mercoledì 23 settembre 2015

Calogero Restivo, il poeta del meriggio

Il poeta del meriggio.





Questo pomeriggio di ritorno da Santa Lucia ho la gradita sorpresa di trovare nella cassetta della posta due splendide raccolte di poesie del mio amico compaesano e artista Calogero Restivo- Con un’accattivante copertina il DAL MARE CHE NON C’E. Pensoso e semiesotico il “mas alla del horizonte”. Prefazionato dal sagace e raffinato prof. Carbone il primo volumetto ( e ciò mi esime da ogni ulteriore chiosa data la valentia del commentatore poeta e letterato d Racalmuto)- Del secondo credo di avere già scritto qualcosa. Intanto mi soffermo su questa agile, onirica, misteriosa allusiva piéce su gli ‘UCCELLI ESOTICI’-

A mo’ dimostrativo, leggiamo insieme il componimento-
ESOTICI UCCELLI In fondo ai viali di tigli/ v'è un grande castagno/ ed una grande voliera/ con uccelli/venuti da terre lontane.
Avevano canti melodiosi/ ricordavano altri mondi/ il fruscio di foreste intricate/ e l'odore di natura selvaggia/ nel giardino d casa.
Non cantano più di giorno/ e di notte/ non consumano amori.
Hanno le ali tarpate.
Non sapevano che la luce/ non è libertà che filtra/tra gli alberi della foresta/ e tentando liberi voli/ si ferivano a sangue.
[da Oltre l'orizzonte di Calogero Restivo]

Il reale e l’onirico, il sogno e il imbolo, l’incanto e il disperato annuire in immagini prelibate e scorrevoli. Lindore in una intelaiatura di sublimità espressiva. La ‘Simplicitas’ dote usuale restiviana  qui è complessa visione che si deterge si assottiglia si stempera e diviene appunto poesia creatività racconto.
Premiato di recente Calogero Restivo si conferma poeta idillico chiaro melodico  eppure ermetico. Il soggettivismo che si fa malia celestiale, gli amori che si consumavano ed ora non più. La catarsi delle ali tarpate- La fine dell’incanto. L’immaginifico è diventato tragedia. Ecco una greca dissoluzione. Oltre c’è il nulla. La Fine.
Calogero Taverna

 

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