Diomede al Mutuo Soccorso
Lillo Taverna Il prefetto Diomede, quello celebre della triade inquisitoria contro le infiltazioni petrottiane, degna di una sua alta visita - personaggio che più alto non si può più alto del giornalista Picone e del sindaco Messna, ormai assente ingiustificato in tutto - l'attuale circolo 'ricreativo' denominato Mutuo Soccorso. Abilmente Totò Chiarelli che qui vedete l'ha fatto risorgere a nuova e popolosa vita, quando stava per collassare a causa di certi rigori demarchiani.
Lillo Taverna Totò Chiarelli è mio grande amico ma non se la sente di rettificare la pacchiana data di nascita del suo Circolo. L'iroso Matteliano non permette. Il circolo del Mutuo Soccorso di Racalmuto deve restare dono della Befana (i Matrona) del 1873. Eppure osta l'Archivio di Stato di Agrigento che bene conserva le carte dei 'partiti avanzati' 18 - 26 - 9 del tempo. In verità il Mutuo Soccorsi come nucleo originario risale al 24 novembre del 1872. [quest'anno a Novembre dunque il 145° Genetliaco un po' meno antico del Circolo Unione ma con storia e riflesso della veridica vita racalmutese molto più sapidi, da commemorare solennemente a mio parere e desiderio].
Come perché dove? Ci soccorre nientemeno Eugenio Napoleone Messana a pag. 273 delle sue settarie e familiaristiche memorie: " Calogero Savatteri, Federico Campanella, Viola Natale e Lorenzo Viviani [....] costituirono la 'SOCIETA' OPERAIA DEL MUTUO SOCCORSO COL MOTTO - mutuo soccorso - istruzione e lavoìro, con 'lo scopo dell'associazione degli operai di Racalmuto per l'unione, l'affratellamento di tutte le classi operaie ed artistiche affinché riunite in unica famiglia potessero scambievolmente soccorrersi, tanto materialmente che moralmente''.
E questo quando? ma il 24 novembre 1872! Dove? nello studio notarile del grammassone Calogero Savatteri. Una simpatica mistura dunque di filantropa massoneria e di novello spirito marxista, spirito insufflato ma molto fuggevolmente dal compagno Lorenzo Viviani, 'schedato dalla polizia come civile tendente al comunismo'.
Ma l'astuto don Gaspare Matrona subdora il pericolo sovversivo e subito se ne appropria il 6 gennaio 1873. Altra cosa, altra vicenda atlra involuzione, preludi di un turbinio suscutato dall'alternarsi di sofferenze e insofferenze del sagace ma incostante popolo di Racalmuto, prima di venire pietrificato da Sciascia, come plebe incoerente della sua letteraria Regalpetra.
Nessun commento:
Posta un commento