Caro Calogero, cose vere, cose false e cose meno vere. Ricordo il Ruffini nel 1945/46. Magari qualcuno ad Agrigento aveva attentato alla vita del principesco vescovo Peruzzo (addirittura un frate a Santa Stefano Quisquina). Si pensava che primate di Sicilia dovesse essere proprio il Peruzzo, invece il papa mandò Ruffini. Figurati se posso avere stima e fiducia nei papi e in papa Pacelli in particolare. Ma era chiaro che l'America, la mafia, Portella, Giuliano non ci entravano per nulla. Mie ricerche nell'archivio vaticano segreto mi portano molto lontano. Quanto al connubio Pacelli-America nulla di più falso di quello che leggo. Pacelli aveva un religioso terrore dei comunisti. Iniziò la sua crociata con il microfono di Dio (padre Lombardi) e la peregrinatio Mariae. Divertente la pagina di Sciascia nelle Parrocchie in proposito. Eppure proprio la settimana scorsa sfogliando un faldone del SIS seconda sezione all'ACS di Roma leggo tutto un carteggio su questa storia qui. Gli americani volevano un gemellaggio America-Vaticano nella lotta al Comunismo. Pacelli si oppose sdegnosamente. Peraltro non amava il capitalismo massonico e sionista di Washington. Il sostituto Montini sospinse il Della Torre dell'Osservatore Romano a scrivere una trentina di frasi piuttosto ambigue quanto ad anticomunismo. Vi si palesava addirittura della simpatia. Successe un finimondo. Etc. Quello che aggiungo io è questo: con tanta dovizia di documenti e prove storiche perché continuare a crogiolarsi nell'orgia dei luoghi comuni di quel tempo del primo dopoguerra degli anni '40. Mi fa piacere che anche lo stesso prof. Casarrubea mi scriva che occorre un salto di qualità nella ricostruzione storica del secolo scorso, specie alla luce delle nuove possibilità di ricerca e dei nuovi strumenti anche informatici, della ricostruzione del recente quadro storico (tutto ancora a definire)..
Appunto per il prof. Calogero Restivo. Noi a Racalmuto alla Fondazione Sciascia potremmo erigere un laboratorio di storia patria e siciliana coeva con la vita di Leonardo Sciascia. Non dovrebbero esserci problemi finanziari. Provincia, Regione, Stato, Comunità Europea potrebbero e dovrebbero suffragare economicamente una iniziativa del genere che darebbe lavoro ai tanti eccellenti giovani studiosi racalmutesi, attirerebbe turismo d'élite e sfrutterebbe potenzialità intellettuali non agevolmente reperibili altrove. Certo fare pitocche raccolte di soldi per foraggiare qualche immobiliarista locale proteso a smerciare un risibile quanto insignificante caseggiato al Monte che con Sciascia ha poco a che spartire follia desolante. E mi dispiace il caro Benito Infunari, da me tanto stimato, per esserci cascato.
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