Contesto il Contesto di Sciascia.
E come potrebbe essere diversamente. Io vetero comunista tutt'altro che pentito mi rivolto nell'altra parte del colle ove un tempo dimorava questo Sciascia ormai scervellato, anticomunista viscerale, nichilista per snob, contro giudici, preti e segretari di partito-
Libro veramente infelice il contesto di Sciascia, un contesto che contestava uno stato liberale ormai morto e sepolto. Sciascia ha poca cultura storica. Letterato, ama appunto la parodia, come dire la parodia della cultura giuspubblicistica, sociale , democratica, migliorista.
Libro non compatto e neanche felice (Citati); Chiacchiera qualunquistica camuffata da riflessione superiore di grande moralista (Pedullà); banalità della tesi del racconto (Colajanni); racconto scialbo e pretenzioso (Raboni).
Lasciamo stare i Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi che è ben altra cosa, specie per quelle immedesimazioni sublimanti dei più grandi attori del momento. Bene Rinascita a stroncare Sciascia e bene anche l'Unità, per cinque volte velenosa contro lo zittito piccolo uomo che in verità era Leonardo Sciascia.
I queruli incolti del paesello mio, presi dagli humus terraquei si aggrappano a questo infelice parto sciasciano e occupano il cenobio delle austere Clarisse di un tempo, per uno sproloquiante convegno di tediosa fattura, di stucchevole femminilità.
Tra il banditore della Malacarne empedoclina e la sbrindellata filosofia del diritto di un tale saccente senza costrutto, ho vissuto, spintomi da un mio apprezzato amico che dissero premiato in primis ed invece con sua sorpresa lo squalificano in secundis, un imbecille pomeriggio domenicale.
E il mare può essere un catino, se non ne scorgi i limiti, diceva un certo Pirandello e il poeta Calogero Restivo echeggia con versi rotondi, unica perla di una mare di noia e di mediocre intelletto, - "lo sfrigolio del ferro arroventato/immerso in una pozza d'acqua'. Versi eccelsi contro parodie vernacole che suonavano - 'beddra cchiu' du suli'. Esplosione detta da Cicciu Tumeo per la Cardinale, ridotta a figlia di Peppi 'Mmerda, aveva senso, nenia reiterata da una pingue signora docente mi seppe di stilistica buffoneria.
Noiosissimo lo Sciascia, quello di Malacarne, che si credette facoltizzato a ridurre l'attuale contesto mitteleuropeo alla microcefala contestualità dello Sciascia dei primissimi Anni '70. Che dire del professore di democrazia che tutto ignorando su tutto erudiva?
Disavventure paesane le mie. Pazienza.
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Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
26 agosto 2008
Il contesto di Leonardo Sciascia
In un paese che ricorda tanto l'Italia, qualcuno inizia ad ammazzare giudici e magistrati.
Su questo caso il ministro per la Sicurezza Nazionale mette l'investigatore più capace, l'ispettore Rogas.
Rogas mette assieme tutti i casi in comune dei magistrati e giudici uccisi (dove il primo faceva la pubblica accusa e il secondo la parte giudicante).
Trova una pista: un farmacista accusato di uxoricidio e condannato in base a prove probabilmente costruite per incastrarlo.
Ma il ministro e la squadra politica della polizia lo mettono su una seconda pista: un groppuscolo di rivoluzionari, uno dei tanti, che predicano la rivoluzione appunto e che si ritrova dietro un giornale “Rivoluzione permanente”.
Rogas entra in contatto con lo scrittore Nocio, che ospita malvolentieri uno di questi intellettuali della rivoluzione, contro lo stato borghese e le istituzioni, in realtà lui stesso molto più borghese di quelli che criticano.
Costui si chiama Galano ed è tra l'altro molto amico del ministro per la sicurezza.
Mentre la mano assassina continua ad ammazzare altri giudici (smentendo apparentemente la pista politica), Rogas scopre un complotto che coinvolge le alte cariche dello stato (tra cui il presidente della Corte Riches) e vertici militari.
“Occorre liberare questo stato, da coloro che lo detengono” pensa Rogas. Ma come fare, lui Rogas che di questo stato ne è parte, dunque anche lui detenuto?
Come liberarlo da coloro che gestiscono il potere per il potere, dividendosi tra maggioranza e opposizione in un gioco delle parti che il potere si assegna?
Dove tutte le ideologie, perfino quelle del partito di opposizione, il Partito della Rivoluzione, si piegano ad una ragione di stato, di uno stato che serve come scudo per proteggere imbrogli, ipocrisie e i pochi principi rimasti vengono derisi.Dove la giustizia viene paragonata ad una religione e i giudici a sacerdoti infallibili, come sostiene il procuratore Riches.
Dove i rivoluzionari predicano l'abbattimento dello stato borghese ma poi si ritrovano a cena col ministro per la Sicurezza.
Intellettuali capaci solo di inveire, proibire, inquisire: “Il fatto è che sono dei cattolici” riflette amaramente lo scrittore Nocio di fronte a Rogas.
Dei cattolici vecchi fanatici, funerari ..
Il contesto, scritto nel 1972, dopo le contestazioni del 68, l'autunno caldo, dopo le prime bombe della strategia della tensione, è una parodia, un racconto che partendo da fatti reali (un caso di presunto uxoricidio), racconta una realtà molto più estesa, usando anche gli strumenti dell'ironia e la stessa intelligenza dell'investigatore Rogas.
Che è uno che capisce, mette assieme i fatti, intuisce scenari inquietanti e per cui deve essere fermato. Per la ragione di stato.Si parte da un racconto poliziesco, per arrivare a raccontare di un malessere di uno Stato malato al suo interno da un cancro sempre più esteso.
“Ho cominciato a scriverlo per divertimento e l'ho finito che non mi divertivo più”.
Dietro alcuni personaggi del libro è possibile riconoscere delle persone reali: Nocio è Moravia, mentre dietro Galano, il suo ospite, si nasconde Franco Piperno, effettivamente amico del ministro degli interni Restivo. E, ovviamente, facile riconoscere dietro il Partito della Rivoluzione, quel PCI che nei primi anni 70 stentava a capire l'origine, i fini, e la matassa dei movimenti (rivoluzionari o terroristici) che nascevano a sinistra.
Le parole, profetiche, del finale del libro, dove Cusan giornalista amico di Rogas, riporta al vice segretario del partito di opposizione, i timori di Rogas:
- La ragion di stato, signor Cusan: c'è ancora come ai tempi di Richelieu. E in questo caso è coincisa, diciamo, con la ragion di partito...L'agente ha preso la più saggia decisione che potesse prendere: uccide anche Rogas.
- Ma la ragion di Partito.. Voi... La menzogna, la verità: insomma...
- Cusan quasi balbettava.
- Siamo realisti signor Cusan, non potevamo correre il rischio che scoppiasse una rivoluzione
– E aggiunse - Non in questo momento.- Capisco – disse Cusan.
- Non in questo momento.
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