Quando – nei bei giorni felici – dal balcone privilegiato
del circolo dei Ddo’ - potevo scandagliare,
meglio di quel faccio ora se vado a San
Francesco a Ripa e contemplare un’opera barocca ma oscena del Bernini, gli
umori femminei delle avviticchiate alla statua di Sciascia, avevo voglia di
gridare agli accompagnatori, mariti o
compagni che fossero: non vedete che vi sta tradendo?
E tradire con i palpeggiamenti bronzei dell’assente Sciascia
è davvero epidaurico. Ma erano sui quaranta e si sa che nel decennio che precede
la fine dei suoi disturbi mensili la
donna si accende (mentre l’uomo si spegne).
Lo Stato moderno, lo Stato dell’opulenza deve pur porsi il
problema della salute erotica della metà del cielo di quell’insidioso decennio là.
Dovrebbe invero preoccuparsi delle paturnie dei suoi quarantenni, ma pare che
lì non c’è cura.
Ora che non posso più frequentare il circolo dei Ddo’ sequestrato
da rampanti giovani ingegneri dello scrivere su carta stampata mi vien fatto di
pensare: ma perché a Racalmuto son si è avanti coi tempi. Già, perché no?
Bordelli maschili per sole donne. Abbiamo anche quel che rimane delle pie intenzioni
di un barbone morto ricco che voleva un bell’ospedale. Mi pare ora ridotto ad
un fottisterio per stranieri. Non ditemi di no! Dopo quello che ho intravisto
vi direi contra factum non valet argumentum.
Ciò stante, stanzette arredate con stampe, acqueforti, acque
tinte, statuette di alabastrino modellate da scultorelli efebici, carte della
matrice, rinvenimenti inventati in lingua latina e greca (tra poco anche
araba); stanze di studio insomma per una sola persona (femminile) alla volta,
di età sui quaranta, e dentro un mentore. Ora Racalmuto non è più il paese dei
tempi miei, quando eravamo tutti bruttini e traccagnotti; oggi l’esemplare “FICO”
è diffuso. Dal fottisterio degli assistiti in lingua araba, insomma a quello
tutto italico, igienico, discreto ed anche “colto” e con introiti che permettano
di pagare anche la taref di cento anni fa.
La favoletta un po’ all’Apuleio deve avere una morale
diversamente vengo denunciato per istigazione alla prostituzione “maschile”. Diciamo, visto che ancora in materia
Berlusconi non ha introdotto la legge sulla pari opportunità (tra lui i baldi
giovani e le quarantenni desiose) sbaracchiamo il fottisterio del Carmine e
restituiamo l’edificio - dignitosamente restaurato - alla salute pubblica racalmutese. Quanto alla
statua di Sciascia, visto che sta diventando occasione di peccato (in pensiero)
togliamola da lì e mattiamola sul pinnacolo della Matrice. Ci fa e ci fa fare
una bella figura Siascia, che credo si sia rotto le scatole di farsi palpeggiare
ora che è di bronzo e come la statua di marmaru nun suda.
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