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Oltre un anno fa discettavo con Salvo Messana, fratello del sindaco. Precario stava in Perù per guadagnarsi la pagnotta. Ad un tratto ci siam messi a parlare di Virgilio, Didone e dell'"amor virile" tra Eurialo e Niso. Non credo che si potesse permettere di spiegare ai suoi alunni di là tutta la sua cospicua scienza di ottimo latinista e spiegare con dovizia di particolari quell'amore virile. Ne parlava con me a distanza non so di quanti migliaia di km. di distanza. Ecco alcuni stralci del nostro discettare:
la callas e pasolini
è l'immagine moderna più assoluta del mito
sì l'amore femminile è furor
Certo l'amore di Niso è di virile potenza. Sarebbe sta ugual la reazione di Eurialo
e nell'erotismo?
la callas e pasolini
il mio testo le associa.
una forza incredibile
però didone rappresenta il furor amoroso ripreso anche da Lucrezio
mi è piaciuta quella tua annotazione sull'amore virile
mentre medea di euripide è più autonoma opera femminista e antirazzista
tum super exanimum sese proiecit amicum
a proposito della fermentazione che le dicevo
spiegati
la scelta del rafforzativo del pronome di terza persona
sese
2 in uno
se è singolare
ma nella morte sono 2 ormai uno nell'amore e nell'eroismo
Ma non credo che i latini avessero la nostra stessa idea sull'erotismo
erotismo nasce dalle2 metafore tratte dalla natura
no
però virgilio non era certo ovidio e manco orazio
in questo era molto epicureo ortodosso
tipo la digitale purpurea di pascoli
l'immagine della bellezza adolescenziale macchiata dal sangue
paragonata ai fiori
Bene. Dovessi convincere tuo fratello a aprire la Fondazione a delle lectiones magistrales ti potrei fare da bordone in una serie di provocazione su Virgilio, la lingua latina, l'omosessualità di Virgilio, le latitudini delle sintassi da Livio a Tacito etc.
quando parliamo di poesia bellica i romani e virgilio guardano anche agli spartani a un tirteo
che vede obbrobrioso un vecchio soldato morente in prima fila
con un carletto in prima fila ! ahahah
se in guerra devono essere i giovani le immagini sono di bellezza deturpata del dovere eroico e dall'ineluttabile
poi la letteratura latina si perderà nel pathos
le tragedie di seneca o un lucano
Pascoli innamorato della sorella (e non si sa (quanto platonicamente), Virgilio con qualche propensione non normale, Oratio brevis atque obesus, Cicerone il re della casta del tempo e via discorrendo. Tutto è cambiato nel senso che nulla è cambiato. E soprattutto o si è deformi alla Leopardi o bacati dentro come Michelangelo e leonardo o non si è geni? Sregolatezza dentro e sublimità artistica fuori?
orazio si era fatto una stanza tapezzata di specchi e se la spassava a vedersi scopare
tappezzata
perversione ispiratrice, guarda caso di moralismo oggi si direbbe piccolo borghese
comunque oggi putin mi pare come augusto
leggevo Virgilio e riflettevo come nelle immagini della natura accetti i casi della vita senza nessun pathos creando immagini di eros e thanatos di incredibile compostezza e di virile accettazione, anche laddove è incline alle sue preferenze omoerotiche
volvitur Euryalus leto, pulchrosque per artus
it cruor inque umeros cervix conlapsa recumbit:
purpureus veluti cum flos succisus aratro 435
languescit moriens, lassove papavera collo...
demisere caput pluvia cum forte gravantur.
at Nisus ruit in medios solumque per omnis
Volcentem petit, in solo Volcente moratur.
quem circum glomerati hostes hinc comminus atque hinc 440
proturbant. instat non setius ac rotat ensem
fulmineum, donec Rutuli clamantis in ore
condidit adverso et moriens animam abstulit hosti.
tum super exanimum sese proiecit amicum
confossus, placidaque ibi demum morte quievit.
volvitur Euryalus leto, pulchrosque per artus
it cruor inque umeros cervix conlapsa recumbit:
purpureus veluti cum flos succisus aratro 435
languescit moriens, lassove papavera collo...
demisere caput pluvia cum forte gravantur.
at Nisus ruit in medios solumque per omnis
Volcentem petit, in solo Volcente moratur.
quem circum glomerati hostes hinc comminus atque hinc 440
proturbant. instat non setius ac rotat ensem
fulmineum, donec Rutuli clamantis in ore
condidit adverso et moriens animam abstulit hosti.
tum super exanimum sese proiecit amicum
confossus, placidaque ibi demum morte quievit.
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· Diciamo con estrema franchezza: Salvo (Messana) dal Perù tende ad imbrogliarci, ad approfittare della nostra celeberrima ignoranza e in questi tredici versi del libro nono dell'Eneide di Virgilio ci vuol far credere che si annidano moderne perversità: immagini di amore e morte e forse pure in esametri composti e di fluidissimo fascino, non potrei negare; ma per noi omofobi, nulla può esserci di virile accettazione se si vivono omofile opzioni.
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· Siccome pochi, direi nessuno legge il latino virgiliano, io mi avvalgo della bella traduzione di Rosa Calzecchi Onesti e qui mi accodo al canto "omoerotico":
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· [433] Si accasciò Eurialo morto, per il bel corpo
· scorreva il sangue, cadde la testa sulla spalla , pesante:
· così purpureo fiore, che l'aratro ha tagliato,
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