman Antiquities — traduzione in inglese di Chicago University).
- Livio, Ab Urbe condita libri. ((EN) From the Founding of the City — traduzione in inglese di Canon Roberts).
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia. ((EN) The Natural History — traduzione in inglese di John Bostock).
- (GRC) Strabone, Geografia. ((EN) The Geography — traduzione in inglese di Chicago University).
- Varrone, De Lingua Latina. ((EN) On the Latin Language — traduzione in inglese di R.G.Kent).
- Velleio Patercolo, Historiae romanae ad M. Vinicium libri duo. ((EN) Compendium of the History of Rome — traduzione in inglese di John Selby Watson).
- Virgilio, Aeneis.
- Fonti storiografiche moderne
-
- in italiano
- Pietro Nelli, Roma Salaria Falacrina, Roma, Lulu, 2009, ISBN 978-1-4092-8882-4.
- Letizia Pani-Ermini, Contributi alla storia della diocesi di Amiternum, Furcona e Valva nell’alto medioevo, in Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, vol. 46, 1971-72.
- Letizia Pani-Ermini, Il santuario di S. Vittorino in Amiternum: note sulla sua origine, in Rivista di Archeologia Cristiana, vol. 3, 1979.
- Fabio Redi, Alessia De Iure ed Enrico Siena, L’Abruzzo tra Goti e Bizantini. Aggiornamenti della ricerca archeologica (PDF), Napoli, Tavolario Edizioni, 2012.
- Fabio Redi et alii, Amiternum (AQ), “Campo S. Maria”, rapporto preliminare 2012, in Archeologia medievale, vol. 40, 2013.
- Simonetta Segenni, Amiternum e il suo territorio in età romana, Pisa, Giardini, 1985.
-
- in inglese
- Fabrizio Galadini, Paolo Galli, The 346 A.D. earthquake (central-southern Italy): an archeoseismological approach, in Annals of Geophysics, vol. 47, 2004.
- Michael Heinzelmann, David Jordan and Cristina Murer, Amiternum and the upper Aterno valley: a Sabine-Roman town and its territory (PDF), 2008.
- Edward T. Salmon, Samnium and the Samnites, Cambridge University Press, 1967, ISBN 978-0-521-06185-8.
- William Smith, Dictionary of Greek and Roman Geography, 1854.
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