Banche e Mezzogiorno
19 febbraio 2003
Documento di prossima pubblicazione
nel mensile dell’ABI “Bancaria”
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La struttura del sistema
bancario nel Mezzogiorno
La platea di intermediari che si contende il mercato meridionale risulta assai articolata
ed eterogenea sia dal punto di vista dimensionale sia da quello della
provenienza geografica.
Come sembra dimostrare ampiamente il fatto che, accanto alle banche aventi
sede legale nel Mezzogiorno, operano con insediamenti propri tutte le banche
nazionali aventi sede legale nel Centro-Nord del Paese, e altre 8 banche interregionali
anch’esse di proprietà esterna all’Area (sulle 10 complessivamente esistenti
in Italia).
Proprio questa massiccia presenza diretta al Sud di tutti i principali gruppi bancari
nazionali sembra costituire una prima forte evidenza circa la sussistenza,
anche nel mercato bancario del Mezzogiorno, di una ampia pluralità di canali di
offerta che garantisce non solo un supporto alle esigenze finanziarie e creditizie
dell’Area, ma anche condizioni concorrenziali di mercato caratterizzate da
un’accesa dialettica competitiva tra i diversi gruppi e intermediari.
In particolare, è rilevante la presenza delle banche del Centro-Nord nel mercato
meridionale. Esse controllavano, sulla base dei dati a fine 2001:
Totale
Banche Italia
Banche
operanti nel
Mezzogiorno
Banche con sede
legale nel
Mezzogiorno
Totale
sportelli
Italia
Totale sportelli
nel Mezzogiorno
Banche Nazionali * 8 8 1 10.628 2.531
Banche Interregionali 10 8 1 4.020 1.069
Banche Regionali 23 13 6 5.040 1.223
Banche Interprovinciali 160 37 31 6.217 1.040
Banche Provinciali 538 131 122 3.572 695
Totale 739 197 161 29.477 6.558
* Nelle banche nazionali è stato ricompreso il Banco di Napoli incorporato nel SanPaoloImi l’1/1/2003, le banche
del gruppo Unicredito sono state considerate come una unica entità. Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d'Italia
BANCHE E SPORTELLI PER GRUPPI TERRITORIALI (30/9/2002)
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? l’81% del mercato dei depositi del Mezzogiorno (di cui il 45% come presenza
diretta e il restante 36% attraverso banche del Sud e Isole controllate);
? l’84% del mercato degli impieghi del Mezzogiorno (di cui il 61% diretto e il
restante 22% indiretto),
quindi, le banche del meridione in senso stretto, ovvero non controllate da banche
del Centro-Nord, detenevano circa 1/5 del mercato bancario complessivo del
Mezzogiorno.
L’implicazione di carattere generale è che l’operatività bancaria – gamma di prodotti
e servizi offerti alla clientela, strutture organizzative, procedure di controllo
dei rischi, risorse manageriali e politiche distributive, ecc. - è divenuta nel corso
degli anni sempre più omogenea su tutto il territorio nazionale, dato che il
modello bancario prevalente anche nel Mezzogiorno è quello “esportato” dalle
banche del Centro-Nord nel Meridione.
Occorrerà naturalmente dell’ulteriore tempo perché questo processo si affermi
pienamente e occorrerà - soprattutto - una parallela evoluzione della domanda
che consenta di cogliere e apprezzare appieno le nuove opportunità offerte in
campo bancario.
Nel Mezzogiorno si è affermata una struttura dell’offerta che, invece di deprimere
il grado di concorrenzialità del mercato meridionale, ne accentua le condizioni
competitive. I primi 4 gruppi bancari operanti nel Mezzogiorno sono
espressione delle banche del Centro Nord e detengono in termini di sportelli una
quota di mercato pari a circa il 45% del totale degli sportelli meridionali; ai primi
10 gruppi fa riferimento una quota del 72%. Si ricorda, che uno dei nodi critici
della struttura dell’offerta bancaria nel Mezzogiorno è stato fino a qualche anno
fa proprio quello di non riuscire a eliminare pienamente le barriere all’entrata
che proteggevano talune nicchie inefficienti di mercato, e non già quello opposto
di un eccesso di concentrazione.
PRESENZA DELLE BANCHE DEL CENTRO-NORD
NEL MERCATO MERIDIONALE
(Quota % sul totale)
DEPOSITI
IMPIEGHI
TOTALE PRESENZA
DIRETTA
PRESENZA
INDIRETTA
Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d’Italia e dati
81,0
84,0
45,0
61,0
36,0
23,0
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Specificatamente con riguardo alla dotazione di sportelli operanti nell’area Sud e
Isole essa è pari a circa 6.600 unità a settembre 2002, in crescita di oltre 2.700
unità rispetto al 1990 anno di definitiva liberalizzazione degli insediamenti, ra ppresentando
una quota sul totale nazionale corrispondente al 22,2%. Quota che
si è mantenuta costante negli ultimi anni, e sostanzialmente allineata a quella
del PIL del Mezzogiorno (24,4% nel 2001).
In tema di articolazione distributiva un aspetto importante, anche se non sempre
adeguatamente sottolineato, è che la dotazione degli sportelli del Mezzogiorno
risulta, se commisurata ai volumi di attività bancaria, significativamente
più ampia di quella che caratterizza le stesse regioni centro-settentrionali:
- alla fine del 2001 operavano, infatti, al Sud ben 49 sportelli bancari per ogni
1.000 milioni di € di impieghi contro i 27 sportelli del Centro-Nord;
-
e lo stesso fenomeno poteva essere colto anche dal lato della raccolta, dove
gli sportelli del Sud erano 56 per ogni 1.000 milioni di € di depositi, contro i
52 sportelli delle regioni centro-settentrionali.
Nel paragone con la domanda “aggregata” di prodotto bancario dell’Area la
struttura dell’offerta sembrerebbe, dunque, almeno sotto questi profili, più che
adeguata e proporzionata, mostrando anzi qualche segno di sovradimensionamento.
DOTAZIONE SPORTELLI
(31/12/2001)
MEZZOGIORNO
CENTRO-NORD
N° SPORTELLI
per 1000 mln di €
di impieghi
N° SPORTELLI
per 1000 mln di €
di depositi
N° SPORTELLI
per 100.000 abitanti
49,0 55,8 31,3
27,1 52,4 61,4
Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d’Italia e Istat
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Le caratteristiche della domanda
di servizi bancari nel Mezzogiorno
La domanda di servizi bancari proveniente dal Mezzogiorno è di dimensioni
estremamente più ridotte rispetto a quella del Centro Nord: i depositi per abitante
sono pari nel Mezzogiorno a 5,6 migliaia di € contro, gli 11,7 delle regioni
centro-settentrionali; gli impieghi per abitante a 6,4 migliaia di €, contro 22,6
delle altre regioni italiane. Valori ancora più discosti si registrano in termini di
gestioni patrimoniali e di titoli in deposito.
Cifre che a loro volta riflettono sia un più basso grado di sviluppo dell’area - nel
Meridione il PIL pro-capite è pari a poco più della metà di quello del resto d’Italia
(14,2 migliaia di euro contro 24,8 nel 2001), mentre il tasso di disoccupazione è
quattro volte più alto (5% al Centro Nord e 19,3% nel Mezzogiorno - sia ragioni
demografiche e di struttura di età della popolazione (nel Mezzogiorno la quota di
popolazione con età inferiore ai 14 anni è del 17,3% contro solo il 12,7% del
Centro Nord e l’indice di dipendenza, che fornisce una misura del carico demografico
che grava sulla popolazione in età produttiva è superiore di quasi 2 punti
percentuali nel Mezzogiorno 49,5% rispetto 47,8%).
Alla luce di quanto detto trovano giustificazione per il Mezzogiorno livelli più
contenuti di disponibilità di sportelli bancari commisurata alla popolazione (31,3
sportelli per ogni 1.000 abitanti contro 61,4), anziché ai volumi intermediati.
In sintesi, l’attuale grado di bancarizzazione del Mezzogiorno appare adeguato
rispetto alle esigenze finanziarie e creditizie espresse dall’Area, sia come dimensionamento
generale dell’offerta rispetto alla domanda di intermediazione
espressa dalle regioni meridionali, sia come sostegno creditizio specifico fornito
dal sistema bancario all’economia meridionale.
DOMANDA DI SERVIZI
(31/12/2001, valore in mgl di €)
MEZZOGIORNO
CENTRO-NORD
IMPIEGHI PER
ABITANTE
DEPOSITI PER
ABITANTE
TIT IN DEPOSITO
PER ABITANTE
GPM PER
ABITANTE
6,4
22,6
5,6
11,7
3,7
29,4 3,1
0,4
Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d’Italia e Istat
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I rapporti banca e impresa
nel Mezzogiorno
·
Il supporto creditizio
Altri dati suffragano la tesi di un fattivo contributo del sistema bancario allo sviluppo
del Meridione, che non è venuto a mancare nemmeno di fronte al peggioramento
della qualità dei prenditori che si è registrato a metà degli anni novanta.
I finanziamenti
Gli impieghi concessi a favore di controparti residenti nell’Area, la cui quota si
attesta intorno al 15% in rapporto al totale nazionale, è in lieve contrazione rispetto
all’inizio degli anni ’90 (18%). Risultato che può essere considerato quasi
sorprendente, ove si considerino, se non altro, gli effetti fortemente depressivi
sulla dinamica dei crediti «vivi» dell’area meridionale che ha avuto l’emersione
di un volume così ampio di sofferenze e di perdite su crediti, quale quello sperimentato
nella seconda metà degli anni ‘90 al Sud.
La riduzione dell’incidenza degli impieghi nel Mezzogiorno rispetto al totale nazionale
è anche imputabile ad alcuni effetti statistici determinati dallo specifico
trattamento riservato ai crediti problematici. Nel 1997 e negli anni successivi
sono stati trasferiti crediti problematici di banche del Sud ad apposite “bad
banks” per circa complessivi 22.000 miliardi di lire (11.000 milioni di euro).
Impieghi e Pil
Considerando questi crediti trasferiti nonché quelli ceduti anche tramite cartolarizzazioni,
la riduzione del peso dei crediti al Sud si riduce in misura significativa.
Si ricorda, che le cartolarizzazioni di prestiti inesigibili sono state pari complessivamente,
dall’avvio della legge (nel 1999), a 23,6 miliardi di euro.
Nell’ipotesi che circa il 50% delle cartolarizzazioni di crediti inesigibili abbia riguardato
sofferenze del Mezzogiorno e sommando i crediti trasferiti alle bad
banks il rapporto impieghi/ pil nel 2001 passa dal 45,9% al 53,6%, valore non
discosto da quanto registrato nel 1995 (57,6%). Al di là di tale correzione, il
prospetto sotto riportato mostra in maniera chiara come laddove si consideri
quale punto di partenza il 1990 e non il 1995 - nel presupposto che nella prima
metà degli anni novanta il Mezzogiorno abbia ricevuto una quantità di prestiti
superiore a quella che sarebbe stata congrua in base all’effettivo merito creditizio
- la variazione del rapporto tra impieghi e pil risulta in crescita e non in diminuzione
(56,3% nel 1990 contro 64,3% nel 2001, considerando le variabili opportunamente
corrette).
Nel valutare l’incidenza degli impieghi sul Pil è necessario ricordare, altresì, che
tale aggregato considera diverse componenti e nella formazione del Pil nel Mezzogiorno
è rilevante il peso della Pubblica Amministrazione. Nel 2001, la quota
di Pil del Mezzogiorno attribuibile alla Pubblica Amministrazione è stata pari al
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28% contro il 16% del Nord. Inoltre se si considera la quota di Pil derivante
dalla domanda di beni di investimento e dal saldo netto con l’estero, il valore
che si registra nel Mezzogiorno è del 20% contro il 26% del Centro Nord.
Inoltre, la già segnalata bassa domanda di servizi bancari si accompagna con
una presenza di piccolissime imprese che nelle relazioni con la banca esprimono
bisogni finanziari e comportamenti assai più simili a quelli delle famiglie, accentuando
con ciò già alcune caratteristiche proprie delle piccolissime imprese in
Italia, che anche per fattori culturali mostrano una bassa domanda finanziamenti
bancari, ricorrendo spesso all’autofinanziamento.
La struttura finanziaria delle imprese
Dal lato del sostegno creditizio, è noto che comunque il baricentro della struttura
finanziaria del Mezzogiorno insista stabilmente ancora oggi sulle banche,
data la marginalità dei canali mobiliari e finanziari alternativi al credito bancario.
E che, anzi, uno dei problemi delle imprese localizzate nel Sud e nelle Isole è
proprio una loro eccessiva dipendenza dall’indebitamento bancario: che per esse
rappresenta il 76% del totale dei debiti finanziari, contro circa il 60% delle imprese
del Centro-nord.
Emerge comunque una realtà, quella meridionale che inizia a segnalare elementi
di rafforzamento dal lato del contesto economico, mantenendo delle peculiarità
in termini di relazione con le banche. Si iniziano, quindi, a cogliere gli elementi
positivi derivanti da un maggiore capacità delle banche nell’allocare le risorse.
1990 1995 2001
Impieghi
(A) 79.259 128.660 136.113
sofferenze cartolarizzate (B) 0 0 11.800
sofferenze cedute a bad banks (C) 0 0 11.000
Impieghi ristimati
(D)=A+B+C 79.259 128.660 158.913
Pil
(E) 168.946 223.283 296.725
di cui: Pil sommerso (F) 28.158 37.214 49.454
Pil ristimato al netto del sommerso
(G) 140.789 186.069 247.271
(A)/(E) %
46,9% 57,6% 45,9%
(
D)/(G) % 56,3% 69,1% 64,3%
Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d'Italia, Istat, Svimez
IMPIEGHI E PIL NEL MEZZOGIORNO (mln di €)
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Quindi, non si deve parlare di razionamento ma di maggiore capacità di valutare
in modo oggettivo le imprese. A supporto di tale affermazione si può rilevare
che nel periodo giugno 1997-giugno 2002, il rapporto utilizzato su accordato,
indicatore del grado di restrizione delle condizioni creditizie, ha presentato nel
Mezzogiorno una diminuzione di 5 punti percentuali, dal 75% al 70%, segnalando
che la dinamica dei fidi accordati è risultata superiore a quanto poi effettivamente
utilizzato dalle imprese meridionali, mentre nel Centro Nord tale valore è
rimasto stabile nel periodo considerato sul 63%.
Inoltre, primi segnali positivi dell’evoluzione economica del Mezzogiorno possono
essere colti dal Pil che negli anni più recenti ha mostrato una dinamica più sostenuta
rispetto a quella delle regioni del Centro Nord e dalla maggiore dinamicità
in termini di avvio di nuove imprese soprattutto a partire dal 1997.
Non è quindi sotto il profilo «quantitativo» che sembrano potersi rivolgere
eventuali critiche al sistema bancario in tema di politiche di razionamento del
credito seguite nelle regioni meridionali, quanto – semmai – sotto il profilo
«qualitativo», ovvero per non aver forse potuto indirizzare maggiormente verso
forme alternative di finanziamento, preferibilmente a titolo di rischio, le imprese
del Mezzogiorno per renderne progressivamente meno fragile e più articolata la
struttura finanziaria.
Questo però, come tutti sappiamo, è un problema di carattere nazionale che richiama
alcune caratteristiche di fondo della nostra struttura finanziaria: in primo
luogo lo scarso spessore e la limitata ampiezza del suo mercato mobiliare principale.
Debiti bancari /
Debiti finanziari
Nord - Ovest 65,0%
Nord - Est 71,3%
Centro 48,8%
Sud e Isole 75,8%
Italia
62,4%
Fonte: Banca d'Italia
STRUTTURA FINANZIARIA DELLE IMPRESE IN ITALIA
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·
Il costo del credito nel Mezzogiorno
Nel Mezzogiorno i tassi di interesse applicati sui finanziamenti risultano più elevati
rispetto alle altre aree dell’Italia. Laddove si considerino i tassi di interesse
attivi a breve termine, si osserva come il differenziale fra quelli applicati
nell’area del Mezzogiorno e quelli medi nazionali oscilli fra 1-2 punti percentuali.
Il differenziale tra i tassi di interesse sui finanziamenti praticati nel Mezzogiorno
e quelli praticati nel Centro-Nord dell'Italia, trova spiegazione in molteplici fattori:
a) nel diversità nel grado di rischio, b) nei tempi delle procedure di recupero
(e quindi nella quota del credito recuperato) e c) nella frammentazione dei
rapporti creditizi.
Fortemente più elevato della media nazionale appare il grado di rischiosità degli
impieghi: a fronte di una media del totale Italia del rapporto sofferenze lo rde/
impieghi pari al 4,63%, tale valore risulta pari al 12,5% nell’Italia meridionale
e supera il 16% nell’Italia insulare (con un differenziale rispetto alla media
nazionale di quasi 10 punti percentuali).La maggiore rischiosità della clientela
del Mezzogiorno viene altresì colta dal tasso di decadimento della clientela (cioè
il rapporto tra nuove entrate in sofferenza e finanziamenti in essere nell’anno
precedente). Nel 2001 il valore di tale indicatore era nell’Italia Meridionale quadruplo
rispetto a quello del Nord.
Nord-Occidentale Nord-Orientale Centrale Meridionale Insulare TOTALE
Impieghi ( mln. di euro)
384.701 219.227 233.713 87.587 45.905 971.133
sofferenze lorde ( mln . di euro)
9.776 5.416 11.233 10.963 7.592 44.980
rapporto sofferenze lorde/
impieghi (%)
2,54 2,47 4,81 12,52 16,54 4,63
Differenziale verso Italia (punti %)
-2,09 -2,16 0,17 7,88 11,91
Tassi attivi a breve
termine sui fin. per cassa (%)
5,66 6,34 6,35 8,04 7,70 6,11
Differenziale verso Italia (punti %)
-0,45 0,23 0,24 1,93 1,59
Tassi attivi a m/l
termine sui fin. per cassa* (%)
4,87 5,01 5,25 6,03 5,89 5,09
Differenziale verso Italia (punti %)
-0,22 -0,08 0,16 0,94 0,80
* Operazioni pregresse Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d'Italia
ITALIA
IMPIEGHI, SOFFERENZE E TASSI BANCARI
(dicembre 2001)
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TASSI DI INTERESSE E RISCHIOSITA'
a breve a
dicembre
2001
a m/l termine per
operazioni accese
nel 4° trim 2001
nel 2001 medio '95-'01 Sofferenze
lorde/Impieghi
(%)
Italia Nord -Ovest 5,66 4,87 1,0 1,9 2,54
Italia Nord - Est 6,34 5,01 0,9 1,5 2,47
Italia Centrale 6,35 5,25 2,2 3,3 4,81
Italia Meridionale 8,04 6,03 3,8 5,3 12,52
Italia Insulare 7,70 5,89 2,3 5,4 16,54
(punti %)
Meridione vs N-O 2,4 1,2 2,8 3,4 9,98
Meridione vs N-E 1,7 1,0 2,9 3,8 10,05
Meridione vs Centro 1,7 0,8 1,6 2,0 7,71
Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d'Italia
(*) tasso di decadimento = nuove sofferenze / impieghi anno precedente
Tassi bancari attivi Tasso di decadimento (*)
TASSO DI DECADIMENTO (nuove sofferenze su impieghi)
DEI FINANZIAMENTI PER CASSA
4,04 3,90
3,28
6,43
1,71
2,49
2,27 2,32
1,74
2,28
2,58
1,45
0,00
2,00
4,00
6,00
8,00
media 1985-89 media 1990-93 media 1994-97 media 1998-2001
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
Mezzogiorno (%)
Centro Nord (%)
Rapporto Mezzogiorno vs Centro Nord
% Rapporto Vs C/N
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Tuttavia, un elemento positivo si può cogliere dalla seppur lieve riduzione, negli
ultimi anni, del differenziale tra la rischiosità dei prenditori del Mezzogiorno vs
quelli del Centro-Nord. Il cosiddetto tasso di mortalità di generazioni di finanziamenti
(cioè il rapporto tra gli affidati entrati in sofferenza nel 2001 rispetto a
ciascuna generazione di finanziamenti originaria) segnala che il rapporto tra il
tasso di mortalità al Sud e quello al Centro-Nord è sceso da 1,84 volte per i finanziamenti
accesi tra il 1994-1997 a 1,56 volte per quelli accesi tra il 1998-
2000. Fenomeno questo che può trovare spiegazione anche nell’adozione al Sud,
negli anni più recenti (a seguito del processo di consolidamento dell’offerta), di
più adeguati processi di selezione del merito creditizio.
Con riguardo specifico alle questioni legate ai tempi delle procedure di recupero,
queste si riconnettono all’efficienza generale delle strutture amministrative. Ad
esempio, il tempo medio di completamento delle procedure esecutive immobiliari
è infatti pari ad oggi a oltre 7 anni nel Sud (con punte di oltre) rispetto ai 5
anni nel Nord Italia. Ciò determina non solo una perdita finanziaria connessa al
ritardo nel recupero del capitale ma anche un aggravio nei costi di gestione
amministrativa della procedura nonché una minore quota del credito recuperato.
In prospettiva, con l’affermarsi di logiche di definizione del prezzo dei finanziamenti
maggiormente coerenti con le componenti di costo che lo devono determinare
(costo dei fondi, perdita attesa, costo del capitale impegnato, costi amministrativi
connessi con il finanziamento), il gap di inefficienza delle strutture
amministrative del Mezzogiorno, rispetto a quella già insopportabilmente elevata
delle regioni centro settentrionali, potrà comportare un’ulteriore penalizzazione
per i prenditori di quelle aree.
0,43
0,30
0,89
1,64
0,17 0,22
1,05
0,48
1,56
1,76 1,84
1,94
0,00
1,00
2,00
3,00
media 1985-89 media 1990-93 media 1994-97 media 1998-00
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
Mezzogiorno (%)
Centro Nord (%)
Rapporto Mezzogiorno vs Centro Nord
% Rapporto Vs C/N
TASSO DI MORTALITA’ (nuove sofferenze su impieghi di inizio
periodo) NEL 2001 DI GENERAZIONI DI FINANZIAMENTI
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Il maggior costo del credito è da ricondurre, infine, alla frammentazione dei rapporti
finanziari che consegue alla polverizzazione del tessuto produttivo nelle regioni
meridionali, condizione che genera un aumento dei costi di valutazione e
gestione del rischio.
In particolare, l'ammontare medio dei fidi di importo superiore ai 77.469 € (150
milioni di lire, rilevati dalla Centrale Rischi Banca d'Italia) è inferiore al Sud (448
mgl di €) rispetto alle regioni del Centro-Nord (707 mgl €). Inoltre, è sensibilmente
più elevata la quota dei crediti di importo più contenuto sul totale (quelli
inferiori ai 77.469 €): 45% al Sud rispetto al 18%.
Il risultato è di impedire un più adeguato sfruttamento di economie di scala, da
un lato, e determina un’attività bancaria certamente più costosa, in quanto più
parcellizzata e labour intensive, date le caratteristiche spiccatamente retail del
mercato, dall’altro.
FRAMMENTAZIONE DEL CREDITO
(31 dicembre 2001)
MEZZOGIORNO
CENTRO NORD
Finanziamenti
>77.469 € per
affidato (
mgl €)
Quota prestiti
<77.469 € su totale
(%)
447,9 45%
706,7 18%
Fonte: elaborazioni ABI su dati Banca d’Italia
Incidenza % dei costi
dell'attività di recupero sui
costi operativi
Tempi di recupero in
anni delle procedure
esecutive immobiliari
Nord-Ovest 1,8% 5,8
Nord-Est 1,8% 5,3
Centro 2,7% 6,6
Sud
5,3%
7,1
Isole
3,1%
Italia
2,3% 6,3
Fonte: Banca d'Italia
RECUPERO CREDITI
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Conclusioni
Nel corso degli ultimi 5 o 6 anni il Mezzogiorno ha registrato evidenti segnali di
risveglio: è cresciuto più che altrove il prodotto interno lordo (0,2 p.p. nella media
del periodo 1996-2001); è stato più elevato che al Centro Nord l’apporto
fornito alla natalità complessiva netta delle imprese (saldo tra imprese nate e
imprese cessate); è stata rimarchevole la tendenza alla riduzione del tasso di disoccupazione.
Nonostante questi indubbi progressi – che vanno senza alcun dubbio rafforzati e
rinvigoriti - non si perde occasione per addossare al sistema bancario italiano le
colpe del suo mancato e definitivo riscatto, accusandolo di volta in volta: a) di
concedere poco credito alle imprese meridionali; b) di far pagare loro, sulle risorse
finanziarie messe a disposizione, tassi di interesse eccessivamente elevati;
c) di non assistere adeguatamente il tessuto di piccole e piccolissime imprese
che caratterizza quell’area dell’Italia.
Dai dati e dagli elementi di analisi forniti nelle pagine precedenti emerge come
queste critiche non trovino concreto fondamento. Gli interventi che le banche
più solide del nostro Paese hanno dovuto effettuare negli ultimi anni per sanare
situazioni di crisi che avevano coinvolto istituti bancari meridionali, hanno rafforzato
la stabilità del nostro sistema creditizio.
In realtà, il problema cruciale del Mezzogiorno resta, in primis, quello di creare
condizioni di effettiva competitività delle sue imprese. Per risolverlo occorrono:
una maggiore aderenza tra condizioni di produttività e condizioni di prezzo del
fattore lavoro; una adeguata rete di infrastrutture fisiche e materiali; un maggiore
impegno dal parte delle Istituzioni a realizzare quelle condizioni d’ambiente
capaci di innescare davvero un circolo virtuoso che può poi portare
all’approfondimento delle relazioni banca-impresa che pure già vi sono e sono
diffuse. Tra queste, basti pensare a quanto sarebbe giovevole una rapida revisione
della legge fallimentare, una più adeguata lotta alla illegalità e interventi
volti all’emersione della attività.
Ricondurre a livelli fisiologici il “rischio sistemico” proprio delle regioni meridionali
rappresenta, infatti, la condizione indispensabile affinché gli intermediari
possano svolgere un’efficace selezione di “rischi specifici”, cioè di quelli aziendali.
Al miglioramento dell’efficienza allocativa degli intermediari corrisponderebbe il
rafforzamento della struttura produttiva nelle regioni meridionali e dunque
l’avvio su basi più solide del processo di sviluppo economico e finanziario
nell’area.
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Basi informative e riferimenti bibliografici
Banca d’Italia, Base Informativa Pubblica, vari numeri
Banca d’Italia, Bollettino statistico, vari numeri
Banca d’Italia, Relazione annuale 2001
Banca d’Italia, Bollettino di Vigilanza, dicembre 2001
Capitalia, Indagine sulle imprese manifatturiere, dicembre 2002
Cerved, Movimprese 2001: natalità e mortalità delle imprese italiane nel 2001
G. Ferri - U. Inzerillo, Ristrutturazione bancaria, crescita e internazionalizzazione
delle PMI meridionali , Wp CSC, novembre 2002
Istat, Annuario Statistico 2001
Istat, Conti economici territoriali 2001
Istat, Le unità di lavoro non regolari a livello regionale. Anni 1995-1999.
Masciandaro D., Porta A. (a cura di), Le sofferenze bancarie in Italia. Cause, effetti
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9/1997
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