Lillo Taverna ha condiviso il post di Monica Piastra.
Monica Piastra con Ornella Pennacchioni e Bolero Patrizia Masi.
-IN/COMUNICAZIONE-
di Ornella Pennacchioni.
La parola non è anonimato, è sbendata: ha fame e sete come il digiuno. Subisco, ammalo, guarisco a mezzo della paro...la a seconda del senso e della sostanza. E' un ponte prestigioso quanto minato: è documento, voce, incisione, eco, infamia, volgarità, indecenza, cattiveria: comunque un mezzo per esistere, mostrarsi al meglio o al peggio di sé. E comunque, nessuno dovrebbe imporre afonia alla parola, né placarne il flusso. Nel mio caso, la censura vada a farsi fottere assieme al silenzio. Otturare tale diritto, è fascista. Mi dona il nero, lo so, adoro il nero, ma tranne quello dell'anima. Mi dona come il lutto ad Elettra, e ho un pensiero a delta in rivoli di latte. Sono la nutrice di me stessa, sono appetito della mente, sono autogenesi, sono mia, tua di te, e vostra. Nessuno, neppure l'uomo nero, potrà farmi più paura. Aprirò una latteria del pensiero. Ricomincio dal bianco.
Vostra Ornella, a fra un po'...
Altro...
di Ornella Pennacchioni.
La parola non è anonimato, è sbendata: ha fame e sete come il digiuno. Subisco, ammalo, guarisco a mezzo della paro...la a seconda del senso e della sostanza. E' un ponte prestigioso quanto minato: è documento, voce, incisione, eco, infamia, volgarità, indecenza, cattiveria: comunque un mezzo per esistere, mostrarsi al meglio o al peggio di sé. E comunque, nessuno dovrebbe imporre afonia alla parola, né placarne il flusso. Nel mio caso, la censura vada a farsi fottere assieme al silenzio. Otturare tale diritto, è fascista. Mi dona il nero, lo so, adoro il nero, ma tranne quello dell'anima. Mi dona come il lutto ad Elettra, e ho un pensiero a delta in rivoli di latte. Sono la nutrice di me stessa, sono appetito della mente, sono autogenesi, sono mia, tua di te, e vostra. Nessuno, neppure l'uomo nero, potrà farmi più paura. Aprirò una latteria del pensiero. Ricomincio dal bianco.
Vostra Ornella, a fra un po'...
Altro...
Domani ser ( 4 agosto) Mumble Mumble torna a Roma, ai Giardini della Filarmonica.
Per tutti coloro che vogliono usufruire di uno sconto sul biglietto (5.00 anziché 15.00) possono inviare un messaggio al 3464783266 indicando il nome e cognome e numero dei posti da prenotare.
Vi aspettiamo domani alle 21.00
Per tutti coloro che vogliono usufruire di uno sconto sul biglietto (5.00 anziché 15.00) possono inviare un messaggio al 3464783266 indicando il nome e cognome e numero dei posti da prenotare.
Vi aspettiamo domani alle 21.00
di Emanuele Salce e Andrea Pergolari con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli Riprese e montaggio…
youtube.com
Lillo Taverna ha condiviso il post di Monica Piastra.
Monica Piastra con Ornella Pennacchioni.
-CHE NOIA CHE BARBA CHE NOIA-
di Ornella Pennacchioni.
Mi domando cosa induca a formulare chat di gruppo fra sconosciuti al solo scopo di trovarsi sommersi di ...saluti, emoction, foto di panorami, fiori, calici, buongiorno, buon pomeriggio, buona serata, buona notte, abbraccioni, abbraccini, abbraccetti. Perché? E sopra ogni cosa: perché a me, che non posso neppure abbandonare la conversazione poiché sanzionata e privata delle funzioni di fb??? Vi prego, ELIMINATEMI, anche fisicamente se volete, ma fatelo subito, vi prego!!!
Altro...
di Ornella Pennacchioni.
Mi domando cosa induca a formulare chat di gruppo fra sconosciuti al solo scopo di trovarsi sommersi di ...saluti, emoction, foto di panorami, fiori, calici, buongiorno, buon pomeriggio, buona serata, buona notte, abbraccioni, abbraccini, abbraccetti. Perché? E sopra ogni cosa: perché a me, che non posso neppure abbandonare la conversazione poiché sanzionata e privata delle funzioni di fb??? Vi prego, ELIMINATEMI, anche fisicamente se volete, ma fatelo subito, vi prego!!!
Altro...
Lillo Taverna ha condiviso il post di Monica Piastra.
Monica Piastra con Ornella Pennacchioni e Bolero Patrizia Masi.
Da -UNA MARCHETTA COL CENSORE-
romanzo di Ornella Pennacchioni.
“Sono salva. Sono salva. Non è un canto, non è un vanto, ma è come sono ora. Mi rasenta il vele...no senza mai farmi morta. Lo sai Lupo?” Disse Ipazia col suo sorriso di tre quarti, mentre lasciava scivolare a terra, con un boato lussuoso, km e km di perle come vittorie di firmamenti nuovi. Lui aveva pelo ispido ovunque, tanto e tanto da meritarsi quel nome. Aveva solo una tana buia, un'identità fasulla, un niente di vita e un tanto d'illusioni a ore. Lei, aveva luce anche dentro i capelli, una sorta di riserva immortale, una montagna di miracoli senza disciplina, libera d'essere amore come onde d'oceano, e decise un gioco vero. Camminava bendata e a rovescio. Simile ad un'acrobata collaudata, saltava all'indietro evitandolo con maestria. Ipazia arrivò al ciglio di qualcosa, coi capelli oro rame divisi in masse identiche. Il vento li aveva spartiti in due porzioni come fossero spaghetti d'un solo pasto. La gonna appiccicata al culo, le dava una rotondità festosa, mentre i talloni sfioravano la terra disconosciuta per l'orrore, quasi levitando. Lei, correva sull'aria e all'incontrario, col vento alla nuca, sulle spalle, su tutto il resto, ma senza sbagliare, senza inciampare, senza farsi del male. Isadora, pronta e in disparte, sembrava il pompiere delle grandi emergenze. Cominciò a battere le mani come ad una prima dell'eccellenza più esclusiva. “Sei salva, sei salva, Ipazia mia! Sei salva!!! E risero, risero, risero fino alla fine dell'allegria, a un passo dalla vita, applaudendosi anche ora, anche dopo, anche per sempre.
romanzo di Ornella Pennacchioni.
“Sono salva. Sono salva. Non è un canto, non è un vanto, ma è come sono ora. Mi rasenta il vele...no senza mai farmi morta. Lo sai Lupo?” Disse Ipazia col suo sorriso di tre quarti, mentre lasciava scivolare a terra, con un boato lussuoso, km e km di perle come vittorie di firmamenti nuovi. Lui aveva pelo ispido ovunque, tanto e tanto da meritarsi quel nome. Aveva solo una tana buia, un'identità fasulla, un niente di vita e un tanto d'illusioni a ore. Lei, aveva luce anche dentro i capelli, una sorta di riserva immortale, una montagna di miracoli senza disciplina, libera d'essere amore come onde d'oceano, e decise un gioco vero. Camminava bendata e a rovescio. Simile ad un'acrobata collaudata, saltava all'indietro evitandolo con maestria. Ipazia arrivò al ciglio di qualcosa, coi capelli oro rame divisi in masse identiche. Il vento li aveva spartiti in due porzioni come fossero spaghetti d'un solo pasto. La gonna appiccicata al culo, le dava una rotondità festosa, mentre i talloni sfioravano la terra disconosciuta per l'orrore, quasi levitando. Lei, correva sull'aria e all'incontrario, col vento alla nuca, sulle spalle, su tutto il resto, ma senza sbagliare, senza inciampare, senza farsi del male. Isadora, pronta e in disparte, sembrava il pompiere delle grandi emergenze. Cominciò a battere le mani come ad una prima dell'eccellenza più esclusiva. “Sei salva, sei salva, Ipazia mia! Sei salva!!! E risero, risero, risero fino alla fine dell'allegria, a un passo dalla vita, applaudendosi anche ora, anche dopo, anche per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento