domenica 4 febbraio 2018

Rosa Casano Del Puglia Prof non la conosco questa vicenda di D'Alema padre, vorrei saperne qualcosa ma dove cercare?
Gestire
Lillo Taverna Ne ho scritto qua è là in modo sconclusionato e aneddotico nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO. Vi si può accedere tramite google. Usando parole chiave come d'alema, don peppino emmanuele macaluso qualcosa si riesce a cogliere. La stampa grande e piccola ha sempre ignorato tutto. Ma i fatti (i misfatti) ci stanno. Sono l'autore occulto di quasi due terzi del libro I SOLDI TRUCCATI. A pag. 142 scrivevo "nel settembre 1979 il quotidiano Lotta Continua pubblica il fitto elenco di enti pubblici che hanno depositato soldi presso lo sportello di Via Veneto della Banca Privata Finanziaria, già sede del Credicomin , l'azienda di credito in liquidazione coatta di cui era presidente il principe nero Junio Valerio Borghese". Troppo o troppo poco a sanonda delle angolazioni e degli interessi che si perseguono. Non sono professore. Sono stato ispettore capo missione della Banca d'Italia con la quakle sono finito in frizione per una mia ispezione alla Cassa di Risparmi di Livorno in cui aveva interessi Carlo Azeglio Ciampi,. . Verso la fine degli anni '70, direi degli anni di piombo, irato con BI mi misi a frequentare don Peppino D'Alema (padre di Mssimo) allora Presidente della Commisione Finanza e Tesoro. Gli feci rilevare questo passo. glelo illustrai. Ne voleva fare un cavallo di battaglia nella Indagine parlamentare di San Macuto sul caso Sindona. Qui fui convocato. D'Alema padre stava per torchiarmi su questa storia della banca del noto eversore Valerio Borghese. Vice Presidente era Macaluso. De Martino, il sovìcialista, presidente, dormova. Il compagno Macaliso divene un satanasso, si agita, mi impone il silenzio, redarguisce il D'Alema. La storia non finisce lì. Dopo il poente gerarca rosso Macaluso, contro la stessa volontà di Berlinguer, non consente al D'AlEMA (CHE AVEVA PERALTRO INFASTIDITO IL FAMOSO "AH fRA' CHE TI SERVE") DI RIPRESENTARSI IN PARLAMENTO. VITALONE FRATTANTO INSEGUIVA PERSECUTORIAMENTE IL d'ALEMA QUALE reo di infrazioni di di segreti di stato per la faccenda della lista P2 e così il povero don Peppino D'Alema se ne dovette scappare andandosi a nascondere in Vallo della Lucania nella villa di montagna del compgno Angelo de Mattia. Macaluso mi sta tornando scomodo nelle mie attuali ricerche sul capo della polizia siciliana al tempo del bandito Giuliano Ettore Giuseppe Tancredi Messana. E di questo nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO ve n'è in sovrabbondanza. Calogero Taverna

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