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giovedì 11 luglio 2013
Il commento di Calogero Taverna: "Troppo rumore per nulla"
Mi sa che siam presenti ad una sceneggiata che finirà nel nulla e nel dimenticatoio. Troppo rumore per nulla, insomma. Quel che ora, quale racalmutese di cento generazioni cui si denega la residenza perché pare che la scienza giuridica locale equipara il riscontro delll'abitabilità in domicilio coatto permanente, ma anche quale racalmutese qui dimorante cui si triplica l'IMU, quel che ora vengo a sapere è che il 21 maggio scorso si è imbastito un atto amministrativo comunale per dare incarico pagato ad un legale di Palermo per vedere se si poteva o meno procedere contro due malcapitati cittadini racalmutesi forse solo un tantinello queruli. Dove come e quando costoro abbiano denigrato una triade venuta da lontano per gestire un comune ove si era infiltrata una evanescente mafia (il ministero venne invero poi condannato a spese legali per avere puntato il dito accusatore verso due illibati cittadini ex consiglieri), a me cittadino racalmutese non stanziale non è dato di sapere. Stranissimamente un provvedimento adottato il 21 maggio scorso, oltre due mesi fa, appare nell'Albo Pretorio solo un paio di giorni fa (se abbiamo capito bene). Ma non basterebbe questo per aggredire una pubblica amministrazione che pare abbia un concetto alquanto singolare della obbligatoria "operazione trasparenza"? Svelo qui una mia disavventura: la scorsa settimana, dopo una mia strillata, vengo ascoltato da uno di questi commissari. Gli sottopongo una mia richiesta di utilizzo della Pinacoteca Pietro d'Asaro nell'ex Chiesa di San Sebastiano. Trafelato nel frattempo si introduce un dirigente; credo il responsabile. Le locali autorità cascano dalle nuvole; non sanno neppure che vi è una siffatta ex chiesa a Racalmuto, mi chiedono di fare istanza formale per inoltrare richiesta formale al Ministero degli Interni Fondo Culto (o simile) che a loro avviso sarebbe ora il detentore di tutto il patrimonio ecclesiale racalmutese. Allibisco. So che prendono lucciole per lanterne. E intanto penso alla mia IMU triplicata che mi pare ora usata per perseguire un paio di miei concittadini che forse non professionalmente loquaci hanno sbagliato qualche aggettivo che la suscettibilità di lor signori ha scambiato per offese gravi. Ma via, non è una cosa seria.
Commento di Calogero Taverna
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