04/08/2014 16.41
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Lillo Taverna
Ci stiamo sforzando di rinvenire la vera verità storica dei
fatti di Riesi del 1919. Abbiamo pubblicato giornali e cronache dell'epoca.
Questa qui non è una intollerabile mistificazione?
https://www.youtube.com/watch?v=PECKVrYtgTk
Forsennata Sicilianità - strage di Riesi 1919 -
youtube.com
04/08/2014 17.02
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Lillo Taverna
CREDIAMO DI AVERE DEL TUTTO SMANTELLATO LA TESI CHE VORREBBE
IL QUESTORE MESSANA COLPEVOLE COME QUI SI DICE. RESTA SOLO LA CALUNNIA,
L'INFAMIA. SE IN BUONA FEDE CI SI CORREGGA ANCHE SE CI SI CHIAMA ANPI
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‘Strage di Riesi’ . 92° anniversario assassinio Giovanni Orcel 13 ottobre 2012
.
L ’ANPI domenica 14 ottobre 2012 alle ore 9, ricorda
Giovanni Orcel nel 92° anniversario del suo assassinio avvenuto il 14 ottobre
1920 in Corso Vittorio Emanuele all’altezza della Biblioteca centrale dove con
la Cgil, e il Centro Impastato deporremo una corona sotto la lapide che lo
ricorda.
Giovanni Orcel è una delle figure più significative del
movimento operaio palermitano, segretario generale della FIOM dal marzo del
1919 operava per unire lotte urbane e lotte delle campagne sulla scia di Nicola
Barbato e anche del fratello Ernesto Orcel fondatore del Fascio dei Lavoratori
di Cefalù, ed in stretto collegamento con Nicolò Alongi, il dirigente contadino
assassinato dalla mafia nel febbraio del 1920.
Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del
1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che
si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano
per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è
stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di
P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra
questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente
….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!
Entrambi i delitti, inequivocabilmente di matrice fascista e
mafiosa, sono rimasti impuniti.
Su Giovanni Orcel leggi Giuseppe Carlo Marino, 1976 nel
libro “Partiti e lotta di classe in Sicilia da Orlando a Mussolini” (Bari, De
Donato, 1976); poi nel saggio di Giuseppe Carlo Marino “Vita e martirio di
Nicola Alongi, contadino socialista” e in numerosi altri scritti.
Il libro di Giovanni Abbagnato, Giovanni Orcel. Vita e morte
per mafia di un sindacalista siciliano. 1887-1920, ricostruisce l’attività di
Orcel e le lotte di quegli anni.
Il logo del referendum per l’art. 18 ci ricorda che Orcel,
Alongi e la lunga scia di sangue di sindacalisti e cittadini uccisi, lottarono
per la difesa della dignità umana e la dignità del lavoro, che oggi i governi
della destra politica, in assenza di opposizione vera, stanno di fatto
abolendo.
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EVENTI, Lotte contadine, memoria, Movimento Fasci Lavoratori Siciliani,
segnalazioni iniziative
Tags: ANPI Palermo Centro Impastato CGIL Ernesto Orcel
Ettore Messana Fascio dei Lavoratori siciliani di Cefalù FIOM Giovanni
Abbagnato Giovanni Orcel Nicola Barbato Nicolò Alongi Strage di Riesi . . Sito
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CGIL firma contro l'attacco all'impianto antifascista della Costituzione
"art. 21" Firma contro l'attacco all'impianto antifascista della
Costituzione "petizione Cgil" memorie di Spagna Sito ANPI Nazionale
5 agosto 2014
05/08/2014 0.04
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Lillo Taverna
05/08/2014 0.04
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Lillo Taverna
il questore Messana con De Gasperi nei primissimi anni
Cinquanta. Se Messana era quello che vogliono diffamare De Gasperi lo teneva
accanto a sé?
5 agosto 2014
05/08/2014 18.45
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Giuseppe Casarrubea
Ha ragione. Ma non sempre i capi sanno quelli che i
subalterni fanno. La storia insegna dall'uccisione di Cesare in poi.
Complimenti per la bella foto, prodotta di una mano molto esperta. Le foto di
Messana in giro si contano sulle dita di una mano e lei ne ha beccato una. E'
possibile sapere di quale archivio fa parte?
05/08/2014 19.08
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Lillo Taverna
di quel poco che è rimasto alla nipote di Messana. Purtroppo
nel cambiare CASA MANDATOTUTTO AL MACERO.LA RABBIA!!!
6 agosto 2014
06/08/2014 15.33
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Lillo Taverna
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre Dopo i tumulti di Riesi
Truppe rientrano a Riesi Lo stato dei feriti Un sottotenente
ucciso CALTANISSETTA 10 notte.
Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie
nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla
miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di
arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in
colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città si
vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso
montando a turno la sentinella. Stamane però all’alba quando gli arditi
giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di
sangue. Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso
il telegrafo. Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti,
comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le
munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il
paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma. Stamane qualche
negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti
serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi
vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai
feriti. I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi
sono 50 feriti. Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso
il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla
gola. Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti,
migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero
dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.
L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza,
invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la
soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino
Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice. In città ha
fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la
questura mantiene il massimo riserbo. Pare che il Calì sia accusato di aver
provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini
all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere.
Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro
carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo.
L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un
anarchico e disertore della Regia Marina. --------------
Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del
successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma
molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori
attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro
effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella
figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne
soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la
qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.
Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare
ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa
arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa
sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in
quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E
guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla,
ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che
essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca
leggere: “Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919
dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era
opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la
riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato
un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S.,
poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra
questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente
….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!” Di sicuro, il
Messana, dceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una
raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole
comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di contorcimenti giuridici
etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire
in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si piuò
dileggiare come più fa comodo. E no! E lo dico a tutti i detrattori del
Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai
tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che
abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia. La famiglia
Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali
per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr.
Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore
Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia. E’ in corso ancora una indegna lite
che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i costosissimi
tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali civili
italiani contro la figlia della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in
quanto vuol divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del
vincolo matrimoniale perché lui non puo vivere coniugalmente con una disendente
del “famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo
del banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non farlo apparire)
siciliano”, quello dei tempi insomma bandito Giuliano di Montelepre.
E costoro, codesti detrattori vogliono almeno procedere ad
un ravvedimento operoso, ad una resipisenza specie ora che vengono a galla mari
di documenti non tanto giustificativi del Messana quanto comprovanti senza
ombra di dubbio che al Messana non possono appiopparsi le infamie che
artatamente e in modo martellato stanno facendo circolare.
06/08/2014 15.35
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Lillo Taverna
7 agosto 2014
07/08/2014 0.23
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Lillo Taverna
GENT.MO professore.non ho modo di far recapitare alla
Cenigoi le mie controdeduzioni alle sue insolenze Ove Ella avesse possibilità
di avere un qualche modo e sempre che volesse adoperarsi in una faccenda che
non la riguarda Le sarei particolarmente grato. La ringrazio comunque con i miei
deferentVedo adesso che la signorina Cernigoi cerca di infilzarmi con la sua
femminea alabarda. Intanto non sa che il prof. Casarrubea si è disociato dalla
querula goriziana. Attacca tanto il siciliano Messana e poi si scandalizza che
in Sicilia chiamarsi Lillo è cosa usuale. Ma per una titina è ben comprensibile
che il tutto si fermi nelle foibe triestine. Non solo quello di cui si
scandalizza la signorina goriziana ma molto altro ho scritto a difesa del buon
nome di Messana, con ferrea documentazione che frantuma le ampollosità
documentaristiche della trentaduenne sposata. Il tasco torto non sa cos'è? non
sa nulla di mafia? Mi ha tagliato tutti i canali di comunicazione e quindi non
ho potuto farle avere questa mia ultima fatica che la chiama (in negativo) in
causa. Vedrà quando affronterò la faccenda della sua Lubiana. Trascrivo sotto
tutto quello che mi dice sperando che mi denunci, visto che qualche familiare
del Messana la potrebbe denunciare penalmente e perseguirla civilmente. La
smetta di dare apodittici giudizi basandosi su fasulli documenti. Quanta alla
fasullità o incongruenza delle carte che cita ho già molto pubblicato nel mio
CONTRA OMNIA RACALMUTO e molto pubblicherò ancora, non mi fermo alla prima
taverna. E così forse le ho giustificato il mio cognome dato che quanto al mio
diminutivo di Calogero, Lillo appunto, tale nomen trova nella dessa titini
rigetti. -------------
facebook
La Nuova Alabarda MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI? Dopo avere
attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine
Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi sono oggetto di invio di messaggi che
oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo
Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro)
e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a
difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui
operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che
ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali
conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento
alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il
sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di
"signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non
corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per
sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina"
non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di
messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche
con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di
"disporre" di un "canale riservato" (veramente la
messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali
vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di
Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino,
presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come
"tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico
per questa nostra Italia) che "la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo
di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia". Curioso
termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che
contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana
occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per
dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra
(come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato
anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di
Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:
"Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia
conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella
caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano
incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di
Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di
guerra". Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che
l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba)
conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di
torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato
speciale di PS. Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di
essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo:
"Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano
Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa
infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana". Cosa
sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole
constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo
inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza",
Gerbino ci molla "calci in culo" (cito). Bene, i documenti sono
pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica
Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani,
se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non
sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le
sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per
volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia.
E rimando al mittente le accuse di "antitalianità",
"antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno
più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura
imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa.
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
Dopo i tumulti di Riesi
Truppe rientrano a Riesi
Lo stato dei feriti
Un sottotenente ucciso
CALTANISSETTA 10 notte.
Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie
nella cittadina di Riesi è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2 dalla
miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di
arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in
colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città si
vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso
montando a turno la sentinella.
Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi
alla porta della città, i contadini si squagliarono di sangue.
Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi
pubblici, compreso il telegrafo.
Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm.
Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le
armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla
truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma.
Stamane qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini,
dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far
capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono
partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti.
I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra
gli stessi vi sono 50 feriti.
Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso
il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla
gola.
Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei
tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero
dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.
L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla
cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento
per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino
Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice.
In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato
Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo.
Pare che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti,
d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre.
Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti
che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri
arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute
alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina.
--------------
Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del
successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma
molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori
attuali del Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro
effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella
figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne
soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la
qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.
Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali,
voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono
comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini
storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI
di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di
chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in
Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il
colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e
non più tardi del 2012 ci tocca leggere:
“Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi
del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria
che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che
manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa
con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto,
ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato
criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo
inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”
Di sicuro, il Messana, dceduto nella metà degi anni ’60 non
può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata
come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una
serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare
condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio
ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.
E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da
Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a
Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che
abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.
La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi
morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde
e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore
generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.
E’ in corso ancora una indegna lite che un ex genero della
nipote diretta del Messana ha intentato presso i costosissimi tribunali della
Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali civili italiani contro
la figlia della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol
divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del vincolo
matrimoniale perché lui non puo vivere coniugalmente con una disendente del
“famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo del
banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non farlo apparire)
siciliano”, quello dei tempi insomma bandito Giuliano di Montelepre.
E costoro, codesti detrattori vogliono almeno procedere ad
un ravvedimento operoso, ad una resipisenza specie ora che vengono a galla mari
di documenti non tanto giustificativi del Messana quanto comprovanti senza
ombra di dubbio che al Messana non possono appiopparsi le infamie che
artatamente e in modo martellato stanno facendo circolare.
i saluti. Calogero Taverna
7 agosto 2014
07/08/2014 12.28
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Giuseppe Casarrubea
Caro dott. Tsaverna, per tagliare la testa al toro, come si
suol dire, basterebbe che lei rendesse pubblici alcuni dei documenti che
riabilitano Messana. In fondo a chi, com un minimo di serietà fa una ricerca,
solo i documenti interessano, perchè sono quelli che necessitano alla
formulazione di un giudizio, o alla sua riformulazione. Mi creda, il resto
conta poco.
7 agosto 2014
07/08/2014 17.04
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Lillo Taverna
Gentilissimo Professore, non sono per niente d'accordo. Io i
documenti li ho già pubblicati, anche se non tutti. Questi documenti e gli
altri non riabilitano il Messana per il semplìce fatto che non c'è nulla da
riabilitare. Quello che c'è è che io conto ben sette fonti che falsando
documenti, accantonandone altri evitando di completare le ricerche
archivistiche, storiche e persino giornalistiche, trascurando sentenze passate
in giudicato hanno calunniato il Messana. Provato che il Messana nel 1919 non
fu stragista, che nel 1942 non fu criminale di guerra e peggio, che diciamo il
primo maggio del 1947 non era "capo del banditismo siciliano" (sue
parole), che di conseguenza da siffatte intenzionali calunnie ne sono derivati
gravissimi danni alla famiglia di OGGI, delle due una: o le fonti - come ho
cercato in tutti i modi di farle ravvedere - rettificano le loro calunniose
condanne, o saranno i competenti tribunali a stabilire la verità dei fatti con
le conseguenze del caso. Quindi il toro può starsene tranquillamente con la sua
testa sul collo. Né a me (extra partes) né alla offesa signora Giovanna Messana
può importare dei calunniatori . Credo che la signora stia preparando le carte
per passarle al suo avvocato romano nel prossimo settembre. Intelligenti pauca.
9 agosto 2014
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