22 ore fa
SCRIVEVO
Io non so se potrò correttamente continuare a sentirmi vetero comunista
dopo che mesi di ricerche sul commissario Messana mi stanno stravolgendo
tantissimi giudizi e tantissime condanne. Su tutti questi personaggi avrei da
dire la mia che è capovolta anche rispetto ad assiomi che per il meritevole
storico Casarrubea sono verità di fede.
Scelba, ricordiamocelo, fu quello delle leggi Scelba che stroncarono il
fascismo che stava risuscitando. Sulla faccenda Giuliano quando andremo a
studiare le carte della NARA in America ne scopriremo delle belle. Il dottor
Navarra non fu dei migliori ma neanche dei peggiori di un certo nostro mondo.
Se penso a Guarino Amella, le mie certezze rosse scricchiolano. Se penso
all'on. Montalbano, da rabbrividire. E lo stesso Licausi dove voleva andare a
parare? Perché se la prese tanto con Messana, quando credo che sia stato lo
stesso Scelba a liquidarlo come ispettore generale di PS? Perché non si dà peso a quanto andava
relazionando a Roma sui finanziamenti americani alla EVIS il questore Ettore
Messana? Non è tempo di mandare al macero tutti i luoghi comuni sul comunismo
siciliano del dopo guerra? Revisionismo? Quando c'è di mezzo la verità, non 'è
revisionismo che tenga! Chi uccise il sindaco socialista di Favara nella prima
metà degli anni 'Quaranta? Ce lo vogliamo fare raccontare dal dottore Calogero
Castronovo che mi pare adesso consigliere comunale di questa meravigliosa ma
chiacchierata cittadina propinqua a Racalmuto?
Mi risponde il prof.
Casarrubea:
E' proprio così, caro dottore. Bisogna mettere in discussione verità date
e cercare con altri strumenti, quelli della ricerca e della fatica personale,
come fa lei, le verità che ci servono per il futuro.
Mia riposta:
La ringrazio proprio
per queste Sue graditissime parole. Mi è rincresciuto che la Cernigoi mi abbia
frainteso e sia partita alquanto, mi consenta, istericamente. Avendo tutta la
vita fatte ispezioni bancarie e tributarie la mia propensione è solo quella di cercare
di intessere un dialogo col dio - di solito il demone - ascoso nel profluvio di
carte e documenti e contabilità e pezze d'appoggio e contraffatte
dichiarazioni. Proprio oggi mi sono recato alla Biblioteca Nazionale qui a Roma
e ho consultato il 1919 del Giornale di Sicilia. Ho trovato le corrispondenze
sul celebre caso di Riesi. Sfido chiunque a dirmi che vi si parla di un certo
commissario Messana. Se penso ai film, ai convegni, all'ANPI di Palermo mi
disoriento. Sono sincero: Lei cade nel trabocchetto teso da Li Causi. Per
ragioni che non so e in tempi molto sospetti, quando forse voleva far carriera
nel PCI (e il carrierismo là fu feroce; ne so qualcosa per confidenze avute)
volle fare apparire il giubilato Ispettore Generale di P.S. gr.uff. comm.
dell'Ordine di S. Maurizio e Lazzaro dottore Ettore Messana la reincarnazione
di Bava Beccaris per la faccenda di Riesi, il negriero di Lubiana per
l'istruttoria al processo Tomsic e il
"compare" di Ferreri alias fra Diavolo. In base alla mole di
documenti e di ricostruzioni storiche che ho potuto trovare o condurre
soprattutto per l'ausilio (magari non voluto) che Ella con i suoi tre preziosi testi
pubblicati da Bompiani, sono giunto alla conclusione che a Riesi Messana non
c'era o se c'era il suo ruolo fu marginale e nessun tribunale ebbe mai ad inquisirlo;
che la faccenda di Lubiana è uno dei tanti aspetti dell'insana guerra che volle
Mussolini e che il Messana, quale subalterno del Ministero degli Interni, non
durò a Lubiana più di un anno per non essere in grado di quelle ferocie che i
fascisti militanti esigevano. Ne ebbe conseguenze che rasentano la
retrocessione finendo come in subordine a Trieste dove ad avviso degli stessi suoi
denigratori non commise azioni di
rilievo. Quindi non aderì alla RSI, fu destituito dai fascisti tra i quali non
escludo quel Ricciardelli che poi diventa il malevolo Torquemada del Messana, fu
privato dello stipendio; scappò a Roma nascondendosi sino alla liberazione
degli Americani quando poté tornare al Viminale e per la sua fede monarchica e
forse per le sue protezioni massoniche ritornò in auge, destinazione Palermo.
Qui visse i suoi brutti momenti. Lei diligentemente scrive che ebbe a
denunciare i criminali finanziamenti degli Americani all'EVIS. Fatto questo,
che con più ampiezza e con maggiore efficacia emerge dalle relazioni autografe
del Messana al suo Ministro, quali ho rinvenuto in ACS (e mi pare che si tratti
di rivelatrici relazioni non pubblicate da alcuno). Il collegamento con Ferreri fu un atto
imposto. Lei stesso parla dell'incontro a Roma tra il padre del Ferreri,
Aldisio e in subordine il Messana. Su quale fu lo snodo di tale collegamento,
io non ho dubbi di sorta ed accedo alla verità processuale di Viterbo e cioè
alla deposizione esaustiva del Messana la cui prima interpretazione è quella
letterale e le superfetazioni analogiche
e dietristiche io le ripudierei anche per l'obbligo della
"avalutatività" che bisogna seguire nelle scienze sociale. Per questo
dissento dalla sua tesi dello Stato connivente, quasi prefigurazione dell'attuale
processo di Palermo.
Un lungo discorso per
insinuare una mia proposta. Racalmuto è la patria di Sciascia, una Fondazione
si erge a suo nome. Mi piacerebbe che Lei potesse presiedere un incontro per la chiarificazione del ruolo e. se vi sono,
delle colpe del compaesano racalmutese Ettore Messana, magari per stabilire se
gli si deve dedicare una strada in commemorazione oppure no, per comprovata
indegnità. E mi piacerebbe che nella Fondazione SI ISTITUISSE UNA SORTA DI SEMINARIO PER
RICERCHE STORICHE NON PRECONCETTE DA LEI PRESIEDUTO. PENSO A GIOVANI CHE
POTREBBERO ANDARE A STUDIARE LE CARTE DELLA N.A.R.A. quali lei meritevolmente
illustra nel suo LUPARA NERA (e credo altrove). E non mi dispiacerebbe che vi
partecipasse anche la Cerrigoi, sempreché desista dalle non provate accuse
contro il Messana.
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